Il nostro esempio perfetto
Il messaggio del vangelo restaurato di Gesù Cristo è che possiamo e dobbiamo diventare migliori per tutta la vita.
Mi sento benedetto di avere la possibilità di parlarvi questa domenica. Benché siamo diversi per circostanze ed esperienze, abbiamo lo stesso desiderio di diventare persone migliori. Potrebbe esserci qualcuno che, a torto, pensa di essere abbastanza perfetto e qualcuno che invece ha smesso di provare a essere migliore. Ma per tutti, il messaggio del vangelo restaurato di Gesù Cristo è che possiamo e dobbiamo diventare migliori per tutta la vita.
Parte di questa aspettativa è dichiarata in una rivelazione data da Dio al profeta Joseph Smith. Descrive il giorno in cui incontreremo il Salvatore, come dovremo fare tutti. Ci dice cosa fare per prepararci e cosa aspettarci.
Si trova nel Libro di Moroni: «Pertanto, miei diletti fratelli, pregate il Padre con tutta la forza del vostro cuore, per poter essere riempiti di questo amore, che egli ha conferito a tutti coloro che sono veri seguaci di Suo Figlio Gesù Cristo, affinché possiate diventare figli di Dio; cosicché, quando apparirà, saremo simili a Lui, poiché lo vedremo come egli è; affinché possiamo avere questa speranza: di poter essere purificati proprio come egli è puro. Amen».1
Questo ci aiuta a capire perché i fedeli santi degli ultimi giorni sono ottimisti riguardo a ciò che ci aspetta, malgrado le difficoltà del tempo presente. Crediamo che vivendo secondo il vangelo di Gesù Cristo possiamo diventare come il Salvatore, che è perfetto. Guardare alle virtù di Gesù Cristo dovrebbe annullare l’orgoglio della persona soddisfatta di sé che pensa di non avere bisogno di migliorare. E persino la persona più umile può ricevere una speranza grazie all’invito di diventare simile al Salvatore.
Il modo in cui avviene questa meravigliosa trasformazione secondo me è descritto in un inno scritto per i bambini. Mi ricordo che una domenica guardavo i volti dei bambini che lo cantavano. Ogni bambino era proteso in avanti, quasi sul bordo della sedia. Potevo vedere la luce dei loro occhi e la determinazione nei loro visi, mentre cantavano con entusiasmo. Forse anche voi avrete già sentito quest’inno. Spero che risuonerà per sempre nella nostra memoria. Mi auguro solo di poter trasmettere lo stesso sentimento che mi trasmisero quei bambini.
Vorrò imitar Gesù seguendo l’esempio Suo.
D’amar proverò ognuno con quel che farò e dirò.
A volte tentato son di sbagliar,
e allor sento piano una voce nel cuor dirmi:
«Ama il prossimo come Gesù,
mostra la tua gentilezza a ciascun;
onesti e fedeli le azioni e i pensier,
Gesù questo un giorno insegnò».2
Mi sembrava che non stessero solo cantando: stavano dichiarando la loro determinazione. Gesù Cristo era il loro esempio. Il loro obiettivo era di essere come Lui. E i loro sguardi e gli occhi luminosi mi convinsero che non avevano alcun dubbio. Erano determinati a farcela. Credevano che l’ingiunzione del Salvatore di essere perfetti non era una speranza, ma un comandamento; ed erano sicuri che Egli avesse preparato la via.
Quella determinazione e quella fiducia possono e devono essere nel cuore di ogni santo degli ultimi giorni. Il Salvatore ha preparato la via con la Sua espiazione e il Suo esempio. Perfino i bambini che cantavano quell’inno lo sapevano.
L’amore è il principio con cui il Signore ci guida lungo la via per diventare come Lui, il nostro esempio perfetto. La nostra vita, ora dopo ora, deve essere colma dell’amore di Dio e di amore per il prossimo. Questo non ci sorprende, in quanto il Signore lo ha proclamato essere il primo e grande comandamento. È l’amore per Dio che ci porta a obbedire ai Suoi comandamenti. E l’amore per gli altri è il fulcro della nostra capacità di obbedirGli.
Proprio come Gesù usò un bambino durante il Suo ministero terreno come esempio del puro amore che dobbiamo e possiamo avere per essere come Lui, così Egli ci ha offerto la famiglia come esempio del luogo ideale in cui possiamo imparare ad amare come ama Lui.
Questo perché le più grandi gioie e i più grandi dolori che proviamo hanno origine nei rapporti familiari. Le gioie derivano dall’anteporre il benessere degli altri al nostro. Questo è amore. E i dolori derivano principalmente dall’egoismo, che è assenza di amore. Il desiderio di Dio per noi è che formiamo delle famiglie che più probabilmente portano alla felicità e lontano dalla sofferenza. Un uomo e una donna devono fare la sacra promessa di mettere il benessere e la felicità dell’altro al centro della loro vita. I figli devono nascere in una famiglia in cui i genitori ritengono le necessità dei figli importanti come le loro; e i figli devono amare i genitori e amarsi l’un l’altro.
Questo è l’ideale di famiglia in cui ci si vuole bene. In molte case compaiono le parole: «La nostra famiglia può stare insieme per sempre». Vicino a dove abito io c’è una lapide di una madre e nonna. Questa donna fu suggellata nel tempio di Dio al marito e alla loro posterità per il tempo e tutta l’eternità. Sulla lapide c’è scritto: «Per favore, non lasciate posti vuoti». Ella richiese quella frase perché sapeva che avere tutta la famiglia unita dipende dalle scelte di ciascun membro della famiglia. «Per favore» è stato scritto perché né Dio né lei possono costringere qualcuno a scegliere la felicità. E poi c’è Satana che vuole che le famiglie siano infelici in questa vita e nella prossima.
La mia speranza oggi è quella di suggerire alcune scelte, che possono sembrare difficili, per accertarvi di esservi qualificati per non avere sedie vuote nella vostra famiglia nel mondo a venire.
Primo, un consiglio ai mariti e alle mogli. Pregate per l’amore che vi permette di vedere il buono nel vostro coniuge. Pregate per l’amore che faccia sembrare piccoli gli errori e le debolezze. Pregate per l’amore che rende vostra la gioia del vostro coniuge. Pregate per l’amore che porta a voler diminuire il carico e addolcire la sofferenza del coniuge.
L’ho visto nel matrimonio dei miei genitori. Nel periodo terminale della malattia di mia madre, più lei stava male, più aumentava il desiderio di mio padre di darle conforto. Chiese all’ospedale che aggiungessero un letto nella sua camera. Era determinato a starle vicino per assicurarsi che non le mancasse nulla. Durante quel periodo difficile, ogni mattina faceva chilometri per andare a piedi al lavoro e tornare da lei la sera per starle accanto. Credo che fu un dono di Dio a mio padre che il suo amore sia cresciuto quando era più necessario per lei. Penso che lui facesse quello che avrebbe fatto Gesù per amore.
Ora un consiglio ai genitori di un figlio traviato. Il Salvatore è l’esempio perfetto di amore tenace. Ricorderete le Sue parole di conforto al popolo nefita che aveva rigettato il Suo precedente invito a venire a Lui. Ai sopravissuti alla distruzione, che avvenne dopo la Sua crocifissione, disse: «O voi, casato d’Israele, che ho risparmiato, quante volte vi raccoglierò come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali, se vi pentirete e tornerete a me, con pieno intento di cuore».3
La storia del figliuol prodigo da speranza a tutti noi. Il figliuol prodigo ricordò la sua casa, proprio come faranno i vostri figli. Sentiranno il vostro amore che li attirerà di nuovo verso di voi. L’anziano Orson F. Whitney, in una conferenza generale del 1929, fece una meravigliosa promessa, che io so essere vera, ai fedeli genitori che onorano il suggellamento ai figli celebrato nel tempio: «Anche se alcune pecorelle possono allontanarsi, l’occhio del Pastore è su di loro, e prima o poi esse sentiranno la mano della Divina Provvidenza che le raggiunge e le riporta nel gregge».
Poi continuò dicendo: «Pregate per i vostri figli negligenti e disobbedienti; teneteli vicini a voi con la vostra fede. Continuate a sperare, ad avere fede, fino a che vedrete la salvezza di Dio».4 Potete pregare per i vostri figli, amarli e aiutarli, avendo fiducia che Gesù li aiuta insieme a voi. Quando continuate a provare, fate quello che fa Gesù.
Ed ora un consiglio ai figli. Il Signore vi ha dato un comandamento con una promessa: «Onora tuo padre e tua madre, affinché possano essere lunghi i tuoi giorni sulla terra che il Signore, tuo Dio ti dà».5 È l’unico dei Dieci Comandamenti con una promessa. Potreste non avere genitori ancora in vita. In alcuni casi potreste pensare che i vostri genitori non meritano onore e rispetto dai loro figli. Potreste persino non averli mai conosciuti. Ma dovete loro la vostra vita. E in ogni caso, anche se la vostra vita non fosse prolungata, la sua qualità sarà migliore semplicemente per il fatto che li ricordate con onore.
Ora mi rivolgo a coloro che hanno adottato un’altra famiglia come se fosse la loro. Ho degli amici che si ricordano dei compleanni dei miei figli meglio di me. Io e mia moglie abbiamo avuto amici che raramente hanno mancato di venirci a trovare o che non si sono ricordati di feste speciali. Spesso sono emozionato quando qualcuno mi chiede: «Come sta la tua famiglia?» e poi aspetta la risposta con una luce negli occhi che mostra il suo affetto. Sono attenti quando inizio a descrivere la vita di ognuno dei miei figli. Il loro affetto mi aiuta a sentire più profondamente l’amore del Salvatore per i miei figli. Nella loro domanda sento che il loro sentimento è quello di Gesù e chiedono quello che avrebbe chiesto Lui.
Per tutti noi può essere difficile vedere in noi stessi un maggior potere di amare e che stiamo diventando più simili al Salvatore, il nostro esempio perfetto. Desidero incoraggiarvi. Avete avuto delle prove che state avanzando nel sentiero che porta a essere più simili a Gesù. Vi aiuterà ricordare che a volte vi siete sentiti come bambini, anche nel mezzo delle preoccupazioni e delle prove. Pensate a quei bambini che cantavano l’inno. Pensate alle volte in cui vi siete sentiti, magari di recente, come quei bambini che cantavano «Vorrò imitar Gesù seguendo l’esempio Suo». Ricorderete che Gesù chiese ai Suoi discepoli di portare a Lui i bambini e disse: «Lasciate i piccoli fanciulli venire a me… perché di tali è il regno di Dio».6 A volte avete sentito la pace di un piccolo bambino puro, quando avete cercato di essere come Gesù.
Potrebbe essere stato al vostro battesimo. Egli non aveva bisogno del battesimo perché era puro. Ma quando voi siete stati battezzati, avete avuto la sensazione di essere puliti, come un bambino. Quando Lui fu battezzato, i cieli si aprirono ed Egli sentì la voce del Suo Padre celeste dire: «Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto».7 Voi non avete sentito la voce, ma avete sentito l’approvazione del Padre celeste per aver fatto ciò che fece anche Gesù.
L’avete sentita in famiglia, quando avete chiesto scusa al vostro coniuge o avete perdonato un figlio per qualche errore o disobbedienza. Quei momenti si verificheranno più spesso, se provate a fare ciò che sapete che farebbe Gesù. Grazie alla Sua espiazione per voi, la vostra obbedienza di fanciullo vi farà sentire l’amore del Salvatore per voi e il vostro amore per Lui. Questo è uno dei doni promessi ai Suoi discepoli fedeli. E questo dono può giungere non solo a voi, ma anche ai cari membri della vostra famiglia. In 3 Nefi viene fatta una promessa: «E tutti i tuoi figlioli saranno istruiti dal Signore; e grande sarà la pace dei tuoi figlioli».8
Spero che oggi uscirete da qui cercando delle occasioni di fare quello che fece Lui e di amare come ama Lui. Posso promettervi che la pace che avete provato da bambini tornerà spesso e rimarrà con voi. La promessa che Egli fece ai Suoi discepoli è reale: «Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà».9
Nessuno di noi è ancora perfetto. Ma possiamo avere la frequente rassicurazione che siamo sulla giusta via. Egli ci guida e ci invita a seguirLo.
Attesto che la via è rappresentata dalla fede in Gesù Cristo, dal battesimo, dal dono dello Spirito Santo e dal perseverare con amore nell’obbedienza ai Suoi comandamenti. Rendo testimonianza che Dio vive e ci ama. Egli ama il Suo diletto Figlio, il Signore Gesù Cristo, che è il nostro esempio perfetto. Joseph Smith fu il profeta della Restaurazione. Vide il Padre e il Figlio. So che è vero. Nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni c’è il potere del sacerdozio per celebrare le ordinanze che ci permettono di diventare migliori e più simili al Salvatore e al Padre celeste. Vi lascio la mia benedizione che possiate sentire la rassicurazione e l’approvazione che avete sentito da piccoli. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.