2010–2019
Appiana il sentiero dei tuoi piedi
ott 2014


14:26

Appiana il sentiero dei tuoi piedi

Se guarderemo a Gesù come nostro Esempio e seguiremo i Suoi passi, potremo tornare sani e salvi dal nostro Padre Celeste.

Miei amati fratelli e sorelle, mi sento umile stando dinanzi a voi stamattina. Chiedo la vostra fede e le vostre preghiere in mio favore mentre vi porto il mio messaggio.

Tutti noi abbiamo iniziato un viaggio meraviglioso ed essenziale quando abbiamo lasciato il mondo degli spiriti e siamo passati in questa fase, spesso difficile, chiamata mortalità. Gli scopi principali della nostra esistenza sulla terra sono di ottenere un corpo di carne e ossa, di acquisire l’esperienza che si può ottenere solo grazie alla separazione dai nostri genitori celesti e di vedere se osserveremo i comandamenti. Nel libro di Abrahamo, capitolo tre, leggiamo: “E in questo modo li metteremo alla prova, per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro”.

Quando siamo venuti sulla terra abbiamo portato con noi quel grande dono di Dio che è il nostro libero arbitrio. In mille modi abbiamo il grande privilegio di decidere personalmente. Quaggiù impariamo per esperienza, discerniamo il bene dal male, distinguiamo la differenza tra il dolce e l’amaro, scopriamo che le nostre decisioni determinano il nostro destino.

Sono certo che abbiamo lasciato nostro Padre con l’ardente desiderio di tornare a Lui, per poter ottenere l’Esaltazione che Egli ha pianificato per noi e che noi stessi tanto volevamo. Anche se siamo lasciati a scoprire e a seguire quel sentiero che ci ricondurrà dal nostro Padre in cielo, Egli non ci ha mandato quaggiù senza istruzioni e guida. Anzi, ci ha dato gli strumenti di cui abbiamo bisogno, e ci aiuterà quando cercheremo il Suo aiuto e ci sforzeremo di fare tutto quanto è in nostro potere per perseverare sino alla fine e ottenere la vita eterna.

Come nostra guida abbiamo le parole di Dio e di Suo Figlio che si trovano nelle sacre scritture. Abbiamo il consiglio e gli insegnamenti dei profeti di Dio. Al di sopra di tutto ci è stato fornito un esempio perfetto da seguire — proprio l’esempio del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo — e siamo stati istruiti di seguire tale esempio. Il Salvatore Stesso disse: “Vieni e seguitami”. “Le opere che mi avete visto fare, voi le farete pure”. Egli pose la domanda: “Che sorta di uomini dovreste essere?” E poi rispose: “In verità, io vi dico: Così come sono io”. “Un sol sentier Ei c’indicò”.

Se guarderemo a Gesù come nostro Esempio e seguiremo i Suoi passi, potremo tornare sani e salvi dal nostro Padre Celeste per vivere con Lui per sempre. Disse il profeta Nefi: “A meno che un uomo non perseveri fino alla fine, seguendo l’esempio del Figlio del Dio vivente, non può essere salvato”.

Una donna, ogni volta che riferiva le esperienze vissute durante una visita in Terra Santa, esclamava: “Ho camminato dove camminò Gesù!”

Era stata vicino a dove Gesù visse e insegnò. Forse è stata su una roccia su cui era stato Lui o ha guardato una montagna su cui Lui aveva posato lo sguardo. Le esperienze, di per sé, erano elettrizzanti per lei; ma camminare fisicamente dove Gesù camminò è meno importante che camminare come Egli camminò. Emulare le Sue azioni e seguire il Suo esempio sono cose molto più importanti del cercare di ripercorrere quello che resta dei sentieri che Egli percorse nella mortalità.

Quando a un certo uomo ricco fece l’invito: “Vieni e seguitami”, Gesù non intendeva solo che l’uomo ricco Lo seguisse su e giù per le colline e per le valli della campagna.

Non abbiamo bisogno di camminare sulle spiagge della Galilea o tra le colline della Giudea per camminare dove camminò Gesù. Tutti noi possiamo percorrere il Suo sentiero quando, con le Sue parole che ci risuonano nelle orecchie, con il Suo spirito che riempie il nostro cuore e con i Suoi insegnamenti che guidano la nostra vita, scegliamo di seguirLo nel nostro viaggio della vita terrena. Il Suo esempio illumina la via. Egli disse: “Io son la via, la verità e la vita”.

Nell’esaminare il sentiero percorso da Gesù, vedremo che esso Lo portò ad affrontare molte delle nostre stesse difficoltà.

Ad esempio, Gesù percorse il sentiero della delusione. Anche se subì molte delusioni, una delle più toccanti fu descritta nel Suo lamento riguardo a Gerusalemme alla fine del Suo ministero pubblico. I figlioli d’Israele avevano rifiutato la salvezza dell’ala protettrice che Egli aveva offerto loro. Guardando la città che presto sarebbe stata abbandonata alla distruzione, Egli fu sopraffatto dalle emozioni del profondo dolore. Nell’angoscia Egli gridò: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti son mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!”.

Gesù percorse il sentiero della tentazione. Lucifero, quel malvagio, raccogliendo le sue più grandi forze, i suoi sofismi più invitanti, tentò Colui che aveva digiunato per quaranta giorni e quaranta notti. Gesù non soccombette, anzi, resistette a ogni tentazione. Le Sue parole di commiato furono: “Va’, Satana”.

