La Grande Apostasia
Dopo la morte di Gesù Cristo, le persone malvagie perseguitarono e uccisero molti fedeli. Altri membri della Chiesa si allontanarono dai principi insegnati da Gesù Cristo e dai Suoi apostoli. Gli Apostoli furono uccisi e l’autorità del sacerdozio, incluse le chiavi per dirigere e ricevere rivelazioni per la Chiesa, fu tolta dalla terra. Poiché la Chiesa non era più guidata dall’autorità del sacerdozio, molti errori si insinuarono negli insegnamenti impartiti. C’erano buone persone e molta verità, ma il Vangelo come stabilito da Gesù Cristo era andato perso. Questo periodo è chiamato la Grande Apostasia.
Questa apostasia portò alla formazione di molte chiese che impartivano insegnamenti contrastanti. Durante questo periodo, molti uomini cercarono la verità, ma non furono in grado di trovarla. Molte persone buone credevano in Dio e in Gesù Cristo e cercarono di comprendere e insegnare la verità, ma non avevano la pienezza del Vangelo o l’autorità del sacerdozio. Di conseguenza, la gente ereditò di generazione in generazione lo stato di apostasia e i cambiamenti apportati al vangelo di Cristo.
Dio sapeva che ci sarebbe stata un’apostasia. Attraverso un profeta dell’Antico Testamento Egli disse:
«Ecco, vengono i giorni… ch’io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno.
Allora, [le persone] errando da un mare all’altro, dal settentrione al levante, correranno qua e là in cerca della parola dell’Eterno, e non la troveranno».
Alcuni uomini ispirati, come Martin Lutero e Giovanni Calvino, riconobbero che le pratiche e le dottrine erano state alterate o erano andate perse. Essi tentarono di riformare le chiese a cui appartenevano. Senza l’autorità del sacerdozio, tuttavia, il vangelo di Cristo non poteva essere riportato alla sua forma originale. Occorreva una restaurazione.