La vita e il ministero di Spencer W. Kimball
Durante una sera d’autunno dei primi del ‘900, Orville Allen si fermò a casa di Andrew Kimball per consegnare delle zucche. Mentre i due uomini scaricavano le zucche, sentirono Spencer, il figlio di Andrew, che cantava, mentre mungeva le mucche nel granaio. Fratello Allen disse ad Andrew: «Il tuo ragazzo deve essere felice». Andrew rispose: «Sì, è sempre felice. È un ragazzo puro e obbediente, si preoccupa sempre di fare ciò che gli chiedo. L’ho dedicato al Signore ed al suo servizio. Egli diventerà un uomo possente nella Chiesa»1.
Attraverso anni di preparazione, Spencer divenne un uomo possente. Il Signore, «non stava soltanto preparando un uomo d’affari, né un’autorità civile, né un poeta, né un oratore, né un musicista, né un insegnante, sebbene egli si sarebbe fregiato di tutti questi titoli. Il Signore stava preparando un padre, un patriarca per una famiglia, un apostolo, un profeta e un presidente della Sua chiesa».2
Il retaggio
La famiglia di Spencer W. Kimball aveva profonde radici nella Chiesa restaurata. Sia suo nonno materno che paterno, furono importanti nella storia dell’opera degli ultimi giorni. Heber C. Kimball venne chiamato nel Quorum dei Dodici Apostoli quando fu organizzato nel 1835. Successivamente egli servì come primo consigliere del presidente Brigham Young per più di due decenni e fu un servitore fedele per tutto il suo ministero. Edwin D. Wolley, il nonno materno di Spencer, era un quacchero della Pennsylvania che abbracciò il Vangelo ai giorni di Joseph Smith. Egli fu un vescovo rispettato nella Valle del Lago Salato. Inoltre egli servì di tanto in tanto quale responsabile degli affari economici di Brigham Young. La sollecitudine del vescovo Wolley verso i bisognosi e il suo incrollabile impegno al Vangelo divennero un retaggio duraturo per i suoi posteri.
Ann Alice Gheen Kimball, la nonna di Spencer, era «una donna fedele,… riservata, alta e aperta, con compassione per i deboli e gli afflitti»3. Andrew Kimball era il suo terzo figlio. Mary Ann Olpin Woolley, l’altra nonna di Spencer, veniva dall’Inghilterra e divenne la madre di undici figli, dei quali la sesta fu chiamata Olive.
Andrew Kimball sposò Olive Wolley il 2 febbraio 1882, a Salt Lake City, dove costruirono la loro casa. Circa tre anni dopo, Andrew ricevette l’incarico di lasciare la famiglia e di servire nella Missione del Territorio Indiano, che ai nostri giorni è lo Stato dell’Oklahoma. Dopo aver servito per due anni e mezzo come missionario a tempo pieno, egli fu quindi chiamato a presiedere alla missione. La nuova chiamata gli permise di vivere a casa e così, per i successivi 10 anni, risedette nello Utah con la sua famiglia dirigendo la missione attraverso lettere e brevi viaggi sul posto.
I 12 anni svolti da Andrew nella Missione del Territorio Indiano vennero presto seguiti da un’altra chiamata, questa volta, di stabilirsi nella Gila Valley nel centro-sud dell’Arizona. In quel luogo egli doveva, in veste di presidente di palo, presiedere agli insediamenti dei santi di quella regione, i quali vennero organizzati nel palo di St. Joseph. Nel 1898, Andrew e Olive e i loro sei figli (incluso Spencer, che aveva tre anni) impacchettarono le loro cose ed iniziarono un viaggio di novecentosessanta chilometri a sud di Salt Lake City.
Gioventù
Spencer Wolley Kimball nacque il 28 marzo 1895, il sesto degli undici figli di Andrew e Olive Kimball.
Ricordando il paesaggio dell’Arizona di quando era giovane, egli scrisse: «è un paese arido, eppure è stato reso fruttifero dalla mano caparbia dell’uomo»4. Egli inoltre ricordò: «Vivevamo in una piccola fattoria al confine sud di Thatcher, Arizona. La nostra casa si trovava nell’angolo fra i confini; a sud e ad est vi erano campi liberi da coltivare. Dietro la casa vi erano il pozzo, la pompa dell’acqua, il mulino a vento, una grande cisterna di legno per l’acqua, la baracca degli attrezzi, e più indietro, una grossa catasta di legna. Ancora più in là v’erano i porcili, i recinti, i mucchi di fieno ed il granaio»5.
Spencer, in gioventù, apprese importanti lezioni del Vangelo dai suoi genitori. Egli disse: «Ricordo che quando, come spesso accadeva, pagavamo le nostre decime in natura, un giorno, ancora ragazzo, camminavo insieme a mia madre lungo la strada polverosa che portava a casa del vescovo. Durante il cammino dissi a mia madre: ‹Perché portiamo le uova al vescovo?› Ella rispose: ‹Perché sono le uova della decima e il vescovo riceve la decima del Padre celeste›. Mia madre mi raccontò poi che ogni sera quando portava in casa le uova metteva la prima in un cestino piccolo e le altre nove in un cestino grande».6
L’esempio di dedicato servizio di Andrew Kimball ebbe un grande impatto su Spencer, il quale più tardi disse: «Le prime impressioni del lavoro di un presidente di palo l’ebbi osservando mio padre… Credo che mio padre svolgesse il suo ministero in modo così esemplare tra i suoi fedeli per adempiere alle promesse contenute in una benedizione impartitagli dal presidente Joseph F. Smith il quale gli disse che gli abitanti della Valle del Gila si sarebbero ‹rivolti a lui come i figli al loro genitore›. Sebbene allora non apprezzassi completamente il suo lavoro, l’esempio da lui dato era certamente degno di emulazione da parte di ogni presidente di palo».7
La famiglia Kimball viveva modestamente. «Non sapevamo di essere poveri», ricordava Spencer. «Noi pensavamo di vivere abbastanza bene».8 I loro vestiti erano fatti in casa e passati di figlio in figlio. I loro pasti erano semplici, consistenti in carne e altri prodotti coltivati nella loro proprietà.
