Matteo 8:23–27; Marco 4:35–41
Gesù seda la tempesta
“Maestro, non ti curi tu che noi periamo?”, gridarono i discepoli al Salvatore mentre le onde e il vento colpivano la loro piccola barca (vedere Marco 4:37–38). Nei momenti di crisi, possiamo trovarci a cercare disperatamente aiuto e a mettere in dubbio che al Salvatore importi di noi. Per quanto disperata possa sembrare la nostra situazione, Gesù Cristo ha la capacità e il potere di alleviare i nostri fardelli, rimproverare i nostri problemi e tranquillizzarci dicendoci: “Calmati” (Marco 4:39). Questa lezione ha lo scopo di aiutarti a ricevere la pace e la calma del Signore quando incontri delle difficoltà.
Quali sono le tue paure?
Ci sono momenti nella nostra vita in cui potremmo sentirci come se fossimo nel mezzo di una violenta tempesta. A volte queste tempeste della vita possono farci paura.
L’anziano Ronald A. Rasband del Quorum dei Dodici Apostoli ha fatto alcuni esempi delle paure da cui a volte ci facciamo prendere. Prova a pensare a paure simili che potresti avere anche tu.
I nostri adulti non sposati hanno paura di prendersi degli impegni come quello di sposarsi. Le coppie appena sposate […] possono aver paura di far nascere figli in un mondo sempre più malvagio. I missionari hanno paura di molte cose, specialmente di parlare con gli estranei. Le vedove hanno paura di andare avanti da sole. Gli adolescenti hanno paura di non essere accettati, i bambini hanno paura del primo giorno di scuola, gli studenti universitari hanno paura di ricevere il risultato di un esame. Abbiamo paura del fallimento, del rifiuto, della delusione e dell’ignoto. Abbiamo paura degli uragani, dei terremoti e degli incendi che devastano la terra e la nostra vita. Abbiamo paura di non essere scelti e, allo stesso tempo, abbiamo paura di essere scelti. Abbiamo paura di non essere abbastanza bravi, abbiamo paura che il Signore non abbia in serbo benedizioni per noi. Abbiamo paura del cambiamento e le nostre paure possono trasformarsi in terrore.
(Ronald A. Rasband, “Non siate turbati”,Liahona, novembre 2018, 18)
Rispondi alle seguenti domande nel tuo diario di studio:
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Quali delle tue paure sono simili a quelle menzionate dall’anziano Rasband?
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In che modo queste paure possono influenzare la tua fede? Perché?
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Che cosa puoi fare per ricevere l’aiuto del Salvatore e superare queste paure?
Oggi, mentre studi, cerca le verità che possono aiutarti a ricevere la pace del Signore e a calmare le tue paure.
Un’esperienza spaventosa
Cercare di visualizzare nella mente gli eventi descritti nelle Scritture è un metodo che può aumentare notevolmente il potere e l’efficacia del tuo studio. Studia Marco 4:35–38 e cerca di immaginare l’esperienza vissuta dai discepoli riportata in questi versetti.
1. Disegna nel tuo diario di studio ciò che ti viene richiesto di seguito. Aggiungi particolari al tuo disegno quando ti viene indicato nella lezione o suggerito dallo Spirito Santo.
Nel tuo diario di studio fai un semplice disegno della scena descritta in Marco 4:35–38 , mettendoci ogni dettaglio che ritieni utile. Userai questa immagine durante la lezione per mettere in relazione questa storia alla tua vita. Mentre disegni, potresti porti le seguenti domande:
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Come immagini che fosse fatta la barca?
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Secondo te, che cosa facevano i discepoli mentre le onde si abbattevano sulla barca?
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Come immagini che fosse la tempesta? Quali sensazioni dava, secondo te?
Prova a pensare a come gli eventi rappresentati in questo racconto potrebbero simboleggiare eventi che sono accaduti, stanno accadendo o potrebbero accadere nella tua vita.Accanto alle diverse parti del disegno che hai realizzato, annota quali aspetti della tua vita potrebbero essere rappresentati dagli elementi di questo racconto scritturale. Per esempio, la barca potrebbe rappresentare le cose che fanno sì che il Salvatore resti al tuo fianco. Le onde o la tempesta potrebbero rappresentare le tentazioni o le prove che devi affrontare e che cercano di sopraffarti.
