2011
La strada per il tempio
Dicembre 2011


La Strada per il Tempio

Sebbene i membri abbiano intrapreso cammini diversi, i Santi degli Ultimi Giorni in Ucraina stanno scoprendo che tutte le strade di rettitudine portano al tempio.

La Kiltseva Road a Kiev, in Ucraina, prima dell’alba si presenta a colui che l’attraversa come una strada relativamente tranquilla che porta al Tempio di Kiev. S’intravedono tra la nebbia mattutina solo alcune luci di veicoli che ondeggiano per evitare le piccole buche della strada.

Lo splendore del tempio di fronte è come un faro che con la sua luce guida coloro che si recano al tempio mostrando loro dove devono andare.

Mentre alcuni hanno potuto attraversare questa strada calma da quando il tempio è stato dedicato nell’agosto 2010, altri possono testimoniare che la loro strada per il tempio non è stata altrettanto tranquilla.

Quando arriva la mattina e il sole sorge all’orizzonte, le macchine e gli autobus si riversano su Kiltseva Road. Ora sommersa di veicoli, quella strada prima così calma diventa un rumoroso parcheggio.

Sapendo che è normale trovare coda in quel tragitto, molte persone che vanno al tempio rimangono sulla strada, avanzando pazientemente pochi metri alla volta per poi fermarsi di nuovo. Il tempio è sempre la destinazione, ma il viaggio è lento.

Altri scelgono strade diverse. Dietro il tempio ci sono molte strade sporche e secondarie. Il tragitto non è ben segnalato e gli automobilisti devono spesso tornare indietro. Tuttavia, se le persone guardano in alto possono vedere la guglia del tempio, che ancora una volta diventa una guida, che invita tutti a venire al tempio.

Le strade spirituali che i membri dell’Ucraina hanno dovuto attraversare per andare alla casa del Signore non sono diverse da quelle che circondano il tempio.

Se alcuni membri giovani sono stati benedetti dal crescere nella Chiesa e ora possono recarsi al Tempio di Kiev per ricevere le proprie ordinanze, molti altri hanno dovuto attraversare delle strade piene di traffico spirituale per arrivarci.

Il tempio, annunciato nel 1998 dal presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008), fu completato nel 2010. In questi 12 anni, molti membri del Palo di Kiev, in Ucraina, sono rimasti sul sentiero stretto e apparentemente lento, aspettando con pazienza la costruzione del tempio. Altri hanno preso strade diverse, perdendo temporaneamente di vista i loro obiettivi legati al tempio.

Sebbene i sentieri spirituali che i membri stanno prendendo per andare al tempio siano diversi, i membri fedeli dell’Ucraina stanno scoprendo che tutte le strade della rettitudine li riportano al tempio.

Il sentiero diritto

Molti giovani adulti dell’Europa dell’Est si sono avvicinati al Vangelo in giovane età. Conoscere il Vangelo da giovani non solo ha permesso loro di coltivare la testimonianza fin dalla gioventù ma anche di sviluppare una forte determinazione a sposarsi nel tempio.

Nikolai Chemezov e sua moglie Asiya, del Rione di Kharkivs’kyi, hanno conosciuto il Vangelo da giovani, Nikolai a otto anni e Asiya in adolescenza.

“Da quando mi sono battezzato, ho saputo che il piano del Padre Celeste è la strada per l’esaltazione”, dice il fratello Chemezov. “Gli insegnamenti della Chiesa sulla missione divina della famiglia sono sempre stati importanti per me”.

Anche lo sorella Chemezova ha capito l’importanza delle famiglie eterne da giovane. “Quando ero una giovane donna e andavo in chiesa, mi veniva insegnato quanto fosse importante stipulare le sacre alleanze del tempio”, dice. “Ho sempre sognato di sposarmi al tempio, e mi sono sempre sforzata di essere degna di potermi sposare al tempio”.

I due iniziarono ad uscire insieme nel 2009. Mentre l’amore sbocciava e i discorsi incominciavano ad orientarsi al matrimonio, entrambi conoscevano già quale sarebbe stato il passo successivo. “Quando fu annunciato che il Tempio di Kiev sarebbe stato dedicato nell’agosto del 2010, decidemmo che ci saremmo suggellati lì”, racconta la sorella Chemezova.

“È stato bello non dover aspettare molto”, aggiunge il fratello Chemezov.

La coppia fu suggellata il 1° settembre 2010.

“È stato il giorno più bello della mia vita”, dice il fratello Chemezov. “Mi sono sentito benedetto di poter prendere per mano la mia cara Asiya e portarla alla casa del Signore. È giusto dire che quel giorno il mio sogno è diventato realtà: il sogno di creare una famiglia eterna.”

La lunga strada

Sebbene il sentiero per il matrimonio eterno è stato altrettanto diritto per Petr e Adalina Mikhailenko del Rione di Vynohradars’kyi, la strada è stata molto più lunga. I Mikhailenko sono stati tra le prime famiglie ad unirsi alla Chiesa in Ucraina, dal momento che si sono battezzati nel 1993, solo due anni dopo la costituzione del primo ramo in Kiev.