Spencer aiutava nei lavori della fattoria. «Era mio compito pompare l’acqua per irrigare l’orto», egli disse, «dovetti anche imparare a mungere le mucche, potare gli alberi da frutto, riparare i recinti, ecc. Avevo due fratelli più grandi, i quali, ne sono sicuro, si assumevano sempre i compiti più facili lasciando a me quelli più difficili. Ma non mi lamento, fu una cosa che mi fece diventare forte e robusto».9 A nove anni, Spencer iniziò a memorizzare gli Articoli di Fede, i dieci comandamenti e la maggior parte degli inni dall’innario della chiesa mentre mungeva le mucche e abbeverava i cavalli ogni giorno.
Quando Spencer aveva 11 anni, sua madre morì. Questa fu una delle sue grandi prove della gioventù. Egli si chiese come la famiglia potesse andare avanti. «Ma scoprii», egli disse, «come l’ho scoperto spesso da allora, che una persona può sopportare quasi ogni cosa»10. Successivamente Andrew Kimball si risposò, e Josephine Cluff divenne la matrigna di Spencer. «Josie», come la chiamavano gli amici, non poté prendere del tutto il posto di Olive nella vita di Spencer, ma i suoi modi capaci e pazienti portarono stabilità alla famiglia Kimball.
Durante la sua giovinezza, Spencer non imparò soltanto a lavorare duramente in un luogo aspro, ma acquisì anche alcune abilità che lo prepararono a prestare un migliore servizio nel corso della vita. Egli imparò a cantare e a dirigere la musica e fu chiamato direttore della musica di palo a 15 anni. Nonostante egli descrivesse le sue dita come «corte e tozze»11, egli si applicò imparando a leggere la musica e a suonare il pianoforte. Egli continuò a migliorare, tanto da poter suonare gli inni e prendere parte a una piccola orchestra. Anni più tardi, si alternava con l’anziano Harold B. Lee quale pianista nelle riunioni settimanali del Quorum dei Dodici Apostoli.
Spencer iniziò la scuola un po’ più tardi degli altri, come indicato nella seguente storia: «La madre di Spencer considerava i bambini non abbastanza maturi per la scuola fino ai sette anni, così quando Spencer iniziò la scuola, era un anno indietro… A mezzogiorno, egli correva lungo i tre isolati che separavano la scuola e la casa per andare a pompare l’acqua per gli animali, sfamare i maiali e consumare il pranzo. Un giorno sua madre disse: ‹Cosa fai a casa per l’intervallo? Non è ancora mezzogiorno›. Egli corse a scuola nel panico e trovò i suoi compagni già in classe dopo la breve pausa. Tutti risero, eccetto l’insegnante, che colse l’occasione per dire alla classe che Spencer era più avanti di tutti gli alunni della seconda classe e che sarebbe stato avanzato con i bambini della sua età»12.
Dopo le scuole elementari, Spencer frequentò la Gila Academy, di proprietà della Chiesa. Lì, egli ottenne degli ottimi voti, praticò degli sport e fu inoltre un rappresentante scolastico.
Spencer accrebbe anche la sua esperienza nella Chiesa, il suo registro delle presenze era quasi perfetto. Adempiere agli incarichi del sacerdozio era una priorità, come illustra la seguente storia: «Come parte delle loro responsabilità, prima del giorno di digiuno di ogni mese, i diaconi usavano cavalli e carretti per andare di casa in casa a raccogliere le offerte per i poveri della Chiesa. Dopodiché essi portavano la loro raccolta al vescovo: conserve di frutta, farina, spremute, miele e occasionalmente un mezzo dollaro e altre monetine. Andrew era talmente ansioso di insegnare al proprio figlio i suoi doveri che nulla, quel giorno, interferiva con la raccolta di Spencer. Il cavallo e il carretto dei Kimball era sempre libero per il lavoro del quorum dei diaconi. Se il giorno della raccolta, il ragazzo assegnato ad andare con Spencer non si presentava, Spencer andava da solo e svolgeva l’incarico».13
In aggiunta alle sue responsabilità in casa, scuola e Chiesa, Spencer lavorava come segretario di suo padre. Andrew scriveva numerose lettere, una media di sei al giorno. Spencer scriveva sotto dettatura e poi batteva a macchina le lettere.
Queste esperienze insegnarono a Spencer il valore del lavoro, una lezione che egli mise in pratica e che insegnò durante tutta la sua vita. Anni dopo, quale apostolo sulla settantina d’anni, c’erano alcuni giorni nei quali si sentiva fisicamente esausto. Di uno di questi giorni scrisse: «Ho iniziato una giornataccia, chiedendomi se sarei riuscito a superarla, ma… mi sono appassionato così tanto al lavoro, che ho dimenticato me stesso, e così è diventata una bella giornata».14
Il servizio missionario
Nel 1914, Spencer si diplomò alla Gila Academy, pensando di iscriversi all’Università dell’Arizona in autunno. Durante la cerimonia del diploma, tuttavia, Andrew Kimball annunciò che Spencer sarebbe stato chiamato in missione.
