Giornata alla scoperta della storia familiare di RootsTech – Sessione di apertura 2017

Il presidente Russell M. Nelson e sua moglie, Wendy, esprimono i loro sentimenti e i loro consigli sul servizio reso tramite il lavoro di tempio e la storia familiare.

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Presidente Nelson:

Grazie, anziano Foster. Fratelli e sorelle, io e Wendy siamo lieti di essere con voi oggi. Amiamo le famiglie. Amiamo il lavoro di tempio e di storia familiare. E amiamo voi.

Wendy:

E ci piace giocare a Scarabeo insieme. Oggi vorremmo invitarvi a condividere con noi un momento di Scarabeo mentre parliamo del lavoro di tempio e di storia familiare.

Presidente Nelson:

Per favore, venite con noi nella nostra cucina di RootsTech. Vi godrete la mia sconfitta ad opera di Wendy con le sue mosse brillanti e vincenti.

Wendy:

Scherzi? Sei tu quello che fa 176 punti con una sola parola.

Di solito giochiamo a Scarabeo su uno dei nostri iPad, così, andiamo a vedere quante parole collegate al lavoro di tempio e di storia familiare riusciamo a scrivere.

Presidente Nelson:

Ho appena scritto “famiglia”. Sono così fortunato da avere tutte le lettere giuste.

Wendy:

Tesoro, questa è la parola perfetta con cui cominciare. Perché non iniziamo presentando la famiglia Nelson al nostro pubblico di RootsTech? Ti ricordi quando abbiamo incontrato il segretario dell’anagrafe tre giorni prima del nostro matrimonio?

Presidente Nelson:

Certo. Mi ricordo.

Wendy:

Sapevo che stavo per sposare un uomo con una famiglia numerosa, ma la realtà di quanto numerosa fosse non mi fu davvero chiara fino a quando, mentre aspettavamo che il segretario arrivasse, tirasti fuori una lista dal cassetto della tua scrivania e vi aggiungesti l’ultimo pronipote arrivato.

Quando ho sentito il numero che occupava nella tua posterità, sapevo il numero che avrei avuto io.

Ora, fu una specie di scontro con la realtà. E ora, dopo quasi 11 anni, la tua posterità è quasi raddoppiata. È un’impresa familiare in rapida espansione.

Presidente Nelson:

Non è meraviglioso? Eravamo solo io e Dantzel all’inizio e siamo stati poi benedetti con 10 figli. E la nostra famiglia salì così a 12. Ma la cosa importante non è la dimensione della famiglia. La cosa importante è che noi siamo una famiglia.

Wendy:

Oh, sono d’accordo. I miei genitori, Leonard David Watson e Laura Byrd McLean Watson, erano felici di avere tre figli viventi--mia sorella maggiore, Kathy; mia sorella minore, Virginia; e me--poiché mia madre aveva avuto diversi aborti e due figli maschi erano morti.

Ogni figlio è così prezioso, che ce ne siano uno o due o di più in famiglia.

Presidente Nelson:

Ogni figlio è così prezioso, che ce ne siano uno o due o di più in famiglia.

Wendy:

Beh, tu e Dantzel avete cresciuto 10 figli davvero bravi. E ora questi figli stanno crescendo altri bravi figli e molti di questi nipoti stanno ora crescendo i loro bravi figli.

Eccoci al tuo novantesimo compleanno. È stata una bellissima festa.

Sai, poiché tu e Dantzel avete dato loro dei buoni insegnamenti, quelle piccole famiglie sono incredibilmente autosufficienti perché si affidano al Signore. Questo deve essere un tale conforto per te.

Presidente Nelson:

Lo è davvero. Come patriarca di questa famiglia in continua crescita, sono grato che abbiamo meravigliosi padri e madri che sono attivamente impegnati ad essere genitori retti e consapevoli.

Questo non per dire che in qualche modo siamo sfuggiti alle vicissitudini della vita, perché non è così.

Abbiamo avuto la nostra dose di dispiaceri, incluse malattie croniche e mortali e la morte della mia cara moglie Dantzel e di nostra figlia Emily.

Abbiamo sperimentato l’angoscia del divorzio e il dolore che si prova quando dei membri della famiglia lottano con ciò in cui credono.

Wendy:

Il nostro cuore soffre per coloro che annaspano spiritualmente. Stavo pensando a loro, specialmente quando abbiamo fatto un’enorme spirale alla nostra riunione di Natale.

Pensa a questo: se tutta la tua posterità fosse riunita insieme e se ciascuno si prendesse per mano e ci si mettesse in fila, la fila sarebbe più lunga di un campo da football. In realtà, quasi due.

Presidente Nelson:

Sì.

Wendy:

Puoi immaginare cosa proverebbe ciascuno? Ognuno potrebbe solo vedere alcune persone alla sua destra e alla sua sinistra. Potrebbe sentirsi piuttosto solo. Solo in una folla, non legato veramente a nessuno. Ma al nostro incontro di Natale ci siamo presi per mano e abbiamo fatto una spirale. È stato piuttosto divertente.

