2014
La fiducia che deriva dalla dignità
Aprile 2014


La fiducia che deriva dalla dignità

Tratto da una riunione al caminetto per i giovani tenuta il 31 dicembre 2006.

Anziano Jeffrey R. Holland

Desidero parlare direttamente di come avere un genere molto speciale di fiducia.

Il messaggio che ho per voi è un messaggio di speranza e di incoraggiamento ora e per il resto della vostra vita. Il mondo è pieno di problemi, ma ci sono sempre state difficoltà a ogni età e in ogni epoca. Non fatevi turbare e non lasciate che vi scoraggino. I prossimi anni saranno pieni di meravigliose opportunità e di grandi benedizioni. La scienza, la tecnologia, la medicina e le comunicazioni continueranno a progredire — tutti settori che contribuiscono grandemente ad arricchire la nostra vita. Vivete nell’epoca più gloriosa che il mondo abbia mai conosciuto, in cui più benedizioni giungono a più persone nel mondo rispetto a qualsiasi altro periodo della storia. Ricordate: vostra nonna non ha mai sognato un tablet digitale quando aveva la vostra età e vostro nonno non ha ancora idea di come inviare un sms. Quindi siate felici, sani e ottimisti.

Lo dico in parte perché un articolo che ho letto di recente diceva che la patologia più comune tra i giovani oggi non è il diabete, la cardiopatia o il cancro (di solito questo genere di problemi è riservato alle persone della mia età, non della vostra). No, la patologia di cui gli adolescenti e i ventenni soffrono di più, secondo quanto riportato, è l’insicurezza, la paura del futuro, la scarsa autostima e una generale mancanza di fiducia in se stessi e nel mondo che li circonda.

Anche se sono molto più grande di voi, comprendo quel genere di preoccupazioni perché, per quasi tutta la mia giovinezza, anche a me sembrava di affrontare situazioni in cui non avevo molta fiducia in me stesso. Ricordo di aver lottato per ottenere buoni voti, di aver sperato di vincere una borsa di studio e di essermi chiesto perché gli altri sembravano essere più dotati di me in quella categoria. Ricordo anni e anni di competizioni atletiche in cui provavo a giocare con la fiducia necessaria ad avere successo negli sport alle superiori e all’università, desiderando disperatamente di vincere un’importante partita o il campionato tanto ambito. Ricordo specialmente la mancanza di fiducia con le ragazze, che tanto spesso è fonte di grande ansia nei ragazzi. Sono davvero grato che la sorella Holland mi abbia dato una possibilità. Sì, ricordo tutte le cose che ricordate voi: il non essere sicuro del mio aspetto o del fatto di essere accettato o di ciò che il futuro mi avrebbe riservato.

Il mio obiettivo qui non è quello di parlare di tutti i problemi che i giovani affrontano che causano qualche insicurezza e un po’ di mancanza di fiducia, desidero, invece, parlare direttamente di come avere un genere molto speciale di fiducia — una fiducia che, quando conquistata rettamente, ha un meraviglioso effetto su ogni altro aspetto della nostra vita, specialmente sulla nostra autostima e sul modo in cui vediamo il futuro. Per esprimere tale concetto, devo raccontare una storia.

Il valore della dignità personale

Molti anni fa, molto prima di essere chiamato come Autorità generale, partecipai a una conferenza per giovani adulti in qualità di oratore. La conferenza terminò con una riunione di testimonianza in cui un bel giovane, un missionario ritornato, si alzò per rendere la propria. Aveva un bell’aspetto, pulito e sicuro — proprio come dovrebbe apparire un missionario ritornato.

Quando iniziò a parlare, gli spuntarono le lacrime. Disse di essere grato di trovarsi in mezzo a quel meraviglioso gruppo di giovani santi degli ultimi giorni e di essere soddisfatto dell’esistenza che stava cercando di condurre. Tuttavia quella sensazione poteva essere possibile, disse, grazie a un’esperienza che aveva vissuto alcuni anni prima, un’esperienza che aveva modellato la sua vita per sempre.

Quindi raccontò di essere tornato a casa da un appuntamento poco dopo essere stato ordinato anziano all’età di diciotto anni. A quell’appuntamento era successo qualcosa di cui non era orgoglioso. Non scese nel dettaglio,né avrebbe dovuto farlo in un contesto pubblico. Ancora oggi non conosco la natura dell’incidente, ma per lui era abbastanza importante da aver influito sul suo spirito e sulla sua autostima.