In preparazione per la sua missione, Spencer andò a lavorare a Globe, in Arizona, come addetto ai prodotti caseari. Questa fu la sua prima esperienza nel vivere fuori dall’insediamento mormone della Gila Valley. Egli scoprì che, senza compromettere i suoi principi, poteva adattarsi a vivere con persone i cui principi non si conformavano del tutto ai suoi. Si guadagnò il rispetto dei suoi colleghi. Alla fine dell’estate, il suo capo, che non apparteneva alla Chiesa e che amava fumare il sigaro, organizzò una festa d’addio e gli regalò un orologio d’oro con un’incisione.
Dall’ottobre del 1914 al dicembre 1916, Spencer servì quale missionario a tempo pieno nella Missione degli Stati Uniti Centrali, con sede a Independence, nel Missouri. Questa era la stessa missione dove suo padre, la sua matrigna e uno dei suoi fratelli più grandi avevano servito.
Il servizio missionario a tempo pieno dell’anziano Kimball, fu un periodo di crescita. Egli ebbe intense prove fisiche. Il suo presidente di missione incoraggiò gli anziani a trovare cibo e riparo presso coloro tra cui lavoravano. Come conseguenza, l’anziano Kimball, passò molte notti nelle baracche delle campagne del Missouri, condividendo il letto con pulci o cimici, mentre le zanzare gli ronzavano attorno. Quando veniva offerto del cibo, data la fame, egli mangiava qualsiasi cosa gli venisse offerta.
Cercare le persone di porta in porta era difficile e con pochi risultati. è stata raccontata una storia di un insolito approccio usato dall’anziano Kimball:
«Mentre andava di casa in casa a St. Louis, notò un pianoforte attraverso la porta parzialmente aperta e disse alla donna che stava per chiudergli la porta in faccia: ‹Ha un pianoforte molto bello›.
‹L’abbiamo appena comperato›, disse la donna con esitazione.
«è un Kimball, vero? Io mi chiamo così. Le potrei suonare una canzone se le va di ascoltarla›.
Sorpresa, la donna rispose: ‹Certo, entrate›.
Seduto sullo sgabello, Spencer suonò e cantò ‹Padre mio›.
Per quanto ne sapeva, ella non si unì mai alla Chiesa, ma non perché lui non ci avesse provato».15
La missione di Spencer rafforzò ciò che la sua gioventù in Arizona aveva già stabilito: fede nel Signore, duro lavoro, dedizione, silenzioso servizio e sacrificio.
Il matrimonio e la famiglia
Nell’estate del 1917, circa sette mesi dopo che Spencer Kimball tornò a casa dalla sua missione, notò un annuncio nel giornale locale. Camilla Eyring, che si era trasferita nella Gila Valley nel 1912 con la sua famiglia, avrebbe insegnato economia domestica alla Gila Academy. Mentre Spencer leggeva e rileggeva l’articolo, decise che un giorno avrebbe sposato Camilla Eyring. Proprio «per coincidenza», egli la vide mentre aspettava l’autobus vicino alla scuola ed iniziò così una conversazione. Si sedette vicino a lei sull’autobus, dove continuarono a parlare ed egli ricevette il permesso di andarla a trovare.
Alla madre di Camilla il giovane Spencer Kimball piaceva molto. Ella lo invitava a cena ogni volta che lui andava a visitare Camilla. Fratello Eyring, che era molto selettivo riguardo la qualità dei corteggiatori delle sue figlie, non fece obiezione. Dopo 31 giorni, Spencer era quasi sempre a casa degli Eyring. La coppia decise di sposarsi, ma i loro piani furono influenzati dalla prima guerra mondiale. Spencer fu obbligato a stare a Thatcher, in Arizona, per aspettare un possibile arruolamento nell’esercito, così non poterono recarsi ad un tempio nello Utah. Essi furono sposati civilmente il 16 novembre 1917, ma aspettavano con ansia il suggellamento nel tempio. Quella meta fu raggiunta il giugno seguente nel Tempio di Salt Lake.
Spencer e Camilla ebbero quattro figli: tre figli ed una figlia (Spencer LeVan, Andrew Eyring, Edward Lawrence e Olive Beth). Come genitori essi crearono un ambiente nel quale i loro figli non solo si sentissero amati e sostenuti, ma anche considerati in grado di prendere decisioni individuali. Uno dei loro figli, dichiarò:
«Quando i bambini recitavano a scuola, in Chiesa o altrove, i miei genitori partecipavano sempre anche a costo di alcuni sacrifici personali. Essi mostravano sempre il loro interesse e orgoglio per noi.
Nella nostra famiglia, vi era un senso di appartenenza, non di costrizione. La responsabilità finale per le nostre azioni ricadeva su di noi. I nostri genitori ci incoraggiavano e guidavano, non ci comandavano».
Questo stesso figlio proseguì dicendo di suo padre:
«Non conosco nessuno più generoso in spirito di mio padre. Egli è gentile e premuroso, a volte persino troppo. I figli tendono a pensare che i loro genitori sono potenti figure autoritarie, non soggette alle normali necessità. Ma so quanto mio padre apprezza un sincero complimento o un’espressione di lode. E nessuna espressione di apprezzamento o affetto conta quanto quelle della sua famiglia.
So che non v’è nulla che gli dà più soddisfazione—dopo il sentire che il Signore approva i suoi sforzi—di vedere la sua famiglia seguire la sua guida e provare a vivere rettamente.
