I Santi degli Ultimi Giorni credono che la monogamia — l’unione tra un uomo e una donna — sia la legge permanente che il Signore ha dato riguardo al matrimonio.1 Nel periodo biblico, il Signore comandò ad alcuni uomini di praticare il matrimonio plurimo: l’unione di un uomo con più di una donna.2 Anche alcuni dei primi membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni hanno ricevuto questo comandamento tramite i profeti di Dio e vi hanno obbedito.
Dopo aver ricevuto una rivelazione che gli comandava di mettere in pratica il matrimonio plurimo, Joseph Smith sposò più mogli e parlò di questa pratica ai suoi più intimi collaboratori. Questo principio fu uno degli aspetti più difficili della Restaurazione — per Joseph Smith stesso e per gli altri membri della Chiesa. Il matrimonio plurimo mise alla prova la fede e causò controversie e opposizioni. All’inizio, pochi fedeli accettarono la restaurazione di una pratica contenuta nella Bibbia ma completamente estranea alla loro sensibilità. Ma in seguito molti attestarono di aver avuto delle possenti esperienze spirituali che li aiutarono a superare la loro esitazione e diedero loro il coraggio di accettarla.
Benché il Signore abbia comandato di adottare — e in seguito di cessare — la pratica del matrimonio plurimo negli ultimi giorni, Egli non diede istruzioni precise su come obbedire al comandamento. Cambiamenti sociali e culturali importanti spesso creano incomprensioni e difficoltà. I dirigenti e i membri della Chiesa vissero queste difficoltà mentre obbedivano al comandamento di praticare il matrimonio plurimo e, più avanti, al comandamento di sospenderne la pratica, dopo che nel 1890 il presidente della Chiesa, Wilford Woodruff, ebbe emanato una dichiarazione ispirata, conosciuta come il Manifesto, che mise fine al matrimonio plurimo nella Chiesa. Malgrado tutto, i dirigenti e i membri della Chiesa cercarono di seguire la volontà di Dio.
Molti dettagli sulla pratica del matrimonio plurimo sono sconosciuti. Il matrimonio plurimo fu introdotto gradualmente tra i primi santi e a coloro che lo praticavano era chiesto di mantenere riservate le loro azioni. Non parlarono apertamente e non scrissero delle loro esperienze fino a dopo l’esodo dei Santi degli Ultimi Giorni nello Utah e il riconoscimento pubblico di questa pratica da parte dei dirigenti della Chiesa. Quindi, la documentazione storica degli inizi del matrimonio plurimo è scarsa: pochi documenti dell’epoca riportano dettagli e le memorie successive non sono sempre affidabili. Alcune ambiguità accompagneranno sempre la nostra conoscenza riguardo a questo argomento. Come fu per coloro che vi parteciparono, così anche noi “vediamo come in uno specchio, in modo oscuro” e ci viene chiesto di camminare per fede.3
L’inizio del matrimonio plurimo nella Chiesa
La rivelazione sul matrimonio plurimo non fu scritta fino al 1843, ma i suoi primi versetti suggeriscono che ebbe in parte origine dagli studi di Joseph Smith sull’Antico Testamento del 1831. Alcune persone che conobbero bene Joseph Smith in seguito dichiararono che ricevette la rivelazione in quel periodo.4 La rivelazione, registrata in Dottrina e Alleanze 132, dichiara che Joseph pregò per sapere perché Dio giustificò Abrahamo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide e Salomone nell’avere molte mogli. Il Signore rispose che Lui lo aveva comandato loro.5
I Santi degli Ultimi Giorni sapevano di vivere negli ultimi giorni, quelli che le rivelazioni chiamavano “la dispensazione della pienezza dei tempi”6. Principi antichi riguardanti, ad esempio, i profeti, il sacerdozio e i templi, sarebbero stati restaurati sulla terra. Il matrimonio plurimo era uno di quegli antichi principi.
