Capitolo 2
Chi sono?
In che modo sapere chi siamo ci aiuta a ricevere la vita eterna?
Introduzione
«Un giorno una giovane insegnante della Scuola Domenicale ci fece una domanda piuttosto interessante che le era stata rivolta nella sua classe la domenica precedente», disse il presidente Lee a una congregazione di santi. «Ella disse che stavano parlando della vita prima della nascita, di questa vita e della prossima, quando un giovane studente della Scuola Domenicale chiese: ‹La vita prima di questa ebbe fine quando nascemmo nella vita terrena; questa vita terminerà con la morte fisica; quale sarà la fine della prossima vita? Sarà forse l’oblio?› L’insegnante della Scuola Domenicale disse: ‹Non ho la risposta›.
Mentre pensavo alla domanda notai che utilizziamo parole piuttosto inesatte quando parliamo di ‹vita prima della nascita, questa vita e la prossima›, come se fossimo dei gatti con nove vite mentre, in realtà, abbiamo solo una vita. La vita di cui parliamo non cominciò con la nascita sulla terra. Questa vita non termina con la morte. C’è qualcosa che non viene creata o fatta. Le Scritture la chiamano ‹intelligenza›, la quale, a un certo punto della pre-esistenza fu organizzata in uno ‹spirito›. Quando quello spirito è cresciuto fino a raggiungere una determinata statura gli fu stata data dall’onnisciente Padre la possibilità di entrare in un altro stadio di sviluppo. Gli fu dato in aggiunta, e dopo aver vissuto la sua vita e aver raggiunto il suo scopo nella mortalità, ci sarà un altro cambiamento. Infatti noi non entriamo in una nuova vita, ma in un altro livello della stessa vita. C’è qualcosa che non è stata creata o fatta, e qualcosa che non perisce, e quel qualcosa vivrà per sempre».1
Questo capitolo parla della nostra natura eterna e del modo in cui la nostra conoscenza di tale natura influisce sulla nostra vita.
Insegnamenti di Harold B. Lee
In che modo sapere che siamo figli e figlie spirituali del Padre celeste è per noi una benedizione?
Chi siamo? … L’apostolo Paolo scrisse: «Inoltre, abbiamo avuto per correttori i padri della nostra carne, eppur li abbiamo riveriti; non ci sottoporremo noi molto più al Padre degli spiriti per aver vita?» [Ebrei 12:9] suggerendo così che tutti coloro che vivono sulla terra hanno un padre nella carne proprio come avevano un padre del loro spirito. … A Mosè e ad Aaronne … il Signore aveva detto: «Separatevi da questa raunanza, e io li consumerò in un attimo. La Sua ira era accesa contro le persone malvagie, ma Mosè e Aaronne si prostrarono con la faccia a terra e dissero: «O Dio, Dio degli spiriti di ogni carne! Un uomo solo ha peccato, e ti adireresti tu contro tutta la raunanza?» [Numeri 16:21–22]. Avete notato come essi si rivolsero a Lui? Il Dio degli spiriti di ogni carne …
Uno dei volumi di Scritture più antichi che abbiamo ci è giunto in maniera miracolosa – lo chiamiamo Perla di Gran Prezzo. Uno dei grandiosi libri di questo prezioso volume è conosciuto come libro di Abrahamo. In esso troviamo quanto segue:
«Ora, il Signore aveva mostrato, a me, Abrahamo, le intelligenze che erano state organizzate prima che il mondo fosse; e fra tutte queste ve n’erano molte di nobili e di grandi;
E Dio vide queste anime, che erano buone, e stette in mezzo a loro, e disse: Questi li farò miei governatori: poiché stava fra coloro che erano spiriti, e vide che erano buoni, e mi disse: Abrahamo, tu sei uno di loro; tu fosti scelto prima di nascere.
