Ascolta il profeta
Noi portiamo testimonianza di Lui
Noi adoriamo il Signore, proclamiamo la Sua divinità e la Sua vivente realtà. Ribadiamo il nostro amore per Lui e la consapevolezza che abbiamo del Suo amore per noi.
Vi sono alcune persone che non ci considerano cristiani. Ciò non ha importanza. Quello che conta è come noi stessi ci consideriamo. Noi riconosciamo senza esitazione che vi sono delle differenze tra noi. Se così non fosse, non vi sarebbe stata alcuna necessità di una restaurazione del Vangelo.
Spero che non vi siano dispute su tale questione. Noi, con semplicità, con calma, senza addurre scuse, portiamo testimonianza che Dio si è rivelato e ha rivelato Suo Figlio per aprire questa piena e ultima dispensazione della Sua opera.
Non dobbiamo comportarci in modo sgradevole quando parliamo delle differenze dottrinali. Ma non possiamo mai cedere, né scendere a compromessi su questa conoscenza che ci è pervenuta tramite rivelazione. Non dimentichiamo mai che questa è una restaurazione [della Chiesa del Salvatore].
Possiamo rispettare le altre religioni, e dobbiamo farlo. Dobbiamo riconoscere il gran bene che fanno. Dobbiamo essere tolleranti e cortesi verso le persone che non appartengono alla nostra fede.
Ho qui la lettera di un uomo che vive tra noi, che non appartiene alla Chiesa. Egli dice che sua figlia è [volutamente emarginata] dalle sue compagne di scuola che appartengono alla Chiesa. Cita poi il caso di un bambino al quale un altro bambino appartenente alla Chiesa ha strappato dal collo una medaglietta religiosa. Spero che questo non sia vero. Se lo è, chiedo scusa a coloro che sono stati offesi.
Leviamoci al di sopra di tale condotta. Dobbiamo essere veri discepoli di Cristo, osservando la Regola d’oro, facendo agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi stessi.
Sono tanto grato per la testimonianza che Dio mi ha donato della divina chiamata di Joseph Smith, della realtà della Prima Visione, della restaurazione del sacerdozio, della verità di questa Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Tratto da un discorso tenuto alla conferenza generale di aprile 1998.