Per millenni la poligamia fu permessa in molte culture e religioni ma, tranne poche eccezioni, fu rigettata nelle culture occidentali.7 All’epoca di Joseph Smith, negli Stati Uniti la monogamia era l’unica forma legale di matrimonio. Joseph sapeva che la pratica del matrimonio plurimo avrebbe suscitato la collera della società. Dopo aver ricevuto il comandamento, lo insegnò a pochi collaboratori, ma nel decennio del 1830 non lo divulgò apertamente.8
Quando Dio comanda qualcosa di difficile, a volte invia altri messaggeri per incoraggiare il Suo popolo ad obbedire. Conformemente a questo modello, Joseph disse ai suoi collaboratori che, data la sua esitazione, un angelo gli era apparso tre volte, tra il 1834 e il 1842, comandandogli di procedere con il matrimonio plurimo. Nella terza e ultima apparizione, l’angelo aveva una spada sguainata e minacciava di distruggere Joseph se non avesse obbedito appieno al comandamento.9
Prove frammentarie suggeriscono che Joseph Smith sposò una seconda moglie, Fanny Alger, a Kirtland, nell’Ohio, a metà del decennio del 1830, la prima volta che l’angelo glielo aveva comandato. Molti Santi degli Ultimi Giorni che vivevano a Kirtland raccontarono, decenni più tardi, che Joseph Smith aveva sposato Alger, che viveva e lavorava con la famiglia Smith, dopo aver ottenuto il suo consenso e quello dei suoi genitori.10 Si sa poco su questo matrimonio e non si sa nulla delle conversazioni tra Joseph ed Emma riguardo ad Alger. Dopo che il matrimonio con Alger terminò con una separazione, sembra che Joseph abbia accantonato l’argomento del matrimonio plurimo fino a quando la Chiesa si trasferì a Nauvoo, nell’Illinois.
Il matrimonio plurimo e il matrimonio eterno
La stessa rivelazione sul matrimonio plurimo faceva parte di una rivelazione più ampia data a Joseph Smith: che il matrimonio poteva continuare oltre la morte e che il matrimonio eterno era essenziale per ereditare la pienezza che Dio desidera per i Suoi figli. Già nel 1840, Joseph Smith aveva insegnato privatamente all’apostolo Parley P. Pratt che “l’ordine celeste” permetteva a Pratt e a sua moglie di stare insieme “per il tempo e per tutta l’eternità”11. Joseph insegnò anche che gli uomini come Pratt — che si era risposato dopo la morte della sua prima moglie — potevano sposarsi (o essere suggellati) alle loro mogli per l’eternità, nelle giuste condizioni.12
Il suggellamento per l’eternità tra marito e moglie fu reso possibile dalla restaurazione delle chiavi e delle ordinanze del sacerdozio. Il 3 aprile 1836, Elia, il profeta dell’Antico Testamento, apparve a Joseph Smith e a Oliver Cowdery nel Tempio di Kirtland e restaurò le chiavi del sacerdozio necessarie per celebrare le ordinanze per i vivi e per i morti, compreso il suggellamento delle famiglie.13 I matrimoni celebrati dall’autorità del sacerdozio potevano unire le persone care per l’eternità, a condizione che fossero rette; i matrimoni celebrati senza questa autorità avrebbero avuto fine con la morte.14
I matrimoni celebrati dall’autorità del sacerdozio indicavano che la procreazione di figli e la perpetuazione delle famiglie sarebbero continuate nell’eternità. La rivelazione di Joseph Smith sul matrimonio attestava che la “continuazione della posterità per sempre e in eterno” adempiva gli scopi di Dio per i Suoi figli.15 Questa promessa fu fatta a tutte le coppie sposate dall’autorità del sacerdozio e fedeli alle loro alleanze.
Il matrimonio plurimo a Nauvoo
Per gran parte della storia occidentale, gli “interessi” della famiglia — considerando gli aspetti economici, politici e sociali — hanno determinato la scelta del coniuge. I genitori avevano il potere di combinare i matrimoni o impedire le unioni che non approvavano. Alla fine del 1700, il romanticismo e la scelta personale iniziarono a soppiantare queste motivazioni e pratiche imposte dalla tradizione.16 Al tempo di Joseph Smith molte coppie insistevano a sposarsi per amore, come fecero lui ed Emma quando si sposarono contro il volere dei genitori di lei.
Le ragioni per i matrimoni plurimi dei Santi degli Ultimi Giorni erano spesso religiose, piuttosto che economiche o romantiche. Oltre al desiderio di essere obbedienti, un grande incentivo era la speranza di vivere alla presenza di Dio con i famigliari. Nella rivelazione sul matrimonio, il Signore promise a chi ne prendeva parte “corone di vite eterne” e “esaltazione nei mondi eterni”17. Uomini e donne, genitori e figli, antenati e posteri dovevano essere “suggellati” l’uno all’altro: il loro impegno poteva durare per tutte le eternità, secondo la promessa di Gesù che le ordinanze del sacerdozio celebrate sulla terra potevano essere “legat[e] nei cieli”18.
