Risorse per la famiglia
Sessione Sei: Vincere la rabbia


Sessione Sei

Vincere la rabbia

«Chi può calcolare le ferite inflitte, profonde e dolorose, causate da parole dure e cattive, dette con ira?»

Presidente Gordon B. Hinckley

Obiettivi della sessione

Durante questa sessione, aiuta i genitori a:

  • Diventare consapevoli degli effetti devastanti della rabbia incontrollata sui membri della famiglia.

  • Capire come si arrabbiano e la necessità di assumersi la responsabilità di questo problema.

  • Imparare modi per controllare e vincere la rabbia.

  • Sviluppare un piano di prevenzione delle ricadute in modo che non si verifichino più problemi di rabbia.

Il problema della rabbia

Il presidente Gordon B. Hinckley insegnò: «La collera è una cosa malvagia e corrosiva che distrugge l’affetto e scaccia l’amore». Satana cerca di istigare all’ira e di causare contese nelle famiglie (vedere 2 Nefi 28:20; 3 Nefi 11:29; Moroni 9:3).

Jack

Jack si infuriò quando vide suo figlio Bart, di 15 anni, entrare con aria spavalda nella stanza, afferrare per il collo Steve, di 11 anni, e tirarlo via dalla poltrona davanti al televisore. «Sei sulla mia poltrona, stupido», gli disse con aria minacciosa. Steve si tirò indietro dal dolore e rispose a voce bassa: «Non è la tua poltrona». Bart colpì Steve di striscio alla testa con il dorso della mano mentre Steve si allontanava. Bart poi si lasciò cadere sulla poltrona, prese il telecomando, selezionò un canale di musica rock e alzò il volume. Mesi di rabbia vennero a galla dentro Jack. Sulla sua fronte si formarono gocce di sudore. Le sue braccia iniziarono a contrarsi e a tremare. Non posso sopportare questa cosa, pensò. Non solo non ha rispetto per gli altri, ma mi sta sfidando apertamente. Sa che non posso tollerare un simile comportamento. Infuriato, Jack si diresse minaccioso verso Bart, lo afferrò per un braccio, glielo torse e urlò: «Chi credi di essere? Non hai rispetto per nessuno. Pensi solamente a te stesso». Mentre tirava via Bart dalla poltrona, Jack gli urlava: «Vai nella tua stanza. Non voglio neanche guardarti». Bart si liberò dalla presa del padre e con aria di sfida uscì dalla porta d’ingresso e se la chiuse dietro sbattendola.

Qualche giorno dopo, Jack e sua moglie raccontarono l’episodio a un consulente degli LDS Family Services. «Mi arrabbio così tanto con quel ragazzo che non riesco più a vedere chiaramente», si lamentò. «Non riesco a parlare con lui in maniera civile. A volte dico cose di cui poi mi pento. Il problema diventa sempre più grande».

La maggior parte dei genitori si arrabbia con i figli di tanto in tanto. I sentimenti di rabbia possono avere uno scopo, ovvero allertare i genitori che c’è qualcosa che non va e che deve essere affrontato. I genitori saggi adottano le misure giuste per impedire che problemi piccoli si ingrandiscano. A volte i problemi sono complessi e la soluzione non è semplice. I figli possono essere ribelli e irrispettosi, e provocare ripetutamente sentimenti di rabbia nei genitori. I genitori non devono lasciarsi andare a sentimenti di rabbia e non devono reagire in modi che potrebbero ingrandire il conflitto.

L’anziano Lynn G. Robbins, dei Settanta, ha descritto l’ira come il «pensiero peccaminoso che genera sentimenti o comportamenti ostili. È il detonatore che fa esplodere la rabbia nel traffico, negli stadi e tra le mura domestiche». Il presidente Gordon B. Hinckley mise in guardia contro le tragiche conseguenze della rabbia, chiedendo: «Chi può calcolare le ferite inflitte, profonde e dolorose, causate da parole dure e cattive, dette con ira?» Nel mondo, genitori arrabbiati aggrediscono i loro figli verbalmente, fisicamente e sessualmente. Ogni anno le istituzioni competenti ricevono milioni di rapporti che denunciano maltrattamenti ai bambini.

