Trasmissioni annuali
“Soprattutto”


“Soprattutto”

Trasmissione di addestramento del Sistema Educativo della Chiesa • 12 giugno 2019 • Auditorium al piano terra dell’Edificio degli uffici della Chiesa

Non è bellissimo vedere i nostri studenti? Un sentito grazie al coro. Inoltre, voglio ringraziare ognuno di voi in particolare per l’impegno dedicato al concentrarvi sul Salvatore come perno del vostro studio e del vostro insegnamento del Vangelo. Osservando le classi e vedendo voi e i vostri studenti individuare i Suoi titoli e ruoli, studiare le Sue qualità e i Suoi attributi, e imparare dal Suo esempio perfetto,1 ho sentito la gratitudine del Padre Celeste per il fatto che rendete testimonianza del Suo diletto Figliolo. Mentre voi seguivate il consiglio dell’anziano Clark di aiutare i vostri studenti a imparare a conoscere Lui e a imparare da Lui,2 ho sentito una presenza maggiore dello Spirito Santo nel vostro insegnamento e nei vostri inviti. Come mi ha detto di recente un insegnante: “Mettere Gesù al centro del mio insegnamento ha riportato la gioia nella mia classe”. Vi incoraggio a continuare a cercare l’ispirazione per sapere come farlo in modo più efficace ogni giorno.

Oggi voglio invitarvi ad accrescere il vostro impegno nell’aiutare gli studenti a vedere il Salvatore non solo nel loro studio delle Scritture, ma anche in voi — mentre cercate di emulare il Suo esempio e il Suo amore. Probabilmente ricorderete questo pensiero del presidente Boyd K. Packer, che io trovo al contempo stimolante e stupefacente nelle sue implicazioni:

“Le qualità che ho avuto l’onore di riconoscere in voi, fratelli e sorelle, nel corso degli anni non sono altro che l’immagine di quelle del Grande Maestro. Credo che nella misura in cui svolgerete il vostro servizio, secondo le problematiche che riscontrate e le responsabilità che avete, l’immagine di Cristo sarà impressa sul vostro volto. E ai fini pratici, in quella classe, in quel momento, con quell’espressione e quell’ispirazione, voi siete Lui e Lui è voi”3.

Di tutti gli attributi del Salvatore, quello che sembra fornire sia la motivazione che il fondamento per tutti gli altri è il Suo amore perfetto — il Suo amore per il Padre Celeste e il Suo amore per noi.

L’apostolo Paolo ha scritto: “E quando avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e avessi tutta la fede […], se non ho carità, non son nulla”4. A un gruppo di insegnanti del Seminario e dell’Istituto Paolo avrebbe detto: “Anche se avessi il dono del carisma e comprendessi i principi fondamentali dell’insegnamento e dell’apprendimento e di tutta la pedagogia, e se anche pensassi di tenere delle lezioni stupende con dimostrazioni pratiche, se non ho la carità non sono nulla”. Per favore non usate questa dichiarazione come scusa per non lavorare sodo nel diventare un insegnante capace. Ma ricordate che quando preghiamo per ottenere intendimento, conoscenza e fede, se non aggiungiamo la carità saremo “un rame risonante o uno squillante cembalo”5.

“La carità è paziente, è benigna”

L’apostolo Paolo ha anche scritto: “La carità è paziente, è benigna”6.

Un esempio della benignità del Salvatore lo troviamo in Luca 19. Zaccheo, un pubblicano, era diventato ricco grazie al suo servizio ai Romani, ma era odiato dai Giudei che si sentivano traditi dal fatto che lui raccogliesse le tasse. Un giorno Zaccheo cercava di vedere Gesù senza riuscirci a motivo della sua bassa statura e senza riuscire ad aprirsi un varco fra la folla, non disposta ad aiutarlo. Quindi corse per arrivare ad un punto in cui sarebbe passato Gesù e salì su un albero di sicomoro per vederLo passare.

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Le Scritture dicono: “E come Gesù fu giunto in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: Zaccheo, scendi presto, perché oggi debbo albergare in casa tua.

Ed egli s’affrettò a scendere e l’accolse con allegrezza”.7

Riuscite a immaginare cosa volesse dire per Zaccheo essere visto e cosa fece l’invito del Salvatore per qualcuno che era così abituato a essere escluso? Questo piccolo atto di bontà deve aver fatto davvero la differenza.

