Vengo da una piccola famiglia, quindi avere tutte queste persone che mi sostenevano mi ha fatto provare un forte senso di appartenenza. Questa era una delle cose che stavo veramente cercando quando ho iniziato a interessarmi alla Chiesa. — Hannah
La storia di Hannah
La nuova ragazza della scuola
Era un normale inizio di un nuovo anno scolastico, o almeno così pensavo. Avevo frequentato la stessa scuola alle Hawaii fin dall’asilo, ma il primo giorno di prima media ho notato una nuova studentessa. C’era qualcosa di diverso nel modo in cui si comportava, e ho deciso di conoscerla meglio. Si chiamava Natalie. Io e i miei amici abbiamo iniziato a pranzare con lei e ci siamo subito resi conto che era una persona divertente da frequentare. È stato grazie a queste interazioni scolastiche che ho saputo che Natalie era membro de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e che teneva molto alla sua fede.
Non mi ero mai resa conto dell’impatto che Natalie avrebbe avuto sulla mia vita. Nel corso degli anni successivi, ho imparato da lei un po’ di più sulla Chiesa e sul Salvatore. Quando abbiamo cominciato a diventare amiche, ho notato che non usciva la domenica e che si portava dietro le Scritture a scuola. Sono state semplicemente queste piccole cose che mi hanno fatto conoscere la Chiesa e mi hanno aiutata a saperne un po’ di più sulla sua fede.
Il punto di svolta
Nel 2019 si è verificata una serie di eventi che hanno cambiato tutta la mia vita. Ero a una fiera con Natalie e ho detto: “Voglio entrare a far parte della tua Chiesa”. Non sono sicura di quello che Natalie stesse pensando in quel momento, perché è venuto fuori dal nulla, ma da quel momento ha iniziato a parlarmi di più della sua fede.
Trovare una nuova famiglia alla conferenza dei giovani
In seguito, sempre nello stesso anno, sono andata con Natalie a una conferenza dei giovani. Alla conferenza eravamo separati in “famiglie”, in cui due adulti ci facevano da genitori per la settimana e andavamo a tutte le attività insieme. Vengo da una piccola famiglia, quindi avere tutte queste persone che mi sostenevano mi ha fatto provare un forte senso di appartenenza. Questa era una delle cose che stavo veramente cercando quando ho iniziato a interessarmi alla Chiesa.
Una delle ultime attività alla conferenza dei giovani era la riunione di testimonianza. Non avevo mai vissuto nulla del genere. Sono cresciuta frequentando le chiese protestanti e non c’è stato mai un momento in cui tutti i giovani si alzavano e parlavano volontariamente alla congregazione. Natalie ha reso una testimonianza speciale che mi ha anche motivata a volerne sapere di più e a continuare a tornare. Se potessi scegliere una cosa di tutto il mio progresso spirituale che ne ha cambiato il corso, sarebbe quel giorno. Riuscivo a sentire che quello era il mio posto e che quella sensazione mi avrebbe incoraggiata a rimanere sulla retta via.
Grazie all’aiuto di Natalie, della sua famiglia e dei miei nuovi amici del rione, ho continuato a conoscere meglio il Vangelo. Durante il percorso, ho pregato il Padre Celeste supplicandoLo: “Per favore, dimmi che questa Chiesa è vera, perché ho bisogno che sia vera”. Mentre continuavo a cercare e ricevere una testimonianza, sapevo che era tutto vero. Più tardi, quell’estate, sono diventata membro della Chiesa.
Condividere il Vangelo non deve sfociare nel battesimo
Anche se sono stata battezzata nella Chiesa, mi rendo conto che avere successo nella condivisione non significa necessariamente che qualcuno venga battezzato. Si tratta piuttosto di essere un buon amico. Se hai buone intenzioni e desideri retti, allora qualsiasi cosa tu faccia per partecipare all’opera del Padre Celeste sarà considerata un successo. Anche se qualcuno dice di no a un invito a un’attività, i tuoi amici sanno comunque che stai pensando a loro e questo può rafforzare il rapporto di amicizia.