Se potessi scegliere da chi venir giudicato all’ultimo giorno, non v’è essere umano che preferirei a mio padre».16
La vita professionale, le chiamate di Chiesa e il servizio nella comunità
Con Camilla al suo fianco e le imminenti responsabilità di una famiglia, Spencer iniziò la sua professione come impiegato bancario. Con il passare del tempo, egli passò dal lavoro di banca a quello delle assicurazioni e del campo immobiliare. La Grande Depressione (1929–1939), influenzò duramente gli affari di Spencer, ma la famiglia fu in grado di affrontare le difficoltà.
Il padre di Spencer morì nel 1924, dopo aver servito quale presidente di palo per quasi tre decenni. Quando il presidente Heber J. Grant, settimo presidente della chiesa, riorganizzò la presidenza di palo, Spencer, a soli 29 anni, venne chiamato a servire come secondo consigliere.
In aggiunta alla sua vita familiare, agli impegni professionali, al servizio nella chiesa, Spencer fu attivo nella comunità. Egli aiutò a fondare la prima stazione radio locale. Era molto attivo quale membro del Rotary Club, un’organizzazione di servizio, diventandone persino governatore distrettuale.
Quando nel 1938 il palo fu diviso, egli fu chiamato ad essere presidente del nuovo Palo di Mount Graham. Preoccupato che qualcuno sul quale avrebbe presieduto potesse nutrire del risentimento nei suoi confronti, Spencer e Camilla visitarono tutti coloro che potessero avere tali sentimenti in modo da «risolvere la faccenda».17
Nel settembre del 1941, mentre era presidente di palo, una grande alluvione colpì la comunità. Le continue piogge alzarono il livello del fiume Gila tanto da allagare le strade di alcuni insediamenti. Case e fattorie vennero spazzate via dall’acqua. I residenti, la maggior parte dei quali erano membri della Chiesa, necessitavano disperatamente d’aiuto. Avendo sentito di tale di-sastro, Spencer riempì la sua macchina con il cibo ottenuto dalle risorse della chiesa e si precipitò verso le città colpite. Fece sì che i vestiti sporchi venissero puliti. Aiutò i contadini a ottenere il grano per sfamare il bestiame. Presto arrivò un camion pieno di cibo e di vestiti. Nel giro di una settimana, coloro che avevano maggiormente sofferto erano sulla via del recupero. I membri della chiesa dimostrarono una generosità incondizionata. Spencer diresse la valutazione dei bisogni e la distribuzione delle risorse. Nel fare tutto questo, egli stette a stretto contatto con l’anziano Harold B. Lee del Quorum dei Dodici Apostoli, che si occupava del programma di benessere.
L’apostolato
L’8 luglio 1943, il presidente J. Ruben Clark Jr. della Prima Presidenza, chiamò Spencer a casa. Egli disse che Spencer era stato chiamato a occupare uno dei due posti vacanti nel Quorum dei Dodici Apostoli. A ciò, Spencer rispose: «Oh, fratello Clark! Proprio io? Non intendi proprio me? Deve esserci stato un errore. Di certo non devo aver capito bene… Sembra così impossibile. Sono così debole e piccolo, limitato e incapace».18 Spencer assicurò presidente Clark che vi era una sola risposta a una chiamata dal Signore, ma la sua disponibilità a servire non sorpassava per il momento i suoi sentimenti di inadeguatezza e di indegnità.
Quei sentimenti si intensificarono nei giorni seguenti, durante i quali Spencer non dormì molto. Un mattino presto, mentre si trovava a Boulder, in Colorado, per visitare il figlio, andò a camminare tra le colline. Mentre andava sempre più in alto, rifletté sulla grandezza dell’ufficio di apostolo. Era tormentato dal pensiero di non potercela fare, che la sua chiamata fosse stata un errore. Con tali pensieri, arrivò alla cima della montagna, dove cadde in preghiera e meditazione. «Oh, come pregai!» egli ricordò. «Quanto soffrii! Quanto piansi! Quanto lottai!» Mentre agonizzava, egli sognò il suo bisnonno Heber C. Kimball e «la grande opera che aveva compiuto». Questa consapevolezza calmò il cuore di Spencer. «Giunse su di me un calmo sentimento rassicurante, i dubbi e i timori furono frenati. Era come se un grande fardello fosse stato sollevato. Sedetti in silenzio ammirando le bellissime valli, ringraziando il Signore per la consapevolezza e la rassicurante risposta alle mie preghiere».19 Il 7 ottobre 1943, all’età di 48 anni, Spencer W. Kimball fu ordinato apostolo.
Il servizio reso dall’anziano Kimball nel Quorum dei Dodici, durò tre decenni. In quel periodo, egli viaggiò molto, rafforzando i membri e contribuendo alla crescita del regno. Come incarico speciale ricevuto dal presidente George Albert Smith, l’anziano Kimball si interessò particolarmente ai discendenti di Lehi, profeta del Libro di Mormon—i popoli natii nell’america del nord, centro e sud. Egli rappresentò eloquentemente i loro interessi, sia tra i quorum più elevati della chiesa che tra i membri in generale. Egli condannava tutti i pregiudizi razziali e l’oppressione dei poveri.
Nei suoi sermoni, l’anziano Kimball poteva essere sia poetico che schietto. Spesso, egli affrontò argomenti di pratico interesse per la maggior parte dei membri della chiesa. Oltre a numerosi discorsi, egli scrisse il libro Il Miracolo del Perdono. Questo libro nacque dalla lunga esperienza dell’anziano Kimball quale apostolo, nel consigliare chi aveva ceduto a gravi trasgressioni. Nel libro egli spiegò ciò che il Signore si aspetta da noi, il nostro potenziale divino e il sentiero da seguire per pentirsi e ottenere la sicurezza del totale perdono divino. L’anziano Kimball portò testimonianza al lettore che il Signore è misericordioso e che perdona chi si penta sinceramente.