Presidente Nelson:

C’era un tale sentimento di unione. Ti ricordi quello che la piccola Whitney, di otto anni, ha detto di aver provato quando era nella spirale? Ha detto: “Mi sono sentita confortata”.

Wendy:

Dalla bocca dei fanciulli.

Presidente Nelson:

Con una famiglia così numerosa abbiamo cercato di tenerli vicini. Il giornalino mensile Nelson News è importante per noi. Ogni famiglia contribuisce con i momenti salienti del mese trascorso.

Questo ci aiuta a restare informati su ciò che sta succedendo nella vita di ciascuno di noi e diventa anche la nostra storia di famiglia. Alle nostre riunioni mensili di famiglia, festeggiamo tutti i compleanni e gli anniversari di quel mese.

Wendy:

E poi ci sono le riunioni di famiglia più piccole, legate alle ordinanze del sacerdozio, dai suggellamenti nel tempio alle benedizioni dei bambini. E non dimentichiamo i giorni in cui, in inverno, vai a sciare con i familiari. Sono così belli.

Presidente Nelson:

Nel documento: “La Famiglia: un proclama al mondo” ci viene ricordata l’importanza per la famiglia di partecipare a “sane attività ricreative”. Queste attività possono essere molto varie e dipendere da quello che ad ogni famiglia piace fare insieme.

Visto che la maggior parte della nostra famiglia vive in Utah, ci piace andare a sciare. Ma quello che facciamo è meno importante del fatto che facciamo qualcosa. Le attività che rendono la vita familiare felice e memorabile sono una parte importante dell’essere genitori retti e consapevoli.

Wendy:

La famiglia può davvero essere un luogo per ogni cosa: da sicurezza e rifugio a divertimento e felicità e questo davvero non ci dovrebbe sorprendere visto ciò in cui crediamo in merito alla santità della famiglia.

Presidente Nelson:

Assolutamente. E ho appena scritto un nome che spiega il motivo per cui la famiglia è così importante: “Elia”.

Wendy:

Aspetta, pensavo che a Scarabeo non si potessero usare nomi propri. Come ci sei riuscito?

Presidente Nelson:

Beh, questo Scarabeo consente di usare i nomi propri. Credo che sappia che dobbiamo parlare di Elia.

C’è un grande significato nel nome “Elia”. Il nome EL-YAH in ebraico letteralmente significa “Il mio Dio è Geova”. Pensateci! Nel significato del nome di Elia sono racchiusi entrambi i vocaboli per il Padre e per il Figlio.

Wendy:

Oh, è davvero qualcosa a cui pensare. Elia fu l’ultimo profeta a detenere il potere di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec prima dell’epoca di Gesù Cristo.

La missione di Elia era di volgere il cuore dei figli verso i padri, e il cuore dei padri verso i figli, per essere così suggellati, o altrimenti “la terra intera sarebbe completamente devastata alla sua venuta”. È un linguaggio abbastanza forte. “Completamente devastata”?

Presidente Nelson:

È davvero un linguaggio forte. E ci dice quanto siano cruciali il lavoro di tempio e di storia familiare.

Wendy:

Mi piace molto il modo in cui hai parlato dello spirito di Elia.

Presidente Nelson:

Mi piace pensare allo spirito di Elia come a una “manifestazione dello Spirito Santo che porta testimonianza della divina natura della famiglia”.

Wendy:

Così quando diciamo che lo spirito di Elia sta scendendo sulle persone per incoraggiarle a cercare i propri familiari defunti, stiamo in realtà dicendo che lo Spirito Santo ci suggerisce di fare quelle cose che permetteranno alle famiglie di essere suggellate per l’eternità.

Presidente Nelson:

Esattamente. E, Wendy, tu fai così tanto per fortificare le famiglie da entrambi i lati del velo.

Stai sempre facendo qualcosa per volgere il cuore dei figli verso i loro padri e il cuore dei padri verso il loro figli, in modo da poter celebrare le sacre ordinanze.

Wendy:

Beh, parlando di cuore, tu stavi certamente volgendo il cuore dei figli ai propri padri quando raccontasti ad alcuni membri della famiglia di un episodio davvero unico nella storia della nostra famiglia: la visita del tuo deceduto bisnonno a suo figlio, che era ancora qui sulla terra.

Presidente Nelson:

Oh sì. E questo mi fa pensare alla parola “storie”. Volevo raccontare alla famiglia di mio nonno Nelson e del prezioso dono che ci fece. Il suo nome era Andrew Clarence Nelson.

Lo chiamavano A. C. Morì quando mio padre aveva 17 anni, così non ho mai conosciuto mio nonno Nelson.

È l’unico dei miei quattro nonni che non ho conosciuto. Quando aveva soltanto 27 anni ed era un giovane marito e padre, mio nonno, A.C. Nelson perse suo padre.

Poi, dopo circa tre mesi, suo padre, ormai deceduto, gli fece visita. Tale visita ebbe luogo la notte del 6 aprile 1891.

Il nonno Nelson rimase così colpito dalla visita di suo padre da raccontare questa esperienza nel suo diario affinché familiari e amici la leggessero. E grazie al tuo incoraggiamento, ho preso quell’esperienza dal suo diario e ho creato questo documento e ne ho fatto delle copie per ogni membro della famiglia.

