I Dodici Apostoli
Ottavo articolo di una serie dedicata ai quorum del sacerdozio e ai loro scopi.
Quando volle istituire la Sua chiesa Gesù «se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in orazione a Dio.
E quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, e ne elesse dodici, ai quali dette anche il nome di apostoli».1 Erano uomini che non appartenevano a una particolare condizione sociale.
Pietro fu il primo ad essere chiamato. Il Signore gli disse: «Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli».2 Questa stessa sacra autorità è insita nell’ordinazione di ogni apostolo.
Paolo spiegò che gli apostoli e i profeti sono chiamati «per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministerio, per la edificazione del corpo di Cristo» e dichiarò che questi uffici sarebbero esistiti «finché tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio».3
Con il passare del tempo gli Apostoli morirono, e con loro scomparvero le loro chiavi. Paolo aveva profetizzato che gli uomini sarebbero stati «portati qua a là da ogni vento di dottrina».4
E così fu. Invece dell’unità della fede, vennero la divisione e l’opposizione.
Fu in queste circostanze che il giovane Joseph Smith pregò per sapere quale tra tutte le chiese era quella vera, e a quale doveva unirsi.
La visione del Padre e del Figlio avuta da Joseph aprì questa dispensazione. Poi venne la restaurazione della pienezza del vangelo di Gesù Cristo, con la stessa organizzazione che esisteva nella chiesa primitiva edificata sulle fondamenta degli apostoli e dei profeti.5
Alcuni pensano che l’organizzazione della Chiesa fu consegnata al profeta Joseph Smith come una serie di disegni e capitolati per un edificio, con tutti i dettagli ben evidenti sin dal principio. Ma non avvenne così. Piuttosto venne un poco alla volta, man mano che i Fratelli erano pronti e chiedevano a Dio.
Il Sacerdozio di Melchisedec, la suprema autorità conferita all’uomo da Dio, fu restaurato per mano di Pietro, Giacomo e Giovanni. Tramite loro il Signore disse: «Vi ho ordinati e confermati per essere apostoli e testimoni speciali del mio nome, e portare le chiavi del vostro ministero e delle stesse cose che rivelai loro;
Ai quali ho affidato le chiavi del mio regno e una dispensazione del Vangelo per gli ultimi tempi».6
La Prima Presidenza fu organizzata nel 1833; poi due anni dopo, nel febbraio 1835, venne il Quorum dei Dodici Apostoli. E ciò avvenne come doveva essere. La Prima Presidenza venne per prima ed è prima per autorità. E, come già in precedenza, fu costituita da uomini che non appartenevano a una condizione sociale in particolare.
Dopo l’istituzione della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici, con la rivelazione riguardo agli uffici dei Settanta e del Vescovato Presiedente, fu stabilito il giusto ordine delle cose. Ma c’è una differenza.
Forse il presidente J. Reuben Clark ha descritto meglio di chiunque altro questa situazione: «Ad alcune Autorità generali [agli apostoli] è stata assegnata una particolare chiamata; essi possiedono un dono speciale: sono sostenuti come profeti, veggenti e rivelatori, il che dà loro una speciale investitura spirituale per quanto attiene all’insegnare alle persone. Essi hanno il diritto, il potere e l’autorità di proclamare la mente e la volontà di Dio al Suo popolo, sotto il superiore potere e autorità del presidente della Chiesa. Alle altre Autorità generali non viene conferita questa speciale investitura spirituale». Le conseguenti limitazioni «riguardano ogni altro dirigente e membro della Chiesa, poiché nessuno di loro è dotato di un’investitura spirituale come profeta, veggente e rivelatore».7
Inoltre il presidente Clark disse che tra tutti i componenti dei Dodici e della Presidenza «soltanto il presidente della Chiesa, il sommo sacerdote presiedente, è sostenuto come profeta, veggente e rivelatore per la Chiesa, ed egli solo ha il diritto di ricevere rivelazioni per la Chiesa, siano esse nuove rivelazioni o modifiche di quelle già date, e di dare un’interpretazione autorevole delle Scritture che impegni la Chiesa, o di cambiare in qualsiasi maniera le dottrine esistenti della Chiesa».8
Fu necessario chiedere e ricevere per tutta una generazione, prima che l’ordine delle cose, così come lo conosciamo oggi, fosse fermamente stabilito. Ogni atto per perfezionare tale ordine è stato compiuto per rispondere a una necessità e come risposta alle preghiere. E questo processo continua ai nostri giorni.