La rabbia è stata descritta come «la più seducente delle emozioni negative». Coloro che si arrabbiano quasi sempre credono che la loro rabbia sia giustificata. Alcune persone trovano che esprimere la propria rabbia sia soddisfacente ed esaltante. Si sentono potenti e superiori quando intimidiscono gli altri. Tuttavia, la rabbia causa dipendenza; danneggia coloro che si arrabbiano e coloro che ne sono vittima.

L’ira viene erroneamente gestita in tre modi: tramite l’aggressione, tramite l’interiorizzazione o tramite un atteggiamento passivo-aggressivo.

Aggressione. La rabbia viene espressa tramite la violenza fisica (colpire, calciare, schiaffeggiare, sculacciare, tirare i capelli e le orecchie), il maltrattamento emotivo e verbale (urlare, usare epiteti, bestemmiare, minacciare, accusare, mettere in ridicolo, manipolare, sminuire), l’abuso sessuale (incesto, molestie, assalti sessuali) e tramite il controllo e il dominio.

Interiorizzazione. L’ira viene rivolta a se stessi, il che porta all’autodenigrazione, alla depressione o ad atti di autodistruzione (bere, uso di droghe, tentativi di suicidio, automutilazione).

Atteggiamento passivo-aggressivo. L’ira viene espressa tramite azioni indirette (lentezza, irresponsabilità, testardaggine, sarcasmo, disonestà, irritabilità, scontentezza, criticismo, procrastinazione).

Genitori arrabbiati possono costringere i figli all’obbedienza, ma i cambiamenti nel comportamento che ne risultano sono spesso temporanei. I figli che obbediscono per forza hanno più probabilità di ribellarsi successivamente.

Il costo della rabbia

È meno probabile che un genitore si arrabbi con un figlio quando le conseguenze sembrano troppo care. Sfortunatamente, molti genitori si arrabbiano con i figli perché ritengono che il costo della propria rabbia sia relativamente basso. È molto più probabile che facciano una sfuriata ai figli piuttosto che dirigere la propria rabbia verso un amico, il datore di lavoro, un agente di polizia o un dirigente ecclesiastico di cui hanno rispetto. Tuttavia, il costo a lungo termine di queste sfuriate di rabbia verso i bambini è più grande degli eventuali benefici. Alcuni dei costi includono quanto segue:

  • Perdita dello Spirito.

  • Perdita della stima (di sé e da parte degli altri membri della famiglia).

  • Perdita dell’amicizia e della collaborazione.

  • Perdita della fiducia in se stessi.

  • Sentimenti di colpa e solitudine.

  • Rapporti rovinati.

  • Danni a sé e agli altri.

  • Figli che temono i genitori invece di volere loro bene.

  • Figli che si ribellano, si danno alla delinquenza e vanno via da casa ancora giovani.

  • Figli che vanno male a scuola.

  • Rischio maggiore di problemi come la depressione, salute precaria, comportamenti che causano dipendenza e difficoltà nell’ambito del lavoro.

Cause della rabbia

Alcuni genitori usano la rabbia per intimidire e controllare i propri figli, per sentirsi superiori e per evitare di dover affrontare i problemi. La rabbia può anche nascere dall’orgoglio e dall’egoismo, come quando una persona non riesce a ottenere che si faccia a modo suo, o da una mancanza di mitezza (pazienza davanti a una provocazione). Alcuni individui si adirano quando si sentono frustrati, feriti o contrariati.

La rabbia spesso si scatena quando una persona avverte una minaccia, un’ingiustizia o crede che la sua persona o altri siano stati oggetto di un maltrattamento. La minaccia può essere fisica o emotiva. Per esempio, la persona può temere un attacco fisico, di essere umiliata o di perdere l’autostima o la stima degli altri. Nell’esempio iniziale, Jack aveva avvertito una minaccia alla sua immagine di padre rispettato, che aveva il controllo sul comportamento dei figli. Era preoccupato che gli altri lo giudicassero un genitore impotente e inefficace.

Percezioni distorte

Le percezioni del pericolo sono spesso distorte. Troppo spesso la rabbia si manifesta quando una persona giudica in modo errato l’intento degli altri: «Sta cercando di farmi del male»; «Mi sta impedendo di ottenere ciò che voglio»; «Non gli interessano i miei sentimenti»; «Mi sta usando».