Il primo matrimonio plurimo celebrato a Nauvoo fu quello di Louisa Beaman e Joseph Smith, suggellati nell’aprile del 1841.19 Joseph Smith sposò molte altre mogli e autorizzò altri Santi degli Ultimi Giorni a praticare il matrimonio plurimo. All’inizio questa pratica prese piede molto lentamente. Nel giugno 1844, quando Joseph morì, circa 29 uomini e 50 donne avevano stretto un matrimonio plurimo, oltre a Joseph e le sue mogli. Quando i santi entrarono nella Valle del Lago Salato nel 1847, almeno 196 uomini e 521 donne avevano contratto il matrimonio plurimo.20 I partecipanti a questi primi matrimoni plurimi giuravano di mantenere la cosa riservata, pur aspettando con ansia il tempo in cui questa pratica sarebbe stata riconosciuta pubblicamente.
Tuttavia le voci si diffondevano. Alcuni uomini senza scrupoli usarono queste voci per sedurre delle donne a unirsi a loro in una pratica non autorizzata a volte chiamata “matrimonio spirituale”. Quando fu scoperto, questi uomini furono allontanati dalla Chiesa.21 Queste voci spinsero i membri e i dirigenti a dare smentite attentamente formulate che denunciavano il matrimonio spirituale e la poligamia, pur mantenendo il silenzio su ciò che Joseph Smith e altri consideravano come matrimonio plurimo “celeste” divinamente ordinato.22 Veniva dichiarato che la Chiesa non aveva alcuna legge sul matrimonio oltre alla monogamia, lasciando implicitamente aperta la possibilità che i singoli, sotto la direzione del profeta vivente di Dio, potessero farlo.23
Joseph Smith e il matrimonio plurimo
All’epoca in cui veniva praticato il matrimonio plurimo, i Santi degli Ultimi Giorni facevano distinzione tra i suggellamenti per il tempo e tutta l’eternità e i suggellamenti soltanto per l’eternità. I suggellamenti per il tempo e tutta l’eternità richiedevano un impegno e una relazione durante questa vita, di solito comprendendo la possibilità di avere rapporti sessuali. I suggellamenti soltanto per l’eternità indicavano una relazione soltanto nella vita a venire.
Esistono prove che Joseph Smith ricevette entrambi i tipi di suggellamento. Il numero esatto delle donne alle quali fu suggellato in vita rimane sconosciuto, dato che le prove sono frammentarie.24 Alcune delle donne suggellate a Joseph Smith in seguito attestarono che il loro fu un matrimonio per il tempo e per l’eternità, mentre altre dissero che la loro relazione fu soltanto per l’eternità.25
La maggior parte di loro aveva un’età compresa tra i venti e i quarant’anni al momento in cui furono suggellate a lui. La più anziana, Fanny Young, aveva cinquantasei anni. La più giovane fu Helen Mar Kimball, figlia dei suoi amici intimi Heber C. e Vilate Murray Kimball, che fu suggellata a Joseph diversi mesi prima del suo quindicesimo compleanno. Il matrimonio a quell’età, oggi considerato inaccettabile, all’epoca era legale e alcune donne si sposavano a metà della loro adolescenza.26 Helen Mar Kimball parlò del suo suggellamento a Joseph come “soltanto per l’eternità”, suggerendo che questa relazione non comportava rapporti sessuali.27 Dopo la morte di Joseph, Helen si risposò e divenne un’agguerrita difenditrice di Joseph e del matrimonio plurimo.28
Dopo il suo matrimonio con Louisa Beaman e prima di sposare altre donne non sposate, Joseph Smith fu suggellato a un certo numero di donne già sposate.29 Né queste donne né Joseph parlarono molto di questi suggellamenti, benché alcune di loro abbiano detto che erano soltanto per l’eternità.30 Altre non lasciarono nulla di scritto, rendendo impossibile sapere se il loro suggellamento era per il tempo e l’eternità oppure soltanto per l’eternità.
