I dirigenti dell’Area Asia visitano il Nepal devastato dal terremoto
Inserito da Anziano Charles Chamberlain, relazioni pubbliche dell’Area Asia.
Punti salienti dell’articolo
- I dirigenti della Chiesa dell’Area Asia hanno visitato il Nepal nel fine settimana del 15 maggio.
- Hanno incontrato diverse organizzazioni che collaborano con i servizi umanitari della Chiesa per constatare i danni, stabilire lo stato dei soccorsi ed esprimere amore al popolo nepalese.
- L’anziano Randy D. Funk ha parlato ai Santi degli Ultimi Giorni del Nepal e ha detto loro che la gente si stava curando di loro e che avrebbero superato tutto se avessero guardato a Cristo.
“Penso che far sapere loro che la Chiesa e le persone si stanno preoccupando di loro sia stata una cosa meravigliosa. Credo sia stato importantissimo”. — Anziano Jim Valentine, missionario dei servizi umanitari in Nepal
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Persone di tutto il mondo hanno espresso preoccupazione per i residenti del Nepal a seguito dei terremoti devastanti che hanno colpito il paese, molte organizzazioni di soccorso hanno fornito assistenza.
Nel fine settimana del 15 maggio, l’anziano Randy D. Funk, componente della presidenza dell’Area Asia, e il presidente Peter E. Sackley, insieme alla sorella Kelly Sackley, della Missione di Nuova Dehli, in India, hanno espresso l’amore e la preoccupazione della Chiesa ai Santi degli Ultimi Giorni e alle altre persone del Nepal. Erano accompagnati dall’anziano Jim Valentine e dalla sorella Chris Valentine, che stavano servendo in Nepal come missionari dei servizi umanitari finché non sono stati evacuati in Thailandia pochi giorni dopo il terremoto del 25 aprile.
Il gruppo ha incontrato diverse organizzazioni che collaborano con i servizi umanitari della Chiesa per constatare i danni, stabilire lo stato dei soccorsi, valutare la necessità di ricostruire ed esprimere amore al popolo del Nepal. Tornare in occasione della visita ha riportato alla mente dei coniugi Valentine ricordi intensi del terremoto, sia belli che brutti.
La sorella Valentine ha raccontato la sua straziante esperienza, avvenuta dopo aver lasciato le riunioni della Chiesa per preparare una “cena missionaria” speciale per coloro che si preparavano a svolgere una missione al di fuori del Nepal.
“È arrivata la scossa di terremoto. Potevo scendere le scale e uscire all’aperto o mettermi sotto il tavolo”, ha detto. “Ho scelto di correre giù per le scale. Gli oggetti volavano via dalle pareti. L’intonaco, le piastrelle e i vetri volavano dappertutto. Sono riuscita ad arrivare al corrimano e ho visto una ragazza che veniva scaraventata da un pianerottolo all’altro. […] Tenendomi al corrimano, sono riuscita ad arrivare in fondo alle scale quanto più velocemente possibile”.
I Valentine hanno raccontato anche la loro esperienza nel ritornare nel luogo in cui i membri della Chiesa si sono riuniti dopo aver lasciato la casa di riunione, dove li hanno trovati accovacciati sui terreni circostanti l’edificio. Dato che le scosse si susseguivano a brevi intervalli, rimanere in piedi era difficile. I giovani hanno cominciato a cantare “Lo Spirito arde”, mentre i vicini della zona si mescolavano a loro.
“Una donna mi ha semplicemente messo una mano sulla spalla, per conforto”, ha detto la sorella Valentine. La coppia ha ricordato che i dirigenti del ramo hanno preso subito i cellulari per accertarsi velocemente di eventuali dispersi tra i membri della Chiesa.
I dirigenti della Chiesa hanno potuto accertarsi dei danni subiti dalle zone più fortemente colpite: Baktapur e Piazza Durbar. Oltre alla “Grande scossa” del 25 aprile, un secondo terremoto principale di magnitudo 7,4 della scala Richter si è verificato il 12 maggio, causando ulteriori danni e la perdita di altre vite.
Sabato (giorno del Signore in Nepal), il gruppo ha incontrato il consiglio di ramo per discutere delle necessità dei membri. Poi, alla riunione sacramentale, i coniugi Valentine hanno reso la propria testimonianza, seguiti dal presidente e dalla sorella Sackley.
Nel suo discorso, l’anziano Funk ha ricordato alla congregazione del terremoto e delle altre devastazioni che hanno accompagnato la crocifissione di Cristo. Ha descritto la scena, secondo quanto riportato nel Libro di Mormon, in cui il Cristo risorto apparve al popolo e stese le mani dicendo: “Io sono la luce e la vita del mondo”. Poi l’anziano Funk ha detto: “Le persone hanno potuto avere speranza nonostante la devastazione che le circondava guardando la ‘luce e la vita del mondo’, Gesù Cristo. Ora, mentre affrontate grandi danni in casa vostra e nei mezzi del vostro sostentamento, anche voi potete avere speranza ed essere felici guardando ‘la luce e la vita del mondo’, ovvero Gesù Cristo.
“Ciò ha davvero edificato [i membri della Chiesa]”, ha detto l’anziano Valentine. “Penso che far sapere loro che la Chiesa e le persone si stanno preoccupando di loro sia stata una cosa meravigliosa. Credo sia stato importantissimo”.
Durante la Scuola Domenicale, l’anziano Funk ha tenuto una discussione aperta per ascoltare le storie e gli aggiornamenti dei membri sull’impatto del terremoto sulla loro vita. Quando gli sono state chieste notizie sulle rispettive case, il presidente del quorum degli anziani ha risposto così: “Anche se abbiamo perso la nostra casa, nessuno è stato ferito, quindi siamo contenti”. Ha continuato dicendo: “Siamo stati davvero benedetti e guidati mentre seguivamo lo Spirito”.
Quello di seguire lo Spirito è stato un tema comune tra i membri della Chiesa. Ajay Shrestha, giovane insegnante di scienze e dirigente della Chiesa, ha raccontato la sua esperienza il giorno del terremoto. Era uscito presto dalla chiesa per andare a prendere sua zia, la quale voleva andare a visitare un museo a Patan e voleva che lui l’accompagnasse. Tuttavia, egli ha ricordato il comandamento di santificare il giorno del riposo e così la gita al museo è stata cancellata. Ha avuto l’opportunità di vedere la zona di Patan dopo il terremoto e ha scoperto che il museo era crollato. Ajay sentiva che la sua vita e quella di sua zia erano state risparmiate perché aveva dato ascolto allo Spirito.
Grazie a questo viaggio e al lavoro continuo svolto insieme alle associazioni umanitarie con cui collabora, la Chiesa continuerà a fornire assistenza al ramo locale e ai molti altri del Nepal. Con l’avvicinarsi della stagione dei monsoni, serve ancora un grandissimo impegno per fornire soccorso. I membri della Chiesa locali, tuttavia, hanno uno spirito positivo e sono resilienti e fedeli.