Ascoltate il racconto fatto da mio nonno di questa esperienza sacra.

Ero a letto quando mio padre entrò nella stanza. Si sedette sul bordo del letto e disse: “Bene, figlio mio, ho qualche minuto a disposizione e ho ricevuto il permesso di venirti a trovare per qualche istante. Sto bene, figlio mio, e da quando sono morto, ho avuto molto da fare”.

“Che cosa hai fatto dal giorno della tua morte, padre?”.

“Ho viaggiato con l’apostolo Erastus Snow sin da quando sono morto. Cioè da tre giorni dopo la mia morte. Ho ricevuto il mio incarico di predicare il Vangelo.

Non puoi immaginare, figlio mio, quanti spiriti ci siano nel mondo degli spiriti che non hanno ancora ricevuto il Vangelo. Molti, però, lo stanno ricevendo ed è in atto una grande opera.

Molti aspettano con ansia che i loro amici, che sono ancora vivi, si occupino di loro nel tempio. Sono stato molto impegnato a predicare il vangelo di Gesù Cristo’.

“‘Padre, ma tu ci vedi in qualsiasi momento? Sai quello che stiamo facendo?’

“‘Oh no, figlio mio. Ho altro da fare. Non posso spostarmi quando e dove mi pare. Qui nel mondo degli spiriti c’è ancora più ordine che nell’altro mondo. Mi è stato assegnato un lavoro da compiere e deve essere fatto’.

“‘Padre, non appena possibile, abbiamo intenzione di andare al tempio per essere suggellati a te’.

“‘Questo, figlio mio, è uno dei motivi per cui sono venuto a trovarti. Torneremo a essere una famiglia e a vivere per tutta l’eternità’.

“‘Padre, morire è naturale?’.

“‘È naturale tanto quanto nascere o tanto quanto lo è per te uscire da quella porta’. E a questo punto indicò la porta.

‘Quando ho detto alle persone che non potevo resistere a lungo, tutto è diventato buio e per qualche minuto non sono riuscito a vedere nulla. Poi, la prima cosa che sono riuscito a vedere è stata una folla di spiriti nel mondo degli spiriti. La data riportata sul foglio che mi hai dato, figliolo, è sbagliata,

ma non ha molta importanza. Qui vengono conservati i dati corretti’”.

Wendy:

Non posso dirti quante volte questa affermazione del tuo bisnonno mi ha aiutata con la ricerca della mia storia familiare. A volte due persone con lo stesso nome possono vivere nella stessa città e nello stesso periodo.

Può essere quasi impossibile scoprire chi è chi.

Tuttavia, con l’affermazione del tuo bisnonno che mi risuonava in testa, cioè che dall’altro lato vengono conservati i dati corretti, faccio del mio meglio e poi vado avanti.

Presidente Nelson:

Sono contento che la visita del mio bisnonno ti abbia aiutata, Wendy.

Wendy:

Grazie.

Presidente Nelson:

Ora, ecco dell’altro:

“‘Padre, il Vangelo insegnato da questa Chiesa è vero?’.

“‘Figlio mio, vedi quell’immagine?’ Indicando un’immagine della Prima Presidenza della Chiesa appesa alla parete.

“‘Sì, la vedo’.

“‘Bene, proprio come riesci a vedere quest’immagine, così il Vangelo è vero. Il vangelo di Gesù Cristo ha il potere di salvare ogni uomo e ogni donna che vi obbediscono e in nessun altro modo essi possono ottenere la salvezza nel regno di Dio.

Figlio, aggrappati sempre al Vangelo. Sii umile, sii devoto, sii obbediente al sacerdozio, sii leale, sii fedele alle alleanze che hai stipulato con Dio. Non fare mai nulla che possa dispiacere a Dio. Questo Vangelo è una grande benedizione! Figlio mio, sii un bravo ragazzo’”.

Wendy:

Mi piacciono tutti questi “sii”. “Sii umile, sii devoto, sii obbediente al sacerdozio, sii leale, sii fedele alle alleanze che hai stipulato con Dio. […] Sii un bravo ragazzo”.

Sei principi giunti a te da parte del tuo defunto bisnonno. Certamente assomigliano molto ai sei principi del presidente Gordon B. Hinckley.

Presidente Nelson:

È vero. Ha un grande valore per me il fatto che mio nonno abbia lasciato questa storia per noi. Abbiamo saputo che in seguito i suoi figli furono suggellati a lui. Quindi lo scopo di quella visita fu raggiunto.

Wendy:

Dopo che leggemmo questo documento alla famiglia, chiedemmo loro cosa li aveva colpiti. Ricordi alcune delle loro risposte?

Presidente Nelson:

Jordan, la cui madre ha già passato il velo?

Jordan:

Penso che la mia cosa preferita sia stata apprendere quanto lavoro missionario svolgano i nostri antenati. A volte quando sono al tempio posso sentire mia madre molto vicina e altre volte non riesco. E ora so il perché, perché lei ha altro a cui pensare.