E ve ne stava uno fra essi che era simile a Dio; ed egli disse a quelli che erano con lui: Noi scenderemo, poiché vi è dello spazio laggiù; e prenderemo di questi materiali e faremo una terra sulla quale costoro possano dimorare;
E in questo modo li metteremo alla prova, per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro;
E a coloro che mantengono il loro primo stato, sarà dato in aggiunta; e coloro che non mantengono il loro primo stato non avranno gloria nello stesso regno con quelli che mantengono il loro primo stato; e a coloro che mantengono il loro secondo stato sarà aggiunta gloria sul loro capo per sempre e in eterno» [Abrahamo 3:22–26].
In questo passo delle Scritture si trovano molti preziosi principi. Innanzi tutto, abbiamo un’indicazione, un’idea di cos’è uno spirito. Uno spirito, come disse Abrahamo, è un’intelligenza organizzata. Questo è il principio della nostra comprensione di ciò che è uno spirito. È un’intelligenza organizzata che viveva come spirito prima che questo mondo fosse. Com’è fatto uno spirito? Che concezione avete di quello spirito? Ebbene, il Signore ci ha dato una risposta ispirata tramite il profeta Joseph Smith, parte della quale dice quanto segue: «Ciò che è spirituale è a somiglianza di ciò che è materiale; e ciò che è materiale, a somiglianza di ciò che è spirituale». Ora ascoltate bene: «Lo spirito dell’uomo, a somiglianza della sua persona, come pure lo spirito delle bestie e di ogni altra creatura che Dio ha creato» [DeA 77:2].
Ora voi mi vedete come un uomo maturo con un corpo fisico. C’è una parte di me che voi non potete vedere con gli occhi fisici: la mia parte spirituale che guarda attraverso i miei occhi e mi da potere di movimento e la misura dell’intelletto e dell’intelligenza …
Questo è il primo principio che impariamo – che c’era un’intelligenza organizzata che era chiamata … spirito. Allora il Signore [Geova], che era quell’illustre spirito simile a Dio [il Padre], andò tra quelle intelligenze organizzate chiamate spiriti, e disse loro: Noi faremo una terra in cui voi spiriti, potrete dimorare e quelli tra voi che vivono degnamente qui nel mondo degli spiriti potranno scendere sulla terra e sarà dato loro in aggiunta. E a quegli spiriti che mantennero la fede, o che furono considerati degni, fu permesso di venire sulla terra e ricevere, in aggiunta al corpo spirituale, un corpo fisico. … Il fatto che voi ed io siamo su questa terra con un corpo fisico è una prova che eravamo tra coloro che mantennero il loro primo stato; abbiamo superato la prova e ci è stato permesso di venire qui. Se non avessimo superato l’esame non saremmo qui; saremmo precipitati con Satana e staremmo cercando di tentare coloro che hanno un corpo …
Perché dobbiamo essere fedeli per portare a compimento sulla terra la missione per cui siamo stati preordinati?
Una volta stabilita la nostra identità preterrena, ossia chi siamo – figli e figlie spirituali di Dio prima che questo mondo fosse – e chi è il Padre degli spiriti di tutti gli uomini che vivono nella carne su questa terra, allora siamo pronti a procedere con la prossima risposta. Da ciò che vi ho letto nel libro di Abrahamo, nel ventitreesimo versetto, avete sentito che ad Abrahamo fu detto che egli era stato ordinato e scelto prima di nascere. Mi chiedo se ci avete mai pensato. A Mosè fu detta la stessa cosa …
«E invocando il nome di Dio, egli vide di nuovo la sua gloria, poiché essa era su di lui; e udì una voce che diceva: Benedetto sei tu, Mosè, poiché Io, l’Onnipotente, ti ho scelto, e sarai reso più forte di molte acque, poiché esse obbediranno al tuo comando come se tu fossi Dio» [Mosè 1:25]. La sua missione era quella di essere un grande e potente governatore. Similmente, a Geremia il Signore disse: «Prima che io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito profeta delle nazioni» [Geremia 1:5]. Joseph Smith, rendendolo ancora più chiaro, disse: «Ogni uomo che ha una chiamata per servire presso gli abitanti del mondo fu ordinato proprio per questo scopo nel Gran Consiglio del cielo prima che questo mondo fosse». Poi aggiunse: «Immagino che anch’io fui ordinato a questo ufficio in quel medesimo Gran Consiglio» (Insegnamenti del profeta Joseph Smith, 290).
