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Chiunque tu sia, recita bene la tua parte: evita di indossare maschere che nascondono l’identità


Chiunque tu sia, recita bene la tua parte: evita di indossare maschere che nascondono l’identità

Riunione di devozione del CES per i Giovani Adulti • 4 marzo 2012 • Brigham Young University-Idaho

Sono lieto dell’opportunità di parlare a voi, giovani adulti. Vi porto l’amore e i saluti della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli. È incredibile essere qui al Centro delle conferenze della BYU-Idaho. Riesco a immaginarvi nelle diverse località sparse per il mondo.

Quando avevo la vostra età, il profeta era il presidente David O. McKay . Egli servì come presidente della Chiesa dal 1951 al 1970, l’anno del mio trentesimo compleanno. C’è sempre qualcosa di molto speciale riguardo al profeta che serve mentre si è giovani adulti. Ho amato e ammirato il presidente McKay. Spesso egli raccontava storie vere accadute mentre era missionario in Scozia. In missione da poco tempo, sentiva nostalgia di casa e trascorse alcune ore visitando il vicino castello di Sterling. Sulla via del ritorno dal castello, con il suo collega, passò accanto a un edificio che aveva una pietra sopra la porta con incisa una frase comunemente attribuita a Shakespeare, che diceva: Chiunque tu sia, recita bene la tua parte!

Ricordando questa esperienza in un discorso tenuto nel 1957, il presidente McKay spiegò: “Mi dissi, o lo disse lo Spirito in me: ‘Sei un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Ma sei ancora di più, tu sei qui come rappresentante del Signore Gesù Cristo. Hai accettato le responsabilità di rappresentate della Chiesa’. Poi pensai a quello che avevamo fatto quella mattina. Avevamo fatto un giro turistico, e, in effetti, avevamo acquisito informazioni e conoscenze storiche e ne ero entusiasta… Tuttavia, non era lavoro missionario… Accettai il messaggio passatomi da quella pietra e da quel momento cercammo di fare la nostra parte come missionari in Scozia”.1

Questo messaggio - Chiunque tu sia, recita bene la tua parte! - fu così importante ed ebbe un tale effetto sull’anziano McKay che lo usò come fonte di ispirazione per il resto della sua vita. Decise che qualunque responsabilità avesse avuto, avrebbe fatto del suo meglio.

Quando l’anziano David B. Haight servì come presidente di missione in Scozia, individuò l’incisione originale e ne fece fare una copia che oggi si trova nel Centro di addestramento per i missionari a Provo, nello Utah. Molti di voi l’hanno vista e hanno meditato sul significato del suo messaggio. L’anziano Russel M. Nelson ha, di recente, ribadito questo concetto durante il 50anniversario del Centro di addestramento per i missionari di Provo.

Riflettendo su chi siete, sono stato pervaso dalla sensazione che voi possiate non apprezzare pienamente il significato della vostra generazione. La società ha, in generale, affibbiato un’etichetta alle diverse generazioni oggi ancora in vita. I più anziani tra noi negli Stati Uniti e in altre nazioni sono stati chiamati la “Migliore Generazione” poiché sono sopravvissuti alla grande depressione del 1930 e poi hanno completato la Seconda guerra mondiale e la conseguente edificazione di un mondo migliore. Molti dei Fratelli anziani della Chiesa hanno preso parte a questi eventi. Il presidente Monson era nella marina degli Stati Uniti; il presidente Boyd K. Packer serviva nell’aeronautica degli Stati Uniti; l’anziano L. Tom Perry era un marine. Più tardi condividerò con voi alcune delle esperienze che hanno vissuto e alcune delle lezioni che hanno imparato e insegnato.

La vostra generazione, nata tra gli anni ‘80 e la metà degli anni ‘90, è al momento definita la “Generazione del Millennio”. Alcuni opinionisti si dicono scettici in merito a ciò che la vostra generazione riuscirà a portare a termine. Io credo che abbiate le basi e la formazione per essere la miglior generazione di sempre, in particolar modo nel far progredire il piano del nostro Padre Celeste.

