Fratelli in bicicletta
Questa storia è accaduta a Gauteng, in Sudafrica. Grazie, Zamu S., per averla raccontata!
Zamu non aveva voglia di giocare, ma voleva creare ricordi con Zinathi.
“Ho una famiglia che ogni dì mi dona tanto amor e voglio che restiamo insieme per l’eternità” (Inni, 189).
Zamu attraversò a tutta velocità il giardino sulla sua bici blu. Il suo fratellino di due anni, Zinathi, gli stava dietro con il suo piccolo scooter rosso.
“Forza, ripartiamo!”, disse Zamu quando raggiunsero il limite del giardino. Fece inversione e pedalò quanto più velocemente possibile nella direzione opposta. Il vento gli sferzava il viso.
“Zamu e Zinathi!”, gridò Zamu.
Zinathi rise. Insieme a Zami urlò:
“Zamu e Zinathi! Zamu e Zinathi!”.
Corsero da una parte all’altra del giardino, avanti e indietro, fino a quando le gambe di Zamu non furono troppo stanche per pedalare ancora.
“Facciamo una pausa”, disse Zamu ansimando.
“Venite qui e riposatevi”, disse il papà dal trampolino.
Zamu posò la sua bici e prese per mano Zinathi. Aiutò il fratellino a salire sul trampolino. Poi salì anche lui e si sedette accanto al papà.
“Vi stavate divertendo?”, chiese il papà.
“Sì!”, disse Zinathi.
Zamu si sdraiò sul trampolino sospirando. Il cielo sopra di lui era di un blu brillante e il sole era caldo sulla sua pelle.
“È una giornata bellissima, non è vero?”, disse il papà.
Zamu annuì. Chiuse gli occhi e ascoltò gli uccelli cantare mentre il papà parlava con Zinathi. Stava per addormentarsi.
“Zamu”.
Aprì gli occhi. Zinathi era chinato su di lui.
“Che c’è?”, chiese Zamu.
“Andiamo!”. Zinathi indicò il suo piccolo scooter.
“Non ora. Sto riposando”.
La boccuccia di Zinathi s’imbronciò.
“Mi dispiace”, disse Zamu, “sono troppo stanco”.
Zinathi tirò Zamu per il braccio. “Andiamo!”.
“No! Ho già giocato con te!”.
“Zamu”, disse il papà.
Zamu lo guardò.
“Un giorno, quando sarà più grande, Zinathi ricorderà come giocavate insieme. I ricordi che stai creando adesso vivranno nel suo cuore”.
Zamu guardò nei grandi occhi marroni del suo fratellino.
“Per favore”, disse Zinathi.
Zamu non aveva ancora voglia di giocare, però voleva creare ricordi con Zinathi.
Sorrise. “D’accordo”.
Il volto di Zinathi s’illuminò: “Evviva!”.
Zamu saltò giù dal trampolino e aiutò Zinathi a risalire sul suo piccolo scooter. Poi rimontò in sella alla sua bici.
“Sei pronto?”, chiese.
“Sì!”.
Scorrazzarono insieme nel giardino. “Zamu and Zinathi!”, gridarono ancora.
Zamu era ancora stanco, ma era una stanchezza felice. Sentiva le gambe forti mentre pedalava dietro a Zithani.“Spero che Zinathi se ne ricorderà”, pensò. “Io me ne ricorderò per sempre”.