Segue un infausto ammonimento. Malgrado quella chiamata, il Signore mise nella mente del profeta Joseph Smith queste parole che egli scrisse: «Ecco, vi sono molti chiamati, ma pochi sono scelti». In altre parole … poiché qui abbiamo il nostro libero arbitrio, vi sono molti che sono stati preordinati a compiere un’opera più grande di quella che si preparano a svolgere quando sono qui. Egli disse: «E perché non sono scelti?» e indica due motivi per cui gli uomini vengono meno ai loro impegni. Primo, «perché il loro cuore è rivolto così tanto verso le cose di questo mondo», e secondo «aspira agli onori degli uomini, che non apprendono questa unica lezione: Che i diritti del sacerdozio sono inseparabilmente connessi con i poteri del cielo» [DeA 121:34–36].2
Non pensate che tale chiamata e preordinazione determinino in anticipo ciò che dovete fare. Un profeta vissuto sul continente americano ha parlato chiaramente sull’argomento: «Chiamati e preparati fin dalla fondazione del mondo, secondo la prescienza di Dio, a causa della loro grandissima fede e delle loro buone opere; essendo in primo luogo lasciati liberi di scegliere il bene o il male» (Alma 13:3). … Nel mondo degli spiriti, o nel loro primo stato, Dio può aver chiamato e scelto degli uomini per compiere una determinata opera, ma se essi accetteranno tale chiamata qui e la onoreranno tramite il fedele servizio e le buone opere durante questa vita dipende dal loro diritto e privilegio di esercitare il loro libero arbitrio di scegliere il bene o il male.3
In che modo conoscere chi siamo influenza il nostro utilizzo del libero arbitrio?
Cos’altro ci viene detto che siamo? Che siamo liberi di esercitare il nostro arbitrio e alcune persone pensano di poter fare tutto ciò che vogliono, ma non è esattamente così. Noi abbiamo il nostro libero arbitrio, ma lasciate che vi legga qualcosa in merito. Evidenziate 2 Nefi 1:15–16. Penso che nostro Padre abbia corso un gran rischio nel farci scendere quaggiù e darci il privilegio del libero arbitrio per scegliere. Al fine di compiere le nostre scelte e ottenere le nostre ricompense eterne, doveva accaderci qualcosa. Ora ascoltate le parole di un padre a suo figlio: «E per portare a compimento i suoi scopi eterni riguardo al fine dell’uomo, dopo ch’egli ebbe creato i nostri primi genitori, e le bestie dei campi e gli uccelli dell’aria, e infine tutte le cose che sono create, era necessario che vi fosse un’opposizione; proprio il frutto proibito in opposizione all’albero della vita; l’uno dolce e l’altro amaro» [2 Nefi 2:15]
Spesso le cose appaiono così, ossia che ciò che è proibito è la cosa più desiderabile, e che ciò che è giusto ci sembra come una medicina amara e difficile da ingoiare. Per permettere all’uomo di scegliere, «il Signore Iddio concesse all’uomo di agire da sé. Pertanto l’uomo non avrebbe potuto agire da sé, a meno che non fosse attirato o dall’uno o dall’altro» [2 Nefi 2:16]. Per essere individui pensanti indipendenti, dovevamo avere a nostra disposizione non soltanto il bene ma anche il male, per poter scegliere tra i due. Pensateci per un momento. Se nel mondo tutto fosse buono e non ci fosse alcun male, sareste in grado di scegliere qualcos’altro all’infuori del bene? O se tutto fosse malvagio nel mondo, se non vi fosse alcun bene da scegliere, potreste scegliere qualcos’altro all’infuori del male? Se ci pensate un attimo, l’unico modo in cui può esservi il libero arbitrio nelle persone che abitano la terra è quello di avere a disposizione il bene e il male e che ognuno di noi possa avere la possibilità di scegliere da sé stesso. … In questo modo può esserci libero arbitrio. Il Signore è stato disposto a correre questo rischio in modo che potessimo camminare per fede e, come esseri liberi e indipendenti, scegliere il giusto.4
Qual è il nostro potenziale eterno come figli di Dio?