Perché dico questo? La vostra generazione ha avuto un maggior accesso agli insegnamenti del seminario e dell’istituto di quelle precedenti, e avete avuto il miglior addestramento di tutte le altre generazioni, dalla Primaria, al Sacerdozio e alle Giovani Donne. Inoltre, circa 375.000 di voi hanno servito o stanno servendo come missionari. Voi rappresentate oltre un terzo di tutti i missionari che hanno servito in questa dispensazione. Samuel Smith, il primo missionario di questa dispensazione, fu ordinato anziano e messo a parte come missionario il 6 aprile 1830, il giorno in cui la Chiesa fu organizzata. Se prendete in considerazione tutti i missionari che hanno da allora servito, è stupefacente che un terzo sia della vostra età. In confronto solo 76.000 missionari o meno dell’8% servirono nei 12 anni che vanno dal mio 18al mio 30compleanno. Per chi tra voi non ha avuto l’opportunità di servire una missione, il suo contributo può essere tuttavia significativo. Quasi la metà della Prima Presidenza e dei Dodici Apostoli non ha avuto l’occasione di servire una missione.

Evitate di agire in modo artificioso indossando una maschera

Visto l’enorme potenziale di far bene che possedete, quali sono le mie preoccupazioni per il vostro futuro? Che consigli vi posso dare? Primo, ci sarà una grande pressione su di voi di agire in modo artificioso - persino di indossare una maschera - e di diventare qualcuno che in realtà non rispecchia chi siete e chi volete essere.

L’estate scorsa l’anziano L. Tom Perry ed io, con Michael Otterson,2 nel nostro incarico relativo alle Relazioni pubbliche, incontrammo Abraham Foxman nel suo ufficio di New York. Il signor Foxman è il direttore nazionale dell’Anti-Defamation League. La missione di tale associazione è di fermare la diffamazione ai danni degli Ebrei. È impegnato in quest’opera da quasi 40 anni. La storia della sua vita, che l’ha portato a questa posizione, è davvero avvincente. Egli è nato all’inizio della Seconda guerra mondiale. I suoi genitori, Joseph e Helen Foxman, dovendo affrontare i decreti contro gli Ebrei, affidarono Abraham a una governante cattolica polacca poco prima di entrare nel ghetto ebraico di Vilna, in Lituania, nel settembre 1941. Abraham aveva 13 mesi. I suoi genitori sopravvissero alla guerra e all’Olocausto, ma si ricongiunsero ad Abraham solo quando aveva ormai quattro anni. Si è calcolato che un milione e mezzo di bambini ebrei morì durante l’inferno nazista. Abraham fu protetto dalla ragazza cattolica che lo portò in chiesa ogni domenica e tenne nascosta la sua identità ebrea.3 Non sorprende quindi che Abraham Foxman abbia dedicato la sua vita a combattere l’antisemitismo, l’odio, il fanatismo e la discriminazione.

Ho lavorato con il signor Foxman in altre occasione e ammiro il suo coraggio e la sua dedizione. Durante i nostri incontri a New York, gli chiesi che consiglio potesse darci in merito alle nostre responsabilità di Relazioni Pubbliche per la Chiesa. Ci pensò un attimo e poi spiegò l’importanza di incoraggiare le persone a non indossare maschere. Ci parlò del Ku Klux Klan. Era un’organizzazione molto influente e piuttosto terrificante per la maggior parte degli Americani durante la prima parte del secolo scorso. Indossando vesti e maschere identiche, che rendeva impossibile riconoscerne i partecipanti, bruciarono croci nel giardino di coloro che avevano preso di mira e si autonominarono i cosiddetti garanti morali. Quelli più bersagliati furono non solo gli afro-americani, ma anche i cattolici, gli ebrei e gli immigranti. I maggiori attivisti tra loro furono coinvolti in fustigazioni, abusi fisici e persino omicidi. Il signor Foxman indicò che una minoranza del Ku Klux Klan sarebbe stata costituita dalle camicie brune delle dittature europee degli anni ’30; ma la maggior parte, senza maschera, era formata da persone di solito normali come uomini di affari e praticanti. Egli notò che nascondere la loro identità indossando una maschera consentì loro di prender parte ad attività che normalmente avrebbero evitato.4 Il loro comportamento ebbe un impatto terribile sulla società americana.

Il consiglio del signor Foxman fu di sottolineare l’importanza per le persone di evitare le maschere che nascondono la loro vera identità.