I nostri studenti hanno bisogno della nostra longanimità e della nostra gentilezza. Un cattivo comportamento, le interruzioni e un atteggiamento negativo, a volte, rendono l’insegnamento più difficile. Ma, in quei momenti, vi prego di guardare al di là del comportamento e di vedere la persona. Fermatevi un momento per chiedervi: “Cos’altro potrebbe causare questo comportamento o questo atteggiamento?”. Allora, come ha insegnato l’anziano Jeffrey R. Holland:

“Se quei ragazzi sono indifferenti, forse ancora non potete istruirli, ma potete amarli. E se li amate oggi, forse domani potrete istruirli.

[…] Amarli non dipende da loro. Possiamo amarli dall’inizio alla fine, e accadranno dei miracoli”.8

Come potete farlo, soprattutto con qualcuno che sembra difficile da amare? L’anziano Holland ci ha anche aiutato su questo punto quando ha detto: “Potete iniziare amando Dio. Poi, potete chiederGli di aiutarvi a estendere l’amore che nutrite per Lui ad altri che hanno bisogno del vostro affetto”9. Potete “[pregare] il Padre con tutta la forza del vostro cuore, per poter essere riempiti di questo amore”10. Potete pregare per vederli come li vede Lui. Potete ascoltarli e cercare di capirli. E il presidente Henry B. Eyring ha aggiunto: “Serviteli; fate dei piccoli gesti per loro. Pagate il prezzo del servizio e Dio onorerà il vostro impegno. Oggi vi faccio questa promessa. Non preoccupatevi se i vostri studenti a volte non sono gradevoli. Fate qualcosa per loro e vi sembreranno un po’ più gradevoli. Sarà un dono di Dio”11.

Grazie a tutti voi che partecipate alle presentazioni musicali e agli eventi sportivi dei vostri studenti o che trovate altri modi silenziosi per rendere loro servizio. Anche se loro non vi vedono, sentiranno che il vostro amore per loro cresce, perché il Signore vi benedirà con la carità per via del servizio che avete reso loro.

Un altro esempio della bontà del Salvatore lo troviamo in Marco, capitolo 5.

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Riflettete su ciò che ha fatto Gesù per la donna con il flusso di sangue. Ha fatto molto più che guarirla fisicamente. Doveva essere stremata a causa del dolore, dell’isolamento sociale e delle difficoltà economiche. Quindi, conscio della virtù che era stata emanata da Lui, Gesù si “guardava attorno per vedere colei che avea ciò fatto”12. La guarigione fisica era già avvenuta. Gesù si stava recando a risolvere un’altra necessità pressante, eppure si fermò. Riconobbe la sua fede e, teneramente, si rivolse a lei chiamandola “figliuola”13. Il Salvatore vedeva lei, non la sua malattia. Vedeva una persona che aveva bisogno di sentirsi amata e confortata, non un problema da risolvere o un impegno da portare a termine.14

Qualsiasi cosa dobbiate fare, qualsiasi lezione dobbiate preparare o insegnare, qualsiasi problema di disciplina incontriate, si tratta sempre di un’opportunità per offrire conforto.

E mi auguro che il nostro amore giunga anche a coloro che non sono attualmente iscritti o che non frequentano. Ci sono molti che, come Zaccheo e questa donna, attendono in fondo alla folla. Seguire l’esempio del Salvatore vuol dire andare a cercarli.15 Pregate e discutete assieme mentre cercate l’ispirazione per sapere come aiutare un maggior numero di giovani a conoscere il Salvatore e i Suoi insegnamenti. L’impegno che dedichiamo a far sì che i giovani si iscrivano ai corsi e li completino, dovrebbe essere una priorità e una passione che ci guida nell’opera che compiamo per benedire un maggior numero di figli del Padre Celeste.

“E soprattutto, rivestitevi del vincolo della carità come di un mantello”

Il Signore ha detto al profeta Joseph Smith: “E soprattutto, rivestitevi del vincolo della carità come di un mantello, che è il vincolo della perfezione e della pace”16. Come ci si sente nell’essere rivestiti del vincolo della carità?

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In Giovanni 8 leggiamo di una donna che venne portata nel tempio e presentata a Gesù dai Farisei. Essi dissero al Salvatore:

“Maestro, questa donna è stata còlta in flagrante adulterio.

Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare queste tali; e tu che ne dici?”.

Gesù si chinò e si mise a scrivere in terra, come se non li avesse sentiti. Dato che continuavano a interrogarLo, si alzò e disse: “Chi di voi è senza peccato, scagli il primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, si rimise a scrivere in terra.

