L’LDS Charities aiuta le donne in Iraq
Inserito da Sarah Jane Weaver, direttrice associata di Church News
Punti salienti dell’articolo
- L’LDS Charities sta collaborando con altre organizzazioni per aiutare le vittime della crisi in Medio Oriente.
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CAMPO BAJED KANDALA 2, IRAQ
Le donne fanno la fila fuori dalla clinica medica del campo Bajed Kandala 2 nell’Iraq settentrionale. I loro volti sono segnati dagli agenti atmosferici e i loro lunghi abiti bianchi sono stati scuriti dalla polvere durante il viaggio.
Una di loro parla della strada che l’ha portata qui, solo poche miglia dai confini con la Siria e la Turchia, e si chiede ad alta voce se fosse stato meglio morire.
Nemam Ghafouri, una chirurga musulmana che dirige la clinica medica nel campo, parla con le donne riguardo alla loro salute. Ella riporta che mangiano pane due volte al giorno assieme al resto dei 16.000 sfollati — quasi tutti yazidi — qui e nel campo Bajed Kandala 1 dall’altro lato della strada. Inoltre, dice, sono all’asciutto in una delle migliaia di tende che ricoprono quest’area.
L’inverno sta arrivando nella regione curda dell’Iraq, ma stare al caldo non è l’unica cosa di cui le donne si preoccupano. Anzi, una di loro indica il suo vestito sporco — il vestito che indossava quando l’ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) l’ha cacciata dal suo villaggio. L’abito è un simbolo della loro fede, è parte della loro identità religiosa.
L’LDS Charities — l’organizzazione umanitaria della Chiesa — sta collaborando con altre organizzazioni per aiutare le vittime della crisi. Una di queste organizzazioni è la britannica AMAR. La sua collaborazione con l’LDS Charities include un centro di addestramento informatico presso la scuola di Arbil per i non udenti e una sartoria presso l’ospedale psichiatrico di Arbil.
La guerra, le tensioni e le divisioni intestine continuano a dividere l’Iraq, dove più di un milione di persone come queste donne yazidi hanno abbandonato la loro casa. Le tensioni faziose continuano ad alimentare l’instabilità religiosa. Inoltre, i rifugiati della guerra siriana continuano a passare il confine, secondo l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. Poi piange quando la dottoressa Ghafouri le dà un nuovo abito bianco. L’abito è stato confezionato secondo il metodo tradizionale con macchine da cucire e stoffa forniti dall’LDS Charities.
Nella sartoria, i pazienti e lo staff cuciono gli abiti bianchi indossati dalle donne yazidi e molti altri articoli per le persone bisognose dell’Iraq settentrionale. “Per prendersi cura di qualcuno è essenziale sapere da dove viene e quali sono i suoi bisogni”, ha detto la baronessa Emma Nicholson, fondatrice dell’AMAR.
Gli yazidi sono una comunità etnico religiosa che vive, per la maggior parte, nell’Iraq settentrionale. Nell’agosto 2014 gli yadizi sono stati presi di mira dall’ISIS.
Bahar Ali, la responsabile del progetto per l’AMAR nella capitale Arbil, ha detto che gli abiti bianchi sono una parte importante dell’identità yazidi. “Questo gruppo di persone non aveva nulla da indossare”, ha detto, precisando che erano scappati dalle loro case con soltanto i vestiti che indossavano. “Quando sono arrivati la loro identità era a rischio”.
Gli abiti, a causa del loro disegno tradizionale e del significato religioso, non potevano essere acquistati. Non vengono venduti in un negozio o fabbricati da una compagnia. Gli abiti dovevano essere fabbricati.
I rappresentanti dell’LDS Charities — che hanno individuato e compreso l’importanza dell’abbigliamento religioso — si sono subito messi all’opera, organizzandosi per “fabbricare gli abiti speciali e unici”.
La dottoressa Ghafouri ha detto che vede la gioia nel volto delle donne quando ricevono il loro abito bianco.
“Sentono che le rispettiamo perché abbiamo portato loro qualcosa di molto speciale, di molto specifico”, ha detto. “È un semplice dono, ma per loro significa tanto”.
Oltre agli abiti unici, la dottoressa Ghafouri ha detto che l’LDS Charities ha fornito ai campi articoli e prodotti medici e cibo.
La dottoressa Ghafouri ha detto che l’LDS Charities si prende il tempo per conoscere coloro che serve. “Essi comprendono la cultura e danno alle persone ciò di cui hanno bisogno”, ha detto.