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Quali emozioni in cui ti puoi immedesimare anche tu potrebbero avere provato i discepoli?
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In quali momenti le persone potrebbe avere la sensazione che il Salvatore stia dormendo durante le tempeste della loro vita? Perché?
Rileggi Marco 4:38 e individua la domanda posta dai discepoli.
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Quali verità sul Salvatore potrebbero avere dimenticato durante la tempesta?
Studia Marco 4:39–41 prestando attenzione a cosa ti insegna sulla natura e sul carattere di Gesù Cristo.
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Che cosa hai imparato sulla natura e sul carattere di Gesù Cristo?
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Quali verità possiamo imparare da questo episodio sulla capacità del Salvatore di calmare le tempeste della nostra vita?
Facoltativo: vuoi saperne di più?
Come ha potuto abbattersi una tempesta così terribile su un bacino d’acqua così piccolo?
Il mar di Galilea […] si trova nella Valle del Giordano a 213 metri sotto il livello del mare ed è circondato da alte montagne a ovest, a nord e a est. In questo bacino d’acqua relativamente piccolo, i venti si incanalano lungo i versanti occidentali creando improvvise e forti tempeste che generano onde notevoli.
(New Testament Student Manual [2018], 108)
Per quale motivo Gesù rivolse un gentile rimprovero ai discepoli perché non avevano fede?
Il presidente Howard W. Hunter (1907–1995) ha spiegato:
Tutti noi abbiamo visto nella vita scatenarsi improvvise burrasche. Alcune di esse, seppur temporanee come quelle che si scatenano sul Mar di Galilea, possono essere violente e spaventose e potenzialmente distruttive. Come individui, famiglie, comunità, nazioni e anche come Chiesa abbiamo visto levarsi improvvise bufere che ci hanno indotto a chiederci l’un l’altro: “Maestro, non ti curi tu che noi periamo?”. E in un modo o nell’altro abbiamo sempre udito nella calma che segue la tempesta: “Perché siete così paurosi? Come mai non avete voi fede?”.
A nessuno di noi piace pensare di non aver fede, ma suppongo che in questo caso il gentile rimprovero del Signore sia in parte meritato. Questo grande Geova in cui noi diciamo di confidare e il cui nome abbiamo preso su di noi, è Colui che disse: “Ci sia un distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque” ( Genesi 1:6). Ed è anche Colui che disse: “Le acque che son sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, e appaia l’asciutto” ( Genesi 1:9). Fu ancora Lui che divise le acque del Mar Rosso per permettere agli Israeliti di attraversarlo su terreno asciutto (vedere Esodo 14:21–22). Sicuramente non dovrebbe sorprenderci il fatto che Egli poté fermare alcuni soffi di vento che spazzavano il Mar di Galilea. E la nostra fede dovrebbe ricordarci che Egli può calmare le acque agitate della nostra vita.
(Howard W. Hunter, “‘Oh! Qual furente tempesta’”, La Stella, gennaio 1985, 28–29)
In che modo questa storia si collega a me?
La sorella Lisa L. Harkness, già prima consigliera della presidenza generale della Primaria, ha spiegato:
Quando ci troviamo nel bel mezzo di prove, problemi o afflizioni, come esseri mortali abbiamo la tendenza, se non la tentazione, di gridare: “Maestro, non ti curi tu che io perisca? Salvami” […]
Posso immaginare che i discepoli di Gesù che si trovavano sulla barca sballottata dalle onde fossero, per necessità, occupati a guardare le onde infrangersi sul ponte e a svuotare la barca. Riesco a vederli mentre manovrano le vele e cercano di mantenere una parvenza di controllo sulla loro piccola imbarcazione. Erano concentrati sul superare indenni quel momento e la loro supplica era urgentemente sincera.
Oggi, molti di noi non sono diversi. […] In tempi turbolenti, può sembrare che la nostra fede venga spinta al limite della nostra sopportazione e della nostra comprensione. Le onde della paura possono distrarci, facendoci dimenticare la bontà di Dio, lasciandoci così con una prospettiva poco lungimirante e sfocata. Eppure è in questi tratti accidentati del nostro percorso che la nostra fede può essere non solo messa alla prova ma anche fortificata.
(Lisa L. Harkness, “Taci, calmati!”, Liahona, novembre 2020, 80–81)