Lo scopo della vita è quello di far avverare l’immortalità e la vita eterna. Immortalità significa ottenere alla fine un corpo che non sarà mai più soggetto ai dolori della mortalità, alla morte fisica e al decadimento, essendo tutte queste cose superate. Ottenere la vita eterna significa avere il diritto di vivere alla presenza dell’Eterno, di Dio, il nostro Padre celeste, e di Suo Figlio, Gesù Cristo. Questi sono i due obiettivi per cui tutti noi siamo stati posti sulla terra.5
Oggi siamo qui per prepararci all’immortalità, «un periodo interminabile di tempo, che è la vera vita dell’uomo». Siamo tutti anime grandi, poiché discendiamo da un nobile retaggio. Abbiamo il diritto di diventare re e governatori grazie al ruolo che abbiamo svolto nel mondo degli spiriti prima di venire quaggiù. Siamo stati scelti per venire in questo periodo di tempo, e siamo stati destinati all’immortalità come tutti i giovani di questa chiesa. Dovremmo considerare «troppo corto tutto ciò che non è eterno e troppo piccolo tutto ciò che non è infinito» per non abbassarci a tali cose.6
Ora leggerò qualcosa dalla sezione 132 di Dottrina e Alleanze: «E ancora, in verità io vi dico: se un uomo sposa una donna mediante la mia parola, che è la mia legge, e mediante la nuova ed eterna alleanza, ed essa è suggellata su di loro dal Santo Spirito di promessa», ora salterò qualche parola per darvene il significato, «sarà fatto loro in ogni cosa tutto ciò che il mio servitore ha posto su di loro, nel tempo e per tutta l’eternità; e sarà pienamente valido quando sono fuori dal mondo; ed essi passeranno oltre gli angeli, e gli dei, che sono posti là, verso la loro esaltazione e gloria». Ora ascoltate questo: avranno «una continuazione della posterità per sempre e in eterno» [DeA 132:19].
Il profeta Joseph Smith disse che ciò significa che coloro che sono stati suggellati nella nuova ed eterna alleanza e sono stati fedeli alle loro alleanze, dopo essere passati attraverso la resurrezione, saranno in grado di vivere di nuovo insieme come marito e moglie e avranno ciò che qui è chiamata una continuazione della posterità. Cosa significa questo? Vi leggerò un altro passo delle Scritture: …
«Nella gloria celeste vi sono tre cieli o gradi;
E allo scopo di ottenere il più alto, un uomo deve entrare in quest’ordine del sacerdozio (cioè la nuova ed eterna alleanza del matrimonio);
E se non lo fa, non può ottenerlo.
Può entrare nell’altro, ma questa è la fine del suo regno: non può avere progenie» [DeA 131:1–4].
In altre parole, tramite l’obbedienza al Suo comandamento divino, a noi come esseri umani viene dato il potere di coope- rare con Dio nella creazione delle anime umane qui, e al di là della tomba, di avere una progenie nell’ambito di un rapporto familiare dopo che questa terra avrà portato a termine la sua opera.
… Riferito a quegli esseri risorti che sono stati fedeli all’alleanza del santo matrimonio e sono stati suggellati dal Santo Spirito di Promessa, è scritto: «Allora essi saranno dei, perché non hanno fine; perciò saranno d’eternità in eternità, perché continueranno; allora saranno al di sopra di tutto, perché tutte le cose saranno loro soggette. Allora saranno dei, perché avranno ogni potere e gli angeli saranno sottomessi a loro» [DeA 132:20] …
Viviamo in modo tale che coloro che sono intorno a noi possano non vedere noi ma quanto di divino viene da Dio, e nell’ottica di ciò che siamo e possiamo diventare, possa ognuno di noi ricevere la forza di salire sempre più in alto, avanti verso il grande obiettivo della vita eterna. Questa è la mia umile preghiera nel nome di Gesù Cristo. Amen.7
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In che modo la conoscenza del nostro potenziale eterno influenza il nostro comportamento quotidiano?
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Cosa vi dà forza mentre cercate di «salire sempre più in alto, avanti verso il grande obiettivo della vita eterna»?