Presidente Nelson:

L’incontro tra mio nonno e il suo defunto padre avvenne 27 anni prima della visione del presidente Joseph F. Smith sulla redenzione dei morti, datata 1918.

Tale visione divenne la Sezione 138 di Dottrina e Alleanze.

Dall’esperienza del presidente Smith, egli insegnò che gli anziani fedeli continuano nell’opera missionaria dopo aver lasciato questa vita mortale. E sono sicuro che non si tratti solo degli anziani,

ma anche delle sorelle. Così tante delle nostre sorelle sono missionarie eccezionali. Così, sono certo che la madre di Jordan, la nostra cara Emily, è occupata a predicare il Vangelo là.

Rivediamo altre risposte della famiglia.

Lindsay, cosa ne pensi?

Lindsay:

Penso solo che, sai, sono così impegnati con quello dall’altro lato. Ma com’è speciale per noi poter sapere di questa esperienza, che quelle cose furono dette e condivise e in seguito scritte perché tutti noi le possedessimo e continuassimo a condividerle.

Presidente Nelson:

Beh, il nonno sentì che era un’esperienza molto sacra e disse: “L’ho scritta a beneficio della mia famiglia e dei miei amici”. E ora che sono un’autorità generale della Chiesa, presumo che tutti nel mondo facciano parte della mia famiglia, quindi la condivido con voi stasera.

Wendy:

Altri pensieri o sentimenti?

La famiglia Nelson:

Mi ricordo. Mi è piaciuto come, credo che a volte possiamo essere così presi dal pensare che ci siano così tante cose da fare, cose che dobbiamo assicurarci di provare a fare per poter sembrare degni. Ma lui semplicemente dice: “Non fare mai nulla che possa dispiacere a Dio”. E questo è così dolce e semplice.

Wendy:

Sii un bravo ragazzo.

La famiglia Nelson:

Sii un bravo ragazzo.

Wendy:

Pensa, quel particolare documento di storia familiare abbraccia sette generazioni. Sei stato in grado di dire alla piccola Whitney, che sedeva vicino a te, del nonno del bisnonno del tuo bisnonno. È incredibile.

Presidente Nelson:

Beh, Wendy, hai fatto la stessa cosa di recente con i tuoi pronipoti in Canada. Hai dato loro quella meravigliosa storia in merito alla loro antenata Sarah, storia che accresce la fede.

Wendy:

È vero. Ho preso un’esperienza reale dalla vita di Sarah Elizabeth Daggett Rosenberg e l’ho trasformata in una storia per bambini intitolata “Il potere della preghiera di Sarah”.

Ho invitato tutti i miei 17 pronipoti dai 3 ai 18 anni ad aiutarmi ad illustrare la storia.

E poi con la storia e le illustrazioni ho creato questo libretto per bambini. Gabrielle, di 16 anni, ha disegnato l’illustrazione per la copertina.

Ho usato come fonte le interviste registrate che avevo fatto a mia nonna quando avevo circa vent’anni, solo un po’ di anni fa. Non diremo quanti.

Vi farò sentire alcuni spezzoni di una di quelle interviste e vi mostrerò alcune pagine del libro. Sentirete mia nonna Hazel Marie Rosenberg Kunz McLean che mi racconta di sua nonna Sarah.

Una sera, il marito di Sarah, Ephraim, portò a casa due anziani mormoni perché erano affamati e non avevano niente da mangiare. “Missionari mormoni”? Pensò Sarah. Non ne era troppo felice. Nella sua piccola città dell’Iowa aveva sentito cose terribili sui mormoni e su ciò in cui credevano.

Lei chiese loro a cena e disse “Ho chiesto loro e basta”. Mia nonna era molto diretta, chiese come due giovani uomini di bell’aspetto come loro potessero appartenere a una tale chiesa malfamata.

Uno degli anziani rispose: “Signora Rosenberg, vorremmo condividere con lei e suo marito quello in cui crediamo. Abbiamo alcuni opuscoli che vorremmo che leggeste. Sareste disposti a leggerli?

Potremmo tornare poi e parlarne di più con voi”. Sarah, che era sempre pronta per una sfida, disse: “Giovani uomini se leggo i vostri opuscoli e posso convincervi che siete nell’errore, vi unirete alla mia chiesa?”

Ed essi dissero: “Certamente signora Rosenberg”. E poi un anziano, un po’ più furbo dell’altro, disse: “Ora , se noi possiamo convincere lei di essere nell’errore e che noi abbiamo ragione, si unirà alla mia Chiesa?”

E nonna disse che lei rise loro in faccia, solo per aver pensato che avrebbero potuto farcela. Così disse che lei tese la mano oltre il tavolo e siglò quel patto con una stretta di mano.

Il giorno dopo, Sarah iniziò a leggere. E con sua sorpresa, non riusciva a fermarsi. Tutto era così interessante. Tutto sembrava così giusto. Lesse e lesse e lesse.

Ed era così interessata che si dimenticò della cena per Ephraim. Quando Sarah sentì suo marito entrare dalla porta, fu sorpresa.