Ci sono diverse spiegazioni possibili riguardo a questa pratica. Questi suggellamenti potevano essere un modo per creare un legame eterno tra la famiglia di Joseph e le altre famiglie della Chiesa.31 Questi legami si estendevano sia verticalmente, tra genitori e figli, sia orizzontalmente, tra famiglie. Oggi questi legami eterni vengono creati grazie ai matrimoni nel tempio di persone che vengono anche suggellate alle loro famiglie di origine, in questo modo collegando insieme le famiglie. Il suggellamento di Joseph Smith a donne già sposate potrebbe essere stato un primo tentativo di collegare insieme le famiglie. A Nauvoo, quando Joseph era ancora in vita, sembra che la maggior parte, se non tutti, i primi mariti continuavano a vivere nella stessa famiglia con le loro mogli e tra i documenti dell’epoca praticamente non risultano esserci rimostranze riguardo a questi suggellamenti con Joseph Smith.32
Questi suggellamenti possono anche essere spiegati dalla riluttanza di Joseph a sposare altre donne per non far soffrire sua moglie Emma. Potrebbe aver creduto che suggellarsi a donne sposate era un modo di obbedire al comandamento di Dio senza dover avere una normale relazione matrimoniale.33 Questo spiegherebbe perché, secondo Lorenzo Snow, l’angelo rimproverò Joseph per aver “esitato” riguardo al matrimonio plurimo, nonostante lui lo praticasse.34 Dopo il rimprovero, secondo questa interpretazione, Joseph tornò a suggellarsi principalmente con donne non sposate.
Un’altra possibilità è che, in un’epoca in cui la durata della vita era più breve di quella attuale, alcune donne fedeli sentivano l’urgenza di essere suggellate dall’autorità del sacerdozio. Molte di queste donne erano sposate a uomini non mormoni o ex mormoni, e più di una di loro esprimeva la sua infelicità riguardo al suo matrimonio. Vivendo in un’epoca in cui il divorzio era difficile da ottenere, queste donne potrebbero aver creduto che suggellarsi a Joseph Smith avrebbe permesso loro di ottenere delle benedizioni che non avrebbero potuto ricevere altrimenti dopo questa vita.35
Le donne che si unirono a Joseph Smith con un matrimonio plurimo misero a rischio la propria reputazione e il rispetto di sé vivendo secondo un principio così lontano dalla loro cultura e così facilmente incompreso dagli altri. Zina Huntington Jacobs disse: “Ho fatto un sacrificio più grande che dare la mia vita, perché pensavo che non sarei mai più stata considerata una donna onorevole”. Nonostante questo aggiunse: “Lessi le Scritture e pregando il mio Padre Celeste con umiltà ottenni una testimonianza personale”36. Dopo la morte di Joseph, la maggior parte delle donne a lui suggellate si trasferì nello Utah con i santi, continuando ad essere membri fedeli della Chiesa e difendendo il matrimonio plurimo e Joseph.37
Joseph ed Emma
Il matrimonio plurimo fu difficile per tutti coloro che ne furono coinvolti. Per la moglie di Joseph Smith, Emma, fu estremamente doloroso. Esistono pochissimi documenti sulle reazioni di Emma al matrimonio plurimo; lei non lasciò nessuno scritto di proprio pugno, rendendo così impossibile ricostruire i suoi pensieri. Joseph ed Emma si amavano e si rispettavano profondamente. Dopo aver preso più mogli, egli espresse i suoi sentimenti nel suo diario per la sua “amata Emma”, descrivendola come “indomita, ferma, incrollabile e immutabile, affezionata Emma”. Dopo la morte di Joseph, Emma conservò una ciocca dei suoi capelli in un medaglione che portava al collo.38
Emma approvò, almeno per qualche tempo, quattro dei matrimoni plurimi di Joseph Smith a Nauvoo, e accettò tutte e quattro le mogli nella sua casa. Potrebbe aver approvato anche altri matrimoni.39 Ma probabilmente Emma non sapeva di tutti i suggellamenti di Joseph.40 Il suo punto di vista sul matrimonio plurimo oscillava, a volte sostenendolo e altre volte denunciandolo.
Nell’estate del 1843, Joseph Smith dettò la rivelazione sul matrimonio, un testo lungo e complesso contenente gloriose promesse e severi ammonimenti, alcuni diretti a Emma.41 La rivelazione insegnava a uomini e donne che dovevano obbedire alle leggi e ai comandamenti di Dio per ricevere la pienezza della Sua gloria.