Agli albori della storia della Chiesa, il profeta Joseph, Emma e i loro gemelli di 11 mesi, Joseph e Julia, si trovavano a Hiram, nell’Ohio, presso la fattoria dei Johnson. Entrambi i bambini avevano il morbillo. Joseph e il suo figlioletto stavano dormendo su un letto con le rotelle vicino alla porta d’entrata.

Il fratello Mark L. Staker ci ha riportato cosa accadde:

durante la notte, un gruppo di uomini con i visi dipinti di nero fecero irruzione attraverso la porta e trascinarono fuori il Profeta, dove lo picchiarono e ricoprirono di catrame lui e Sidney Rigdon.

“Quando Emma vide lo stato del marito svenne…

Sebbene avesse perso un dente, fosse seriamente ferito a un fianco, avesse perso ciocche di capelli e fosse stato bruciato con l’acido nitrico, il Profeta tenne il suo sermone all’abituale servizio di culto domenicale. Tra i Santi lì radunati c’erano almeno quattro membri della banda”.5

La parte più tragica di questo assalto fu che il piccolo Joseph, esposto al freddo della notte quando suo padre fu trascinato fuori, prese un grave raffreddore e, di conseguenza, morì pochi giorni dopo.

È altrettanto interessante notare che coloro che presero parte al martirio del profeta Joseph e di suo fratello Hyrum, si dipinsero le facce nel tentativo di nascondere la loro vera identità.6 Chi camuffa la propria identità ed entra a far parte di associazioni segrete desta serie preoccupazioni. Nel Libro di Mormon impariamo che Lucifero “istiga i figlioli degli uomini verso associazioni segrete di omicidio e ogni sorta di tenebrose opere segrete”(2 Nefi 9:9; vedere anche 3 Nefi 6:27–30).

Ora, non sto insinuando che qualcuno di voi sia coinvolto nel genere di eventi terribili che ho appena descritto. Credo, però, che ai nostri giorni, quando rimanere anonimi è più facile che mai, ci siano importanti principi legati a non indossare maschere e a rimanere fedeli a ciò per cui i martiri hanno immolato la loro vita.7

Una delle più solide protezioni contro le cattive scelte è non vestire la maschera dell’anonimato. Se doveste mai scoprirvi a volerlo fare, sappiate che è un grave segno di pericolo e uno degli strumenti dell’avversario per spingervi a fare qualcosa che non dovreste. Uno dei motivi per cui consigliamo ai missionari di vestire in modo tradizionale e agli anziani di essere ben rasati è che così non ci sarà alcun dubbio su chi essi siano e su come devono agire. Alcuni dicono: non è un po’ superficiale? Non credo proprio. Pensate a come gli abiti e gli ornamenti vengono descritti nel Libro di Mormon dal profeta Moroni che identificò l’orgoglio con lo sfoggiare “abiti sontuosi”. Egli associò l’orgoglio palesato dall’indossare “abiti sontuosi…” “alle lotte, e alla malizia, e alle persecuzioni e ad ogni sorta di iniquità” (Mormon 8:36). Sono particolarmente preoccupato che oggi il nostro modo di vestirci e agghindarci possa essere un segno di ribellione o la mancanza di fedeltà ai principi morali, e possa influenzare negativamente i principi morali altrui.

Agite secondo le vostre vere convinzioni

Il secondo consiglio che vorrei darvi è: agite secondo le vostre vere convinzioni dedicando il vostro tempo a quelle cose che edificano e sviluppano il vostro carattere e vi aiutano a divenire più simili a Cristo. Spero che nessuno di voi intenda la vita come principalmente “gioco e divertimento”, ma, piuttosto, come un periodo per “prepararsi a incontrare Dio” (Alma 34:32).

Un esempio meraviglioso di come recitare la vostra parte e impiegare in modo appropriato il vostro tempo è dato da un evento avvenuto nella vita dell’anziano L. Tom Perry quando, da marine, era parte delle forze occupanti americane in Giappone, alla fine della Seconda guerra mondiale. L’anziano Perry lo raccontò quando registrò questa speciale testimonianza del Salvatore trasmessa nei nostri centri visitatori.

Le parole dell’anziano Perry

“C’è stata un’esperienza nella mia vita che mi ha spesso rammentato la gioia che scaturisce dal chiedersi: ‘Cosa farebbe il Salvatore in questa situazione?’

