Scegliete oggi
La portata della nostra felicità eterna dipende dalla nostra scelta di seguire il Dio vivente e di unirci a Lui nella Sua opera.
Il personaggio di fantasia Mary Poppins è una tipica tata inglese, che però è dotata di poteri magici. Arriva solcando il vento dell’est per aiutare la travagliata famiglia Banks, che abita nella Londra dei primi del Novecento al numero 17 di Viale dei Ciliegi. I bambini, Jane e Michael, vengono affidati alle sue cure. Risolutamente ma con gentilezza, Mary comincia a insegnare loro preziose lezioni con un pizzico di magia.
Jane e Michael fanno progressi notevoli, ma Mary decide che per lei è giunto il momento di andare via. Nella rappresentazione teatrale Bert, l’amico spazzacamino di Mary, cerca di convincerla a non partire dicendo: “Ma sono bravi bambini, Mary”.
Mary risponde: “Mi sarei forse data da fare con loro se non lo fossero? Ma non posso aiutarli se non me lo permettono, e non c’è persona a cui sia più difficile insegnare di un bambino che sa tutto”.
“Quindi?”, chiede Bert.
“Quindi”, risponde Mary, “devono fare il prossimo passo per conto loro”.
Fratelli e sorelle, proprio come Jane e Michael Banks, noi siamo “bravi bambini” per cui vale la pena darsi da fare. Il nostro Padre Celeste vuole aiutarci e benedirci, ma non sempre glieLo permettiamo. A volte agiamo persino come se sapessimo già tutto. E anche noi dobbiamo fare “il prossimo passo” per conto nostro. Questa è la ragione per cui siamo venuti sulla terra lasciando una casa celeste preterrena. Il nostro “passo” comporta il fare delle scelte.
Lo scopo del nostro Padre Celeste come genitore non è far sì che i Suoi figli facciano ciò che è giusto; il suo scopo è far sì che i Suoi figli scelgano di fare ciò che è giusto e, infine, diventino come Lui. Se Lui volesse semplicemente la nostra obbedienza, userebbe premi e punizioni immediati per influenzare il nostro comportamento.
A Dio, tuttavia, non interessa che i Suoi figli diventino semplicemente degli “animali domestici” addestrati e obbedienti che non masticano le Sue pantofole nel salotto celeste. No, Dio vuole che i Suoi figli crescano spiritualmente e si uniscano a Lui nella Sua impresa di famiglia.
Dio ha istituito un piano grazie al quale possiamo diventare eredi nel Suo regno, un sentiero di alleanze che ci porta a diventare come Lui, a condurre il genere di vita che Egli conduce e a vivere per sempre come famiglie alla Sua presenza. Le scelte personali erano — e sono — di importanza vitale in questo piano di cui siamo venuti a conoscenza durante la nostra esistenza preterrena. Abbiamo accettato il piano e abbiamo scelto di venire sulla terra.
A garanzia che avremmo esercitato la fede e avremmo imparato a usare l’arbitrio nel modo giusto, un velo di dimenticanza è stato steso sulla nostra mente affinché non ricordassimo il piano di Dio. Senza quel velo, gli scopi di Dio non si adempirebbero perché non potremmo progredire e diventare gli eredi fidati che Egli vuole che diventiamo.
Il profeta Lehi ha detto: “Pertanto il Signore Iddio concesse all’uomo di agire da sé. Pertanto l’uomo non avrebbe potuto agire da sé, a meno che non fosse attirato o dall’uno o dall’altro”. Fondamentalmente, una opzione è rappresentata da Gesù Cristo, il Primogenito del Padre. L’altra opzione è rappresentata da Satana, Lucifero, il quale vuole distruggere l’arbitrio e usurpare il potere.
In Gesù Cristo “abbiamo un avvocato presso il Padre”. Dopo aver completato il Suo sacrificio espiatorio, Gesù “è asceso al cielo […] per rivendicare presso il Padre i diritti di misericordia che ha sui figlioli degli uomini”. E, avendo rivendicato i diritti di misericordia, “egli perora la causa dei figlioli degli uomini”.
