Ricorda i tuoi santi sofferenti, o nostro Dio
Tenere fede alle alleanze sprigiona il potere del sacrificio espiatorio di Gesù Cristo affinché dia forza e persino gioia a voi che soffrite.
Il piano di felicità del Padre Celeste comprende un’esperienza terrena in cui tutti i Suoi figli saranno messi alla prova e affronteranno delle difficoltà.1 Cinque anni fa mi è stato diagnosticato il cancro. Ho provato e provo tuttora i dolori fisici dovuti agli interventi chirurgici, alla radioterapia e agli effetti collaterali dei farmaci. Ho vissuto difficoltà emotive durante tormentose notti insonni. Le statistiche mediche indicano che probabilmente me ne andrò dalla vita terrena prima di quanto potessi mai prevedere, lasciando indietro, per un periodo di tempo, una famiglia che significa tutto per me.
A prescindere da dove vivete, la sofferenza fisica o emotiva dovuta a svariate prove e debolezze terrene è stata, è ora o sarà un giorno parte della vostra vita.
La sofferenza fisica può essere dovuta all’invecchiamento naturale, a malattie impreviste e a incidenti casuali; alla fame o all’essere senza tetto, oppure a maltrattamenti, ad atti violenti e alla guerra.
La sofferenza emotiva può emergere dall’ansia o dalla depressione; dall’essere traditi dal coniuge, da un genitore o da un dirigente fidato; da rovesci di natura lavorativa o economica; dai giudizi ingiusti degli altri; dalle scelte di amici, figli o altri familiari; dai maltrattamenti nelle loro molte forme; da sogni irrealizzati di sposarsi o di avere figli; dalla malattia grave o dalla morte prematura di persone care; e da molte altre fonti.
Come si possono sopportare le sofferenze specifiche e a volte debilitanti che giungono a ciascuno di noi?
Grazie al cielo troviamo speranza nel vangelo di Gesù Cristo, e la speranza può anche far parte della vostra vita. Oggi condivido quattro principi di speranza tratti dalle Scritture, dagli insegnamenti profetici, da numerose visite di ministero e dalla mia prova di salute in corso. Questi principi non sono solo applicabili in senso lato, ma sono anche profondamente personali.
Primo, soffrire non significa che Dio non si compiace della vostra vita. Duemila anni fa, i discepoli di Gesù videro un cieco al tempio e chiesero: “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”.
Apparentemente, i Suoi discepoli credevano erroneamente, come fanno fin troppe persone oggi, che tutte le avversità e le sofferenze della vita siano il risultato del peccato. Il Salvatore però rispose: “Né lui peccò, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui”.2
L’opera di Dio è far avverare la nostra immortalità e vita eterna.3 Ma come possono in fin dei conti le prove e la sofferenza — specialmente la sofferenza imposta dall’uso peccaminoso dell’arbitrio da parte di un’altra persona4 — far avanzare l’opera di Dio?
Il Signore ha detto al Suo popolo dell’alleanza: “Io t’ho voluto affinare […]; t’ho provato nel crogiuolo dell’afflizione”5. Quale che sia la causa delle vostre sofferenze, il vostro amorevole Padre Celeste può fare in modo che esse affinino la vostra anima.6 Le anime affinate possono portare i fardelli altrui con empatia e compassione vere.7 Le anime affinate che sono “[venute] dalla gran tribolazione” sono preparate per vivere con gioia alla presenza di Dio per sempre, e “Iddio asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro”8.
Secondo, il Padre Celeste è profondamente conscio della vostra sofferenza. Mentre siamo nel mezzo delle prove, possiamo erroneamente pensare che Dio sia lontano e disinteressato al nostro dolore. Persino il profeta Joseph Smith espresse questo sentimento durante un momento difficile della sua vita. Quando era imprigionato nel carcere di Liberty mentre migliaia di santi degli ultimi giorni venivano scacciati dalle loro case, Joseph cercò comprensione tramite la preghiera: “O Dio, dove sei? E dov’è il padiglione che copre il tuo nascondiglio?”. Concluse con questa supplica: “Ricorda i tuoi santi sofferenti, o nostro Dio”.9
La risposta del Signore rassicurò Joseph e tutti coloro che soffrono:
“Figlio mio, pace alla tua anima; le tue avversità e le tue afflizioni non saranno che un breve momento.
E allora, se le sopporterai bene, Dio ti esalterà in eccelso”10.
Molti santi sofferenti hanno condiviso con me in che modo hanno sentito l’amore di Dio durante le loro prove. Ricordo vividamente la mia personale esperienza a un certo punto della mia battaglia contro il cancro in cui i medici non avevano ancora diagnosticato la causa di un certo dolore intenso. Ero seduto con mia moglie e stavo per offrire una preghiera di routine per benedire il nostro pranzo. Invece, tutto ciò che riuscii a fare fu semplicemente piangere: “Padre Celeste, Ti prego di aiutarmi. Sto malissimo”. Per i venti o trenta secondi successivi fui avvolto dal Suo amore. Non mi fu fornita alcuna motivazione per la mia malattia, nessuna indicazione dell’esito finale e nessun sollievo dal dolore. Sentii semplicemente il Suo amore puro e quello fu ed è sufficiente.
