Il potere della pazienza
La pazienza può essere considerata come la virtù fondamentale, che permette la crescita e il rafforzamento di altre virtù, come le virtù del perdono, della tolleranza e della fede.
Sono molto grato per le Scritture moderne riguardo alle virtù cristiane fondamentali.
Il Libro di Mormon ci permette di comprendere il rapporto esistente tra la pazienza e la carità. Dopo aver spiegato che se un uomo «non ha carità, non è nulla; pertanto deve necessariamente avere carità», Mormon prosegue indicando i tredici elementi della carità, o puro amore di Cristo. Trovo alquanto interessante che quattro dei tredici elementi di questa virtù «indispensabile» riguardino la «pazienza» (vedere Moroni 7:44–45).
Anzitutto, «la carità tollera a lungo». Questo è il vero significato della pazienza. Un altro aspetto di questa qualità è che «la carità non si lascia provocare facilmente», come pure «resiste a tutte le cose». Infine, la carità «sopporta tutte le cose» esprime certamente pazienza (Moroni 7:45). Questi elementi di base evidenziano che se la pazienza non adorna la nostra anima, siamo seriamente mancanti per quanto riguarda un carattere simile a quello di Cristo.
Nella Bibbia, Giobbe è un esempio classico della pazienza. Nonostante stesse per perdere il suo enorme impero, compresi i suoi figli, e grazie alla sua fede inesauribile, Giobbe fu in grado di proclamare: «L’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno». Per la durata di tutte le sue tribolazioni e dolore, «… Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di mal fatto» (Giobbe 1:21–22).
Spesso sentiamo chi si trova in difficoltà chiedersi scioccamente: «Come può Dio farmi questo?» quando in realtà essi dovrebbero pregare per ricevere la forza di «resistere» e «sopportare tutte le cose».
Gli esempi scritturali più significativi sulla pazienza provengono dalla vita di Gesù Cristo. La sofferenza e la tolleranza di Cristo è meglio dimostrata durante quella dolorosa sera nel Getsemani quando, nella sua agonia espiatoria, Egli disse: «Padre mio, se è possibile, passi oltre me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi» (Matteo 26:39). Egli veramente soffrì, resistette e sopportò tutte le cose.
Mentre si trovava inchiodato alla croce sul Calvario, Cristo perseverò nel suo perfetto esempio di pazienza pronunciando le straordinarie parole: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34).
Questi esempi di pazienza diventano più significativi per noi se consideriamo la difficile ammonizione che si trova in 3 Nefi: «Dunque, che sorta di uomini dovreste essere? In verità, io vi dico: Così come sono io» (3 Nefi 27:27).
Molti versetti descrivono l’importanza della pazienza. Ve ne menziono alcuni:
«Sia ogni uomo pronto ad ascoltare, tardo al parlare, lento all’ira» (Giacomo 1:19).
«Nondimeno il Signore ritiene opportuno castigare il suo popolo; sì, egli mette alla prova la sua pazienza e la sua fede» (Mosia 23:21).
In Mosia, Re Beniamino ci istruisce che, fino a quando non ci sottometteremo ai suggerimenti dello Spirito Santo tramite la nostra pazienza ed altre virtù, noi saremo uomini naturali nemici di Dio (vedere Mosia 3:19).
Joseph Smith affermò che «la pazienza è paradisiaca» (History of the Church, 6:427).
La pazienza è così importante da meritare le nostre considerazioni e ricerche? Lo è certamente, se noi cerchiamo di evitare l’umiliante classificazione di essere «nulla» usata per identificare coloro che non possedevano la carità; se desideriamo essere meno l’uomo naturale nemico di Dio; se vogliamo diventare esseri celesti e «simili a Cristo».
L’uomo naturale e impaziente si trova ovunque. Ne constatiamo la sua manifestazione tramite i notiziari che riferiscono di genitori, che presi da un impeto d’ira, maltrattano un loro bambino, fino alla morte. Sulle nostre strade, incidenti causati da impazienza al volante oppure dalla rabbia di automobilisti infuriati provocano incidenti violenti e a volte fatali.