Alcuni individui si arrabbiano senza quasi neanche pensarci. Questo tipo di rabbia è spesso difficile da controllare, perché si manifesta molto velocemente. In altre situazioni, la rabbia si manifesta a poco a poco, man mano che un individuo percepisce una minaccia costante, un’ingiustizia o un maltrattamento. La rabbia cresce anche quando una persona si sofferma su una situazione, intrattenendo pensieri che spesso sono altamente distorti ed esagerati.

Quando gli individui avvertono una minaccia e rispondono adirandosi, i loro corpi si preparano per l’azione. La loro pressione sanguigna aumenta, i muscoli si tendono, la respirazione accelera e le loro menti si concentrano sull’eliminazione della minaccia o del maltrattamento. Questo stato di preallerta può prorompere in un’unica reazione esplosiva, verbale o fisica, alla minaccia avvertita. Oppure può crescere nel tempo in risposta a una serie di provocazioni subite. I pensieri che causano rabbia crescono fino a quando una persona esplode per una situazione, solitamente di poco conto, che normalmente avrebbe ignorato.

Questi cambiamenti fisiologici suggeriscono chiavi importanti nel controllo della rabbia. Per un genitore, il momento migliore per agire è appena nota un aumento dello stress. Il genitore può ricercare ulteriori informazioni sulla minaccia avvertita, arrivando a comprenderla più chiaramente. Una comprensione migliore può ridurre la percezione del pericolo, diminuendo la possibilità di uno scatto d’ira. Pensieri negativi che causano rabbia possono essere sostituiti con pensieri più positivi che calmano la persona, facendole vedere la situazione stressante in maniera più positiva. Il genitore può considerare modi più produttivi di reagire alla minaccia o all’ingiustizia, un modo che risolva il problema invece di farlo degenerare.

Un genitore stressato può anche evitare situazioni che potrebbero provocare più stress fino a quando non si sente più rilassato e controllato. Allora il genitore può lavorare per risolvere la situazione senza rabbia.

Vincere la rabbia

I seguenti principi possono aiutare i genitori a superare i problemi con la rabbia. Quando insegni, chiedi ai genitori di trovare e applicare i principi che funzionano meglio nella loro situazione.

Pregare

I genitori devono pregare con intento reale per ricevere aiuto nel vincere i sentimenti di rabbia. Il salmista insegnò che il Signore libererà colui che prega dalle tempeste della vita: «Ma, gridando essi all’Eterno nella loro distretta, egli li trae fuori dalle loro angosce. Egli muta la tempesta in quiete, e le onde si calmano. Essi si rallegrano perché si sono calmate, ed ei li conduce al porto da loro desiderato» (Salmi 107:28–30). Anche il digiuno e le benedizioni del sacerdozio sono utili nel vincere i sentimenti di rabbia. Le benedizioni del sacerdozio, la preghiera e il digiuno dovrebbero essere accompagnati da uno sforzo individuale a cambiare.

Risolvere i problemi nascosti

I genitori dovrebbero parlare con i figli e risolvere i problemi che causano la rabbia. La maggior parte dei problemi può essere risolta in maniera pacifica. Per un aiuto, i genitori possono rivedere la sessione tre («Comunicare con amore»), la sessione sette («Risolvere i conflitti») e la sessione nove («Applicare le conseguenze»). Quando affrontano un problema, i genitori devono parlare ai figli con lo stesso rispetto che mostrano al proprio datore di lavoro, a un amico o a un dirigente della Chiesa.

Assumersi la responsabilità della rabbia

I genitori che hanno problemi di rabbia devono riconoscere di avere un problema e assumersene la responsabilità prima di poterlo risolvere. I figli possono provocare i genitori, ma i genitori sono responsabili della propria reazione. I genitori possono imparare a controllare la propria rabbia e a reagire in modi migliori.

