1990–1999
Lo splendente mattino del perdono
Ottobre 1995


Lo splendente mattino del perdono

Salvo per quei pochi che disertano andando in perdizione … non c’è abitudine, vizio, ribellione, trasgressione, apostasia o crimine che sia escluso dalla promessa del completo perdono.

Nell’aprile 1847 Brigham Young si mise alla guida del primo gruppo di pionieri partiti da Winter Quarters. Nello stesso momento, duemilaseicento chilometri a ovest, i miseri sopravvissuti della caravana guidata da Donner si trascinavano giù per i fianchi delle montagne della Sierra Nevada per raggiungere la Valle di Sacramento.

Avevano trascorso un rigido inverno, intrappolati dalla neve poco sotto il passo. Il fatto che fossero sopravvissuti per giorni, settimane e mesi senza cibo, tra sofferenze indescrivibili, è quasi incredibile.

Tra loro c’era un ragazzo quindicenne, John Breen. La notte del 24 aprile arrivò alla Fattoria di Johnson. Molti anni dopo egli scrisse:

«Fu molto dopo il calar della notte che arrivammo alla Fattoria di Johnson, così la prima volta che la vidi erano le prime ore del mattino dopo. Il tempo era bello, il terreno era ricoperto di erba verde, gli uccelli cantavano dalle cime degli alberi e il viaggio era giunto alla fine. Non riuscivo a credere di essere ancora vivo.

La scena che vidi quella mattina sembra incisa nella mia mente. La maggior parte degli episodi che accaddero sono scomparsi dalla mia memoria, ma posso sempre vedere l’accampamento vicino alla Fattoria di Johnson».1

All’inizio rimasi stupefatto dalla dichiarazione: «La maggior parte degli episodi che accaddero sono scomparsi dalla mia memoria». Come potevano lunghi mesi di incredibili sofferenze e di dolore essere scomparsi dalla sua mente? Come poteva il ricordo di quel brutale e oscuro inverno essere sostituito dalla visione di uno splendido mattino?

Ma riflettendo più a lungo non mi sentii più stupito. Ho visto qualcosa di simile accadere a persone che conosco. Ho visto una di loro, che ha passato un lungo inverno di colpe e di fame spirituale, emergere nel mattino del perdono.

Quando venne il mattino essi sapevano questo:

«Ecco, colui che si è pentito dei suoi peccati è perdonato, ed Io, il Signore, non li rammento più».2

«Io, io son quegli che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni, e non mi ricorderò più dei tuoi peccati».3

«Io perdonerò la loro iniquità, e non mi ricorderò più del loro peccato».4

«Poiché avrò misericordia delle loro iniquità, e non mi ricorderò più dei loro peccati».5

Quando il profeta Alma era giovane, per molto tempo fu straziato indicibilmente e tormentato da tutti i suoi peccati.6

Egli pensò anche: «Oh … se potessi essere bandito e spegnermi, anima e corpo».7

Ma la sua mente si soffermò su un pensiero. Quando nutrì questo pensiero e lo mise in pratica, venne il mattino del perdono, ed egli disse:

«Non fui più straziato dal ricordo dei miei peccati.

E che gioia, che luce meravigliosa vidi! Sì, la mia anima fu riempita da una gioia altrettanto immensa, quanto era stato grande il mio dolore!»8

Riceviamo lettere da persone che hanno commesso tragici errori. Ci chiedono: «Potrò mai essere perdonato?»

La risposta è «sì!»

Il Vangelo insegna che si può ottenere sollievo dal tormento e dalla colpa tramite il pentimento. Salvo per quei pochi che disertano andando in perdizione dopo aver conosciuto la pienezza della verità, non c’è abitudine, non c’è vizio, ribellione, trasgressione, offesa che sia esclusa dalla promessa del completo perdono.

«Eppoi venite, e discutiamo assieme, dice l’Eterno; quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana». Se, dice Isaia, «siete disposti a ubbidire».9

Anche la grazia di Dio nelle Scritture si ottiene soltanto «dopo aver fatto noi stessi tutto il possibile».10

Potete dire a voi stessi che le vostre trasgressioni non sono illegali. Ciò non funziona; né funzionerà la ribellione, né l’ira, né cercare di placare la vostra coscienza scherzandoci sopra. Non potete farlo. E non dovete farlo.

C’è una via che riporta indietro. Non vi servirebbe a nulla se, per non offendere il vostro amor proprio, evitassi di parlarvi della parte difficile.

John Breen non arrivò alla Fattoria di Johnson quel glorioso mattino limitandosi a desiderare di farlo. Egli si trascinò con i piedi e con le mani per superare il valico, soffrendo a ogni passo. Ma quando si rese conto che sarebbe sopravvissuto e avrebbe visto la fine delle sue sofferenze, sicuramente non si lamentò delle difficoltà che lo aspettavano. Ed ebbe un sostegno nella discesa; fu aiutato dai suoi soccorritori.

