Un ponte tra i due grandi comandamenti
La nostra capacità di seguire Gesù Cristo dipende dalla nostra forza e dal nostro vigore nel vivere il primo e il secondo comandamento con equilibrio e pari devozione.
Introduzione
Nei viaggi che facciamo in tutto il mondo per l’incarico, io e mia moglie, Lesa, gioiamo del privilegio di incontrarvi in congregazioni grandi e piccole. La vostra devozione all’opera del Signore ci sostiene ed è una testimonianza del vangelo di Gesù Cristo. Torniamo a casa da ogni viaggio chiedendoci se abbiamo dato tanto quanto abbiamo ricevuto.
Quando viaggiamo, abbiamo poco tempo per fare dei giri turistici. Ma, quando mi è possibile dedico alcuni momenti a una mia passione particolare. Mi interessano l’architettura e la progettazione e sono particolarmente affascinato dai ponti. I ponti sospesi mi meravigliano. Che si tratti del Ponte dell’arcobaleno a Tokyo, del Ponte Tsing Ma a Hong Kong, del Tower Bridge a Londra o di altri che ho visto, resto meravigliato davanti al genio ingegneristico che c’è dietro a queste strutture complicate. I ponti ci portano in luoghi dove altrimenti non potremmo andare. (Prima di continuare voglio dire che dopo aver preparato questo messaggio si è verificato un tragico incidente che ha coinvolto un ponte nella città di Baltimora. Siamo addolorati per la perdita di vite umane e porgiamo le nostre condoglianze alle famiglie colpite.)
Un magnifico ponte sospeso
Di recente, per una conferenza mi trovavo in California, dove ho attraversato nuovamente l’iconico Golden Gate Bridge, che è considerato una meraviglia ingegneristica mondiale. Questa struttura monumentale integra bellezza, funzionalità e maestria ingegneristica. È un classico ponte sospeso con torri alle estremità, sostenute da massicci piloni. Le due torri gemelle, colossali e maestose, che sorreggono tutto il peso e si ergono sopra l’oceano, sono state i primi elementi a essere costruiti. Insieme, sorreggono il carico dei cavi di sospensione principali e dei pendini verticali, che sostengono la carreggiata sottostante. La straordinaria capacità di stabilizzazione — la potenza della torre — è la magia che sta alla base dell’ingegneria del ponte.
Le immagini delle prime fasi di costruzione rendono testimonianza di questo principio ingegneristico. Ogni elemento del ponte trova supporto per il peso da sostenere nelle torri simmetriche, entrambe collegate tra loro in modo interdipendente.
Una volta completo, con le sue due torri possenti ben salde al loro posto e con i piloni ancorati a fondazioni di basamento roccioso, il ponte è un’immagine di forza e di bellezza.
Oggi vi invito a guardare questo maestoso ponte — con le sue torri gemelle ascendenti costruite su solide fondamenta — attraverso la lente del Vangelo.
Alla fine del ministero di Gesù Cristo, durante quella che ora chiamiamo Settimana Santa, un fariseo che era dottore della legge1 pose una domanda al Salvatore alla quale sapeva che era quasi impossibile rispondere:2 “Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?” Il dottore della legge, “per metterlo alla prova” e cercando una risposta legalistica, con un intento apparentemente ingannevole, ricevette una risposta sincera, sacra e divina.
“Gesù gli disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua.
Questo è il grande e il primo comandamento”. La prima torre, nella nostra analogia con il ponte!
“Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso”. Questa è la seconda torre!
“Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti”.3 I restanti elementi del ponte!
Esaminiamo ciascuno dei due grandi comandamenti, rivelati e recitati nella risposta di Gesù Cristo. Nel farlo, lasciate che l’immagine del magnifico ponte sospeso riaffiori nell’occhio della vostra mente.
Amare il Signore
Il primo, amare il Signore con tutto il cuore, l’anima e la mente.
In questa risposta, Gesù Cristo condensa l’essenza della legge racchiusa nei sacri insegnamenti dell’Antico Testamento. Amare il Signore si colloca prima di tutto nel vostro cuore, nella vostra stessa natura. Il Signore chiede di amare con tutta l’anima4 — di consacrare l’intero essere— e, infine, di amare con tutta la mente — ossia l’intelligenza e l’intelletto. L’amore per Dio non è limitato o finito. È infinito ed eterno.