La difesa di Cristo in nostro favore presso il Padre non crea conflitti. Gesù Cristo, che ha permesso alla propria volontà di essere assorbita dalla volontà del Padre, non sosterrebbe nulla di diverso da ciò che è sempre stato nei desideri del Padre. Senza dubbio il Padre Celeste fa il tifo per noi ed esulta per i nostri successi.
La difesa di Cristo serve, almeno in parte, a ricordarci che Egli ha pagato per i nostri peccati e che nessuno è escluso dalla portata della misericordia di Dio. Il Salvatore perdona, guarisce e difende coloro che credono in Lui, si pentono, sono battezzati e perseverano fino alla fine — un processo che porta alla riconciliazione. Egli è il nostro aiutante, consolatore e intercessore; Colui che testimonia e garantisce in favore della nostra riconciliazione con Dio.
In netto contrasto, Lucifero è un accusatore, ovvero colui che ci incolpa. Giovanni il Rivelatore ha descritto la sconfitta finale di Lucifero: “Ed io udii una gran voce nel cielo che diceva: Ora è venuta la salvezza e la potenza ed il regno dell’Iddio nostro, e la potestà del suo Cristo”. Perché? Perché “è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusava dinanzi all’Iddio nostro, giorno e notte. Ma essi l’hanno vinto a cagion del sangue dell’Agnello e a cagion della parola della loro testimonianza”.
Lucifero è l’accusatore. Egli ha parlato contro di noi nell’esistenza preterrena e continua a condannarci in questa vita. Cerca di trascinarci giù. Vuole che proviamo angoscia eterna. È lui che ci dice che non siamo adeguati, è lui che ci dice che non siamo bravi abbastanza, è lui che ci dice che non c’è rimedio a un errore. Lui è il bullo per eccellenza, quello che ci prende a calci quando siamo al tappeto.
Se stesse insegnando a un bambino a camminare e questi inciampasse, Lucifero gli urlerebbe contro, lo punirebbe e gli direbbe di smettere di provarci. Le maniere di Lucifero portano scoraggiamento e disperazione alla fine. Sempre. Questo padre delle menzogne è il supremo divulgatore di falsità e lavora astutamente per ingannarci e distrarci, “poiché egli cerca di rendere tutti gli uomini infelici come lui”.
Se stesse insegnando a un bambino a camminare e questi inciampasse, Cristo lo aiuterebbe a mettersi in piedi e lo incoraggerebbe a compiere i prossimi passi. Cristo è Colui che ci aiuta e ci consola. Le Sue maniere portano gioia e speranza alla fine. Sempre.
Nel piano di Dio ci sono delle indicazioni per noi che nelle Scritture vengono definite “comandamenti”. Questi comandamenti non sono né un bizzarro assortimento né una collezione arbitraria di regole imposte con l’unico scopo di addestrarci a essere obbedienti. I comandamenti sono collegati allo sviluppo, da parte nostra, delle qualità della divinità, al ritorno al nostro Padre Celeste e al ricevere una gioia duratura. L’obbedienza ai Suoi comandamenti non è cieca; noi scegliamo coscientemente Dio e il Suo sentiero verso casa. Per noi vige lo stesso modello attuato con Adamo ed Eva: “Dio dette loro dei comandamenti, dopo aver fatto loro conoscere il piano di redenzione”. Anche se vuole che percorriamo il sentiero dell’alleanza, Dio ci lascia la dignità di scegliere.
Infatti, Dio desidera, si aspetta e indica che ciascuno dei Suoi figli scelga da sé. Non ci obbligherà. Tramite il dono dell’arbitrio, Dio permette ai Suoi figli di “agire da sé e non […] subire”. L’arbitrio ci consente di scegliere se imboccare il sentiero oppure no. Ci consente di allontanarcene oppure no. Proprio così come non possiamo essere obbligati a obbedire, non possiamo essere obbligati a disobbedire. Nessuno, senza la nostra cooperazione, può farci allontanare dal sentiero. (Ciò non va confuso con coloro il cui arbitrio viene violato. Costoro non abbandonano il sentiero; sono vittime e ricevono la comprensione, l’amore e la compassione di Dio).