I Farisei, sentendosi condannati dalla propria coscienza, se ne andarono uno alla volta. Gesù, rimasto solo con la donna, dolcemente le chiese: “Donna, dove sono que’ tuoi accusatori? Nessuno t’ha condannata?

Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va’ e non peccar più”17.

Nel riflettere su questo evento, pensate a tre delle molte lezioni che possiamo apprendere dall’esempio perfetto del Salvatore.

Primo: l’Espiazione di Gesù Cristo ci permette di imparare dai nostri errori e, grazie al pentimento, di non esserne condannati. Nelle nostre classi ci sono studenti che hanno commesso degli errori. Quando insegniamo con compassione che il Padre in cielo desidera perdonarci e che il pentimento porta gioia,18 aiutiamo gli studenti (e i nostri figli) a credere che l’Espiazione del Salvatore si applica a loro — il che è vero.

E, a proposito, questo consiglio si applica anche a ognuno di noi. Anche noi abbiamo bisogno dell’Espiazione del Salvatore per essere perdonati e guariti. Poi, nel provare personalmente la gioia del pentimento, saremo in grado di ispirare i nostri studenti a volgersi al Salvatore, perché quell’invito scaturirà dal nostro cuore che è mutato.

Secondo: l’amore è ciò che maggiormente ci motiva a voler fare ciò che è giusto. L’anziano Dale G. Renlund ha detto:

“Certo, il Salvatore non condonò l’adulterio, ma neppure condannò la donna. Egli la esortò a ravvedersi. Ella fu motivata a cambiare grazie alla Sua compassione e alla Sua misericordia. La traduzione di Joseph Smith della Bibbia attesta che, a seguito di questo episodio, la donna diventò una discepola del Salvatore: ‘E la donna da quell’ora glorificò Iddio e credette nel suo nome’[Giovanni 8:11, nota a piè di pagina c nella versione in lingua inglese della Bibbia [KJV] della Chiesa]”19.

Quali insegnanti, o genitori, possiamo essere tentati a trattenere le necessarie espressioni di affetto, perché ci preoccupiamo che possano venire scambiate con lo scusare il peccato o col condonare la condotta sbagliata. I nostri studenti e i nostri figli di solito sanno già cosa proviamo per il Signore e i Suoi comandamenti. Spesso, quello di cui hanno bisogno è la rassicurazione che sono amati e apprezzati. L’amore e la speranza che questa donna deve aver provato nel venire benedetta dal “vincolo della carità” del Salvatore è ciò che noi speriamo che tutti i nostri studenti provino nel conoscere Lui e il Suo vangelo.

Terzo: il Salvatore ha amato e ama la dottrina del Padre, ma non l’ha mai usata come una mazza. I Farisei conoscevano bene e si appellavano alla legge di Mosè, citando la legge e le sue conseguenze. Ma Colui che aveva dato la legge, la cui missione era di “fasciare quelli che hanno il cuore rotto [e] proclamare la libertà a quelli sono in cattività”20, scelse invece di estendere misericordia. Egli protesse la donna dalle mani e dai cuori accusatori dei Farisei, fornendo loro un’opportunità di necessaria autoriflessione per acquisire consapevolezza del proprio bisogno di cambiare.

A volte ci sono stati studenti e insegnanti che hanno usato la dottrina in modo da invitare uno spirito di accusa e di condanna. Piuttosto che incoraggiare e confortare, questo approccio può sminuire e perfino distruggere. Seguire l’esempio del Maestro vuol dire insegnare in un modo che porti speranza e guarisca chi ha il cuore spezzato.

Oltre che a causa del peccato, un cuore spezzato può essere dovuto a molte circostanze diverse. Molti studenti hanno avuto delle situazioni difficili, o addirittura traumatiche, che hanno lasciato in loro il dubbio se sono amati e apprezzati. Alcuni hanno problemi di ansia o di perfezionismo che li porta a sentirsi condannati, invece che a provare speranza. Altri si sentono scartati perché affrontano tentazioni o sono messi alla prova per via della propria identità sessuale, si sentono intrappolati e sono preoccupati di non avere un posto o un futuro nella Chiesa restaurata di Gesù Cristo.

