Crescere nel Signore
Un servizio dedicato agli altri, anche in difficili circostanze, è richiesto a coloro che desiderano veramente «crescere nel Signore».
Alcuni mesi fa sono andata in macchina con due coraggiose sorelle missionarie senior. Erano decise a trovare l’appartamento di un membro del rione nel cuore di una cittadina dell’est degli Stati Uniti. Mentre sedevo sul sedile posteriore col fiato sospeso, il navigatore diceva regolarmente «Svolta sbagliata, svolta sbagliata!» Imperterrita, la missionaria che leggeva la cartina suggeriva il percorso attraverso la confusione delle strade cittadine finché trovammo finalmente la casa della sorella a cui avevano promesso di insegnare a leggere e scrivere.
Nelle loro azioni e nell’atteggiamento, queste brave sorelle avevano qualcosa di più di quello che poteva riflettere la loro età nella vita terrena. Dimostravano vera maturità spirituale.
Helaman, il grande profeta del Libro di Mormon, chiamò i suoi figli Nefi e Lehi, come i loro antenati, ed «essi cominciarono a crescere nel Signore».1 Giovani o vecchi, tutti noi dobbiamo fare lo stesso.
L’idea di crescere nel Signore è possente. A differenza del processo di crescita fisica, non matureremo spiritualmente finché non sceglieremo, come disse l’apostolo Paolo, di smettere «le cose da fanciullo».2
La preghiera e lo studio quotidiano delle Scritture, l’osservanza dei comandamenti e delle alleanze fatte al battesimo e nel tempio sono parti fondamentali della crescita nel Signore. Impariamo a percorrere le Sue vie quando facciamo ciò che ci avvicina al Padre celeste e quando insegnamo ai nostri figli e ad altri a fare lo stesso. Smettiamo «le cose da fanciullo» quando scegliamo di diventare simili a Cristo e serviamo gli altri com’Egli vorrebbe che facessimo.
Quando la Chiesa fu organizzata in questa dispensazione, il Signore spiegò che coloro che «saranno ricevuti nella sua chiesa mediante il battesimo» sarebbero stati, in parte, quelli che «sono disposti a prendere su di sé il nome di Gesù Cristo e sono determinati a servirlo fino alla fine…»3 Ciò significa rimanere «costanti e fermi, abbondando sempre in buone opere»4 ogni giorno della nostra vita. Oggi, mentre la Chiesa cresce in centosettanta nazioni in tutto il mondo, un servizio dedicato agli altri, anche in difficili circostanze, è richiesto a coloro che desiderano veramente «crescere nel Signore». Quest’espansione della Chiesa significa che molti di noi avranno la possibilità di servire coloro che sono nuovi convertiti.
Ho partecipato a un memorabile esempio di tale risoluto servizio verso coloro che sono nuovi nel Vangelo quando ho accompagnato quelle devote sorelle missionarie: una delle quali vedova vicina agli ottant’anni, e l’altra una madre sola di più di sessant, che non si sono lasciate scoraggiare dalle svolte sbagliate. Sono stata anche testimone di un altro esempio in quello stesso rione.
Questo rione è composto da membri di diverse età, provenienti da una varietà di paesi, tutti con differenti situazioni economiche ed esperienza nella Chiesa. Un certo numero di quelli che hanno maggior esperienza nella Chiesa sono studenti sposati che si stanno laureando con molti impegni e giovani famiglie.
Ho visto una giovane madre servire come insegnante visitatrice in coppia con una nuova convertita del rione per addestrarla. Mentre suo marito si prendeva cura del figlioletto, lei è stata un modello entusiasta di come prendersi cura di due sorelle africane. Queste cure richiedevano di insegnare a queste sorelle non solo come agire in un nuovo paese ma anche come adattarsi alla loro nuova religione.
Grazie al suo esempio ha insegnato a queste sorelle africane come il Signore fa in modo che ci serviamo a vicenda. Le parole dell’apostolo Paolo descrivono teneramente ciò che io vidi nelle azioni di questa insegnante visitatrice nei confronti delle nuove convertite: «Siamo stati mansueti in mezzo a voi… nel nostro grande affetto per voi, eravamo disposti a darvi non soltanto l’Evangelo di Dio, ma anche le nostre proprie vite, tanto ci eravate divenuti cari».5 A ogni visita, la giovane istruttrice portò con sé allegria, una mano gentile pronta ad aiutare e il messaggio dell’insegnamento in visita.