Fui tra i primi marines a sbarcare in Giappone dopo che era stata firmata la pace a seguito della Seconda guerra mondiale. Entrare nella città devastata di Nagasaki fu una delle esperienze più tristi della mia vita. La gran parte della città era stata completamente distrutta. Alcuni dei morti non erano ancora stati sepolti. Essendo truppe di occupazione, stabilimmo una base e ci mettemmo al lavoro.

La situazione era molto triste e alcuni di noi volevano fare di più. Andammo dal cappellano della nostra divisione e chiedemmo il permesso di aiutare a ricostruire delle chiese cristiane. A causa delle restrizioni del governo durante la guerra, queste chiese avevano quasi del tutto chiuso i battenti. I pochi edifici che avevano erano stati danneggiati gravemente. Un gruppo di noi volontari si mise a riparare e a ritinteggiare queste cappelle durante le ore di permesso per permettere la ripresa dei servizi di culto cristiani.

Non conoscevamo la lingua del luogo. Tutto ciò che potevamo fare era lavorare con le mani e riparare gli edifici. Rintracciammo i ministri di culto che non avevano potuto officiare durante gli anni della guerra e li invitammo a tornare ai loro pulpiti. Avemmo un’esperienza meravigliosa nel vedere queste persone tornare a godere della libertà di praticare il proprio credo cristiano.

Quando stavamo per lasciare Nagasaki per tornare a casa, accadde qualcosa che ricorderò per sempre. Mentre salivamo sul treno che ci avrebbe portato alle nostre navi per tornare a casa, fummo derisi da un gran numero di altri marines. Con loro c’erano le loro fidanzate che gli dicevano addio. Ridevano di noi e ci facevano notare che ci eravamo persi il divertimento del Giappone, perdendo tempo lavorando e ritinteggiando muri.

Proprio all’apice dei loro sbeffeggi, su una collinetta vicino alla stazione ferroviaria si radunarono circa 200 di questi meravigliosi cristiani giapponesi provenienti dalle chiese che avevamo riparato e presero a cantare ‘Su, soldati, in guardia!’. Vennero da noi e ci riempirono di regali. Si erano messi tutti in fila lungo le rotaie e, quando il treno prese a marciare, potemmo toccare le dita di ciascuno dai finestrini. Non potevamo parlare, eravamo troppo commossi. Ma, nel nostro piccolo, eravamo grati di aver potuto aiutare a ristabilire la cristianità in una nazione dopo la guerra.

So che Dio vive. So che siamo tutti Suoi figli e che ci vuole bene. So che ha mandato Suo Figlio nel mondo per compiere un sacrificio espiatorio per tutta l’umanità e che coloro che abbracciano il Suo vangelo e Lo seguono avranno la vita eterna, il più grande di tutti i doni di Dio. So che ha diretto la restaurazione del Vangelo sulla terra per mezzo del ministero del profeta Joseph Smith. So che l’unica gioia e felicità durature che troveremo mai su questa terra vengono dal seguire il Salvatore, dall’obbedienza alla Sua legge e dall’osservanza dei Suoi comandamenti. Egli vive. Questa è la mia testimonianza nel santo nome di Gesù Cristo. Amen”.8

Pensate al significato del tempo dedicato da alcuni soldati a restaurare chiese cristiane in confronto a quello trascorso da altri soldati in attività frivole, sciocche o malefiche. Vi prego, riflettete e siate proattivi nel scegliere come impiegare il vostro tempo.

Guardare questo video mi fa tornare in mente uno dei miei primi ricordi di quando avevo solo cinque anni. Il nostro presidente di palo era il padre dell’anziano Perry. Al termine della Seconda guerra mondiale, egli fece sedere tutti i soldati rientrati dal fronte sul podio della cappella durante la riunione sacramentale. Indossavano la loro divisa migliore e tutti portarono una breve testimonianza. Il presidente Perry pianse mentre i suoi due figli, l’anziano Perry e il fratello più giovane Ted, portavano la loro testimonianza. Per un bambino piccolo com’ero io, fu un momento straordinario e fonte di grande ispirazione. Non ricordo cosa dissero, ma ricordo cosa provai.