“Eph, non ci crederai. Ho letto questi opuscoli missionari da quando te ne sei andato stamattina. Devo leggerteli. Quello in cui i mormoni credono è così interessante e hanno tutti i riferimenti alla Bibbia proprio qui. Tu fai la cena e io te li leggo”.

Ora, da uomo per metà ebreo e dai tedeschi della Pennsylvania, Ephraim non era abituato a preparare la cena.

Ma c’era qualcosa nel modo in cui Sarah appariva e si mostrava mentre parlava di questi opuscoli che in qualche modo gli fece dire “OK” con facilità.

Così quella sera Sarah lesse ed Ephraim cucinò. E, mentre mangiavano quello che Ephraim aveva cucinato, parlarono di quello che Sarah aveva letto. La sera seguente, Sarah lesse altro ed Ephraim cucinò di nuovo.

E questo continuò per alcune settimane, e lei si convertì. E lesse a mio nonno e gli chiese che cosa ne pensasse. E lui disse che pensava fosse vero, ma che sarebbe piuttosto andato all’inferno con i battisti tedeschi che in cielo con i mormoni.

Così mia madre disse: “Hai fatto la tua scelta, ora io faccio la mia. Mi unirò alla chiesa mormone”.

Ma il nonno scoprì che gli anziani non l’avrebbero battezzata senza il suo consenso e lui non lo avrebbe dato. Così aveva la nonna in pugno, ma non conosceva il potere della preghiera.

E la nonna mi disse che lei pregò e pregò e pregò.

E Ephraim continuava a rifiutarsi di dare il consenso per il battesimo di Sarah. E Sarah divenne ancora più ansiosa di diventare un membro della vera Chiesa del Signore.

E così, nel mezzo della notte, fu bruscamente svegliata dai suoi due figli adolescenti che la scuotevano e le dicevano di scendere perché il nonno stava morendo.

Ora normalmente Sarah aveva il sonno molto leggero. Il più piccolo rumore la svegliava. Eppure quella notte, mentre suo marito si lamentava e gemeva per il dolore così forte da far accorrere i suoi figli, che dormivano in un’altra parte della casa, Sarah non sentì nulla.

Così saltò fuori dal letto e quando scese disse di sentire il nonno lamentarsi e gemere e stava soffrendo terribilmente. Disse che si vedeva. E disse che quando aprì la porta le venne in mente tutto quello per cui aveva pregato.

“Per favore rimuovi qualsiasi ostacolo in modo che io mi possa unire alla chiesa mormone”. Non appena ricordò le sue preghiere, Sarah esclamò: “Oh no! Non così”. E in quel momento esatto ogni dolore abbandonò il corpo di Ephraim.

Più tardi, Ephraim chiese: “Sarah, pregavi perché io morissi in modo da poterti unire alla chiesa mormone?”

Sarah rispose: “No, non pregavo che tu morissi. Ma pregavo che qualsiasi ostacolo fosse rimosso così da poter essere battezzata”.

Ephraim disse: “Sarah, puoi unirti alla chiesa mormone. Però non pregare più in quel modo”. E una mattina verso l’alba, Ephraim accompagnò Sarah e i due anziani col calesse, con sopra una copertura con una piccola frangia, al fiume perché Sarah potesse essere battezzata.

Presidente Nelson:

È una bellissima storia. E ora quei bambini possono leggerla quando vogliono. Li aiuterà a comprendere il potere della preghiera e li unirà a Sarah e alla sua fede. Abbiamo un paio di pagine delle riflessioni fatte dai bambini dopo che hanno letto e illustrato la storia di Sarah.

Wendy:

Oh sì. Quella è la parte davvero divertente del libro. Ho fatto loro alcune domande incluso se ci fosse qualcosa che volessero fare dopo aver letto e aver pensato alla storia di Sarah.

Le loro risposte sono state di ispirazione. Ogni cosa da “Mi fa venir voglia di leggere le scritture ogni mattina e ogni sera”,

a “Sento che posso affrontare le persone, anche quelle che amo, proprio come fece Sarah, se mi impediscono da fare ciò che è giusto”.

E questa non ha prezzo. Allison, di 14 anni, e cito: “Ho raccontato la storia di Sarah a un’amica a scuola. La mia amica ha pensato che fosse bello che la preghiera di Sarah avesse ricevuto una risposta.

Abbiamo iniziato a parlare della Chiesa. Mi imbarazza un po’ ammettere che questa conversazione ha avuto luogo durante l’ora di matematica quando avremmo dovuto invece studiare”.

Presidente Nelson:

È meraviglioso volgere il cuore dei figli verso i padri raccontando storie di famiglia in modo comprensibile e memorabile.

In Mosia nel capitolo 1 versetto 5, il re Beniamino ci insegna l’importanza di tenere e preservare le cose sacre per poterle avere sempre dinanzi agli occhi.

Forse avere sempre davanti agli occhi documenti di storia familiare, storie, fotografie e ricordi può rafforzare la nostra testimonianza.