A volte l’applicazione del primo grande comandamento mi sembra astratta, persino scoraggiante. Ma sono grato perché, se considero ulteriori parole di Gesù, questo comandamento diventa molto più comprensibile: “Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti”5. Questo posso farlo. Posso amare il Padre Celeste e Gesù Cristo, il che porta poi a pregare, a studiare le Scritture e a rendere il culto nel tempio. Amiamo il Padre e il Figlio pagando la decima, rispettando il giorno del Signore, vivendo una vita virtuosa e casta, ed essendo obbedienti.
Spesso, l’amore per il Signore si misura con piccole azioni quotidiane, passi sul sentiero dell’alleanza: per i giovani, usare i social media per edificare piuttosto che per demolire; andarsene da una festa, dalla proiezione di un film, da un’attività in cui non vengono rispettate le norme; mostrare riverenza per le cose sacre.
Considerate questo tenero esempio. Una domenica di digiuno io e Vance6 bussammo alla porta di una piccola e umile casa. Come gli altri diaconi nel quorum, avevamo imparato ad aspettarci di sentire le parole “Entrate pure” urlate con gentilezza in un forte accento tedesco a voce alta abbastanza per farcele sentire al di là della porta. La sorella Muellar era uno delle tante immigrate vedove del nostro rione. Per lei non era semplice venire ad aprire la porta perché era legalmente cieca. Quando entravamo nella casa illuminata da una luce fioca, ella ci accoglieva con domande gentili: “Come vi chiamate?”, “Come state?”, “Amate il Signore?”. Rispondevamo e le dicevamo che eravamo venuti per prendere la sua offerta di digiuno. Anche se eravamo giovani, non ci sfuggivano le sue condizioni umili e la sua risposta piena di fede ci toccava profondamente: “Stamattina ho messo una moneta sul bancone della cucina. Sono così grata di fare la mia offerta di digiuno. Potreste per favore metterla nella busta e riempire il modulo di donazione per me?”. Il suo amore per il Signore elevava la nostra fede ogni volta che andavamo via da casa sua.
Re Beniamino ha promesso un potere meraviglioso a coloro che seguono il primo grande comandamento. “Desidererei che consideraste lo stato benedetto e felice di coloro che obbediscono ai comandamenti di Dio. […] Sono benedetti in tutte le cose, […] e se si mantengono fedeli fino alla fine sono accolti in cielo, […] in uno stato di felicità senza fine”.7
Amare il Signore porta la felicità eterna!
Amare il prossimo
Gesù poi ha detto: “Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso”8. Questa è la seconda torre del ponte.
Qui Gesù crea un ponte tra il nostro sguardo rivolto al cielo, ossia amare il Signore, e il nostro sguardo rivolto alla terra, ossia amare il prossimo. Ciascuno è interdipendente dall’altro. L’amore per il Signore non è completo, se trascuriamo il nostro prossimo. Questo amore per gli altri include tutti i figli di Dio senza riguardo al sesso, alla classe sociale, alla razza, alla sessualità, al reddito, all’età o all’etnia. Noi cerchiamo coloro che sono afflitti e abbattuti, gli emarginati, perché “tutti sono uguali dinanzi a Dio”9. Noi “[soccorriamo] i deboli, [alziamo] le mani cadenti e [rafforziamo] le ginocchia fiacche”10.
Considerate questo esempio: Il fratello Evans11 fu sorpreso nel sentire il suggerimento di fermare la macchina e bussare alla porta di una famiglia che non conosceva. Quando una madre vedova con più di dieci figli aprì la porta, la situazione difficile e le grandi necessità della famiglia gli furono subito evidenti. La prima cosa da fare era semplice, pitturare la casa, e fu seguita da molti anni di ministero materiale e spirituale presso questa famiglia.
Questa madre riconoscente in seguito scrisse del suo amico mandato dal cielo: “Hai passato la vita ad aiutare il minimo fra noi. Quanto vorrei poter sentire le cose che il Signore avrà da dirti nell’esprimere la Sua riconoscenza per il bene che hai fatto, economicamente e spiritualmente, alle persone di cui solo tu e Lui siete a conoscenza. Grazie per averci benedetto in così tanti modi, […] per i missionari che hai mantenuto. […] Spesso mi chiedo se il Signore si è rivolto soltanto a te oppure se tu sei stato l’unico che ha ascoltato”.