Problemi di salute
Durante il corso della sua vita, Spencer W. Kimball soffrì a causa di diverse ferite e malattie. Due gravi problemi di salute segnarono profondamente i suoi anni quale apostolo. La prima malattia lasciò un segno durevole sull’anziano Kimball, un segno evidente quando egli parlava. Alla fine del 1956, notò della raucedine nella sua voce. La diagnosi fu cancro alla gola. Nel luglio 1957 fu operato e gli fu asportata una corda vocale e parte dell’altra. Durante la convalescenza, egli riposò la voce per favorirne la miglior guarigione possibile. Durante numerose notti insonni, l’anziano Kimball si chiedeva se avrebbe mai potuto parlare di nuovo.
Sei mesi dopo l’intervento, i dottori dichiararono che la gola dell’anziano Kimball era guarita. L’anziano Boyd K. Packer del Quorum dei Dodici Apostoli raccontò come, umoristicamente, l’anziano Kimball introdusse la sua «nuova voce» agli ascoltatori:
«Alla fine venne la prova. Sarebbe riuscito a parlare? Sarebbe riuscito a predicare?
Per il suo primo discorso tornò a casa [in Arizona]… là, a una conferenza del palo di St. Joseph… salì sul pulpito e disse:
‹Sono venuto qui per trovarmi tra la mia gente. Qui ho svolto le mie funzioni di presidente di palo›. Forse pensava, se non fosse riuscito a parlare, che i presenti, le persone che lo amavano di più al mondo, lo avrebbero compreso.
La sala era piena d’amore. La tensione creatasi in quel momento difficile fu spezzata quand’egli disse: ‹Devo dirvi cosa mi è successo. Sono andato all’Est, e mentre ero là mi sono trovato tra dei tagliagole…›. Tutto ciò che disse poi non importava. LKimball era tornato!»20
La sua nuova voce era bassa, profonda e roca. Usando le parole dell’anziano Packer, era «una voce quieta, persuasiva, dolce; una voce acquisita, una voce attraente, una voce… amata dai Santi degli Ultimi Giorni».21
L’anziano Kimball ebbe anche seri problemi cardiaci. Dopo essere divenuto apostolo, soffrì di una serie di attacchi di cuore. Nel 1972, mentre serviva quale presidente facente funzioni del Quorum dei Dodici, fu sottoposto a una rischiosa operazione; il dottor Russell M. Nelson fu il cardiochirurgo del presidente Kimball. In seguito, quale membro del Quorum dei Dodici Apostoli, l’anziano Nelson raccontò cosa accadde durante l’intervento: «Non dimenticherò mai il sentimento che provai quando il suo cuore riprese a battere con forza e vigore. In quel preciso istante, lo Spirito mi rese manifesto che questo speciale paziente sarebbe vissuto fino a diventare un profeta di Dio in terra».22
Presidente della Chiesa
La notte del 26 dicembre 1973, il presidente Harold B. Lee, l’undicesimo presidente della chiesa, morì improvvisamente. In accordo con l’ordine di successione apostolica della Chiesa, il 30 dicembre 1973, Spencer W. Kimball, come membro più anziano dei Dodici, divenne presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Fu una sorpresa per i membri della Chiesa: specialmente per il presidente Kimball. Era stato ordinato apostolo due anni e mezzo dopo Harold B. Lee. Dato che il presidente Kimball aveva quattro anni in più del presidente Lee e sembrava fisicamente provato, egli era pienamente convinto che non avrebbe vissuto abbastanza da diventare il successore del presidente Lee. In seguito raccontò: «Come presidente dei Dodici ero assolutamente certo che sarei morto, quando sarebbe giunta l’ora… Al funerale del presidente Lee dissi che nessuno aveva pregato con più forza perché lui si riprendesse quand’era ammalato e perché continuasse a stare bene quando era in salute, di quanto avessimo fatto io e sorella Kimball».23
Il presidente Kimball venne sostenuto dai membri della Chiesa alla conferenza generale di aprile del 1974. Non aveva aspirato a tale posizione; ma il Signore lo aveva scelto per essere il Suo profeta, veggente e rivelatore per guidare la Sua chiesa e regno sulla terra.
In occasione di quella conferenza generale di aprile, a una riunione dei dirigenti della Chiesa, il presidente Kimball fece un discorso sul lavoro missionario. Anziano William Grant Bangerter, che diventò membro della presidenza dei Settanta, era a quel tempo un rappresentante regionale, ed era presente alla riunione. In seguito raccontò gli effetti delle parole del presidente Kimball:
«Ci rendemmo conto che il presidente Kimball stava aprendo finestre spirituali e invitava ognuno di noi ad andare ad ammirare con lui i piani dell’eternità. Fu come se qualcuno avesse alzato il sipario che ricopriva gli scopi dell’Onnipotente e ci avesse invitato ad ammirare con lui il destino del Vangelo e la visione del suo ministero.
Dubito che chi fu presente quel giorno dimenticherà mai quell’impressione. Per quanto mi riguarda, pur non avendo più riletto il discorso tenuto dal presidente Kimball quel giorno, porto vividamente impressa nella mia mente la sostanza di ciò che disse, così che sono in grado di ripetere la maggior parte delle sue parole in ogni momento.
Lo Spirito del Signore era sceso sul presidente Kimball e da lui si comunicava a noi, come una presenza tangibile che era al tempo stesso commovente, stupefacente. Egli aprì davanti ai nostri occhi una gloriosa visione».24
Il discorso del presidente Kimball in quell’occasione sembrò essere un tema centrale del suo ministero quale presidente della Chiesa:
«Mi domando se stiamo facendo tutto ciò che possiamo. Siamo troppo compiacenti nel nostro approccio all’insegnamento del mondo? Sono ormai 144 anni che svolgiamo opera di proselitismo. Siamo pronti ad aumentare i nostri sforzi? Ad allargare la nostra visione?…
Fratelli, non m’illudo che questa sia una cosa facile, priva di sacrifici, e che possa essere fatta dalla sera alla mattina; ma ho fiducia che possiamo progredire ed espanderci molto più rapidamente di ora…
Penso che se saremo tutti di una sola mente e di un sol cuore e di un solo proposito, possiamo andare innanzi e cambiare l’apparente idea che ‹andiamo abbastanza bene. Non corriamo questo rischio›».25
Iniziò in tale maniera uno straordinario decennio di crescita e cambiamento. Sebbene il lavoro missionario fosse l’enfasi iniziale, fu subito chiaro per i membri della Chiesa che al presidente Kimball non interessava stare fermo in nessun campo della rettitudine.
Il lavoro missionario
Il presidente Kimball cercò di aprire le porte delle nazioni alla predicazione del Vangelo. La divisione causata dalla «guerra fredda» tra i governi democratici e quelli comunisti impediva il proselitismo in molte nazioni dell’Europa e dell’Asia. Inoltre, la politica della Chiesa riguardante l’ordinazione al sacerdozio, limitava gli sforzi missionari in Africa, parti del Sud America e nei Caraibi. Il presidente Kimball cercò ogni possibile occasione per espandere la presenza della Chiesa nel mondo.
Allo stesso tempo, enfatizzò che vi erano opportunità maggiori per insegnare alle nazioni, ed esse dipendevano dalla volontà dei membri di cogliere tali opportunità. Per quei giovani uomini degni e pienamente preparati, la missione non doveva essere vista come un’opzione, ma come un’opportunità e un dovere divino. Quest’obbligo spettava a tutti i giovani uomini a prescindere da dove risiedevano. Anche le giovani donne potevano servire come missionarie, ma non si trovavano sotto lo stesso obbligo dei giovani uomini. In aggiunta, le coppie anziane furono incoraggiate a servire nelle forze missionarie. Quando Spencer W. Kimball iniziò il suo servizio quale presidente della Chiesa, vi erano 1700 missionari a tempo pieno in giro per il mondo. Quando egli morì, circa 12 anni più tardi, quel numero era cresciuto fino a circa 30.000. L’incremento missionario portò a dei risultati sostanziali: vi fu un aumento dei fedeli da 3,3 milioni a 6 milioni.
Nel 1975, rivolgendosi ad un gruppo di giovani membri della chiesa, il presidente Kimball affermò: «Sapete cosa il Signore ha fatto per voi, giovani uomini? Siete ragazzi giovani e belli. Sembrate forti, belli e felici. Chi vi ha dato la salute? Chi vi ha dato i vostri occhi? Chi vi ha dato le vostre orecchie? Chi vi ha dato la vostra voce? Avete mai pensato a queste cose? Qualcuno vi deve aver fornito queste impagabili caratteristiche».
Successivamente egli descrisse la sua esperienza riguardo l’intervento alla gola che lo aveva lasciato con solo parte della voce. Continuando, egli disse: «Permettetemi di chiedere quanti di voi sarebbero disposti a dare la propria voce? L’avete comprata o scambiata? Ve l’ha data qualcuno? Il Signore vi diede una voce così da potervi esprimere? Allora perché non andate nel mondo e proclamate la più grande storia del mondo, dicendo alla gente che la verità è stata restaurata; che il Signore ha avuto da Adamo ai giorni nostri un susseguirsi di profeti; e che voi avete il santo Sacerdozio, e che lo magnificherete tutti i giorni della vostra vita? Ditelo al mondo! Ne ha bisogno!
E così, vi richiedo: ‹Chi vi ha dato la voce? Perché?—solo affinché voi poteste cantare, parlare e divertirvi con gli altri? Oppure Egli vi diede quella voce cosicché voi poteste insegnare il Vangelo?…
Ora, credo sia meglio che andiamo in missione, non la pensate così?—ogni ragazzo degno».26
Il lavoro di tempio
Come presidente della chiesa, Spencer W. Kimball, sovrintese ad un significativo aumento del numero di templi. All’inizio della sua amministrazione, erano 15 i templi in funzione; quando morì, 12 anni dopo, il numero era cresciuto fino a 36, più del doppio. Il presidente Gordon B. Hinckley, secondo consigliere della prima presidenza, testimoniò: «Questo grande impulso alla costruzione dei templi, fu promosso dal presidente Kimball per rivelazione del Signore».27
Riguardo al lavoro di tempio, il presidente Kimball disse: «Il giorno arriverà, e non è tanto lontano, quando tutti i templi su questa terra lavoreranno giorno e notte… Vi saranno gruppi che, giorno e notte, lavoreranno fino allo sfinimento, a causa dell’importanza del lavoro e del grande numero delle persone che sono addormentati nelle eternità e che desiderano, necessitano, le benedizioni che possono ricevere».28
Il governo della Chiesa
Nel 1975 e nel 1976, il presidente Kimball diresse una riorganizzazione e un’espansione del governo della Chiesa per stare al passo con la sua stessa crescita. Quale parte dell’organizzazione e delle crescenti responsabilità delle autorità generali, fu ricostituito il primo quorum dei Settanta che nell’ottobre del 1976 includeva 39 fratelli. «Con questa mossa», spiegò presidente Kimball, «i tre quorum di governo della Chiesa definiti per rivelazione—la Prima Presidenza, il Quorum dei Dodici Apostoli e il Primo Quorum dei Settanta—hanno assunto i rispettivi ruoli rivelati dal Signore. Questo renderà possibile un efficace svolgimento del lavoro della Chiesa e fornirà la base necessaria per una maggiore espansione dell’opera, in attesa del giorno in cui il Signore ritornerà ad assumere la responsabilità diretta della Sua Chiesa e regno».29 Questa rivelazione del Signore al Suo profeta ha allora portato ad altri cambiamenti nel governo della chiesa, come richiesto dal «lavoro nella vigna» (DeA 107:96).
Scritture
Nel 1976, il presidente Kimball richiese che due rivelazioni, una data al profeta Joseph Smith, l’altra al presidente Joseph F. Smith, venissero aggiunte alle Scritture (vedere DeA 137 e 138). Sotto la direzione del presidente Kimball fu pubblicata nel 1979 l’edizione della chiesa della Bibbia di Re Giacomo, e una nuova edizione dell’edizione combinata delle Scritture (Libro di Mormon, Dottrina e Alleanze e Perla di Gran Prezzo) fu pubblicata nel 1981. Riferendosi alla venuta alla luce di queste edizioni delle opere canoniche, l’anziano Boyd K. Packer disse: «Tra le generazioni future quest’opera sarà considerata il coronamento degli sforzi compiuti durante l’amministrazione del presidente Spencer W. Kimball».30
Sotto la dirigenza del presidente Kimball, le Scritture divennero le fondamenta dei corsi di studio della scuola domenicale.
Semplificazione
Con l’estendersi della grandezza e delle sfere d’intervento della chiesa, il presidente Kimball e altri dirigenti riconobbero il bisogno di semplificare i vari programmi della chiesa cosicché i più essenziali potessero essere facilmente disponibili sia per coloro che appartengono ai nuovi rami sia per i membri dei rioni di vecchia data. Il presidente Kimball disse:
«La Chiesa ha il compito di mettere a disposizione dei membri i principi, i programmi e il sacerdozio, grazie ai quali essi potranno prepararsi per l’esaltazione. Il nostro successo, individuale e come Chiesa, sarà determinato in gran parte dalla fedeltà con la quale metteremo in pratica il Vangelo in famiglia. Soltanto se valuteremo con chiarezza le responsabilità di ogni individuo e il ruolo delle famiglie, potremo debitamente comprendere che i quorum del sacerdozio, le organizzazioni ausiliarie, i rioni e i pali, esistono principalmente allo scopo di aiutare i membri a mettere in pratica il Vangelo in famiglia. Allora comprenderemo che la gente è più importante dei programmi e che i programmi della Chiesa devono sempre appoggiare e mai ostacolare le attività familiari incentrate sul Vangelo…
Il nostro impegno incentrato sull’applicazione dei principi evangelici nella vita familiare deve diventare il chiaro messaggio di ogni programma del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie riducendo, ove necessario, alcune delle attività facoltative che possono ostacolare l’attuazione delle cure da dedicare alla famiglia e alla casa».31
Uno degli importanti cambiamenti avvenuti al tempo del presidente Kimball fu l’introduzione dello svolgimento delle riunioni in un blocco di tre ore alla domenica. Le diverse riunioni settimanali e della domenica furono combinate in un più comodo gruppo di riunioni tenutesi solo alla domenica. L’introduzione nel 1980 di questo programma unificato ridusse grandemente l’impiego di tempo e di denaro da parte dei membri della Chiesa, mettendoli così in grado di partecipare pienamente al programma del Signore.
La rivelazione sul sacerdozio
Uno dei cambiamenti più significativi attuati durante la presidenza di Spencer W. Kimball fu la rivelazione sul sacerdozio (vedere Dichiarazione Ufficiale 2 in Dottrina e Alleanze).
Il 1° giugno 1978, il presidente Kimball con altri membri della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli, si incontrarono nella sala superiore del Tempio di Salt Lake. Il presidente Gordon B. Hinckley, che era presente in quell’occasione quale membro del Quorum dei Dodici Apostoli, disse in seguito:
«La questione dell’estendere le benedizioni del sacerdozio ai neri era nella mente di molti dei fratelli da diversi anni. Essa venne riproposta numerose volte dai presidenti della Chiesa. Era diventata una faccenda di particolare interesse per il presidente Spencer W. Kimball.
Egli aveva pregato per un considerevole periodo di tempo riguardo a questa seria e difficile domanda. Egli passò molte ore da solo in preghiera e meditazione nella sala superiore del tempio.
In questa occasione egli sollevò la questione dinanzi ai Fratelli: i suoi consiglieri e gli apostoli. Dopo aver discusso, ci unimmo in preghiera, nelle più sacre circostanze. Il presidente Kimball stesso fu l’oratore di quella preghiera… Lo Spirito di Dio era presente. Per il potere dello Spirito Santo giunse a quel profeta una conferma che la cosa per la quale aveva pregato era giusta, che il momento era arrivato e che ora le meravigliose benedizioni del Sacerdozio dovevano essere estese ad ogni uomo degno a prescindere dal lignaggio.
Ogni uomo del cerchio, tramite il potere dello Spirito Santo, seppe la stessa cosa…
Fu un momento quieto e sublime…
Nessuno dei presenti fu più lo stesso dopo quell’esperienza. Né lo fu la Chiesa».32
L’annuncio della rivelazione venne fatto tramite una lettera datata 8 giugno 1978 e diretta a tutti i dirigenti, generali e locali, del sacerdozio: «Ogni uomo fedele e degno nella chiesa può ricevere il santo sacerdozio, con il potere di esercitare la sua divina autorità e di godere con i suoi cari di ogni benedizione che scaturisce da esso, incluse le benedizioni del tempio» (DeA, Dichiarazione Ufficiale 2).
Il presidente Hinckley ricordò: «La lettera fu inviata alla Chiesa e al mondo. Non serve che vi dica il potente effetto che venne provato all’interno e all’esterno della Chiesa. Si pianse molto, con lacrime di gratitudine non solo da parte di coloro ai quali precedentemente era stato negato il sacerdozio e che divennero gli immediati beneficiari di questo annuncio, ma anche da parte di uomini e donne della Chiesa in tutto il mondo che provavano gli stessi nostri sentimenti riguardo a questa questione».33
Circa tre mesi dopo, nel riferirsi a questa rivelazione, il presidente Kimball dichiarò: «Ieri, uno dei fratelli ha detto che è stato attuato uno dei più grandi cambiamenti e delle più grandi benedizioni mai conosciuti… A parte un ristretto numero di persone che saranno sempre contrarie, la gente del mondo ha accettato questo cambiamento con gratitudine… Siamo molto, molto contenti riguardo a ciò, specialmente per coloro che prima erano esclusi da tali benedizioni».34
Amore per le persone e per l’opera del Signore
Descrivendo il presidente Kimball, l’anziano Neal A. Maxwell, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha detto: «Il ministero di quest’uomo era pervaso dall’amore. Lo sguardo penetrante ma amorevole dei suoi occhi, il suo abbraccio, il suo santo bacio, la sua tenerezza—sentita da molti—il tutto creava un’atmosfera degna di quest’uomo, non di distacco dagli altri, ma di speciale calore. Il suo amore era completo; nessuno era mai escluso. Ogni autorità generale poteva presumere di essere il preferito del presidente Kimball, poiché egli amava tanto ognuno di noi! E come si poteva pensare altrimenti?».35
Il presidente Kimball disse ai membri della Chiesa: «Voglio essere noto come una persona che ama i suoi fratelli e le sue sorelle».36 I santi degli ultimi giorni, in cambio, esprimevano e provavano amore per lui, cosa di cui egli era grato. Egli ha affermato: «Quando la gente dice di amarmi io rispondo sempre: ‹Bene, è fantastico, perché è ciò di cui vivo›. E lo intendo letteralmente».37
Nella sua maniera amorevole ma determinata, il presidente Kimball ammoniva i Santi degli Ultimi Giorni a fare di più nel servizio del Signore, superando la compiacenza, il peccato o altri problemi che potevano prevenirne il progresso. Nella sua vita, egli fu un esempio dell’avanzare nel servizio del Signore, senza curarsi degli ostacoli.
L’anziano Robert D. Hales, quand’era membro del primo quorum dei Settanta, disse del presidente Kimball: «Egli è un uomo d’azione, come dimostra il semplice cartello esposto sulla sua scrivania: ‹Fatelo›… Il suo esempio e il suo amore stimolano coloro che seguono il suo esempio a raggiungere obiettivi più impegnativi e ad allungare il passo verso la perfezione».38
Nel discorso dato alla conferenza generale di ottobre del 1979, il presidente Kimball raccontò la storia di Caleb, nell’Antico Testamento, che dovendo affrontare le difficoltà collegate all’ingresso nella terra promessa, disse: «Or dunque, dammi questo monte» (Giosuè 14:12). Riguardo a queste parole, il presidente Kimball disse:
«Questi sono i miei sentimenti verso la nostra opera. Ci aspettiamo grandi sfide, gigantesche opportunità alle quali dobbiamo fare onore. Accolgo con piacere questa eccitante prospettiva e mi sento spinto a dire umilmente al Signore: ‹Or dunque, dammi questo monte›, or dunque dammi queste sfide.
Umilmente do questo pegno al Signore e a voi, miei amati fratelli e sorelle, compagni di lavoro in questa sacra causa di Cristo: Andrò avanti con fede nel Dio d’Israele sapendo che Egli ci guiderà e ci dirigerà per portarci, alla fine, al compimento dei Suoi propositi, alla nostra terra promessa, alle nostre promesse e benedizioni…
Sinceramente e fervidamente invito ognuno di [voi] ad assumere questo impegno e a compiere tutti gli sforzi necessari. Questo invito è rivolto ad ogni detentore del sacerdozio, ad ogni donna d’Israele, ad ogni giovane, ad ogni bambino».39
Il 5 novembre 1985, dopo circa dodici anni di servizio quale presidente della Chiesa, Spencer W. Kimball si spense. Al tempo della sua morte, il presidente Hinckley, consigliere del presidente Kimball, dichiarò: «è stato mio grande privilegio e opportunità, lavorare al fianco del presidente Kimball per svolgere l’opera del Signore. In un’occasione provai a farlo rilassare un po’, ma egli disse: ‹Gordon, la mia vita è come le mie scarpe—da consumarsi nel servizio›. Così egli visse. E così egli morì. è andato in compagnia di Colui del quale era servitore, il Signore Gesù Cristo, di cui egli portò testimonianza».40