Alcuni individui giustificano la loro rabbia, adducendo la scusa che è parte del loro retaggio culturale. Per esempio, alcuni genitori aggrediscono fisicamente i figli e si giustificano dicendo che il comportamento è una pratica largamente accettata all’interno del loro gruppo etnico. Tali azioni non sono accettabili per il Padre celeste. L’anziano Richard G. Scott, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha insegnato che l’appartenenza alla famiglia di Dio ha la precedenza sull’identità culturale:

«Il vostro Padre celeste vi ha assegnato il lignaggio in cui nascere, dal quale ricevete la vostra eredità razziale, culturale e di tradizioni. Il vostro lignaggio vi riserba una ricca eredità e grande gioia. Eppure voi avete la responsabilità di decidere se c’è una parte di tale eredità che deve essere scartata in quanto è contro il piano di felicità del Signore…

Nessuna famiglia può resistere a lungo sotto la paura o la coercizione. Questo conduce a contese e ribellioni. L’amore è il fondamento di una famiglia felice».

Una volta che gli individui hanno riconosciuto e riscontrato un problema, possono pentirsi e iniziare a superarlo.

Individuare il ciclo della rabbia

Se un genitore è cronicamente arrabbiato, può cadere in un ciclo di comportamento composto da quattro fasi. Gli specialisti del comportamento hanno dato nomi diversi alle fasi del ciclo della rabbia, ma gli elementi essenziali sono gli stessi. Segue una sinopsi del ciclo fatta da Murray Cullen e Robert Freeman-Longo, specialisti nella gestione della rabbia. Le persone hanno più successo nel tenere sotto controllo la rabbia nelle fasi iniziali del ciclo, prima che si inneschi il ciclo fisiologico.

Fase del faccio-finta-di-essere-normale. La vita scorre tranquilla, ma la rabbia cova sotto la superficie, influenzando il modo in cui la persona vive e pensa. Eventi o situazioni innescano prontamente gli abituali modi di pensare distorti. La persona razionalizza e giustifica queste distorsioni.

Fase dell’accumulo. Mentre la persona si concentra su pensieri distorti, inizia a sentirsi minacciata fisicamente o emotivamente e inizia a reagire con rabbia. I pensieri della persona ripercorrono temi familiari come: «Non gli interessa quello che dico come genitore» o «Sono io a fare tutto il lavoro qui; non mi aiuta mai». Segnali fisici indicano che la persona si sta adirando (tensione, rigidità, plasticità, battito cardiaco più veloce, respirazione affannosa, stomaco in subbuglio o rossore in volto). La persona immagina e fa piani su come sfogare la rabbia e può lasciarsi andare a un comportamento compulsivo che fomenta la rabbia (abuso di droga e alcol, assunzione eccessiva di cibo, lavorare troppo).

Fase della esternazione. La rabbia viene sfogata sugli altri urlando, sminuendoli o aggredendoli fisicamente o sessualmente. Oppure può essere rivolta su se stessi tramite l’autodenigrazione, tentativi di suicidio o l’abuso di alcol o droghe.

Fase della spirale verso il basso. La persona prova sensi di colpa e vergogna. Meccanismi di difesa si manifestano e la persona prova a coprire l’ira facendo qualcosa di genericamente buono per provare di essere una persona buona. La persona decide di tenere sotto controllo il suo temperamento. Quando la decisione comincia a vacillare, la persona ricade nel ciclo partendo dalla fase del faccio-finta-di-essere-normale.

Tenere un registro della rabbia

Tenere un registro della rabbia aumenterà la consapevolezza di un genitore del proprio ciclo della rabbia. Il genitore può imparare a interrompere il ciclo all’inizio, usando i principi in questa sessione.

Neutralizzare i pensieri che causano rabbia

I genitori dovrebbero cercare spiegazioni alternative per il comportamento che li fa arrabbiare. Per esempio, un figlio che risponde maleducatamente può avere avuto una giornata difficile a scuola. Un figlio che ci sfida può farlo perché si sente accettato solamente dai suoi coetanei che hanno comportamenti inaccettabili. I genitori possono vedere le situazioni difficili come problemi che devono essere risolti e come opportunità di avvicinarsi di più ai figli, e non come eventi minacciosi che richiedono una reazione arrabbiata plateale.

Nel mettere in discussione i pensieri che fanno arrabbiare, la tempestività è cruciale. Quando una persona raggiunge un alto grado di rabbia, diventa irrazionale. Quando i sentimenti tendono a questo livello, la persona deve allontanarsi dalla situazione e concedersi il tempo per calmarsi.