Come potete vedere dall’esempio dell’anziano Perry in questo video, non sto dicendo di ostentare la vostra religione o di essere fedeli in modo superficiale. Può essere imbarazzante per voi e per la Chiesa. Sto dicendo che voi diventiate ciò che dovreste essere. Mentre stavamo lavorando alla guida per i missionari, Predicare il mio Vangelo, sentimmo che poteva essere una guida utile per tutta la vita dei nostri missionari e dei nostri membri, soprattutto il capitolo 6, “In che modo posso sviluppare le qualità cristiane?” Mentre provate a recitare la vostra parte e a identificare le qualità che desiderate sviluppare, fatevi un elenco dei passaggi che insegnano tali qualità e studiateli, “stabili[te] delle mete e prepara[te] un programma per mettere in pratica tal[i] attribut[i]” e “prega[te] affinché il Signore possa aiutar[vi] a sviluppare l[e[ qualità prescelt[e]”.9 Nel farlo, non dovete indossare una maschera e nascondere la vostra vera identità.

Alcuni di voi possono aver ceduto a comportamenti che vanno ben oltre il gioco e il divertimento. Chi è coinvolto con la pornografia o qualsiasi altra forma d’immoralità sta recitando un ruolo diverso da quello che davvero vuole essere o dovrebbe essere. È interessante che quasi tutti quelli che sono coinvolti con la pornografia assumano false identità o tengano nascosta la loro partecipazione. Mascherano la loro condotta, che sanno essere riprovevole e distruttiva, a tutti i loro cari. La pornografia è una piaga che è nociva non solo per la reputazione morale della persona davanti a Dio, ma può anche distruggere matrimoni e famiglie, e ha un impatto negativo sulla società. La dipendenza a Internet e la pornografia distruggono i matrimoni.10 Nel prepararvi per il matrimonio, non dovete indossare alcuna maschera che nasconda una condotta inappropriata che sarebbe pericolosa per voi e il vostro matrimonio.

Per coloro che sono caduti in questa abitudine devastante, sappiate che potete pentirvi e che potete essere guariti. Il pentimento dovrà precedere la guarigione. La guarigione potrà essere un lungo processo. Il vostro vescovo può consigliarvi come ricevere l’aiuto di cui avete bisogno per essere guariti. Abbiamo chiesto ai vescovi di indirizzarvi a coloro che vi possono meglio assistere.

A parte la pornografia e l’immoralità sessuale, ci sono altri comportamenti infidi che avvelenano la società e indeboliscono la moralità basilare. È pratica comune al giorno d’oggi nascondere la propria identità quando, anonimamente, si pubblicano on-line commenti pieni di odio, d’intolleranza e al vetriolo. Alcuni chiamano questa pratica “flaming”. Certe organizzazioni cercano di controllare questi messaggi. Per esempio, il New York Times non tollera commenti che contengono “attacchi personali, oscenità, volgarità, bestemmie, imitazioni, incoerenze e toni accesi…

Il Times, inoltre, incoraggia l’uso dei veri nomi perché: ‘Abbiamo scoperto che le persone che usano il loro nome conducono conversazioni più coinvolgenti e rispettose’”.11

L’apostolo Paolo scrisse:

“Non v’illudete; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.

Svegliatevi a vita di giustizia e non peccate; perché alcuni non hanno conoscenza di Dio” (1 Corinzi 15:33–34).

È chiaro che le comunicazioni malvagie non sono solo un problema di cattive maniere, ma se messe in atto dai Santi degli Ultimi Giorni, possono influenzare negativamente chi non ha conoscenza di Dio o una testimonianza del Salvatore.

Qualsiasi uso di Internet per maltrattare, distruggere una reputazione, o mettere in cattiva luce una persona è deplorevole. Quel che stiamo vedendo nella società è che quando le persone indossano la maschera dell’anonimato, esse sono più predisposte a lasciarsi andare a questo tipo di condotta che è davvero devastante per la comunicazione civile. Inoltre, viola i principi fondamentali insegnati dal Salvatore.

Uno dei messaggi fondamentali del vangelo di Gesù Cristo che avete imparato dalla vostra gioventù è: “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque creda in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16; vedere anche DeA 34:3). Il Salvatore ha spiegato che Egli non era venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo. Poi Egli descrive qual è la condanna:

“E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvage.

Poiché chiunque fa cose malvage odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate;

Ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le opere sue siano manifestate, perché son fatte in Dio” (Giovanni 3:19–21; vedere versetti 17–21).