Gesù percorse il sentiero del dolore. Considerate il Getsemani, dove fu “in agonia, […] e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadeano in terra”. E nessuno può scordare la Sua sofferenza sulla croce crudele.

Ognuno di noi percorrerà il sentiero della delusione, forse per la perdita di un’opportunità, per l’uso improprio di un potere, per le scelte di una persona cara o per una nostra stessa scelta. Anche il sentiero della tentazione sarà nostro. Nella sezione 29 di Dottrina e Alleanze leggiamo: “Ed è necessario che il diavolo tenti i figlioli degli uomini, altrimenti non potrebbero scegliere da se stessi”.

Similmente percorreremo il sentiero del dolore. Quali servitori, non possiamo aspettarci nulla di più del Maestro, che lasciò la mortalità solo dopo aver patito grandi pene e sofferenze.

Sebbene sul nostro sentiero incontreremo intenso dolore, potremo trovare anche grande felicità.

Insieme a Gesù possiamo percorrere il sentiero dell’obbedienza. Non sarà sempre facile, ma il nostro motto sia il retaggio lasciatoci da Samuele: “Ecco, l’ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio che il grasso dei montoni”. Ricordiamo che il risultato finale della disobbedienza è la cattività e la morte, mentre la ricompensa per l’obbedienza è la libertà e la vita eterna.

Come Gesù possiamo percorrere il sentiero del servizio. La vita di Gesù durante il Suo ministero tra gli uomini è come un fascio luminoso di bontà. Egli diede forza agli arti dello storpio, vista agli occhi del cieco, udito alle orecchie del sordo.

Gesù percorse il sentiero della preghiera. Ci insegnò a pregare dandoci la meravigliosa preghiera nota come “La preghiera del Signore”. E chi può dimenticare la Sua preghiera nel Getsemani: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta”?

Altre istruzioni dateci dal Salvatore sono a nostra disposizione e si trovano nelle sacre scritture. Nel Suo sermone sul Monte, Egli ci dice di essere misericordiosi, umili, retti, puri di cuore e di adoperarci alla pace. Ci istruisce di difendere con coraggio le nostre credenze, anche quando siamo messi in ridicolo o perseguitati. Ci chiede di far risplendere la nostra luce in modo che gli altri possano vederla e desiderare di glorificare il Padre in cielo. Ci insegna a essere moralmente puri sia nei pensieri che nelle azioni. Ci dice che è molto più importante ammassarci dei tesori in cielo che sulla terra.

Le Sue parabole insegnano con potere e autorità. Con il racconto del buon Samaritano, Egli ci insegna ad amare e a servire il prossimo. Nella parabola dei talenti Egli ci insegna a migliorare noi stessi e ad anelare alla perfezione. Con la parabola della pecorella smarrita ci istruisce di andare a salvare coloro che hanno abbandonato il sentiero e si sono persi.

Se ci sforziamo di metterLo al centro della nostra vita apprendendo le Sue parole, seguendo i Suoi insegnamenti e percorrendo il Suo sentiero, Cristo ci ha promesso di condividere con noi la vita eterna per la quale è morto. Non c’è fine più nobile di questo, perciò dovremmo scegliere di accettare la Sua disciplina e divenire Suoi discepoli e svolgere la Sua opera per tutta la vita. Nient’altro, nessun’altra scelta, può fare di noi ciò che Egli può fare di noi.

Quando penso a coloro che hanno davvero cercato di seguire l’esempio del Salvatore e che hanno percorso il Suo sentiero, mi vengono subito in mente i nomi di Gustav e Margarete Wacker — due delle persone più cristiane che abbia mai conosciuto. Erano nati in Germania ed erano immigrati nel Canada orientale, e li incontrai quando servii lì come presidente di missione. Il fratello Wacker faceva il barbiere. Anche se i loro mezzi erano limitati, condividevano tutto ciò che avevano. Non avevano avuto la benedizione di avere dei figli, ma si prendevano cura di tutti quelli che entravano in casa loro. Uomini istruiti e raffinati cercavano questi servitori di Dio umili e illetterati, considerandosi fortunati se riuscivano a trascorrere un’ora con loro.

Il loro aspetto era comune, il loro inglese zoppicante e talvolta difficile da comprendere, la loro casa modesta. Non possedevano un’automobile o un televisore, e non facevano nulla di ciò che attrae tanto il mondo, nondimeno i fedeli si affrettavano alla loro porta per sentire lo spirito che dimorava con loro. La loro casa era un paradiso in terra e lo spirito che emanavano era di pura pace e bontà.

Anche noi possiamo avere quello spirito e condividerlo con il mondo quando seguiamo il sentiero del nostro Salvatore e il Suo esempio perfetto.

In Proverbi leggiamo l’ammonimento: “Appiana il sentiero dei tuoi piedi”. Nel farlo avremo la fede, sì, il desiderio di percorrere il cammino percorso da Gesù. Non avremo dubbi di essere su un cammino che nostro Padre vorrebbe che seguissimo. L’esempio del Salvatore offre una struttura portante per tutto ciò che facciamo, e le Sue parole offrono una guida infallibile. Il Suo sentiero ci riporterà a casa sani e salvi. Che questa possa essere la nostra benedizione, prego nel nome di Gesù Cristo, che io amo, servo e di cui rendo testimonianza. Amen.