Ascolta il profeta
Non arrendetevi mai
Come alcuni di voi, so cosa significa affrontare le delusioni e le umiliazioni della giovinezza. Quand’ero un ragazzo delle scuole elementari e medie, giocavo a softball. Venivano scelti due capitani i quali, a loro volta, sceglievano i giocatori che desideravano avere nella loro squadra. Naturalmente i giocatori migliori venivano scelti per primi; poi veniva effettuata una seconda e una terza scelta. Essere scelti alla quarta o alla quinta volta non era troppo umiliante, ma essere scelti per ultimi e relegati in una posizione marginale era una cosa terribile. Lo so perché è toccato a me.
Quanto speravo che la palla non venisse mai nella mia direzione perché sicuramente l’avrei lasciata cadere, la squadra avversaria avrebbe fatto un punto e i miei compagni avrebbero riso.
Ricordo, come se fosse ieri, il momento in cui tutto questo cambiò nella mia vita. L’incontro era cominciato così come ho descritto: ero stato scelto per ultimo. Mi avviai sconsolatamente verso il più lontano angolo del campo e osservai l’altra squadra che riempiva le basi con i suoi giocatori. Due battitori furono eliminati. Poi il terzo colpì la palla con inaspettato vigore tanto che gli sentii dire: «Questo è un home run». Era umiliante, dato che la palla veniva nella mia direzione. Era al di là della mia portata? Mi misi a correre verso il punto in cui pensavo che la palla sarebbe caduta; mentre correvo pregai silenziosamente e allungai le mani. Sorpresi me stesso. Avevo preso la palla! La mia squadra vinse l’incontro.
Quel singolo episodio rafforzò la fiducia nelle mie capacità, aumentò il mio desiderio di allenarmi e mi portò dalla posizione di giocatore scelto per ultimo a quella di giocatore ambito.
Tutti possiamo sentir nascere in noi questa rinnovata fiducia. Possiamo essere fieri di una buona prestazione. Questa formula, che consiste di tre sole parole, ci aiuterà: Non arrendetevi mai.
Tratto da un discorso tenuto alla conferenza generale di ottobre 2005.
Cose a cui pensare
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Perché il presidente Monson giocava meglio, dopo aver preso la palla? Ricevette istantaneamente questo talento? Avrebbe potuto provare lo stesso sentimento se non avesse preso quella palla?
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Che cosa succede se tu non prendi la palla quando sei scelto per ultimo, o se finisci una corsa per ultimo? Come puoi sapere di essere una persona meravigliosa e degna?
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Quali sono le cose veramente importanti nella vita per le quali non dovresti mai arrenderti?
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In che modo questa storia ti fa cambiare atteggiamento quando tocca a te scegliere i membri della squadra?