Rendo testimonianza che il nostro Padre Celeste, che nota la caduta persino di un singolo passero, è conscio della vostra sofferenza.11
Terzo, Gesù Cristo offre il Suo potere capacitante per aiutarvi ad avere la forza di sopportare bene la vostra sofferenza. Questo potere capacitante è reso possibile grazie alla Sua Espiazione.12 Temo che troppi membri della Chiesa pensino che se fossero solo un po’ più tenaci potrebbero superare da soli qualunque sofferenza. È dura vivere in questo modo. Il vostro momento temporaneo di forza non può mai essere paragonabile alla scorta infinita di potere del Salvatore per fortificare la vostra anima.13
Il Libro di Mormon insegna che Gesù Cristo avrebbe “[preso] su di sé” i nostri dolori, le nostre malattie e le nostre infermità in modo da poterci soccorrere.14 In che modo potete attingere al potere che Gesù Cristo offre per soccorrervi e rafforzarvi nei momenti di sofferenza? La chiave si trova nel legarvi al Salvatore tenendo fede alle alleanze che avete stipulato con Lui. Stipuliamo queste alleanze ricevendo le ordinanze del sacerdozio.15
Il popolo di Alma entrò nell’alleanza del battesimo. In seguito soffrirono in schiavitù e fu loro proibito di rendere il culto pubblicamente e persino di pregare ad alta voce. Eppure, essi tennero fede alle loro alleanze al meglio delle loro possibilità gridando in silenzio nel loro cuore. Di conseguenza, giunse il potere divino. “Il Signore li fortificò cosicché potessero portare agevolmente i loro fardelli”16.
Ai nostri giorni il Salvatore estende questo invito: “Guardate a me in ogni pensiero; non dubitate, non temete”17. Quando teniamo fede alla nostra alleanza sacramentale di ricordarci sempre di Lui, Egli promette che il Suo Spirito sarà con noi. Lo Spirito ci dà la forza di sopportare le prove e di fare ciò che non possiamo in alcun modo fare da soli. Lo Spirito può guarirci, anche se, come ha insegnato il presidente James E. Faust, “parte della guarigione può [giungere] nel mondo a venire”18.
Siamo anche benedetti dalle alleanze e dalle ordinanze del tempio, in cui “il potere della divinità è manifesto”19. Ho fatto visita a una donna che aveva perso una figlia adolescente in un terribile incidente e poi il marito a causa di un cancro. Le ho chiesto come poteva sopportare una simile perdita e sofferenza. Lei ha risposto che la forza giungeva dalle rassicurazioni spirituali di avere una famiglia eterna ricevute durante il regolare culto reso nel tempio. Come promesso, le ordinanze della casa del Signore l’avevano armata del potere di Dio.20
Quarto, scegliete di trovare gioia ogni giorno. Chi soffre spesso ritiene che la notte continui semplicemente all’infinito e che la luce del giorno non arriverà mai. Piangere è normale.21 Tuttavia, se vi trovate nelle notti buie della sofferenza, scegliendo la fede potete risvegliarvi nelle mattine luminose della gioia.22
Ad esempio, ho fatto visita a una giovane madre in cura per il cancro che sorrideva magnificamente sulla sua sedia malgrado il dolore e la mancanza di capelli. Ho incontrato una coppia di persone di mezza età che servivano felicemente come dirigenti dei giovani pur non avendo potuto concepire figli. Mi sono seduto accanto a una cara donna — una giovane nonna, una madre e una moglie — che sarebbe deceduta nell’arco di pochi giorni; eppure, tra le lacrime della famiglia, c’erano risate e ricordi gioiosi.
Questi santi sofferenti esemplificano ciò che ha insegnato il presidente Russell M. Nelson:
“La gioia che proviamo ha poco a che fare con le circostanze in cui viviamo ma dipende totalmente da ciò su cui incentriamo la nostra vita.
Quando incentriamo la nostra vita sul piano di salvezza di Dio […] e su Gesù Cristo e sul Suo vangelo, possiamo provare gioia a prescindere da ciò che sta accadendo — o non accadendo — in essa”23.
Vi rendo testimonianza24 che il nostro Padre Celeste ricorda i Suoi santi sofferenti, vi ama ed è profondamente conscio di voi. Il nostro Salvatore sa come vi sentite. “Certamente egli ha portato le nostre afflizioni e si è caricato i nostri dolori”25. Io so — in quanto ne sono un beneficiario quotidianamente26 — che tenere fede alle alleanze sprigiona il potere del sacrificio espiatorio di Gesù Cristo affinché dia forza e persino gioia a voi che soffrite.
Per tutti coloro che soffrono, la mia preghiera è: “Possa Dio accordarvi che i vostri fardelli siano leggeri, tramite la gioia in suo Figlio”27. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.