Mentre era seduto in macchina nel vialetto di casa sua a riflettere per un momento, provando un dolore sincero per qualsiasi cosa fosse accaduta, sua madre, che non apparteneva alla Chiesa, uscì di casa precipitandosi direttamente verso la sua auto. Disse subito che il fratellino del ragazzo era appena caduto dentro casa, che aveva battuto duramente la testa e che stava avendo un qualche tipo di crisi epilettica o di convulsioni. Il padre, non appartenente alla Chiesa, aveva telefonato immediatamente per richiedere un’ambulanza, ma ci sarebbe voluto del tempo prima dell’arrivo dei soccorsi.

“Entra e fa’ qualcosa”, urlò. “Non c’è qualcosa che fate nella vostra Chiesa in momenti come questo? Tu hai il loro sacerdozio. Entra e fa’ qualcosa”.

A quel tempo sua madre non conosceva molto la Chiesa, ma sapeva qualcosa delle benedizioni del sacerdozio. Ciononostante, quella sera, quando qualcuno che amava molto aveva bisogno della sua fede e della sua forza, quel giovane non poteva fare niente. Dati i sentimenti contro i quali aveva appena lottato e il compromesso a cui sentiva di essere appena sceso, qualunque fosse, non poteva presentarsi al cospetto del Signore e chiedere la benedizione necessaria.

Il ragazzo balzò fuori dalla macchia e si precipitò a casa di un uomo degno più grande di lui, con cui aveva fatto amicizia nel rione da quando si era convertito due o tre anni prima. Gli spiegò la situazione e i due furono di ritorno abbastanza prima dell’arrivo dei paramedici. Il lieto fine di questa storia, come raccontata in quella riunione fu che l’uomo più anziano impartì immediatamente una benedizione del sacerdozio dolce e potente, lasciando il bambino ferito stabile e a riposo in attesa dell’arrivo dei soccorsi. La rapida corsa all’ospedale e uno scrupoloso esame rivelarono che non vi erano stati danni permanenti. Un momento davvero spaventoso per quella famiglia era passato.

Poi il missionario ritornato di cui parlo disse: “Nessuno che non abbia affrontato ciò che affrontai io quella sera conoscerà mai la vergogna e il dolore che sopportai per non essermi sentito degno di usare il sacerdozio che detenevo. È un ricordo ancora più doloroso per me perché era il mio fratellino che aveva bisogno di me e i miei cari genitori non appartenenti alla Chiesa che erano tanto spaventati e avevano il diritto di aspettarsi di più da me. Oggi, però, qui davanti a voi posso garantire che non sono perfetto, ma da quella notte in poi non ho mai commesso nulla che mi impedisca di presentarmi davanti al Signore con fiducia e di chiedere il Suo aiuto quando necessario. Nel mondo in cui viviamo la dignità personale è una battaglia”, ammise, “ma è una battaglia che sto vincendo. Mi sono sentito sotto condanna una volta nella vita, e non intendo sentirmi di nuovo così se posso fare qualcosa a riguardo. E, ovviamente, posso fare tutto a riguardo”, concluse.

Egli finì di rendere la propria testimonianza e andò a sedersi. Lo ricordo ancora. Ricordo ancora lo scenario in cui eravamo. E ricordo ancora il silenzio totale e commovente che seguì alle sue parole mentre tutti i presenti avevano l’occasione di esaminare la propria anima un po’ più a fondo, promettendo con un po’ più di determinazione di vivere secondo queste potenti parole date dal Signore:

“Che […] la virtù adorni i tuoi pensieri senza posa; allora la tua fiducia si rafforzerà alla presenza di Dio; e la dottrina del sacerdozio si distillerà sulla tua anima come una rugiada del cielo.

Lo Spirito Santo sarà tuo compagno costante, e il tuo scettro, uno scettro immutabile di rettitudine e di verità” (DeA 121: 45–46; corsivo dell’autore).

Godere dello Spirito di Dio

Miei cari giovani amici, abbiate una vita meravigliosa. Pensate le cose migliori, sperate le cose migliori e abbiate fede nel futuro. Avete una vita grandiosa davanti a voi. Il vostro Padre Celeste vi ama. Se avete compiuto qualche errore, potete pentirvi ed essere perdonati proprio come è successo a questo ragazzo. Avete tutto per cui vivere, per cui fare progetti e in cui credere. Avere l’approvazione della vostra coscienza quando siete da soli con i vostri ricordi vi permette di sentire lo Spirito di Dio in modo davvero personale. Voglio che godiate di quello Spirito, che proviate sempre quella fiducia al cospetto del Signore. Possano i pensieri virtuosi mantenere pure le vostre azioni oggi, domani e per sempre.