Se li appendiamo ai muri, li mettiamo sul nostro tablet, sul computer, sull’iPad e persino sul nostro cellulare, forse saremo spinti a fare scelte migliori e ad avvicinarci al Signore e alla nostra famiglia.

Tuttavia, se ci fermiamo lì, non facciamo abbastanza.

Ecco la mia prossima parola: “svolte”.

Come membri della Chiesa, il nostro interesse nella storia familiare è motivato dalle istruzioni dateci dal Signore secondo cui i nostri avi non possono essere resi perfetti senza di noi e noi non possiamo essere resi perfetti senza di loro.

Ciò significa che dobbiamo essere uniti tramite le sacre ordinanze di suggellamento del tempio. Dobbiamo essere anelli forti della catena, dai nostri avi fino alla nostra posterità.

Se la nostra raccolta di storie e fotografie dovesse essere solo fine a sé stessa — se sappiamo chi sono i nostri antenati e conosciamo cose meravigliose su di loro ma li lasciamo arenati dall’altra parte senza le loro ordinanze —

questo passatempo sarà totalmente inutile per loro e rimarranno confinati nella prigione degli spiriti.

Wendy:

Hai proprio ragione. Conservare le storie degli antenati è importante, ma non dovrebbe mai essere fatto a spese del completamento del lavoro di ordinanza per loro. Dobbiamo trovare il tempo per raccogliere le informazioni necessarie per le ordinanze dei nostri antenati.

Presidente Nelson:

Ciò implica sacrificare il tempo che normalmente dedichiamo ad altre attività. Dobbiamo trascorrere più tempo al tempio e a fare ricerche di storia familiare, che include l’indicizzazione.

Amo questa fotografia in cui siamo con tre dei bambini che amiamo e che vivono in Canada. Stanno facendo indexing.

Natalie, Logan e Laura. Credo che la loro nonna-- tua sorella Kathy--li abbia ispirati e abbia insegnato loro. Kathy non ha la meta di indicizzare 100 nomi al giorno? O indicizzare 2.000 nomi al mese?

Wendy:

Sì, è la sua meta. E ogni volta che io apro un documento di storia familiare indicizzato su FamilySearch o su Ancestry.com, sono così grata per le persone come Kathy e Natalie e Logan e Laura che sono disposte a sacrificare un po’ del loro tempo per fare indexing. Questo ci porta alla prossima parola: “sacrificio”.

Presidente Nelson:

Wendy, grazie al fatto che hai sacrificato del tempo facendo lavoro di tempio e di storia familiare, solo nello scorso anno hai benedetto molte più vite di antenati, di fedeli, la nostra vita e la nostra casa.

Wendy:

Bene, mi porta tanta gioia. Alla conferenza RootsTech dello scorso anno, ho raccontato la storia di uno dei sacrifici che ho fatto per fare esperienza con la ricerca di storia familiare.

Ho smesso di giocare a Scarabeo da sola per due settimane per poter usare quel tempo per la storia familiare. Non pensavo che avrebbe fatto una gran differenza.

Beh, quel tempo mi ha permesso di connettermi con la storia familiare in una maniera che non avevo mai sperimentato prima. Quel sacrificio, in realtà, ha cambiato la mia vita così tanto che ho smesso del tutto di giocare a Scarabeo da sola.

Il sacrificio invero realizza le benedizioni del cielo. Ho avuto la benedizione di trovare molti antenati che erano ansiosi di stipulare le alleanze con Dio e di ricevere le loro ordinanze essenziali.

Col tempo, ho capito che se stavo lavorando ad un progetto pesante e non avevo tempo, energia e idee, se sacrificavo del tempo per trovare le informazioni necessarie alle ordinanze per alcuni antenati o per andare al tempio agendo per procura per loro, i cieli si aprivano e l’energia e le idee iniziavano a fluire e in qualche modo avevo abbastanza tempo per rispettare la scadenza.

Del tutto impossibile. E succedeva ogni volta.

Presidente Nelson:

E grazie a quel sacrificio di tempo sei anche diventata una migliore giocatrice di Scarabeo.

Wendy

Visto come Dio mi ha benedetta?

Ma seriamente, il lavoro di tempio e di storia familiare mi portano una gioia che davvero non è di questo mondo.

Quest’anno, nel giorno della festa della mamma, dopo aver passato dei bei momenti con i familiari da questo lato del velo, volevo fare qualcosa per venire in contatto con mia madre che vive oltre il velo. Quello che è successo mi ha davvero sorpresa.

Di continuo, le mie preghiere e la mia ricerca di storia familiare quella domenica pomeriggio mi portavano a bambini, uno dopo l’altro, che avevano bisogno di aiuto. Nessuno era mai stato suggellato ai suoi genitori e dopo essere stata guidata a circa 10 bambini in diverse famiglie, mi sono fermata e ho preso appunti sullo schema che era emerso.

In quel momento ho immaginato mia madre parlare a un gruppo di madri che avevano perso il loro piccoli durante l’infanzia.

Ho immaginato mia madre con i suoi due figli, che i miei genitori avevano perso da piccoli, Oliver Shand Watson e David McLean Watson, in piedi vicino a lei come uomini adulti.