Meno drammatici ma molto più comuni sono gli eccessi d’ira e le parole dure pronunciate a causa di lunghe file agli sportelli, interminabili telefonate in cui vogliono venderci qualcosa o bambini riluttanti a obbedire alle nostre istruzioni. Alcuni di questi esempi vi suonano familiari?
Per fortuna, anche se meno raccontate ma meravigliose da considerare, sono le storie di coloro che hanno dimostrato grande pazienza. Di recente, ho partecipato al funerale di un amico di lunga data. Suo figlio raccontò una bellissima storia sulla pazienza dei genitori. Quando il figlio era giovane, suo padre era il proprietario di una concessionaria di motociclette. Un giorno ricevettero una spedizione di nuove motociclette luccicanti e le allinearono nel negozio. Il ragazzo fece ciò che piacerebbe fare a un qualsiasi ragazzo e s’arrampicò sulla moto più vicina. La mise persino in moto. Poi, quando si sentì abbastanza soddisfatto, saltò giù. Costernato, osservò la moto cadere addosso a quella vicina. Poi, una dopo l’altra, caddero tutte a effetto domino. Suo padre, incuriosito dalla confusione, si affacciò da dietro lo scomparto dove stava lavorando. Sorridente disse: «Figlio mio, sarà meglio ripararne una e poi venderla, per poter pagare le altre».
La risposta del mio amico rappresenta la pazienza dei genitori.
La pazienza può essere considerata come la virtù fondamentale, che permette la crescita e il rafforzamento di altre virtù, come le virtù del perdono, della tolleranza e della fede. Quando Pietro chiese a Cristo quante volte egli avrebbe dovuto perdonare suo fratello, Cristo rispose: «Settanta volte sette », invece delle sole sette volte proposte da Pietro (vedere Matteo 18:21–22). Perdonare settanta volte sette richiede sicuramente una grande pazienza.
L’anziano Neal A. Maxwell unì la pazienza alla fede quando insegnò: «La pazienza è molto legata alla fede nel nostro Padre celeste. A dire il vero, quando siamo troppo impazienti, suggeriamo che noi conosciamo ciò che è meglio, più di quanto Dio possa conoscere. Quantomeno, asseriamo che la nostra tabella di marcia è migliore della Sua» («Patience», Ensign, ottobre 1980, 28).
La nostra fede può crescere solo se siamo disposti ad attendere pazientemente che gli scopi e gli schemi di Dio siano svelati nella nostra vita, secondo la Sua tabella di marcia.
Poiché l’impazienza è tanto naturale, come sviluppiamo la virtù divina della pazienza? Come possiamo mutare il nostro comportamento da quello di uomo naturale all’esempio perfetto di pazienza dato da Gesù Cristo?
Innanzitutto, dobbiamo renderci conto che questo mutamento è necessario, se desideriamo godere pienamente delle benedizioni del vangelo restaurato. Tale comprensione può motivarci a:
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Leggere ognuno dei passi elencati alla voce «pazienza» nella Guida alle Scritture e poi ponderare gli esempi di Cristo sulla pazienza.
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Valutare il nostro progresso per determinare dove ci troviamo sulla scala di valori della pazienza. Di quanta più pazienza abbiamo bisogno per divenire più simili a Cristo? Si tratta di una difficile autovalutazione, quindi potremmo chiedere l’aiuto del nostro coniuge oppure quello di un familiare.
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Diventare sensibili agli esempi di pazienza e impazienza che giornalmente accadono attorno a noi. Dovremmo sforzarci di emulare coloro che consideriamo pazienti.
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Impegnarci quotidianamente a diventare più pazienti e accertarci che il familiare selezionato rimanga coinvolto nel nostro progetto.
Ciò può sembrare molto lavoro, ma per raggiungere una meta utile è richiesto un duro lavoro. Superare l’uomo naturale e operare per diventare più simili a Cristo nell’ambito della pazienza è un degno obiettivo. Prego affinché seguiremo questo percorso con diligenza e dedizione.
Rendo testimonianza che Gesù è il Cristo e che sta a capo di questa Chiesa, che ci guida tramite un profeta vivente e benedice ogni nostro sforzo di diventare più simili a Lui. Di questo rendo testimonianza nel santo nome di Gesù Cristo. Amen.