I giusti non hanno bisogno di indossare maschere per nascondere la propria identità. Mi piace molto una storia vera tratta dalla vita del presidente Thomas S. Monson. Egli compì 18 anni verso al fine della Seconda guerra mondiale. In realtà, la guerra in Europa era terminata, ma quella nel Pacifico era ancora in atto.

Si arruolò nella marina americana e fu mandato a San Diego, in California. Vi ricorderete il suo racconto all’ultima conferenza generale. Durante la sua prima domenica, il sergente istruttore li mise tutti in riga per andare in chiesa. Egli mandò i cattolici in un posto, gli ebrei in un altro e cercò di mandare i restanti a una riunione protestante. Il presidente Monson disse che egli sapeva che lui non era cattolico, ebreo o protestante: lui era un mormone. Ebbe il coraggio di rimanere al suo posto e fu lieto di scoprire che c’erano altri membri fedeli in piedi dietro di lui. Sarebbe stato facile seguire il gruppo alla riunione protestante. Era deciso a voler essere identificato per ciò che era e a fare, di conseguenza, la sua parte.12

Stabilite delle mete idonee

Il mio terzo consiglio si collega ad alcuni degli obiettivi che dovreste prendere in considerazione. Alla fine della Seconda guerra mondiale, circa nello stesso periodo in cui l’anziano Perry era in Giappone con i marine, il presidente Boyd K. Packer serviva in Giappone nell’aeronautica.

Nel suo intervento durante il centesimo anniversario del Seminario, il 22 gennaio di quest’anno, egli spiegò che quello fu un periodo molto istruttivo della sua vita.13 Nel 2004 accompagnai il presidente Packer, insieme con altri, in Giappone. Egli ebbe l’opportunità di ripercorrere alcuni dei suoi passi e di riflettere su alcune delle esperienze fatte e delle decisioni prese in quel periodo. Ne raccontò qualcuna durante il suo discorso sul Seminario. Con il suo permesso, condivido con voi altri pensieri e sensazioni.

Il presidente Packer descrisse gli eventi che ebbero luogo su un’isola presso la costa di Okinawa. Egli la considera il suo monte nel deserto. La sua preparazione personale e l’incontro con altri membri avevano reso più radicato il suo credo negli insegnamenti del Vangelo. Ciò che gli mancava era la conferma - la conoscenza perfetta che quel che aveva già iniziato a provare fosse vero.

Il biografo del presidente Packer coglie quindi ciò che accadde: “Invece della pace della conferma cui anelava, egli si trovò faccia a faccia con l’inferno di una guerra contro gli innocenti. Un giorno, alla ricerca di solitudine e di tempo per pensare, si arrampicò su un’altura sopra l’oceano. Qui trovò i ruderi della casa di un contadino completamente distrutta, con il suo campo trascurato di patate dolci lì vicino. Distesi tra le piante morenti vide i corpi massacrati di una madre e dei suoi due figli. La visione lo riempì di una tristezza profonda mista a sentimenti di amore per la sua famiglia e per tutte le famiglie”.14

In seguito si ritirò in un rifugio di fortuna, dove pensò, meditò e pregò. Il presidente Packer, ripensando a questo evento, descrisse ciò che io chiamerei un’esperienza spirituale di conferma. Egli ricevette l’ispirazione su quel che avrebbe dovuto fare della sua vita. Ovviamente, non aveva idea che sarebbe stato chiamato all’alto e santo incarico che ora detiene. La sua visione contemplava che egli diventasse un insegnante, dedicando particolare attenzione agli insegnamenti del Salvatore. Decise che avrebbe vissuto una vita retta.

In modo piuttosto profondo capì che avrebbe dovuto trovare una moglie retta e che, insieme, avrebbero allevato una famiglia numerosa. Questo giovane soldato riconobbe che la carriera di sua scelta avrebbe fornito un salario modesto e che la sua dolce compagna avrebbe dovuto condividere le stesse priorità ed essere disposta a vivere rinunciando ad alcune cose materiali. Per chi tra voi ha conosciuto la sorella Donna Packer, lei era ed è la compagna perfetta per il presidente Packer. Non c’era mai abbastanza denaro, ma non credono sia mai mancato loro qualcosa. Hanno allevato 10 figli e sacrificarsi è stato indispensabile. Ora hanno 60 nipoti e 79 pronipoti.