Quando, però, ci allontaniamo dal sentiero, Dio è dispiaciuto perché sa che fare ciò prima o poi — ma comunque inesorabilmente — porta a una minore felicità e alla perdita di benedizioni. Nelle Scritture, l’allontanamento dal sentiero viene definito “peccato”, mentre la conseguente perdita di felicità e di benedizioni viene chiamata “punizione”. In questo senso, Dio non ci punisce; la punizione è una conseguenza delle nostre scelte, non delle Sue.
Quando scopriamo di esserci allontanati dal sentiero possiamo continuare a restarne lontani oppure, grazie all’Espiazione di Gesù Cristo, possiamo scegliere di fare marcia indietro e di ritornarvi. Nelle Scritture il processo mediante il quale decidiamo di cambiare e di tornare sul sentiero viene definito “pentimento”. Mancare di pentirsi significa scegliere di non qualificarci per le benedizioni che Dio desidera darci. Se non siamo “disposti a godere di ciò che [avremmo] potuto ricevere”, allora ritorneremo al nostro “proprio posto, per godere di ciò che [siamo] disposti a ricevere”; è una scelta nostra, non di Dio.
Non importa da quanto tempo ci siamo allontanati dal sentiero o quanto lontano siamo andati; nel momento in cui decidiamo di cambiare, Dio ci aiuta a ritornare. Dalla prospettiva di Dio, una volta tornati sul sentiero essendoci pentiti sinceramente e spingendoci innanzi con costanza in Cristo, sarà come se non ce ne fossimo mai allontanati. Il Salvatore paga per i nostri peccati e ci libera dalla incombente riduzione di felicità e benedizioni. Nelle Scritture, ciò viene chiamato “perdono”. Dopo il battesimo, tutti i membri della Chiesa sgattaiolano fuori dal sentiero; alcuni di noi addirittura si dileguano. Pertanto, esercitare la fede in Gesù Cristo, pentirsi, ricevere il Suo aiuto ed essere perdonati non sono eventi singoli, ma processi che durano tutta la vita e che sono ripetitivi e frequenti. È così che “[perseveriamo] fino alla fine”.
Dobbiamo scegliere chi serviremo. La portata della nostra felicità eterna dipende dalla nostra scelta di seguire il Dio vivente e di unirci a Lui nella Sua opera. Impegnandoci a “fare il prossimo passo” per conto nostro, ci esercitiamo a usare correttamente l’arbitrio. Come due ex presidentesse generali della Società di Soccorso hanno affermato, noi non dovremmo essere “[bambini] con un continuo bisogno di attenzioni e rimproveri”. No, Dio vuole che diventiamo adulti maturi e che governiamo noi stessi.
Scegliere di seguire il piano del Padre è l’unico modo in cui possiamo diventare eredi nel Suo regno; solo allora Egli può fidarsi del fatto che non chiederemmo mai ciò che è contrario alla Sua volontà. Tuttavia, dobbiamo ricordare che “non c’è persona a cui sia più difficile insegnare di un bambino che sa tutto”, pertanto dobbiamo essere disposti a essere istruiti nelle vie del Signore dal Signore stesso e dai Suoi servitori. Possiamo confidare nel fatto che siamo amati figli di Genitori Celesti per i quali vale la pena “darsi da fare”, e star certi del fatto che “per conto nostro” non significa mai “da soli”.
Ribadisco quanto detto da Giacobbe, uno dei profeti del Libro di Mormon:
“Rincuoratevi dunque, e ricordate che siete liberi di agire da voi stessi — di scegliere la via della morte perpetua o la via della vita eterna.
Pertanto, miei diletti fratelli, riconciliatevi con la volontà di Dio, e non con la volontà del diavolo […]; e ricordate, dopo esservi riconciliati con Dio, che è solo per grazia di Dio, e tramite essa, che siete salvati”.
Dunque, scegliete la fede in Cristo; scegliete il pentimento; scegliete di essere battezzati e di ricevere lo Spirito Santo; scegliete di prepararvi coscienziosamente a prendere il sacramento e di prenderlo degnamente; scegliete di stringere alleanze nel tempio e scegliete di servire il Dio vivente e i Suoi figli. Le nostre scelte determinano chi siamo e chi diventeremo.
Concludo con il resto della benedizione di Giacobbe: “Pertanto possa Iddio farvi sorgere […] dalla morte perpetua mediante il potere dell’espiazione, affinché possiate essere ricevuti nel regno eterno di Dio”. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.