Il presidente Russell M. Nelson ha detto: “Ogni volta che fate qualcosa che aiuta qualcuno […] a fare un passo verso la stipula di alleanze con Dio […] state contribuendo a radunare Israele”1. Aver vissuto l’esperienza personale di essere stata invitata in chiesa mi ha ispirata davvero e mi ha motivata a condividere il Vangelo con gli altri, perché so che la mia vita sarebbe stata molto diversa senza.
La storia di Natalie
Un invito esitante
Sono grata del fatto che Hannah mi abbia aiutata a superare il mio primo anno alle medie dopo essere passata a una nuova scuola. Pranzava con me e mi ha presentato nuovi amici, ma non mi ero mai resa conto che, allo stesso tempo, stavo contribuendo a farle conoscere i principi del Vangelo.
Nel corso degli anni successivi, io e Hannah siamo diventate buone amiche, ma lei mi sorprendeva ancora di tanto in tanto, come quella volta che eravamo a una fiera nel 2019. Di punto in bianco, mi ha detto che voleva unirsi alla Chiesa. Dire che ero sorpresa è usare un eufemismo! Ero scioccata e anche un po’ titubante. Il mio primo pensiero è stato: “Non sono sicura che sappia di quale grande impegno si tratta”.
Non sapevo bene cosa fare, ma do molto merito ai miei genitori, che mi hanno detto: “È interessata al Vangelo. Dovresti invitarla al campeggio del rione”. Pensavo che trascorrere l’intera settimana con noi e conoscere tutte quelle persone avrebbe potuto essere troppo per Hannah, ma ho seguito il loro consiglio e l’ho invitata, e lei si è divertita molto.
Come vincere i timori
E poi l’ho invitata alla conferenza dei giovani. Durante una riunione di testimonianza ho semplicemente sentito che Hannah aveva bisogno di ascoltare la mia testimonianza, anche se parlare in pubblico era una dei mie timori più grandi. Sapeva che avevo paura e ha ammirato il fatto che ero disposta a farlo perché credevo nel Vangelo.
Io penso troppo, quindi, ogni volta che prendevo in considerazione l’idea di invitarla, pensavo: “Penserà che voglio che si unisca alla mia Chiesa e che le farò pressioni”. Sapevo che quelle erano paure irrazionali. Alla gente piace essere invitata agli eventi, quindi sapevo che le sarebbe piaciuto. All’inizio avevo molti timori e avevo paura di invitarla. Ma penso che con il passare del tempo, mi sono sentita più a mio agio nel dirle come mi sentivo.
Condividere significa amare
Condividere il Vangelo significa amare. Il Salvatore ha detto: “Com’io v’ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” (Giovanni 13:34). Non sappiamo mai che impatto possiamo avere sulle altre persone. Quando condivido il Vangelo con gli amici, so che non succederà sempre quello che è successo con Hannah. Ma lungo la strada, potrebbero avere un’esperienza in cui ricorderanno il mio invito e agiranno di conseguenza.
Si riceve tanta gioia nel condividere le cose che si amano e a cui si tiene di più. Il percorso di Hannah non ha cambiato solo la sua vita; ha cambiato anche la mia e ha rafforzato la mia testimonianza. Ho visto il cambiamento che il Salvatore ha operato nella sua vita e questo mi ha aiutato a riconoscere di più il Salvatore nella mia.
Hannah Ota è stata battezzata nella Chiesa nel 2019 e si considera benedetta in modi innumerevoli e indescrivibili. Oltre a servire in chiesa e nella sua comunità, le piace ballare, suonare il violoncello, dedicarsi alla scrittura creativa, giocare a pallavolo, stare in mezzo alla natura, cucinare e dipingere. Fa volontariato in giro per le Hawaii e ama passare il tempo con gli amici e i nonni.
Natalie Umphress vive sull’isola di Oahu nelle Hawaii. Ama passare il tempo con la sua famiglia e il loro beagle. Ama servire ed edificare gli altri in ogni modo possibile. Suona il violino dalla terza elementare e le piace cucinare, correre, leggere e imparare a migliorarsi.
Nota
1. Russell M. Nelson, “O speranza d’Israele” (riunione mondiale per i giovani, 3 giugno 2018), ChurchofJesusChrist.org.