Proprio come gli atleti e i musicisti si preparano, facendo ore di pratica, per ottenere buoni risultati in situazioni specifiche, i genitori possono prepararsi a reagire in maniera appropriata quando si trovano in situazioni che causano rabbia. Raymond Novaco della University of California di Irvine ha suggerito che gli individui imparino a riconoscere gli albori di una reazione adirata e sostituiscano i pensieri distorti con dichiarazioni di gestione attiva che favoriscono una percezione più accurata della situazione. Nei momenti di calma, possono ripassare dichiarazioni come queste: «Come posso risolvere il problema?»; «Mi sto arrabbiando, ma so come gestire la cosa»; «Posso gestire questa situazione»; «So come controllare la mia rabbia»; «Posso conservare il mio senso dell’umorismo».

Quando si presenta la vera provocazione, una persona può usare queste dichiarazioni di gestione attiva o altre: «Cosa voglio ottenere da questa situazione?»; «Non otterrò niente, se mi arrabbio»; «Se mi arrabbio, pagherò un prezzo che non voglio pagare»; «Devo cercare i lati positivi»; «Non posso dare per scontato il peggio o saltare alle conclusioni»; «La mia rabbia è un segnale che è il momento di istruirmi»; «Posso trovare una soluzione»; «Posso trattare questa persona con rispetto».

Allontanarsi dalla situazione

Per i genitori, il momento migliore per agire è appena notano un aumento dello stress. Possono imparare a tenere sotto controllo la loro rabbia. Un modo per tenere sotto controllo la rabbia è immaginare un termometro che misura il proprio livello di rabbia. Se perdono il controllo a 30 gradi, possono imparare ad allontanarsi dalla situazione prima che arrivi a quella temperatura. Dovrebbero dire al figlio: «Mi sto per arrabbiare. Ho bisogno di un po’ di tempo per calmarmi». Non è utile incolpare il figlio, dicendo: «Mi stai facendo arrabbiare».

Individuare attività che calmano

Attività rilassanti includono la meditazione, il lavoro, il jogging, il nuoto, l’ascolto della musica, la lettura di un libro. I genitori non devono provare a calmarsi dando sfogo alla rabbia o rimuginando sull’evento relativo. Se covano o vi danno sfogo, la loro rabbia potrebbe degenerare. Se ripercorrono l’incidente di continuo nella mente, è molto probabile che continueranno a ingrandire la situazione. Quando danno sfogo alla rabbia, fanno lo stesso, giustificando nella loro mente l’espressione violenta della loro rabbia.

Un senso di gratitudine e lo sforzo di cercare ciò che di buono c’è nei propri figli, può aiutare i genitori a calmare la propria rabbia. Un altro modo per calmarsi è seguire il consiglio del presidente Boyd K. Packer, del Quorum dei Dodici, che suggerì di rimpiazzare i pensieri non desiderabili con la musica sacra: «Quando comincia la musica e le parole si formano nei vostri pensieri, i [pensieri] indegni usciranno di scena vergognandosi. Il canto silenzioso dell’inno cambierà l’atmosfera del vostro palcoscenico. Poiché questa musica è pura e edificante, i pensieri vili saranno costretti a una vergognosa ritirata».

Esprimere i sentimenti nascosti

La rabbia spesso viene espressa in luogo di sentimenti feriti, paura, imbarazzo o rigetto. Alcuni individui esitano a condividere questi sentimenti, temendo che siano dimostrazione di debolezza o vulnerabilità.

Quando gli individui condividono sentimenti nascosti con calma, iniziano a parlare delle cose che davvero danno loro fastidio; non stanno litigando. Quando vengono discussi i veri problemi, i conflitti si risolvono più velocemente.

Spesso ci vuole più coraggio a essere onesti che a essere arrabbiati. Quando i genitori condividono i sentimenti nascosti, spesso scoprono che i figli stanno meno sulla difensiva e sono più disposti a risolvere i problemi. Il rapporto tra i membri della famiglia migliora.

Alcuni individui hanno difficoltà a individuare e a esprimere i sentimenti legati alla propria rabbia. Può essere loro d’aiuto esaminare con il coniuge perché sono arrabbiati, cercando le ragioni aldilà dell’ovvio cattivo comportamento del figlio, come per esempio la preoccupazione di aver fallito come genitore o la paura che il figlio non avrà successo. Una volta che il genitore riconosce e riscontra i sentimenti nascosti, può parlarne con il coniuge o il figlio invece di arrabbiarsi.