La rivelazione sul matrimonio esigeva che una moglie desse il suo consenso prima che il marito potesse avere altre mogli.42 Tuttavia, verso la fine della rivelazione il Signore dichiara che se la prima moglie “non accetta questa legge” — il comandamento del matrimonio plurimo — il marito sarà “esente dalla legge di Sara”, probabilmente il dovere di richiedere il consenso alla prima moglie prima di sposare altre donne.43 Quando Emma si oppose al matrimonio plurimo, Joseph dovette affrontare un doloroso dilemma, forzato a scegliere tra la volontà di Dio e il volere della sua amata Emma. Potrebbe aver pensato che il rigetto da parte di Emma del matrimonio plurimo l’avesse reso esente dalla legge di Sara. La decisione di lei di non “accetta[re] questa legge” gli permise di sposare altre donne senza il suo consenso. A causa della morte prematura di Joseph e della decisione di Emma di rimanere a Nauvoo e non parlare più del matrimonio plurimo dopo che la Chiesa si era trasferita a ovest, molti aspetti della loro storia rimangono conosciuti soltanto a loro due.
Prove e testimonianza spirituale
Anni dopo, nello Utah, coloro che avevano partecipato ai matrimoni plurimi a Nauvoo discussero delle motivazioni per cui lo avevano fatto. Nel Libro di Mormon, Dio dichiarava che la monogamia era lo standard; a volte, però, Egli comandò il matrimonio plurimo al Suo popolo per “[allevarSi] una posterità”44. Il matrimonio plurimo portò a un aumento di bambini nati da genitori credenti.45
Inoltre, alcuni santi vedevano il matrimonio plurimo come un processo redentore di sacrificio e purificazione spirituale. Secondo Helen Mar Kimball, Joseph Smith dichiarò che “la pratica di questo principio sarebbe stata la prova più dura che i santi avrebbero avuto per mettere alla prova la loro fede”. Benché sia stata una delle prove “più dure” della sua vita, ella attestò che fu anche “una delle più grandi benedizioni”.46 Suo padre, Heber C. Kimball, concordava. “Non ho mai provato maggior dolore”, disse quando venne a sapere del matrimonio plurimo nel 1841. “Ho pianto per giorni. […] Avevo una brava moglie. Ero felice”.47
La decisione di accettare questa dolorosa prova di solito giungeva solo dopo preghiere ferventi e un’intensa ricerca dell’anima. Brigham Young, quando seppe del matrimonio plurimo, disse: “Era la prima volta in vita mia che desideravo morire”48. Aggiunse: “Ho dovuto pregare incessantemente ed esercitare la mia fede, e il Signore me ne rivelò la verità; questo mi bastò”49. Heber C. Kimball trovò conforto solo dopo che sua moglie Vilate ebbe una visione che le attestava che il matrimonio plurimo era giusto. La figlia di Vilate in seguito ricordò: “Mi raccontò di non aver mai visto un uomo tanto felice quanto lo fu mio padre quando ella gli descrisse la visione e gli riferì di ritenersi soddisfatta nel sapere che veniva da Dio”50.
Lucy Walker ricordò il suo tormento interiore quando Joseph Smith le chiese di diventare sua moglie. Scrisse: “Ogni sentimento della mia anima si rivoltò”. Eppure, dopo molte notti insonni pregando in ginocchio, trovò sollievo quando la sua camera “fu piena di una santa influenza” simile a un “sole brillante”. Disse: “La mia anima fu colma di una dolce e calma pace che non avevo mai conosciuto prima” e “una felicità immensa si estese a tutto il mio essere”51.
Non tutti hanno avuto esperienze simili. Alcuni Santi degli Ultimi Giorni non accettarono il principio del matrimonio plurimo e lasciarono la Chiesa, mentre altri rifiutarono di seguire questa pratica ma rimasero fedeli.52 Ma per molti uomini e donne la repulsione e l’angoscia iniziali furono seguite da una lotta interna, una decisione e, infine, la luce e la pace. Esperienze sacre permisero ai santi di andare avanti con fede.53
Conclusione
È quasi impossibile esagerare la difficoltà di introdurre un principio così controverso come il matrimonio plurimo. Una testimonianza spirituale della sua verità permise a Joseph Smith e agli altri Santi degli Ultimi Giorni di accettare questo principio. Per quanto sia stato difficile, l’introduzione del matrimonio plurimo a Nauvoo veramente “allevò una posterità” a Dio. Un buon numero degli attuali membri della Chiesa discende da fedeli Santi degli Ultimi Giorni che praticavano il matrimonio plurimo.