Amare il prossimo comprende atti cristiani di gentilezza e di servizio. Potete smettere di portare rancore, perdonare i nemici, accogliere i vostri vicini e ministrare loro, e assistere le persone anziane? Ognuno di voi sarà ispirato mentre costruisce la sua torre di amore per il prossimo.
Il presidente Russell M. Nelson ha insegnato: “Donare aiuto agli altri — fare uno sforzo coscienzioso per aver cura degli altri tanto o più di quanto abbiamo cura di noi stessi — è la nostra gioia. Lo è in modo particolare […] quando non è comodo e quando ci porta fuori dalla nostra zona di comfort. Osservare questo secondo grande comandamento è la chiave per diventare un vero discepolo di Gesù Cristo”12.
Un’interdipendenza
Gesù ha anche insegnato: “Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti”13. Ciò è molto istruttivo. Esiste un’importante interdipendenza tra amare il Signore e amarci l’un l’altro. Affinché il Golden Gate Bridge possa adempiere le funzioni per cui è stato progettato, entrambe le torri devono essere egualmente robuste e avere la stessa forza per portare il peso dei cavi di sospensione, della carreggiata e del traffico che attraversa il ponte. Senza questa simmetria ingegneristica, il ponte potrebbe essere compromesso e addirittura crollare. Affinché un ponte sospeso faccia ciò per cui è stato costruito, le torri devono funzionare insieme in completa armonia. Allo stesso modo, la nostra capacità di seguire Gesù Cristo dipende dalla nostra forza e dal nostro vigore nel vivere il primo e il secondo comandamento con equilibrio e pari devozione a entrambi.
Purtroppo, le crescenti contese nel mondo suggeriscono che, a volte, non riusciamo a vedere o a ricordare questo principio. Alcuni sono talmente concentrati a osservare i comandamenti da dimostrare ben poca tolleranza verso coloro che ritengono essere meno retti. Altri trovano difficile amare chi sceglie di vivere al di fuori delle alleanze o addirittura senza seguire alcuna religione.
Di contro ci sono quelli che sottolineano l’importanza di amare gli altri senza riconoscere che siamo tutti responsabili dinanzi a Dio. Taluni rifiutano categoricamente il concetto che esista qualcosa come la verità assoluta, o ciò che giusto e ciò che è sbagliato, e credono che ci siano richieste solo la tolleranza e l’accettazione complete delle scelte altrui. Entrambi questi squilibri possono far sì che il vostro ponte spirituale si inclini o addirittura crolli.
Il presidente Dallin H. Oaks lo ha descritto quando ha detto: “Ci viene comandato di amare tutti, dato che la parabola del buon Samaritano narrata da Gesù insegna che ogni persona è il nostro prossimo. Il nostro zelo nell’osservare questo secondo comandamento, tuttavia, non deve portarci a dimenticare il primo, quello di amare Dio con tutto il nostro cuore, tutta la nostra anima e tutta la nostra mente”14.
Conclusione
Quindi, la domanda per ciascuno di noi è: “Come costruiamo il nostro ponte di fede e devozione, erigendo alte torri sia di amore per Dio che di amore per il prossimo?”. Dobbiamo semplicemente iniziare. Il nostro impegno iniziale potrebbe assomigliare a un piano scritto su un tovagliolo o a un primo schizzo del ponte che speriamo di poter costruire. Potrebbe consistere di poche mete realistiche per comprendere meglio il vangelo del Signore o per promettere di giudicare meno gli altri. Nessuno è troppo giovane o troppo vecchio per iniziare.
Col tempo, con la preghiera e una pianificazione ponderata, le idee iniziali prendono forma. Le nuove azioni diventano abitudini. I primi schizzi si trasformano in progetti perfezionati. Costruiamo i nostri ponti spirituali personali con il cuore e la mente devoti al Padre Celeste e al Suo Figlio Unigenito, ma anche ai fratelli e alle sorelle con cui lavoriamo, giochiamo e viviamo.
Nei prossimi giorni, quando attraverserete un maestoso ponte sospeso o ne vedrete semplicemente l’immagine, con le sue torri svettanti, vi invito a ricordare i due grandi comandamenti, descritti da Gesù Cristo nel Nuovo Testamento. Possano le istruzioni del Signore ispirarci. Possano il nostro cuore e la nostra mente essere rivolti verso l’alto per amare il Signore e verso l’esterno per amare il nostro prossimo.
Possa questo rafforzare la nostra fede in Gesù Cristo e nella Sua Espiazione, di cui attesto nel nome di Gesù Cristo. Amen.