Da insegnanti, dobbiamo cercare di capire come possono essere queste esperienze per i nostri studenti. Per esempio, uno studente ha espresso questi sentimenti in merito alla sua esperienza al Seminario: “Il comandamento dice di amare il prossimo, ma sembra che le persone pensino che dica di amare il prossimo a meno che non sia gay. Il messaggio che ne risulta è che quella è la cosa peggiore, e questo mi spinge a chiedermi: ‘Come posso avere autostima e come farà il Padre Celeste ad amarmi?’”.

Quali che siano le prove che gli studenti stanno affrontando, noi dobbiamo ascoltarli per comprenderli e per comunicare empatia e amore sinceri. Dobbiamo favorire delle classi in cui le domande sono ben accette e dove le questioni vengono discusse con rispetto e riguardo. Dobbiamo insegnare la verità in modo chiaro e aiutare ogni studente a rendersi conto della propria identità eterna di figli di genitori celesti che li amano.21 Dobbiamo aiutare gli studenti a sapere che non sono soli. Mostrare loro più amore e comprensione inviterà lo Spirito Santo, migliorerà l’apprendimento e guarirà i cuori infranti.22

Il presidente Dallin H. Oaks ha insegnato:

“Abbiamo il dovere di ‘portare i fardelli gli uni degli altri, affinché possano essere leggeri’ [Mosia18:8]. Anche se non possiamo cambiare la dottrina del Signore, vogliamo che i nostri membri e le nostre procedure abbiano rispetto di coloro che combattono le battaglie della vita terrena”. Egli ha anche detto che “gli sforzi dei nostri membri per mostrare maggior comprensione, compassione e amore dovrebbe far crescere il rispetto e la comprensione [e] ridurre l’odio e la contesa, oggi tanto comuni. […] Questo è sicuramente il nostro desiderio e cerchiamo l’aiuto dei nostri membri e di altre persone per realizzarlo”23.

È essenziale che ogni insegnante comprenda la dottrina, sappia cosa dicono oggi i profeti del Signore riguardo a questi argomenti e sappia come rispondere in modi utili e compassionevoli.24 Noi siamo profondamente impegnati a fare dei progressi in questi campi e vi forniremo maggiori addestramenti e risorse.

Se ci sono momenti in cui vengono dette, da voi o dagli studenti, cose che fanno sentire qualcuno indesiderato, pregherete per avere la forza e l’intendimento per sapere cosa fare per abbassare le mani accusatrici? Aiutate gli studenti a ricordare che tutti noi stiamo crescendo e abbiamo bisogno della misericordia del Salvatore. Lucifero era noto come l’Accusatore, che ci “accusava dinanzi all’Iddio nostro, giorno e notte”25. Facendo un confronto, le mani, le braccia e l’amore del Signore sono ancora tese.

Un’altra caratteristica dell’amore divino è il desiderio del nostro Padre Celeste che noi diventiamo come Lui e che riceviamo tutte le benedizioni che Egli ha preparato per i Suoi figli.

Il nostro Padre Celeste è un Dio di grandi aspettative

L’anziano D. Todd Christofferson ha detto: “Il nostro Padre Celeste è un Dio di grandi aspettative”26. Egli non si arrende con noi. Egli ha pazienza con noi quando vacilliamo, ha speranza per noi quando miglioriamo e sopporta pazientemente mentre cresciamo. Anche l’insegnante che ama i suoi studenti ha grandi aspettative e si preoccupa più del loro progresso eterno che di come è andata la lezione di oggi o di quanto possa piacere ai suoi studenti.

Gesù si interessava profondamente del progresso dei Suoi seguaci.

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Per esempio, Gesù vedeva in Pietro quello che Pietro non riusciva a vedere in se stesso. Egli invitò Pietro ad agire con fede; e quando Pietro vacillava, Il Salvatore lo sosteneva, concentrato sempre su chi Pietro sarebbe alla fine diventato.

Avere delle grandi aspettative ispirerà gli studenti ad agire con fede, permettendo loro di ricevere le benedizioni promesse dal Signore. L’anziano Neil L. Andersen ha insegnato che quando dirigiamo e insegniamo senza amore e con poche aspettative, promuoviamo la ribellione. Grandi aspettative senza amore incoraggiano la devianza. Molto amore con poche aspettative crea un sentimento di fraternità ma poco progresso. Invece, molto amore e grandi aspettative portano miracoli.27 Questo è il tipo di amore che ha il Salvatore e che dobbiamo avere noi se vogliamo fare una differenza nella vita dei nostri studenti.