Beth

Ogni volta che Beth partecipava a delle attività extra scolastiche, ella temeva la reazione adirata della mamma. Dopo aver frequentato un corso per genitori, la mamma iniziò a condividere i sentimenti legati alla sua rabbia. «Ho paura che ti metta nei guai, come fece mia madre quando era adolescente. Rimase incinta e nacqui io», le confidò. «Non voglio che questo accada a te». Beth rispose assicurando la mamma del suo impegno assoluto alla legge di castità. La mamma si sentì rassicurata e sostenne di più Beth nella partecipazione alle successive attività.

Cercare un cambiamento spirituale

Il processo di venire a Cristo implica una trasformazione spirituale che risulta in un comportamento pacifico e amorevole. Come spiegò l’anziano Marvin J. Ashton, del Quorum dei Dodici, quando siamo davvero convertiti, «il modo in cui trattiamo gli altri è sempre più improntato alla pazienza, alla gentilezza, alla cortese accettazione e al desiderio di svolgere un ruolo positivo nella loro vita». Il problema della rabbia diminuisce.

Il Libro di Mormon descrive un «potente cambiamento» del cuore che viene tramite la conversione e l’essere veri discepoli; si tratta di una disposizione a «fare continuamente il bene» (Mosia 5:2). Paolo descrisse i frutti dello Spirito come: «amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza» (Galati 5:22). Mormon diede il seguente consiglio, che può essere applicato a coloro che hanno difficoltà a cambiare il proprio comportamento arrabbiato: «Pregate il Padre con tutta la forza del vostro cuore, per poter essere riempiti di [carità], che egli ha conferito a tutti coloro che sono veri seguaci di Suo Figlio Gesù Cristo, affinché possiate diventare figli di Dio; cosicché, quando apparirà, saremo simili a Lui, poiché lo vedremo come egli è (Moroni 7:48)».

Quando gli individui cambiano spiritualmente, iniziano a provare meno rabbia e acquistano fiducia nella propria capacità di controllare meglio i sentimenti di rabbia. Per dare avvio a questo cambiamento e per assicurarsi che continui, essi dovranno:

  • Leggere le Scritture ogni giorno e incorporarne gli insegnamenti nella propria vita.

  • Pregare ogni giorno per ricevere aiuto in ogni aspetto della vita, inclusi i problemi con la rabbia.

  • Pentirsi e cercare di accedere al potere curativo dell’Espiazione.

  • Farsi consigliare dal vescovo secondo necessità.

  • Stabilire obiettivi personali per superare i problemi di temperamento; lavorare su un problema fino alla risoluzione e poi iniziare a lavorare su uno nuovo.

  • Pregare per riuscire a vedere le persone attorno a loro come le vede il Signore.

  • Rinnovare le alleanze e rendere il culto nel tempio e nelle riunioni in chiesa.

Prevenire le ricadute

La prevenzione delle ricadute è il processo di interruzione del ciclo della rabbia, tramite la modifica dei pensieri e del comportamento, e l’utilizzo di altre strategie di intervento scoperte dalla persona. Le strategie di intervento forniscono alternative all’accumulo della rabbia. La prevenzione delle ricadute e le strategie di intervento possono richiedere la partecipazione della famiglia, degli amici, dei colleghi, del vescovo e dell’insegnante del corso. La prevenzione delle ricadute di solito funziona meglio durante le prime due fasi del ciclo della rabbia: la fase del faccio-finta-di-essere-normale e la fase dell’accumulo. La persona impara a riconoscere e a reagire ai fattori di rischio (eventi o emozioni che innescano la rabbia) in modi che interrompono il ciclo e prevengono la ricaduta. L’esempio seguente mostra come una persona può prevenire una ricaduta.

Fase del faccio-finta-di-essere-normale. La persona riconosce il suo problema con la rabbia, ma lo gestisce in modo sano. È consapevole dei meccanismi che innescano la rabbia e usa strategie per gestirla, come evitare situazioni ad alto rischio, rilassarsi e fare una pausa. La persona lavora attivamente per risolvere i conflitti e i problemi che scatenano l’ira.