Potevo immaginare mia madre raccontare la loro storia e di quanto fosse addolorata quando erano stati all’improvviso portati via da lei dopo così tanti mesi gioiosi di anticipazione per la loro nascita.

Potevo immaginare mia madre dire a quelle madri che grazie al vangelo di Gesù Cristo i suoi due figli erano suoi per sempre. Potevo quasi sentirla invitare quelle madri a venire a Cristo e ricevere il Suo Vangelo per poter poi ricevere per procura le loro ordinanze essenziali e avere i loro figli suggellati a sé per sempre.

Per me è stato un momento meraviglioso del giorno della festa della mamma.

Presidente Nelson:

Devo pensare che tua madre ti fosse molto vicina quel giorno. Che bello per te. Ora c’è qualcos’altro di cui dovremmo parlare: il ruolo importante che la storia familiare può avere nell’opera missionaria.

Wendy:

Mi piace quello che insegni ai missionari quando parliamo loro in tutto il mondo.

Presidente Nelson:

Vorrei dire loro che se io fossi un missionario oggi, i miei due migliori amici nel rione o nel ramo in cui mi trovassi a servire sarebbero il dirigente dell’opera missionaria e il consulente di storia familiare.

Le persone hanno un innato desiderio di conoscere qualcosa dei loro antenati. Questa diventa in maniera naturale un’opportunità per i nostri missionari.

Quando i missionari imparano ad amare coloro a cui insegnano, faranno spontaneamente domande sulla loro famiglia.

“I suoi genitori sono ancora in vita? E i suoi nonni, sono in vita? Conosce tutti i suoi quattro nonni?” La conversazione scorrerà fluida quando coloro che sono portati a parlare con i missionari vengono invitati a parlare delle persone che amano.

A quel punto può essere naturale per i missionari chiedere: “Conosce i suoi bisnonni? Conosce i loro nomi?”

La probabilità è che non conoscano i nomi di tutti i loro otto bisnonni. Allora i missionari possono suggerire: “Ho un amico in chiesa che potrebbe aiutarci.

Se potessimo trovare i nomi di alcuni o magari tutti i suoi bisnonni, dedicherebbe un paio d’ore del suo tempo per scoprire chi sono?”

L’amico in chiesa ovviamente è il consulente di storia familiare. Sai Wendy, credo che quello che tu spesso dici ai missionari sia altrettanto importante. Tu espandi la loro comprensione dell’opera missionaria. Tu offri loro una prospettiva eterna.

Wendy:

Beh, penso che sia confortante per loro sapere di non essere mai soli quando cercano e insegnano a coloro che sono ricettivi alle verità del vangelo restaurato di Gesù Cristo.

Il presidente George Q. Cannon, che servì come consigliere di quattro presidenti della Chiesa, insegnò che, in questi ultimi giorni, coloro che si uniscono alla Chiesa si uniscono proprio perché i loro antenati hanno pregato affinché qualcuno della loro posterità si unisse alla Chiesa in modo che essi, gli antenati, potessero ricevere le ordinanze essenziali per procura.

Quello è il momento in cui invito i missionari a considerare che una delle loro preghiere più efficaci potrebbe essere: “Per favore guidaci a coloro i cui antenati hanno già ricevuto il Vangelo dall’altra parte del velo e che sono ansiosi di ricevere le loro ordinanze”.

Invito anche i missionari a immaginare nella propria mente, quando insegnano ai loro simpatizzanti, almeno 100 persone di più nella stanza. Queste 100 persone sono, ovviamente, gli antenati dei simpatizzanti e gli antenati dei missionari. È sempre un momento piuttosto forte.

Presidente Nelson:

Lo è davvero. Ora vorrei parlare solo un po’ di più dell’esperienza della spirale che ha avvicinato tutti i membri della nostra famiglia. Tu e io ci tenevamo per mano e abbiamo iniziato con la nostra figlia maggiore, Marcia, suo marito, Richard, e loro hanno tenuto la mano dei loro figli e nipoti.

Poi nostra figlia Wendy e suo marito, Norm, e i loro figli e nipoti si sono uniti a noi e così via. E la spirale cresceva, unendo tutti quanti. Mi fa pensare alla mia ultima parola: “suggellamento”.

Quell’esperienza della spirale mi ha fatto pensare alle ordinanze di suggellamento del tempio. Ho avuto il privilegio di suggellare tutti i nostri figli ai loro coniugi e la maggior parte dei nostri nipoti sposati ai loro.

L’Esaltazione è una questione di famiglia. Soltanto mediante le ordinanze di salvezza del vangelo di Gesù Cristo le famiglie possono essere esaltate.

Wendy:

Ogni classe a cui partecipiamo, ogni volta che serviamo, ogni alleanza che stipuliamo con Dio, ogni ordinanza del sacerdozio che riceviamo, ogni cosa che facciamo in Chiesa ci conduce verso il sacro tempio, la casa del Signore.

L’obiettivo finale che ci sforziamo di raggiungere è quello di essere felici come famiglie, avendo ricevuto l’investitura ed essendo suggellati e preparati per la vita eterna alla presenza di Dio.