Quando chiedo agli studenti di Seminario e d’Istituto quali benedizioni hanno ricevuto grazie all’amore del loro insegnante, rispondono subito pieni di gratitudine. Questi sono solo alcuni esempi recenti.

Una giovane donna ha detto: “Mi piace entrare nella classe del Seminario e vedere l’insegnante felice e sorridente. Non riesco a descrivere a parole quanto ha fatto per me il suo affetto. Non molto tempo fa mi ha fatto un complimento e sono uscita dall’edificio cercando di non piangere: ha significato tantissimo per me ed ero così felice! Quel semplice complimento ha fatto sì che ogni giorno io fossi entusiasta di venire al Seminario. È il momento più bello della mia giornata. L’affetto del mio insegnante mi ha insegnato ad amare tutti quali figli o figlie di Dio”.

Per parafrasare un altro studente: “La lezione di oggi mi ha cambiato veramente. Ho preso il coraggio di porre una domanda difficile e la mia insegnante mi ha ascoltato attentamente e ha cercato di capire le mie motivazioni. Poi ha preso del tempo per rispondermi. Quello che ha detto mi ha davvero aperto gli occhi su qualcosa che non avevo considerato prima”.

Infine, un giovane ha scritto: “Ho iniziato questo semestre con un atteggiamento negativo. Non mi interessava il Vangelo e non mi interessava di me stesso; di certo non ero felice. Ho detto ai miei genitori che volevo smettere di andare al Seminario. Poi, sono andato alla lezione. Il mio insegnante conosceva il mio nome anche se non ero mai andato prima. Lo spirito presente in classe ha migliorato la mia giornata e la vita ha cominciato ad andare meglio. Ho cambiato le mie abitudini, ho cominciato ad andare più spesso in chiesa, a leggere le Scritture e ho cominciare a riflettere. Grazie al suo affetto per noi, al suo amore per il Vangelo e alla luce di Cristo che ho visto in lui, ho ricercato quella luce e quell’amore. Mi diplomerò al Seminario, servirò una missione e un giorno mi sposerò al tempio grazie al fatto che il mio insegnante ha invitato lo Spirito e ha insegnato avendo tutti i giorno lo Spirito come compagno”.

In conclusione, voglio esprimere il mio apprezzamento per il Signore e per voi. Sono grato per l’amore onnicomprensivo e immediato del Signore. Sono grato per la Sua pazienza mentre io cerco di imparare proprio quelle lezioni di cui abbiamo parlato oggi. Il Suo amore e la Sua compassione fanno nascere in me il desiderio di essere migliore. E voglio che sappiate quanto vi amiamo. Riconosciamo il vostro infaticabile servizio rivolto a coloro a cui insegnate e di cui vi prendete cura. Sappiamo quanto pregate per loro, il dolore che provate quando soffrono e quanto gioite per i loro successi. Sappiamo che avete i vostri problemi e che vi affidate quotidianamente al Signore affinché voi e la vostra famiglia riceviate la forza. Ci auguriamo che sappiate che noi preghiamo per voi e che vi amiamo.

Aiutate tutti gli studenti a conoscere e ad amare il Salvatore aiutandoli a vederLo nel loro studio delle Scritture e in voi. Prego che saremo semplicemente gentili, vedendo degli individui e non dei problemi; che ci daremo da fare per benedire sempre più figli del Padre Celeste; che abbasseremo le mani accusatrici e aiuteremo tutti a sentire di avere un posto e un futuro nella Chiesa del Signore; che incoraggeremo i nostri studenti a seguire gli insegnamenti del Salvatore per tutta la vita quali discepoli di Gesù Cristo, rimanendo sul sentiero dell’alleanza per poter ricevere tutte le benedizioni che il nostro Padre Celeste ha in serbo per loro. Aiutiamoli a sentire l’amore del nostro Padre Celeste e di Suo Figlio Gesù Cristo, e a confidare in questo amore. E non dimenticate mai che “l’immagine di Cristo [può] essere scolpita sui vostri volti. E ai fini pratici, in quella classe, in quel momento, con quell’espressione e quell’ispirazione, voi siete Lui e Lui è voi”28.

Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Vedere Chad H Webb, “Noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo” (discorso tenuto durante la trasmissione annuale di addestramento del Sistema Educativo della Chiesa, 12 giugno 2018).

  2. Vedere Kim B. Clark, “Imparate da me” [serata con un’Autorità generale, 26 gennaio 2018].

  3. Boyd K. Packer, “The Ideal Teacher” (discorso tenuto agli insegnanti del Seminario e dell’Istituto il 28 giugno 1962), 5–6.