Fase dell’accumulo. La persona usa nuove strategie di gestione per limitare il livello e l’intensità della rabbia. Corregge e sostituisce i pensieri negativi con dichiarazioni positive («Posso farcela» o «Posso trovare altre soluzioni al problema»). Riconosce i sentimenti dolorosi alla base della rabbia e riconosce che questi sentimenti privi di rabbia sono normali. La persona mette fine a comportamenti di dipendenza, inclusi il fantasticare in merito a come sarebbe reagire e il programmare come dar sfogo a quei sentimenti. Parla del problema o, se la situazione non è modificabile, lo scrive. La persona rilascia energia tramite attività fisiche e rafforza l’autostima facendo qualcosa che le piace. La persona ricerca una rinascita spirituale.

La pace di dio

Il presidente Joseph F. Smith sottolineò l’importanza di essere gentili con i bambini invece di essere arrabbiati: «Quando parlate con loro, non fatelo con ira, non fatelo con asprezza, con spirito di condanna. Parlate loro gentilmente;… se necessario piangete con loro. Addolcite il loro cuore, portateli a sentire tenerezza per voi. Non usate né la frusta né la violenza morale, ma… avvicinateli con il ragionamento, con la persuasione e con amore sincero».

Gli individui che mettono in pratica i principi e i suggerimenti contenuti in questa sessione possono imparare a vincere la rabbia invece di esserne controllati. L’esempio seguente mostra come una persona può vincere la sua rabbia.

«Andavo in giro con il desiderio di far male a chiunque incontrassi. La rabbia dominava la mia vita. Non riuscivo a parlare con mia moglie e i miei figli senza esplodere. Le persone mi evitavano. Odiavo me stesso e odiavo loro. Spesso sentivo di voler colpire qualcuno, chiunque. Davo in escandescenze alla minima provocazione. Alla fine ho cercato aiuto. Con l’aiuto di un consulente sono riuscito a parlare di molte cose che avevo in testa da molto tempo, problemi legati alla mia rabbia. Ho imparato a pensare in modo diverso e a vedere gli altri in modo migliore. Ho applicato i principi del Vangelo al mio problema: la preghiera, lo studio delle Scritture, il perdono. Ho cominciato a sentirmi meglio riguardo a me stesso. Con il tempo la mia rabbia è svanita e ho sentito di avere di nuovo il controllo della mia vita. Ora posso interagire con la mia famiglia. Posso godere della compagnia degli altri. È come se mi avessero ridato la mia vita».

L’apostolo Paolo disse: «La pace di Dio… sopravanza ogni intelligenza» (Filippesi 4:7). Coloro che hanno avuto problemi con la rabbia sanno quanto sia liberatorio sentirsi in pace e affrancati. I genitori che sono stati incatenati dalla rabbia possono liberarsi da questo problema e provare pace di mente.

I genitori non dovrebbero dimenticare né sottovalutare la potente influenza dello Spirito Santo. Quando cercano l’aiuto del Signore, lo Spirito Santo li conforterà, sosterrà e dirigerà nel gestire e nel superare i sentimenti di rabbia (vedere Giovanni 14:26–27; DeA 8:2–3).

Note

  1. Conference Report, aprile 1991, 97; o La Stella, luglio 1991, 71.

  2. Conference Report, aprile 1998, 106; o La Stella, luglio 1998, 84.

  3. Conference Report, ottobre 1991, 71; o La Stella, gennaio 1992, 62.

  4. Daniel Goleman, Emotional Intelligence: Why It Can Matter More Than IQ (USA: Bantam Books, 1995), 59.

  5. Conference Report, aprile 1998, 112–113; o La Stella, luglio 1998, 90.

  6. Vedere Men and Anger: Understanding and Managing Your Anger (Holyoke, Massachusetts: NEARI Press, 2004), 67–70. ISBN# 1-929657-12-9.

  7. L’idea di utilizzare un registro della rabbia è stata adattata da Men and Anger, 31–32.

  8. Anger Control: The Development and Evaluation of an Experimental Treatment (Lexington, Massachusetts: Lexington Books, 1975), 7, 95–96.

  9. «Inspiring Music—Worthy Thoughts», Ensign, gennaio 1974, 28; o vedere Liahona, aprile 2008, 35.