«I Dodici sono un Sommo Consiglio Presiedente Viaggiante, per officiare nel nome del Signore, sotto la direzione della Presidenza della chiesa, in accordo con le istituzioni dei cieli; per edificare la chiesa e regolarne tutti gli affari in tutte le nazioni».9
Dove la Prima Presidenza non può andare, vengono mandati i Dodici «per dischiudere la porta del regno in tutti i luoghi».10 Essi hanno il compito di andare in tutto il mondo, poiché la parola apostolo significa «colui che è mandato».11
«Pertanto», disse il Signore, «in qualsiasi luogo proclamerai il mio nome, una porta utile ti sarà aperta, affinché accolgano la mia parola».12 Ed Egli promette inoltre: «Sii umile, e il Signore Iddio ti condurrà per mano e darà risposta alle tue preghiere».13
I dodici apostoli «sono chiamati ad essere… testimoni speciali del nome di Cristo in tutto il mondo».14 Ognuno di loro possiede la sicura testimonianza che Gesù è il Cristo. Il presidente Joseph Fielding Smith spiegò che «ogni membro della Chiesa deve avere impresso indelebilmente nella sua anima, ad opera dello Spirito Santo, la conoscenza che Gesù è il Figlio di Dio».15
Da Nefi sappiamo che gli «angeli parlano per il potere dello Spirito Santo».16 Mormon dice che «l’ufficio del loro ministero è quello di chiamare gli uomini al pentimento, e di adempiere e di compiere il lavoro delle alleanze del Padre che egli ha fatto coi figlioli degli uomini, per preparare la via fra i figli degli uomini». Mormon spiega inoltre che gli angeli svolgono il loro ministero «proclamando la parola di Cristo ai vasi eletti del Signore, affinché essi possano portare testimonianza di Lui.
E così facendo il Signore Iddio prepara la via affinché il residuo degli uomini possa avere fede in Cristo, affinché lo Spirito Santo possa avere posto nel loro cuore secondo il suo potere; e in questa maniera il Padre fa avverare le alleanze che egli ha fatto con i figlioli degli uomini».17
Il potere di discernere viene conferito «a coloro che Dio nominerà… per vegliare sulla [sua] chiesa».18 Discernere significa «vedere».
Il presidente Harold B. Lee mi riferì una conversazione che aveva tenuto con l’anziano Charles A. Callis, membro del Quorum dei Dodici. Il fratello Callis aveva osservato che il dono del discernimento è un grave fardello. Vedere chiaramente cosa ci riserva il futuro e osservare che i fedeli sono lenti a rispondere o non ascoltano i consigli, o anche respingono la testimonianza degli apostoli e dei profeti, è causa di grande dolore.
Nondimeno «il compito di guidare questa chiesa» deve essere svolto da noi sino a quando, come ha detto il Signore, «nomineremo altri a succedervi».19
Egli ci ha messo in guardia contro quei pochi membri della Chiesa «che hanno professato di conoscere il [suo] nome e non [lo] hanno conosciuto, e hanno bestemmiato contro di [lui] in mezzo alla [sua] casa».20
«La tua voce», dice il Signore a ognuno dei Dodici, «sia un rimprovero per i trasgressori; e al tuo rimprovero la lingua dei calunniatori cessi la sua perversità».21
Alcuni membri della Chiesa apertamente, o peggio ancora con la protezione dell’anonimato, rimproverano i loro dirigenti dei rioni e dei pali, cercando di condannarli «per una parola»,22 come dice Isaia. A queste persone il Signore dice: «Maledetti tutti coloro che alzeranno il calcagno contro i miei unti, dice il Signore, e che gridano che hanno peccato, quando non hanno peccato… ma hanno fatto ciò che era opportuno ai miei occhi, e che avevo comandato loro.
Ma coloro che gridano alla trasgressione lo fanno perché sono servi del peccato, e sono essi stessi figli della disobbedienza…
Poiché hanno offeso i miei piccoli, saranno esclusi dalle ordinanze della mia casa.
La loro cesta non sarà piena, la loro casa e il loro granaio periranno, ed essi stessi saranno disprezzati da coloro che li adulavano.
Non avranno diritto al sacerdozio, né la loro posterità dopo di loro di generazione in generazione».23
Questo terribile castigo non ricadrà su coloro che si sforzano al meglio delle loro capacità di mettere in pratica il Vangelo e di sostenere i loro dirigenti. Né ricadrà su coloro che in passato si sono resi colpevoli di indifferenza o anche di opposizione, a condizione che si pentano, confessino le loro trasgressioni e non le ripetano più.24
Recentemente il presidente Hinckley ha detto ai Fratelli che sebbene noi siamo uomini provenienti dalle normali professioni, ci è stato conferito un sacro ministero. Troviamo conforto in ciò che il Signore disse ai primi Dodici: «Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v’ho costituiti».25
Anche se ognuno è consapevole dei propri limiti, c’è forza nell’unità. Mai nella storia della Chiesa i Fratelli della Presidenza e dei Dodici sono stati più uniti.