Nonostante ciò, la distanza dal tempio e altri fattori hanno trattenuto questa coppia dal suggellarsi per molti anni. Tuttavia, entrambi rimasero fedeli l’uno all’altra e al loro sogno di creare una famiglia eterna.

“Ho aspettato pazientemente il tempio”, racconta il fratello Mikhailenko. “Non ho mai pensato di lasciare la Chiesa. Il sentiero è sempre stato chiaro.”

Dopo che il presidente Thomas S. Monson dedicò il tempio nell’agosto 2010, il desiderio della coppia di essere suggellati non poté più essere represso. “Il giorno in cui dovevamo suggellarci arrivammo così presto che il tempio non era ancora aperto”, ricorda la sorella Mikhailenko.

La coppia non era sola. Molti altri membri del rione erano andati al tempio quel giorno, emozionati di poter condividere la gioia della famiglia Mikhailenko.

“Il suggellamento è stato meraviglioso”, dice la sorella Mikhailenko. “C’era un sentimento che ti faceva sentire come se non avessi mai amato il tuo coniuge come lo amavi in quel momento”.

Quel sentimento di amore è rimasto fino ad oggi. “Il nostro rapporto è completamente cambiato”, dice il fratello Mikhailenko. “Siamo sposati da tanti anni, ma ora c’è un sentimento diverso. Vogliamo fare di più l’uno per l’altra e lo facciamo con più amore”.

Tornati sul sentiero

Andrei e Valentina Dudka del Rione di Vynohradars’kyi hanno conosciuto il Vangelo nel 2003 grazie ai loro vicini di casa. Dopo aver incontrato i missionari per diverse settimane, decisero di unirsi alla Chiesa.

Anche se i Dudka erano emozionati nel scoprire le verità del Vangelo, come la necessità di templi moderni e l’importanza di avere una famiglia eterna, gradualmente diventarono inattivi. “Avevamo trovato delle scuse per non venire in chiesa”, racconta la sorella Dudka. “Lasciavamo prevalere altre cose: o eravamo troppo stanchi oppure c’era un programma in televisione che volevamo guardare”.

L’inattività dei Dudka ebbe un effetto sulla loro felicità. “Dopo aver lasciato la Chiesa incominciammo a vedere una grande differenza tra la vita nella Chiesa e la vita nel mondo”, dice il fratello Dudka. “Non eravamo felici”.

Dopo circa quattro mesi senza andare in chiesa, la sorella Dudka raggiunse il limite. “Una domenica pensai: ‘Se non vado in chiesa oggi, potrei non sopravvivere’”, racconta. “Ero come una persona lasciata senza acqua per diversi giorni. Avevo bisogno di acqua”.

Dopo essere diventata nuovamente attiva, la sorella Dudka con pazienza pregò ed incoraggiò il marito a tornare in chiesa con lei. Circa un anno e mezzo dopo il suo ritorno, anche il marito ritornò.

“Le preghiere di mia moglie ebbero un effetto su di me”, dice il fratello Dudka. “Mi resi conto che come detentore del Sacerdozio di Melchisedec, avevo la responsabilità di essere un membro attivo. Mi resi conto che senza Dio, non potevo fare nulla”.

Dopo che i Dudka tornarono in Chiesa, i loro pensieri si rivolsero alle ordinanze di salvezza del tempio. La coppia si recò con altri Santi degli Ultimi Giorni dell’Ucraina alla cerimonia del primo colpo di piccone nel 2007.

“Dopo l’inizio dei lavori di costruzione del tempio, passammo spesso per vedere i progressi”, dice il fratello Dudka.

“Feci un salto altissimo quando vidi posare la prima pietra”, aggiunge la sorella Dudka.

Quando la statua dell’angelo Moroni venne posata sulla cima del tempio, ci furono molti abbracci e molte lacrime tra i Santi e in particolare tra i Dudka.

“Quando i lavori di costruzione del tempio finirono, ci fu un tale sollievo che sentimmo che eravamo degni di entrare”, dice il fratello Dudka.

I Dudka dicono che il suggellamento al tempio ha dato loro una maggiore prospettiva eterna della vita. “Capisci che la tua famiglia non è più solo te e tuo marito: anche il Signore ne diventa parte”, dice la sorella Dudka. “Ora ci guardiamo con occhi eterni”.

Dall’alto: Asiya e Nikolai Chemezov sono stati suggellati nel Tempio di Kiev tre giorni dopo la dedicazione. Petr e Adalina Mikhailenko sono grati che la loro nipote, Masha, potrà andare al tempio nella sua terra natale. Andrei e Valentina Dudka passavano spesso vicino al sito del tempio quando era in costruzione.

Fotografia di Marina Lukach

In alto: Fotografia gentilmente donata dalla famiglia Chemezov; le altre fotografie di Chad E. Phares