I membri della Chiesa non praticano più il matrimonio plurimo.54 Seguendo gli insegnamenti di Joseph Smith, la Chiesa permette a un uomo vedovo di essere suggellato a un’altra donna quando si risposa. Inoltre, ai membri è permesso celebrare le ordinanze a favore di uomini e donne defunti che in vita si sono sposati più di una volta, suggellandoli a tutti i coniugi ai quali sono stati legalmente sposati. Non si conosce con precisione la natura di queste relazioni nella vita a venire e molte relazioni familiari verranno risolte nell’aldilà. I Santi degli Ultimi Giorni vengono incoraggiati ad aver fiducia nel nostro saggio Padre Celeste, che ama i Suoi figli e fa di tutto per la loro crescita e la loro salvezza.55
Risorse
- Vedi “La famiglia — Un proclama al mondo”; Giacobbe 2:27, 30.
- Dottrina e Alleanze 132:34–39; Giacobbe 2:30; vedi anche Genesi 16.
- 1 Corinzi 13:12; Jeffrey R. Holland, “Io credo”, Liahona, maggio 2013.
- Vedi Andrew Jenson, “Plural Marriage”, Historical Record 6 (maggio 1887): 232–233; “Report of Elders Orson Pratt and Joseph F. Smith”, Millennial Star 40 (16 dicembre 1878): 788; Danel W. Bachman, “New Light on an Old Hypothesis: The Ohio Origins of the Revelation on Eternal Marriage”, Journal of Mormon History 5 (1978): 19–32.
- Vedi Dottrina e Alleanze 132:1, 34–38.
- Dottrina e Alleanze 112:30; 124:41; 128:18.
- “Polygamy”, in The Oxford Dictionary of World Religions, a cura di John Bowker (New York: Oxford University Press, 1997), 757; John Cairncross, After Polygamy Was Made a Sin: The Social History of Christian Polygamy (London: Routledge & Kegan Paul, 1974).
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- Vedi Brian C. Hales, “Encouraging Joseph Smith to Practice Plural Marriage: The Accounts of the Angel with a Drawn Sword”, Mormon Historical Studies 11, n. 2 (autunno 2010): 69–70.
- Vedi Andrew Jenson, Research Notes, Andrew Jenson Collection, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City; Benjamin F. Johnson a Gibbs, 1903, Benjamin F. Johnson Papers, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City; “Autobiography of Levi Ward Hancock”, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City.
- Parley P. Pratt, The Autobiography of Parley Parker Pratt, One of the Twelve Apostles of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, a cura di Parley P. Pratt jr (New York: Russell Brothers, 1874), 329.
- Hyrum Smith, sermone, 8 aprile 1844, Historian’s Office General Church Minutes, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City.
- Queste erano le stesse chiavi del sacerdozio che Elia aveva dato agli antichi apostoli. (Vedi Matteo 16:19; 17:1–9; Dottrina e Alleanze 2).
- Dottrina e Alleanze 132:7; 131:2–3.
- Dottrina e Alleanze 132:19–20, 63; vedi anche “Diventare come Dio”.
- Stephanie Coontz, Marriage, A History: From Obedience to Intimacy, or How Love Conquered Marriage (New York: Viking Penguin, 2005), 145–60; Lawrence Stone, The Family, Sex and Marriage in England, 1500–1800, edizione ridotta (Middlesex, UK: Penguin Books, 1985), 217–253.
- Dottrina e Alleanze 132:55, 63.
- Dottrina e Alleanze 132:46; Matteo 16:19.
- La pratica del matrimonio plurimo da parte di Joseph Smith è stata discussa da autori Santi degli Ultimi Giorni in pubblicazioni ufficiali, semi-ufficiali e indipendenti. Vedi, per esempio, Jenson, “Plural Marriage”, 219–34; B. H. Roberts, A Comprehensive History of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, 6 voll. (Salt Lake City: Deseret News Press, 1930), 2:93–110, Danel W. Bachman e Ronald K. Esplin, “Plural Marriage”, in Encyclopedia of Mormonism, 4 voll. (New York: Macmillan, 1992), 2:1091–1095; e Glen M. Leonard, Nauvoo: A Place of Peace, a People of Promise (Salt Lake City e Provo, UT: Deseret Book e Brigham Young University, 2002), 343–349.
- Brian C. Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 3 voll. (Salt Lake City: Greg Kofford Books, 2013), 1:3, 2:165.
- Joseph Smith, Diario, 19, 24, e 26 maggio 1842; 4 giugno 1842, disponibile su josephsmithpapers.org (in inglese). Chi proponeva il “matrimonio spirituale” insegnava che i rapporti sessuali erano ammessi fuori dal matrimonio legale a condizione che la relazione rimanesse segreta.