  10. Conference Report, aprile 1992, 26; La Stella, luglio 1992, 23.

  11. Men and Anger, 70–71.

  12. Men and Anger, 72–74.

  13. Dottrina evangelica, 283.

Il Ciclo Personale Della Rabbia

Descrivi le situazioni tipiche che innescano la tua rabbia (per esempio, il mio coniuge litiga con me, il conto corrente è andato in rosso, la casa è in disordine):

Descrivi i pensieri o le giustificazioni che alimentano la tua rabbia (per esempio, il mio coniuge si preoccupa solamente di se stesso, mio marito è del tutto irresponsabile):

Descrivi i sentimenti alla base della tua rabbia (per esempio, non mi sento rispettato, mi sento usato, mi sento ignorato):

Descrivi i segnali fisici che indicano che ti stai arrabbiando (per esempio, mani sudate, battito cardiaco più veloce, rigidità, irritabilità):

Descrivi ciò che fai che accresce la tua rabbia (per esempio, rimuginare sull’offesa, rifiutare di parlarne, bere alcolici):

Descrivi cosa fai quando sei arrabbiato (inclusi i tuoi comportamenti peggiori):

Descrivi i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti e il tuo comportamento dopo aver agito spinto dalla rabbia (per esempio, mi sento sollevato, colpevole, triste, contrito):

Esempio Di Registro Della Rabbia

Informazioni richieste

Situazione A

Situazione B

Data e causa o persona scatenante:

19/10 Discussione con mio marito.

20/10 I bambini si sono comportati male.

Intensità della mia rabbia:

Lieve

Grave

Lieve

Grave

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Pensieri che hanno scatenato la mia rabbia:

È uno stupido. Non si preoccupa di me.

I bambini non obbediscono mai. Non mi rispettano.

Sentimenti che erano alla base della mia rabbia:

Non amata, ignorata, non apprezzata.

Usata, ignorata.

Come ho gestito la mia rabbia:

Gli ho urlato contro. L’ho chiamato stupido.

Con calma gli ho detto di restare nella loro camera fino a quando non si fossero comportati bene.

Quello che mi sono detto nel gestire la rabbia:

Si merita una punizione. Mi ha ferito. Lo sto solo ripagando.

Stavano semplicemente comportandosi come tutti i bambini. Non stavano cercando di sfidarmi.

Successo nel controllare la mia rabbia:

Nessuno

Grande

Nessuno

Grande

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Ciò che è sembrato essere d’aiuto:

Niente di ciò che ho fatto è stato d’aiuto. Quello che ho fatto ha peggiorato la situazione.

Mi sono presa una pausa. Sono uscita per una passeggiata e poi ho parlato con i bambini.

Rabbia soppressa, espressa o risolta:

Ho soppresso i miei sentimenti dopo la sfuriata.

Ho espresso le mie frustrazioni.

Ciò che farò meglio la prossima volta:

Non reagirò. Mi calmerò prima di parlare.

Niente. Ho fatto bene questa volta.

Adattato da Murray Cullen and Robert E. Freeman-Longo, Men and Anger: Understanding and Managing Your Anger (Holyoke, Massachusetts: NEARI Press, 2004), 33–34. ISBN# 1-929657-12-9.

Registro Della Rabbia

Informazioni richieste

Situazione A

Situazione B

Data e causa o persona scatenante:

Intensità della mia rabbia:

Lieve

Grave

Lieve

Grave

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

1

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Pensieri che hanno scatenato la mia rabbia:

Sentimenti che erano alla base della mia rabbia:

Come ho gestito la mia rabbia:

Quello che mi sono detto nel gestire la rabbia:

Successo nel controllare la mia rabbia:

Nessuno

Grande

Nessuno

Grande

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Ciò che è sembrato essere d’aiuto:

Rabbia soppressa, espressa o risolta:

Ciò che farò meglio la prossima volta:

Adattato da Murray Cullen and Robert E. Freeman-Longo, Men and Anger: Understanding and Managing Your Anger (Holyoke, Massachusetts: NEARI Press, 2004), 33–34, 117. ISBN# 1-929657-12-9.

Il Mio Piano Di Prevenzione Delle Ricadute

Fase Normale

Fattori scatenanti della rabbia:

Strategie di gestione o fuga:

Azioni per risolvere i problemi che portano alla rabbia:

Fase Dell’Accumulo E Utilizzo Di Strategie D’Intervento

Fattori scatenanti della rabbia:

Strategie di gestione o fuga: