2010–2019
“Solo in base ai principi della rettitudine”
Aprile 2012


2:3

Solo in base ai principi della rettitudine

I genitori saggi preparano i figli a farcela senza di loro. Man mano che i figli acquisiscono la maturità spirituale necessaria per esercitare il proprio arbitrio in modo adeguato, i genitori forniscono loro opportunità di crescita.

Circa un mese dopo esserci sposati, io e mia moglie stavamo facendo un lungo viaggio in macchina. Guidava lei, mentre io cercavo di rilassarmi. Dico cercavo perché l’autostrada su cui viaggiavamo era famosa per i frequenti controlli sulla velocità e mia moglie a quei tempi aveva una leggera tendenza a spingere sull’acceleratore. Le dissi: “Stai andando troppo veloce. Rallenta”.

La mia neo-sposa, pensò tra sé: “Guido da circa dieci anni e, a parte il mio istruttore di guida, nessuno mi ha mai detto come guidare”. Rispose dunque: “Chi ti dà il diritto di dirmi come devo guidare?”

Francamente, la sua domanda mi impreparato. Così, nel tentativo di indossare la mia nuova responsabilità di marito, dissi: “Non so, per il fatto che sono tuo marito e che ho il sacerdozio”.

Fratelli, un consiglio: se vi trovaste mai nella stessa situazione, ricordate che questa non è la risposta giusta. Sono comunque felice di poter dire che non ho mai più fatto lo stesso errore.

Dottrina e Alleanze spiega che il diritto di usare il sacerdozio nella casa o in qualunque altro luogo è direttamente collegato alla rettitudine della nostra vita: “I poteri del cielo non possono essere controllati né adoperati se non in base ai principi della rettitudine”.1 Poco più avanti afferma che perdiamo questo potere quando esercitiamo “controllo, o dominio, o coercizione sull’anima [degli altri ] con un qualsiasi grado di ingiustizia”.2

Questo passo delle Scritture dice che dobbiamo dirigere in base ai “principi della rettitudine”. Tali principi si applicano a tutti i dirigenti nella Chiesa così come a tutti i padri e a tutte le madri nella propria casa.3 Perdiamo il nostro diritto ad avere lo Spirito del Signore e qualunque autorità riceviamo da Dio quando esercitiamo controllo su un’altra persona in maniera ingiusta.4 Potremmo pensare che metodi come questi sono per il bene della persona “controllata”, ma ogni volta che cerchiamo di costringere alla rettitudine qualcuno che potrebbe e dovrebbe esercitare il proprio arbitrio morale, agiamo con ingiustizia. Quando è necessario porre dei limiti fermi a un’altra persona, tali limiti devono sempre essere amministrati con amorevole pazienza e in un modo che insegni i principi eterni.

Semplicemente non possiamo forzare gli altri a fare la cosa giusta. Le Scritture chiariscono che non è il modo che usa Dio. La coercizione provoca il risentimento. Trasmette diffidenza e fa sentire incapaci. Si distruggono delle opportunità di apprendimento quando la persona che ha il controllo presume, con orgoglio, di avere tutte le risposte giuste per gli altri. Le Scritture dicono che “è nella natura e nella disposizione di quasi tutti gli uomini” di esercitare tale “dominio ingiusto”5 quindi dovremmo sapere che è una trappola in cui possiamo cadere facilmente. Anche le donne possono esercitare un dominio ingiusto, sebbene le Scritture individuino il problema soprattutto negli uomini.

Il dominio ingiusto è spesso accompagnato dalla critica costante e dal rifiuto di dare approvazione o amore. Coloro che si trovano dalla parte più debole sentono di non riuscire mai a soddisfare dirigenti o genitori del genere e non si sentono mai all’altezza. I genitori saggi devono saper valutare quando i figli sono pronti a esercitare il proprio arbitrio in merito a una particolare area della loro vita. Se i genitori tengono per sé tutto il potere decisionale e lo considerano un proprio “diritto”, limitano seriamente la crescita e lo sviluppo dei loro figli.

I figli sono in casa nostra per un periodo di tempo limitato. Se aspettiamo che se ne vadano di casa per passare loro le briglie del loro arbitrio morale, abbiamo aspettato troppo a lungo. Non svilupperanno improvvisamente la capacità di prendere decisioni sagge se non sono mai stati liberi di prendere decisioni importanti quand’erano ancora a casa con noi. Figli così, spesso, si ribellano a una tale coercizione o sono menomati dalla loro incapacità di prendere decisioni autonome.

I genitori saggi preparano i figli a farcela senza di loro. Man mano che i figli acquisiscono la maturità spirituale necessaria per esercitare il proprio arbitrio in modo adeguato, i genitori forniscono loro opportunità di crescita. E certamente questo significa che i figli a volte faranno degli errori e impareranno da questi.

La nostra famiglia ha avuto un’esperienza che ci ha insegnato come aiutare i figli a sviluppare la propria abilità di fare delle scelte. Nostra figlia Mary era una stella emergente del calcio. Un anno la sua squadra arrivò in finale e, come immaginerete, quella partita si sarebbe tenuta di domenica. Giunta ormai all’adolescenza, a Mary era stato insegnato per anni che la domenica è un giorno di riposo e di rigenerazione spirituale, non di divertimento, ciononostante lei sentiva la pressione degli allenatori e delle compagne di squadra, così come il desiderio di non deludere la squadra.

Ci chiese cosa dovesse fare. Mia moglie ed io avremmo potuto facilmente prendere questa decisione al suo posto. Tuttavia, dopo averci pensato e pregato, decidemmo che in questo caso nostra figlia era pronta ad assumersi la responsabilità spirituale della sua decisione. Leggemmo insieme a lei alcuni passi delle Scritture e incoraggiammo Mary a pregare e a riflettere.

Dopo alcuni giorni ci annunciò la sua decisione: avrebbe giocato la partita di domenica. Cosa dovevamo fare? Dopo averne parlato ancora un po’ ed essere stati rassicurati dallo Spirito, facemmo come promesso e le permettemmo di portare avanti la sua scelta di giocare. Dopo la fine della partita, Mary raggiunse lentamente la mamma che l’aspettava. “Mamma”, disse, “mi sono sentita malissimo. Non voglio mai più sentirmi così. Non giocherò mai più una partita di domenica”. E non lo fece.

Mary aveva interiorizzato il principio dell’osservanza della domenica. Se l’avessimo obbligata a non giocare la partita, l’avremmo privata di un’importante e preziosa occasione di apprendimento con lo Spirito.

Come potete vedere, aiutare i figli a esercitare l’arbitrio in modo adeguato richiede che insegniamo loro a pregare e a ricevere risposta alle preghiere. Bisogna anche insegnare il valore e lo scopo dell’obbedienza così come di tutti gli altri principi fondamentali del Vangelo.6

Nel crescere la nostra famiglia, abbiamo deciso che il nostro obiettivo più importante era quello di aiutare i nostri figli a stabilire un contatto personale col cielo. Sapevamo che alla fine sarebbero dipesi dal Signore, non da noi. Brigham Young disse: “Se dovessi fare una classifica di tutti i doveri che competono ai figli degli uomini… metterei come primo e più importante dovere quello di rivolgerci al Signore nostro Dio finché non avremo aperto la via della comunicazione dal cielo alla terra, da Dio alla nostra anima”.7

In altre occasioni precedenti Mary aveva già ricevuto risposta alle sue preghiere, quindi confidavamo che nostra figlia stesse aprendo questa via di comunicazione col cielo nella sua vita. E così ella imparò qualcosa di positivo dalla sua esperienza e fu preparata a prendere decisioni migliori in futuro. Senza questo legame con lo Spirito, sia i figli che i genitori potrebbero razionalizzare qualsiasi cattiva decisione nel nome dell’esercizio del proprio arbitrio. La promessa delle Scritture è che “coloro che sono saggi e… hanno preso lo Spirito Santo come guida [non vengono] ingannati”.8

Un altro tragico effetto collaterale del dominio ingiusto può essere la perdita di fiducia nell’amore di Dio. Ho conosciuto alcune persone che sono state soggette a dirigenti o genitori esigenti e dispotici, e per loro è stato difficile sentire il grande amore del Padre Celeste che li avrebbe sostenuti e motivati lungo il cammino della rettitudine.

Se vogliamo aiutare coloro che sono sotto la nostra responsabilità a stabilire questo importantissimo legame col cielo, dobbiamo essere il tipo di genitori e dirigenti descritto nella sezione 121 di Dottrina e Alleanze. Dobbiamo agire “per persuasione, per longanimità, per gentilezza e mitezza, e con amore non finto”.9 Il presidente Henry B. Eyring ha detto: “Di tutto l’aiuto che potremo fornire a quest[i] ragazz[i], il più grande sarà far loro sentire la nostra fiducia che si trovano sul sentiero che porta a Dio e che possono farcela”.10

Nel riflettere sui principi che dovrebbero guidarci in Chiesa e a casa, lasciate che concluda con un esempio tratto dalla biografia del presidente Thomas S. Monson. Ann Dibb, la figlia dei Monson, dice che anche oggi, quando si presenta alla porta della casa in cui è cresciuta, suo padre dice: “Guarda chi c’è! Siamo così contenti; non è bellissima?” Poi aggiunge: “I miei genitori mi fanno sempre dei complimenti. Non importa quale sia il mio aspetto o cosa abbia fatto… quando vado a far visita ai miei genitori, so che ricevo amore e complimenti. Mi fanno sentire la benvenuta: sono a casa”.11

Fratelli e sorelle, questo è il metodo del Signore. Anche se in passato siete stati maltrattati, so che il Signore vuole che veniate a Lui.12 Tutti siamo amati. Tutti siamo benvenuti. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.