Quando un peccato è lieve, una cosa da nulla come chiedere scusa soddisfa la legge. La maggior parte degli errori possono essere risolti tra noi e il Signore, e questo si deve fare rapidamente.11 È necessario confessare a Lui, e ovviamente si deve riparare per quanto è possibile.

Se abbiamo il sincero pentimento come schema di vita, misurato dalla nostra disponibilità a confessare e abbandonare i nostri peccati,12 il Signore ha promesso che possiamo sempre ottenere la remissione dei nostri peccati.13

Alma disse brutalmente al figlio traviato che «l’uomo non potrebbe far penitenza se non vi fosse una punizione».14

La punizione per la maggior parte di noi può consistere nel tormento che infliggiamo a noi stessi. Può essere la mancanza di privilegi o di progresso.15 Siamo puniti dai nostri peccati, non per essi. Vi sono alcune trasgressioni che richiedono azioni disciplinari per conoscere il sollievo che viene insieme al mattino del perdono. Se i vostri errori sono stati gravi, rivolgetevi al vostro vescovo. Come i soccorritori che portarono John Breen giù dalla montagna, i vescovi possono guidarvi lungo le tappe necessarie per ricevere il perdono per quanto concerne la Chiesa. Ognuno di noi deve adoperarsi personalmente per ottenere il perdono dal Signore.

Per ottenere il perdono è necessario effettuare una riparazione. Ciò significa che dovete restituire quello che avete preso e alleviare il dolore di coloro che avete ferito.

Ma qualche volta non potete restituire quello che avete preso perché non l’avete da dare. Se avete causato a qualcuno un dolore insostenibile – se, per esempio, avete contaminato la virtù di una persona – non è in vostro potere fare una restituzione.

Vi sono occasioni in cui non potete riparare quello che avete rotto. Forse l’offesa è stata fatta tanto tempo fa, o la persona ferita rifiuta la vostra penitenza. Forse il danno è stato tanto grande che non potete porvi riparo, a prescindere da quanto disperatamente desiderate farlo.

Il vostro pentimento non può essere accettato se non vi è una restituzione. Se non potete disfare quello che avete fatto, siete in trappola. È facile capire quanto vi sentite impotenti e inermi, e perché potete desiderare di rinunciare, proprio come fece Alma.

Il pensiero che venne in soccorso di Alma, quando decise di agire, è questo: riparare quello che non si può riparare, guarire la ferite che non siete in grado di guarire, aggiustare quello che avete rotto e non riuscite ad aggiustare è proprio l’obiettivo dell’espiazione di Cristo.

Quando il vostro desiderio è sincero e siete disposti a pagare «fino all’ultimo quattrino»,16 l’applicazione della legge della restituzione è sospesa. Il Signore si assume i vostri obblighi; Egli sistemerà le vostre pendenze.

Ripeto, salvo per quei pochi che disertano andando in perdizione, non c’è abitudine, non c’è vizio, ribellione, trasgressione, offesa che sia esclusa dalla promessa del completo perdono. Questa è la promessa dell’espiazione di Cristo.

Come sia possibile riparare a tutto, noi non lo sappiamo. Forse ciò non potrà avvenire in questa vita. Sappiamo dalle visioni e dalle apparizioni che i servi del Signore continuano il lavoro di redenzione dall’altra parte del velo.17

Questa conoscenza deve essere una consolazione per l’innocente come per il colpevole. Penso ai genitori che soffrono in modo indescrivibile per gli errori dei loro figli traviati e stanno perdendo la speranza.

Alcuni fedeli si chiedono perché i loro dirigenti del sacerdozio non li accettano così come sono e non si limitano a confortarli con quello che essi chiamano il puro amore di Cristo.

Il puro amore cristiano, l’amore di Cristo, non implica l’approvazione di ogni genere di condotta. Sicuramente le normali esperienze dei genitori insegnano che una persona può essere piena di amore per un’altra, e tuttavia non riuscire ad approvare una condotta indegna.

Non possiamo, come chiesa, approvare una condotta indegna o accettare nel gregge a pieno diritto le persone che vivono e predicano norme che sono in netta violazione di quello che il Signore richiede ai Santi degli Ultimi Giorni.

Se noi per compassione dovessimo approvare una condotta indegna, potremmo dare un immediato conforto a qualcuno, ma nel tempo non faremmo nulla per la loro felicità.18

Nel più dolce sermone contenuto nelle rivelazioni sulla bontà, longanimità, gentilezza, mansuetudine e amore sincero il Signore esorta ognuno di noi a rimproverare «immediatamente con severità, quando ispirato dallo Spirito Santo; ed in seguito mostrando un sovrappiù di amore verso colui che avrai ripreso».19

Il Signore ci dà modo di pagare i debiti che abbiamo contratto con Lui. In un certo senso possiamo anche noi partecipare all’espiazione. Quando siamo disposti a ridare agli altri quello che non abbiamo preso, a guarire ferite che non abbiamo inflitto, a pagare un debito che non abbiamo contratto, emuliamo la Sua parte nell’Espiazione.