Ogni settimana ci riuniamo nel tempio. Apriamo la riunione inginocchiandoci in preghiera e con una preghiera la concludiamo. Ogni preghiera è detta con spirito di sottomissione e di obbedienza a Colui che ci ha chiamato e di cui siamo servi e testimoni.
Il Signore richiede che «ogni decisione presa da uno di questi quorum deve essere per voce unanime di questo» e che «le decisioni di questi quorum… devono essere prese in tutta giustizia, in santità e umiltà di cuore, in mitezza e longanimità, in fede e in virtù, e in conoscenza, temperanza, pazienza, benignità, gentilezza fraterna e carità».26 Questo è ciò che seriamente cerchiamo di fare.
Noi sappiamo che deteniamo il potere del sacerdozio «unitamente a tutti coloro che hanno ricevuto una dispensazione in qualsiasi tempo, fin dal principio della Creazione».27 Noi pensiamo a coloro che ci hanno preceduto in questi sacri uffici e a volte sentiamo la loro presenza.
Siamo commossi al pensiero di ciò che il Signore ha detto di coloro che detengono queste sacre chiamate: «Qualsiasi cosa diranno quando saranno sospinti dallo Spirito Santo sarà Scrittura, sarà la volontà del Signore, sarà la mente del Signore, sarà la parola del Signore, sarà la voce del Signore ed il potere di Dio per la salvezza».28
In un periodo molto difficile il Signore impartì l’ammonimento più severo che si conosca in tutte le Scritture. Riguarda la costruzione del Tempio di Nauvoo. I santi sapevano per esperienza che iniziare la costruzione di un tempio voleva dire richiamare su di loro terribili persecuzioni; pertanto ritardavano i lavori. Il Signore concesse una proroga, ma disse anche: «Se non farete queste cose alla fine del tempo stabilito sarete rigettati come chiesa, assieme ai vostri morti, dice il Signore vostro Dio».29
In questa rivelazione c’è una meravigliosa promessa che spesso viene ignorata: «Se il mio popolo darà ascolto alla mia voce, e alla voce dei miei servitori che ho designato a guidare il mio popolo, ecco, in verità vi dico che non saranno rimossi dal loro posto».30
Ricordate questa promessa; tenetela cara. Deve essere di grande conforto a coloro che lottano per tenere unita una famiglia in questa società sempre più indifferente, anzi ostile, verso le norme indispensabili per la felicità della famiglia.
Questa promessa ribadisce ciò che il Signore disse alla moltitudine: «Benedetti voi siete se darete ascolto alle parole di questi dodici che ho scelto fra voi, per istruirvi e per essere vostri servitori».31
Ripeto la promessa che coloro che ascoltano la voce di questi uomini che il Signore ha suscitato «non saranno rimossi dal loro posto».32
La promessa è seguita da questo avvertimento: «Ma se non daranno ascolto alla mia voce, né alla voce di questi uomini che ho designato, non saranno benedetti».33
La cosa più preziosa che abbiamo da dare agli altri è la nostra testimonianza del Signore, la nostra testimonianza di Gesù Cristo.
Vi porto testimonianza che i quattordici uomini che hanno in comune con me questa ordinazione sono davvero apostoli. E dicendo questo dico né più né meno quello che il Signore ha insegnato, né più né meno di quello che può essere rivelato a chiunque chieda con sincerità di cuore e intento reale una testimonianza personale dello Spirito.
Questi uomini sono veri servi del Signore; date ascolto ai loro consigli. Date ascolto anche ai Settanta i quali, come testimoni speciali, svolgono compiti apostolici, e ai componenti del Vescovato Presiedente, degni uomini di Dio. Lo stesso vale per i fratelli e le sorelle di tutta la Chiesa che sono chiamati a dirigere, che hanno acquisito questa conoscenza preziosa sopra ogni altra cosa.
Vi sono limiti a ciò che lo Spirito ci consente di dire;34 pertanto concludo con la mia testimonianza, la mia speciale testimonianza, che Gesù è il Cristo; che tramite un profeta vivente Egli presiede a questa che è «la sola chiesa vera e vivente sulla faccia della terra intera».35 Nel nome di Gesù Cristo. Amen.
Discorso tenuto alla conferenza generale dell’ottobre 1996.
L’apostolato
«Le chiavi del sacerdozio eterno, che è secondo l’ordine del Figlio di Dio, sono comprese nella chiamata di un apostolo. Tutto il sacerdozio, tutte le chiavi, tutti i doni, tutte le investiture e ogni cosa che ci prepara a ritornare alla presenza del Padre e del Figlio sono comprese, circoscritte e incorporate nel cerchio dell’apostolato».
Presidente Brigham Young (1801–1877), Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Brigham Young, 138.