- Nelle smentite, “poligamia” era intesa come il matrimonio tra un uomo con più mogli senza l’approvazione della Chiesa.
- Vedi, per esempio, “On Marriage”, Times and Seasons, 1 ottobre 1842, 939–940; e il diario di Wilford Woodruff, 25 novembre 1843, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City; Parley P. Pratt, “This Number Closes the First Volume of the ‘Prophet’”, The Prophet, 24 maggio 1845, 2. George A. Smith spiegò: “Chiunque leggerà attentamente le smentite, come vengono chiamate, della pluralità delle mogli in relazione alle circostanze vedrà chiaramente che denunciano l’adulterio, la fornicazione, la lussuria brutale e l’insegnamento della pluralità delle mogli da parte di coloro ai quali non era stato comandato di farlo” (lettera di George A. Smith a Joseph Smith III, 9 ottobre 1869, in Journal History of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, 9 ottobre 1869, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City).
- Le stime più accurate stabiliscono un numero tra 30 e 40. Vedi Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 2:272–273.
- Vedi Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 2:277–302. Nonostante le affermazioni che Joseph Smith sia padre di molti figli avuti dai matrimoni plurimi, i test genetici per il momento hanno dato risultati negativi, benché sia possibile che abbia avuto due o tre figli con le altre mogli (vedi Ugo A. Perego, “Joseph Smith, the Question of Polygamous Offspring, and DNA Analysis”, in Newell G. Bringhurst e Craig L. Foster, a cura di, The Persistence of Polygamy: Joseph Smith and the Origins of Mormon Polygamy [Independence, MO: John Whitmer Books, 2010], 233–256).
- J. Spencer Fluhman, “A Subject that Can Bear Investigation’: Anguish, Faith, and Joseph Smith’s Youngest Plural Wife”, in Robert L. Millet, a cura di, No Weapon Shall Prosper: New Light on Sensitive Issues (Provo e Salt Lake City: Brigham Young University Religious Studies Center e Deseret Book, 2011), 104–119; Craig L. Foster, David Keller e Gregory L. Smith, “The Age of Joseph Smith’s Plural Wives in Social and Demographic Context”, in Bringhurst e Foster, a cura di, The Persistence of Polygamy, 152–183.
- Helen Mar Kimball Whitney, Autobiography, [2], Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City.
- Helen Mar Kimball Whitney, Plural Marriage as Taught by the Prophet Joseph: A Reply to Joseph Smith, Editor of the Lamoni (Iowa) “Herald” (Salt Lake City: Juvenile Instructor Office, 1882); Helen Mar Kimball Whitney, Why We Practice Plural Marriage (Salt Lake City: Juvenile Instructor Office, 1884).
- Le stime indicano da 12 a 14 suggellamenti (vedi Todd Compton, In Sacred Loneliness: The Plural Wives of Joseph Smith [Salt Lake City: Signature Books, 1997], 4, 6; Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 1:253–276, 303–348). Per un primo sommario su questa pratica, vedi John A. Widtsoe, “Evidences and Reconciliations: Did Joseph Smith Introduce Plural Marriage?” Improvement Era 49, n. 11 (novembre 1946): 766–767.
- Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 1:421–437. Poliandria: il matrimonio di una donna con più uomini; in genere si mettevano in comune le risorse finanziarie, la residenza e il sesso, e i figli spesso venivano cresciuti tutti insieme. Non ci sono prove che i suggellamenti di Joseph Smith funzionassero in questo modo, anzi le prove sono contro questa visione.
- Rex Eugene Cooper, Promises Made to the Fathers: Mormon Covenant Organization (Salt Lake City: University of Utah Press, 1990), 138–145; Jonathan A. Stapley, “Adoptive Sealing Ritual in Mormonism”, Journal of Mormon History 37, n. 3 (estate 2011): 53–117.
- Per esaminare le prove, vedi Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 1:390–396.
- Richard Lyman Bushman, Joseph Smith: Rough Stone Rolling (New York: Knopf, 2005), 440.
- Vedi Lorenzo Snow, deposizione, United States Testimony 1892 (Temple Lot Case), parte 3, pag. 124.
- La rivelazione sul matrimonio era un potente incentivo per un matrimonio celebrato dall’autorità del sacerdozio (vedi Dottrina e Alleanze 132:17–19, 63).