Tante persone vivono sotto il peso delle colpe che le accusano quando il sollievo è a portata di mano. Troppi sono come quella emigrante che aveva sudato e risparmiato a costo di grandi sacrifici sino a quando, dopo aver venduto tutti i suoi beni, acquistò un biglietto di terza classe per l’America.

Ella usò con parsimonia le magre provviste che era riuscita a portare con sé. Nonostante ciò le provviste finirono già all’inizio del viaggio. Quando gli altri andavano a mangiare ella rimaneva sotto coperta, decisa a sopportare ogni avversità. Infine, l’ultimo giorno di navigazione, pensò di doversi concedere un pasto per riacquistare un po’ di forza per il viaggio che doveva ancora compiere. Quando chiese quanto le sarebbe costato un pasto, le fu detto che tutti i pasti erano compresi nel prezzo del biglietto.

Il grande mattino del perdono può non sorgere tutto in una volta. Non rinunciate se all’inizio fallite. Spesso la parte più difficile del pentimento è perdonare voi stessi. Lo scoraggiamento fa parte della prova. Non rinunciate. Quel mattino splendente verrà.

Allora «la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza» entrerà di nuovo nella vostra vita.20 Allora voi, come Lui, non ricorderete più i vostri peccati. Come lo saprete? Lo saprete!21

Alcuni anni fa mi trovavo a Washington insieme al presidente Harold B. Lee. Un mattino presto mi invitò nella sua stanza d’albergo. Sedeva in vestaglia intento a leggere Dottrina evangelica del presidente Joseph Fielding Smith. Mi disse: «Ascolta questo:

‹Gesù non aveva finito la Sua opera quando il Suo corpo fu ucciso, e neppure la terminò dopo la Sua risurrezione. Egli, sebbene avesse raggiunto lo scopo per cui era venuto sulla terra, non ultimò tutta la Sua opera. Quando la completerà? Non certo prima che abbia redento e salvato ogni figlio e figlia del padre nostro Adamo, nati o che nasceranno su questa terra fino alla fine del tempo, ad eccezione dei figli di perdizione. Questa è la Sua missione. Noi non porteremo a termine la nostra opera finché non avremo salvato noi stessi, e dopo finché non avremo salvato tutti coloro che da noi dipendono, perché dobbiamo diventare salvatori sul Monte Sion, come Cristo. Noi siamo chiamati a questa missione›».22

«Uno spirito non è mai troppo vecchio per avvicinarsi a Dio», spiegò il profeta Joseph Smith. «Tutti possono ottenere la misericordia che perdona, a meno che non si sia commesso il peccato imperdonabile».23

E quindi noi preghiamo, digiuniamo, Lo imploriamo. Noi amiamo anche coloro che si allontanano dalla Chiesa, e non perdiamo mai e poi mai la speranza che ritornino.

Porto testimonianza di Cristo e del potere della Sua espiazione. E so che la Sua ira si accende contro gli empi; essi si pentono; l’ira si distoglie; essi tornano a Lui ed Egli dà loro la vita. Quindi «la sera alberga da noi il pianto; ma la mattina viene il giubilo».24

Nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9

  1. John Breen, «Pioneer Memoirs», opera non pubblicata, citata in «The Americanization of Utah», trasmissione televisiva della BBS.

  2. DeA 58:42.

  3. Isaia 43:25.

  4. Geremia 31:34.

  5. Ebrei 8:12; vedi anche Ebrei 10:17.

  6. Alma 36:12; corsivo dell’autore.

  7. Alma 36:15; corsivo dell’autore.

  8. Alma 36:19–20.

  9. Isaia 1:18–19.

  10. 2 Nefi 25:23.

  11. Vedi DeA 109:21.

  12. DeA 58:43; vedi anche Ezechiele 8:21–24, 31–32.

  13. Mosia 4:12; corsivo dell’autore.

  14. Alma 42:16.

  15. Il perdono alla fine sarà concesso a tutte le anime pentite che non hanno commesso il peccato imperdonabile (vedi Matteo 12:31). Il perdono tuttavia non ci assicura automaticamente l’esaltazione, come nel caso di Davide (vedi DeA 132:38–39; vedi anche Salmi 16:10; Atti 2:25–27; Insegnamenti del profeta Joseph Smith, pag. 269).

  16. Matteo 5:25–26.

  17. Vedi DeA 138.

  18. Insegnamenti del profeta Joseph Smith, pagg. 201–202.

  19. DeA 121:43.

  20. Filippesi 4:7.

  21. Vedi Mosia 4:1–3.

  22. Joseph F. Smith, Dottrina evangelica, pagg. 395–396; corsivo dell’autore.

  23. Insegnamenti del profeta Joseph Smith, pag. 149; corsivo dell’autore.

  24. Salmi 30:5; vedi anche DeA 61:20.