Col tempo, le sorelle prepararono insieme il messaggio dell’insegnamento in visita da portare nelle case di altre sorelle. Valutando le necessità e offrendo un servizio immediato, diventarono vere sorelle della Società di Soccorso impegnate a sollevare, confortare e incoraggiarsi l’un l’altra. Dubito che sentirò la frase «avendo i loro cuori legati in unità e in amore gli uni verso gli altri»6 senza pensare a quelle tre donne felici e affettuose che dimostrarono, attraverso il loro servizio risoluto, che cosa significa «crescere nel Signore».
Oltre a servire con fermezza e determinazione, un altro modo in cui scegliamo di crescere nel Signore è tramite la nostra volontà a «spingerci innanzi»7 con fede, anche se non sappiamo esattamente che cosa fare. Pensiamo al racconto di Nefi cui fu comandato di costruire una nave. Egli descrisse le circostanze:
«E avvenne che il Signore mi parlò, dicendo: Costruirai una nave, secondo il modello che ti mostrerò…
E io dissi: Signore, dove andrò per poter trovare del minerale da fondere, per poter fabbricare degli attrezzi…?»8
Nefi non mise in dubbio il lavoro da compiere, invece, in questa situazione, evidenziò, come fece altre volte, la sua maturità spirituale: «E così vediamo che i comandamenti di Dio devono essere adempiuti. E se accade che i figlioli degli uomini obbediscono ai comandamenti di Dio, egli li nutre e li fortifica, e provvede i mezzi tramite i quali essi possano compiere ciò che egli ha loro comandato… »9 In breve, Nefi cercò una soluzione piuttosto che soffermarsi sui problemi, perché sapeva, sì lui sapeva, che nel processo di crescita nel Signore, Dio poteva e intendeva aiutarlo ad adempiere ogni comandamento che riceveva.
In quello stesso rione del centro città, osservai un tipo di fede simile nelle cure gentili e affettuose di un vescovo che non perdeva tempo a preoccuparsi dei grandi bisogni di un numero sempre crescente di nuovi convertiti. Egli, piuttosto, si spingeva innanzi incoraggiando i membri più esperti dei quorum del Sacerdozio di Aaronne e di Melchisedec ad aiutarlo a preparare i nuovi convertiti dell’Africa e dell’America Latina a svolgere le loro responsabilità nel sacerdozio. Ai fratelli più nuovi si insegnava a tenere i vassoi per distribuire il sacramento, come inginocchiarsi e benedire riverentemente il pane e l’acqua. I loro fratelli più esperti, spesso più giovani di loro, facevano fare loro pratica con le parole delle preghiere sacramentali in modo che potessero sentirsi sicuri nel pronunciarle. Poi, insieme, tutti i fratelli discutevano sulla sacra natura di quest’importante ordinanza del sacerdozio.
Noi tutti abbiamo avuto delle esperienze in cui abbiamo dovuto dimostrare la nostra determinazione a servire gli altri e la nostra intenzione a spingerci innanzi con fede. Quando mio maritò mi chiamò per dirmi che la nostra chiamata in missione era stata cambiata con la sfida di andare in Africa, io risposi: «Posso farcela. Credo di potercela fare». Dimostrai con le mie parole il mio impegno a spingermi innanzi con fede, confidando ancora una volta che il Signore mi avrebbe aiutato. Stavo dimostrando la mia volontà a «crescere nel Signore».
Come quel vescovo fedele, quelle sorelle devote e come io stessa posso attestare, in questo processo continuo di crescita nel Signore, ci sarà chiesto di fare tutto ciò che possiamo, e in certi casi anche di più di quanto sappiamo fare. Le sfide possono essere formidabili e la via talvolta sconosciuta, ma malgrado le inevitabili svolte sbagliate, coloro che si sforzano di essere veramente simili a Cristo, con la ferma determinazione di servire gli altri, e la volontà di spingersi innanzi con fede, possono fare eco a questa grande verità espressa da Nefi, mentre continuava la costruzione della nave: «E io… pregavo spesso il Signore; pertanto il Signore mi mostrava grandi cose».10 Quale grande dono, quale benedizione, è avere dimostrazione di «grandi cose», per coloro che scelgono di «crescere nel Signore». Possa la nostra vita essere fatta di maturità spirituale gentile, affettuosa e ferma, è la mia umile preghiera, nel nome di Gesù Cristo. Amen.