Capitolo 2
I santi devono essere di un solo animo e di un solo spirito — Ogni ginocchio si piegherà a Cristo — I santi devono compiere la propria salvezza — Paolo affronta il martirio con gioia.
1 Se dunque v’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto d’amore, se c’è qualche comunione di Spirito, se c’è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione,
2 rendete perfetta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo di un solo animo, di un unico sentire;
3 non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con umiltà, stimando gli altri più di se stesso,
4 avendo ciascuno di voi riguardo non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri.
5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù,
6 il quale, essendo in forma di Dio non reputò l’essere uguale a Dio cosa a cui tenersi stretto,
7 ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini;
8 ed essendo trovato esteriormente come un uomo, abbassò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, alla morte della croce.
9 Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome,
10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra,
11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, per la gloria di Dio Padre.
12 Così, miei cari, come sempre siete stati obbedienti, non solo quando ero presente, ma molto più adesso che sono assente, compiete la vostra salvezza con timore e tremore,
13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza.
14 Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute,
15 affinché siate irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la Parola della vita,
16 affinché nel giorno di Cristo io mi glori di non aver corso invano, né faticato invano.
17 E se anche io devo essere offerto come libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede, io ne gioisco e me ne rallegro con tutti voi;
18 e nello stesso modo gioitene anche voi e rallegratevene con me.
19 Ora, io spero nel Signor Gesù di mandarvi presto Timoteo affinché io pure sia incoraggiato, ricevendo notizie del vostro stato.
20 Perché non ho nessuno di animo pari al suo, che abbia sinceramente a cuore quello che vi concerne.
21 Poiché tutti cercano i loro propri interessi, non ciò che è di Cristo Gesù.
22 Ma voi conoscete la prova che ha dato di sé, poiché nella maniera in cui un figlio serve il padre egli ha servito con me nella causa del Vangelo.
23 Spero dunque di mandarvelo, appena avrò veduto come andranno le mie cose,
24 ma ho fiducia nel Signore che io pure verrò presto.
25 Però ho stimato necessario di mandarvi Epafrodito, mio fratello, mio collaboratore e commilitone, inviatomi da voi per supplire ai miei bisogni,
26 poiché egli aveva grande desiderio di vedervi tutti ed era angosciato perché avevate udito che egli era stato infermo.
27 E difatti è stato infermo, e ben vicino alla morte; ma Dio ha avuto pietà di lui; e non soltanto di lui, ma anche di me, perché io non avessi tristezza su tristezza.
28 Perciò ve l’ho mandato con tanta maggior premura, affinché, vedendolo di nuovo, vi rallegriate, e anch’io sia meno rattristato.
29 Accoglietelo dunque nel Signore con ogni allegrezza e abbiate stima di uominisimili,
30 perché, per l’opera di Cristo egli è stato vicino alla morte, avendo rischiato la propria vita per supplire ai servizi che non potevate rendermi voi stessi.