- Zina Huntington Jacobs, schizzi autobiografici, collezione della famiglia Zina Card Brown, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City.
- Benché la maggior parte di coloro che sono state mogli di Joseph Smith non abbia lasciato nulla di scritto, è interessante la mancanza di loro critiche nei documenti storici.
- Joseph Smith, Diario, 16 agosto 1842, in Andrew H. Hedges, Alex D. Smith e Richard Lloyd Anderson, a cura di, Journals, Volume 2: December 1841–April 1843, vol. 2 della serie Diari di The Joseph Smith Papers, editi da Dean C. Jessee, Ronald K. Esplin e Richard Lyman Bushman (Salt Lake City: Church Historian’s Press, 2011), 93–96, disponibile su josephsmithpapers.org (in inglese); Mary Audentia Smith Anderson, a cura di, Joseph Smith III and the Restoration (Independence, MO: Herald House, 1952), 85.
- Jenson, “Historical Record”, 229–30, 240; Emily Dow Partridge Young, deposizione, United States Testimony 1892 (Temple Lot Case), parte 3, pagg. 365–366, 384; Orson Pratt, in Journal of Discourses, 13:194.
- Hales, Joseph Smith’s Polygamy, 2:8, 48–50, 80; Bushman, Rough Stone Rolling, 473.
- Dottrina e Alleanze 132:54, 64. L’avvertimento a Emma Smith è rivolto anche a tutti coloro che ricevono le sacre ordinanze dall’autorità del sacerdozio ma non mantengono le alleanze collegate con quelle ordinanze. Vedi, per esempio, Salmi 37:38; Isaia 1:28; Atti 3:19–25; e Dottrina e Alleanze 132:26, 64.
- Dottrina e Alleanze 132:61. Nello Utah, la prima moglie partecipava alla cerimonia del matrimonio plurimo, posta tra suo marito e la nuova sposa e ponendo la mano della sposa nella mano del marito. “Celestial Marriage”, The Seer 1 (febbraio 1853): 31.
- Dottrina e Alleanze 132:65; vedi anche Genesi 16:1–3.
- Giacobbe 2:30.
- Per quanto riguarda i figli, vedi la nota 6 di “Il matrimonio plurimo e le famiglie nello Utah delle origini”.
- Helen Mar Kimball Whitney, Why We Practice Plural Marriage, 23–24.
- Heber C. Kimball, discorso, 2 settembre 1866, George D. Watt Papers, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City, trascrizione di LaJean Purcell Carruth dall’originale redatto in stenografia Pitman.
- Brigham Young, in Journal of Discourses, 3:266.
- Brigham Young, discorso, 18 giugno 1865, George D. Watt Papers, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City, trascritto dalla stenografia di Pitman da LaJean Purcell Carruth; vedi anche Brigham Young, in Journal of Discourses, 11:128.
- Orson F. Whitney, Life of Heber C. Kimball, an Apostle: The Father and Founder of the British Mission (Salt Lake City: Kimball Family, 1888), 338; vedi anche Kiersten Olson, “‘The Embodiment of Strength and Endurance’: Vilate Murray Kimball (1806–1867)”, in Women of Faith in the Latter Days, Volume One, 1775–1820, a cura di Richard E. Turley jr e Brittany A. Chapman (Salt Lake City: Deseret Book, 2011), 137.
- Lucy Walker Kimball, “Brief Biographical Sketch”, 10–11, Biblioteca di storia della Chiesa, Salt Lake City.
- Sarah Granger Kimball, per esempio, rifiutò il matrimonio plurimo a Nauvoo ma si trasferì all’Ovest con i santi. Molti di coloro che non accettarono il matrimonio plurimo, compresa Emma Smith, in seguito divennero membri della Chiesa Riorganizzata di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
- Per esempio, vedi “Evidence from Zina D. Huntington-Young”, Saints’ Herald, 11 gennaio 1905, 29; Mary Elizabeth Rollins Lightner, “Mary Elizabeth Rollins”, Susa Young Gates Papers, Utah State Historical Society.
- Gordon B. Hinckley, “Cosa vuole sapere di noi la gente?”, La Stella, gennaio 1999; “Poligamia”, Sala stampa, pagina degli argomenti.
- Alma 26:35; Dottrina e Alleanze 88:41; 1 Nefi 11:17.
La Chiesa riconosce il contributo degli studiosi al contenuto storico presentato in questo articolo; il loro lavoro è stato usato con il loro permesso.