Sacrificio: gioia e benedizioni
Prego che noi tutti diventeremo Santi pronti a sacrificare e a qualificarci per le speciali benedizioni del Signore.
Fratelli e sorelle, buon pomeriggio. Il Profeta Joseph Smith insegnò che «una religione che non richiede il sacrificio di ogni cosa non avrà mai il potere sufficiente a produrre la fede necessaria per la vita e la salvezza» (Lectures on Faith [1985], 69). Se riassumiamo la storia delle Scritture, possiamo dire che è una storia di sacrificio.
Possiamo trovare meravigliosi esempi nelle Scritture di coloro che sacrificarono la loro vita in modo da serbare la loro fede e le loro testimonianze. Uno degli esempi è tratto dalla storia di Alma e Amulec quando dovettero osservare con dolore la gente di Ammoniha che veniva gettata nel fuoco e moriva, ma che aveva serbato la fede (vedere Alma 14:7–13).
Pensiamo anche a Gesù Cristo che accondiscese a scendere su questa terra dalla presenza di Suo Padre e compiere il sacrificio per salvare il mondo, passando attraverso sofferenze più grandi di quelle che chiunque altro ha mai sopportato.
In quest’ultima dispensazione del Vangelo, molti pionieri persero la vita e fecero questo sacrificio per serbare la fede.
Oggi, non ci verrà probabilmente chiesto di compiere un tale gran sacrificio, come dare la nostra vita, ma possiamo vedere molti esempi di santi che compiono dolorosi sacrifici per mantenere vive la loro fede e testimonianze. Probabilmente è più difficile fare i piccoli sacrifici nella nostra vita di tutti i giorni. Per esempio, si potrebbe considerare come un piccolo sacrificio osservare la santità della domenica, leggere le Scritture giornalmente, oppure pagare la nostra decima; ma questi sacrifici non possono essere facilmente fatti a meno che abbiamo la volontà e la determinazione di compiere il sacrificio richiesto per obbedire a quei comandamenti.
Quando facciamo questi piccoli sacrifici, veniamo ricompensati con molte più benedizioni dal Signore. Re Beniamino disse: «E voi gli siete ancora debitori, e lo siete, e lo sarete, per sempre e in eterno» (Mosia 2:24) e, proprio come fa con il suo popolo, ci incoraggia a obbedire alla parola del Signore per poter ricevere più benedizioni.
Credo che la prima benedizione che deriva dal sacrificio sia la gioia che possiamo sentire quando ne paghiamo il prezzo. Probabilmente, il semplice pensare che il sacrificio sia una benedizione diventa una benedizione. Forse, quando abbiamo quel genere di pensieri e proviamo quella gioia, abbiamo già ricevuto una benedizione.
Recentemente, ho provato quella dolce benedizione coi santi che in Corea hanno partecipato alla celebrazione del 50° anniversario della dedicazione della Chiesa in Corea e il 200° anniversario della nascita di Joseph Smith. Vorrei raccontarvi brevemente i loro sacrifici e le benedizioni che hanno ricevuto.
Per celebrare il Vangelo che diede speranza e coraggio alle gente in Corea, che fu gravemente colpita dalla guerra di Corea, i membri iniziarono a prepararsi più di un anno fa. Molti dei membri in Corea—la Primaria, i Giovani Uomini, le Giovani Donne, i Giovani adulti non sposati, la Società di Soccorso e altri—si radunarono per provare i festeggiamenti. Essi prepararono molte danze folcloristiche tradizionali, come la danza dei fiori, quella del cerchio, del ventaglio, e la danza del contadino; suonarono i tamburi, fecero esibizioni di taekwondo, teatro, ballo da sala, animazioni ed esibizioni corali.
Visto che i giovani uomini facevano troppa confusione con i tamburi, i vicini si lamentarono, cosicché dovettero smettere di provare. Fu difficile provare per un periodo così lungo, ma essi lo fecero con gioia. Non sentii nessuno lamentarsi riguardo ai loro sforzi e sacrifici quando dovettero alzarsi alle 4 del mattino per recarsi alle prove con l’autobus. Essi provavano una grande gioia e gratitudine per le benedizioni del Signore e per l’occasione di mostrare il loro apprezzamento.
Inoltre, molti ex-missionari d’oltre oceano ritornarono in Corea con la moglie e i figli per questo festeggiamento. Essi fecero un sacrificio quando tanto tempo fa vennero in Corea come missionari. Questa volta essi fecero un ulteriore sacrificio a livello monetario e di tempo per portare le loro famiglie e partecipare alla celebrazione durante la calda estate. Ma essi gioirono e furono grati per tutti i festeggiamenti ai quali parteciparono.
Per incoraggiare i santi, e molti altri, il Signore mandò in Corea il Suo profeta, il presidente Gordon B. Hinckley. Lui stesso fece un grande sacrificio per compiere questo viaggio, con un programma di tredici giorni intorno al mondo, e venne in Corea per incontrare i santi che egli ha amato per molti anni e per trasmettere l’amore speciale del Signore. Nessuno pensò che questo fosse un sacrificio. Invece, avevamo lacrime di gioia e gratitudine. Questa è la benedizione della quale stiamo parlando, non è vero?
Fratelli e Sorelle, non temete di sacrificarvi. Vi prego di godere della felicità e delle benedizioni che derivano dal sacrificio.
A volte intercorre un periodo di tempo fra il sacrificio e la benedizione. Il sacrificio può arrivare secondo i nostri programmi, le benedizioni possono invece seguire il calendario del Signore, non il nostro. Per questa ragione il Signore ci conforta dicendo: «Pertanto, non stancatevi di far bene, poiché state ponendo le fondamenta di una grande opera» (DeA 64:33).
Le benedizioni arriveranno di sicuro. Ricordatevi che il sacrificio stesso può considerarsi una forma di benedizione. Sacrifichiamo le piccole cose.
Quando leggiamo il Libro di Mormon, mentre ci strofiniamo gli occhi assonnati, ricordiamoci che stiamo seguendo il consiglio del nostro profeta e accogliamo la gioia che deriva da tale conoscenza. Ci sono molte bollette che dobbiamo pagare; ma quando paghiamo la decima, sentiamoci felici per l’opportunità di donare qualcosa al Signore.
Dopodiché la benedizione più grande sarà riversata su di noi. Sarà proprio come la nostra sorpresa e gioia quando riceviamo un dono inaspettato.
Come disse presidente Spencer W. Kimball: «Quando doniamo, scopriamo che il sacrificio produce le benedizioni del cielo ed, alla fine, capiamo che non era affatto un sacrificio» («Becoming the Pure in Heart», Ensign, marzo 1985, 5). Prego che noi tutti diventeremo Santi pronti a sacrificare e a qualificarci per le speciali benedizioni del Signore. Il Signore veglierà su di noi cosicché non sarà troppo difficile compiere qualsiasi sacrificio. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.