  4. 1 Corinzi 13:2.

  5. 1 Corinzi 13:1.

  6. 1 Corinzi 13:4.

  7. Luca 19:5–6; vedere Luca 19:1–6.

  8. Jeffrey R. Holland, “L’insegnamento e l’apprendimento nella Chiesa”, Liahona, giugno 2007, 70.

  9. Corrispondenza privata.

  10. Moroni 7:48.

  11. Henry B. Eyring, “Il Libro di Mormon cambierà la vostra vita”, Liahona, febbraio 2004, 18.

  12. Marco 5:32; enfasi aggiunta.

  13. Marco 5:34.

  14. “Non lasciate mai che un problema da risolvere diventi più importante di una persona da amare” (Thomas S. Monson, “Trovar gioia nel viaggio”, Liahona, novembre 2008, 86).

  15. Vedere Giovanni 9:1–38.

  16. Dottrina e Alleanze 88:125, enfasi aggiunta.

  17. Giovanni 8:1–11.

  18. “Fin troppe persone considerano il pentimento come una punizione, qualcosa che deve essere evitato tranne che nelle circostanze più gravi, ma questa sensazione di essere penalizzati deriva da Satana. Egli cerca di impedirci di guardare a Gesù Cristo, che sta a braccia aperte con la speranza e l’intenzione di guarirci, perdonarci, mondarci, rafforzarci, purificarci e santificarci. […]

    Niente è più liberatorio, nobilitante o importante per il nostro progresso eterno del concentrarsi regolarmente e quotidianamente sul pentimento. Il pentimento non è un evento; è un processo. È la chiave per la felicità e per la pace mentale. Quando è accompagnato dalla fede, il pentimento ci dà accesso al potere dell’Espiazione di Gesù Cristo” (Russell M. Nelson, “Possiamo fare meglio ed essere migliori”, Liahona, maggio 2019, 67).

  19. Dale G. Renlund, “Il nostro Buon Pastore”, Liahona, maggio 2017, 30.

  20. Isaia 61:1.

  21. Vedere “La famiglia – Un proclama al mondo, Liahona, maggio 2017, 145.

  22. Degli studiosi della Brigham Young University hanno individuato dei docenti che hanno ottenuto punteggi molto alti nei questionari volti a determinare la loro influenza nel rafforzamento spirituale e nella stimolazione intellettuale degli studenti. Hanno chiesto ai professori di dire nello specifico come insegnavano e interagivano con gli studenti. In base alle risposte dei docenti, gli studiosi hanno creato un questionario di quindici domande. Poi hanno distribuito quel questionario a un gran numero di studenti, chiedendo loro di indicare quali comportamenti degli insegnanti li aiutavano maggiormente a rafforzare la loro spiritualità e ad essere maggiormente stimolati a livello intellettuale. Secondo il questionario, gli studenti hanno indicato che il primo fattore nel raggiungere questi risultati era un insegnante “che dimostrava di credere nel potenziale degli studenti”. Il sesto fattore più importante era un insegnante “che provava ed esprimeva preoccupazione ed empatia per gli studenti”. Per maggiori informazioni riguardo questo questionario, vedere Alan L. Wilkins e A. Jane Birch, “Spiritually Strengthening and Intellectually Enlarging Faculty: What Students Want”, Perspective, primavera 2017, 30–37.

  23. First Presidency Shares Messages from General Conference Leadership Session”, 4 aprile 2019, mormonnewsroom.org.

  24. Vedere Ronald A. Rasband, “Gesù Cristo è la risposta” (Una serata con un’Autorità generale, 8 febbraio 2019); “Suicide – Instructions for Inservice Leaders”. Il sito web della Chiesa “Hope and Help” offre delle risorse per aiutare gli insegnanti ad affrontare diversi argomenti, tra cui: abusi; dipendenza; pornografia; morte, lutto e perdita; disabilità; divorzio; salute emotiva e mentale; membri della Chiesa e l’attrazione verso persone dello stesso sesso; gravidanze al di fuori del matrimonio; suicidio.

  25. Apocalisse 12:10.

  26. D. Todd Christofferson, “Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo”, Liahona, maggio 2011, 97.

  27. Vedere Neil L. Andersen, “The Faith to Find and Baptize Converts” (seminario per i nuovi presidenti di missione, 25 giugno 2016).

  28. Boyd K. Packer, “The Ideal Teacher”, 6.

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