E cosa rende tutto ciò possibile? L’Espiazione di Gesù Cristo e la restaurazione del potere di suggellamento.

Pensa, il profeta Elia stesso come essere traslato ha conferito le chiavi del suggellamento a Joseph Smith e Oliver Cowdery il 3 aprile 1836, nel tempio di Kirtland.

Caro, tu detieni quello stesso potere di suggellamento, e così ogni suggellatore. Tu detieni proprio lo stesso potere di suggellamento che detiene il profeta Elia.

Presidente Nelson:

Secondo la Guida alle Scritture: “Il potere di Elia è il potere di suggellamento del sacerdozio, mediante il quale le cose che sono legate o sciolte sulla terra sono legate o sciolte in cielo”.

Wendy:

C’è così tanto potere disponibile a una coppia e ai suoi figli grazie all’ordinanza del suggellamento se essi mantengono le proprie alleanze.

Presidente Nelson:

Il presidente James E. Faust una volta disse: “La misericordia non deruberà la giustizia e il potere di suggellamento di genitori fedeli reclamerà i figli ribelli solo a condizione del loro pentimento e dell’Espiazione di Cristo.

Wendy:

Così nessuno verrà condotto calciando e urlando nel regno dei cieli per vivere per sempre.

Presidente Nelson:

No. Ogni giorno scegliamo dove vogliamo vivere per tutta l’eternità con il modo in cui pensiamo, ci sentiamo, parliamo e agiamo. Il nostro Padre Celeste ha dichiarato che la Sua opera e la Sua gloria sono di fare avverare l’immortalità e la vita eterna dei Suoi figli.

Wendy:

Proprio come i genitori terreni vogliono che i loro figli tornino a casa dopo viaggi importanti ma pericolosi, così il nostro amorevole Padre Celeste vuole che torniamo a casa da Lui, puri e degni.

Presidente Nelson:

Ma Egli vuole che noi scegliamo di tornare a Lui. Non ci costringerà, non ci costringe in nessun modo.

La precisione con cui manteniamo le nostre alleanze Gli mostra quanto desideriamo tornare a vivere con Lui. Ogni giorno ci porta più vicini o più lontani dalla nostra gloriosa possibilità di ottenere la vita eterna.

Wendy:

Sai, noi cantiamo l’inno “Le famiglie possono essere eterne” ma la parola importante è “possono”. Le famiglie possono stare insieme se i membri della famiglia hanno fede in Gesù Cristo, si pentono, sono battezzati, ricevono lo Spirito Santo e ricevono le altre ordinanze essenziali nel tempio del Signore.

Presidente Nelson:

E poi ciascuno di noi deve tener fede alle proprie alleanze, pentirsi quotidianamente e cercare di essere più simile al Salvatore. Allora, e solo allora, le famiglie possono essere insieme per sempre.

Wendy:

Nostri cari fratelli e sorelle, ci è piaciuto stare con voi oggi e condividere il nostro amore per il lavoro di tempio e di storia familiare.

Attesto che a prescindere da quanto la vostra vita sia favolosa, scoraggiante o dolorosa in questo momento, il vostro coinvolgimento nella storia familiare e nel lavoro di tempio la renderà migliore.

Di cosa avete bisogno nella vostra vita in questo momento? Più amore? Più gioia? Più autocontrollo? Più pace? Più momenti significativi? Più sensazione di fare la differenza? Più divertimento?

Più risposte alle vostre domande interiori? Più rapporti sinceri con gli altri? Più comprensione di ciò che leggete nelle Scritture? Più capacità di amare e perdonare?

Più abilità nel pregare con potere? Più ispirazione e idee creative per il vostro lavoro e altri progetti? Più tempo per ciò che conta di più?

Miei cari fratelli e sorelle, vi supplico di fare un sacrificio di tempo al Signore aumentando il tempo che dedicate al lavoro di tempio e di storia familiare, e poi guardate cosa succede.

Attesto che quando dimostriamo al Signore che ci dedichiamo seriamente ad aiutare i nostri avi, i cieli si aprono e riceviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Presidente Nelson:

Amen. Fratelli e sorelle, possiamo essere ispirati tutto il giorno per le esperienze di lavoro di tempio e di storia familiare che gli altri hanno avuto.

Ma finché noi non facciamo qualcosa per sperimentare veramente la gioia personalmente, la nostra partecipazione qui a RootsTech 2017 sarà stata solo una bella esperienza passeggera. É così bello sul momento, ma poi passa.

Vorrei lanciare una sfida a ognuno di noi, affinché il meraviglioso sentimento possa continuare e perfino aumentare. Vi invito a valutare con l’aiuto della preghiera che tipo di sacrificio, preferibilmente un sacrificio di tempo, potete fare quest’anno per dedicarvi di più alla storia familiare e al lavoro di tempio.

Fratelli e sorelle, tutti insieme siamo impegnati nell’opera del Dio Onnipotente. Egli vive. Gesù è il Cristo. Questa è la Sua chiesa. Noi siamo i Suoi figli dell’alleanza. Egli può contare su di noi. Di questo rendo testimonianza nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.