Riesco a ricordare la sensazione di tenerezza che provai quando scoprii che egli si sentiva imbarazzato ad andare, in veste di nuova autorità generale, con uno dei fratelli anziani a una riunione dei dirigenti della Chiesa perché non aveva una camicia bianca appropriata da indossare.

Condivido questa storia vera con voi perché troppo spesso i nostri obiettivi sono basati su ciò che il mondo considera di valore. Gli elementi fondamentali sono davvero piuttosto semplici per i membri che hanno ricevuto le ordinanze di salvezza. Siate retti. Abbiate una famiglia. Trovate un modo appropriato per provvedere loro. Servite quando chiamati. Prepararatevi a incontrare Dio.

Il Salvatore insegnò che “non è dall’abbondanza de’ beni che uno possiede, [che l’uomo] ha la sua vita” (Luca 12:15). Poi citò una parabola.

“La campagna d’un certo uomo ricco fruttò copiosamente;

ed egli ragionava così fra sé medesimo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?

E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni,

e dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi.

Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?

Così è di chi tesoreggia per sé, e non è ricco in vista di Dio” (Luca 12:16–21).

Edificate la vostra nazione e la comunità in cui vivete

Oltre agli attributi, alle qualità e alle decisioni personali, se dovete essere la generazione che è necessario che siate, edificherete la vostra nazione e la comunità in cui vivete. La vostra generazione, come fece la Generazione migliore, avrà bisogno di proteggere la rettitudine e la libertà religiosa. Il retaggio giudaico/cristiano che abbiamo ereditato non è solo prezioso, ma anche essenziale per il piano del nostro Padre Celeste. Dobbiamo salvaguardarlo per le generazioni future. Dobbiamo unirci alle brave persone, incluse quelle di altre fedi, specialmente con coloro che si sentono responsabili davanti a Dio per la loro condotta. Queste sono le persone che comprendono perché questa sera stiamo parlando di “chiunque tu sia, recita bene la tuia parte”. Il successo della valorizzazione dei principi giudaico/cristiani e della libertà di religione contraddistinguerà la vostra generazione come quella meravigliosa generazione che è necessario che sia.

Con gli ostacoli presenti nel mondo di oggi, la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli sono particolarmente preoccupati che voi partecipiate in modo appropriato al processo politico della nazione in cui vivete. La Chiesa è politicamente neutrale e non supporta candidati o partiti. Tuttavia, ci aspettiamo che i nostri membri siano parte attiva nel sostenere candidati e partiti di loro scelta secondo i principi che proteggeranno un buon governo. La nostra dottrina è chiara: “Si dovrebbero cercare diligentemente [coloro che sono] onesti e saggi” (DeA 98:10). “Quando governano i malvagi il popolo piange” (DeA 98:9). Ciò significa che tutti dovrebbero sentirsi obbligati a votare.

Se risiedete in quegli stati degli Stati Uniti in cui esiste un sistema per la designazione dei candidati all’elezione presidenziale, dovreste informarvi sulle problematiche e sui candidati e partecipare attivamente. Per esempio, tale designazione per i diversi partiti avrà luogo nello Utah e nell’Idaho a partire da questa settimana fino alla metà di aprile. Se sarete presenti, vi sarà permesso di partecipare. Noi ci auguriamo che controllerete la data di tali eventi per il partito di vostra scelta e che poi sentirete il dovere di essere presenti. Noi speriamo che sia così per tutti i cittadini, membri e non membri, in tutti gli stati e le nazioni in cui ci sono elezioni. Il prezzo della libertà è stato troppo alto e le conseguenze della non-partecipazione sono troppo grandi per tutti per ignorare questa responsabilità.

Sappiate che abbiamo grande fiducia in voi. La dirigenza della Chiesa crede onestamente che voi possiate edificare il Regno come nessuna delle generazioni precedenti. Voi avete non solo il nostro amore e la nostra fiducia, ma anche le nostre preghiere e le nostre benedizioni. Sappiamo che il successo della vostra generazione è fondamentale per la continua affermazione della Chiesa e la crescita del Regno. Preghiamo che farete bene la vostra parte, evitando di indossare maschere, agendo secondo la vostra vera identità, stabilendo obiettivi appropriati ed edificando la nazione e la comunità in cui vivete.

Termino con la mia personale testimonianza della restaurazione del Vangelo mediante il profeta Joseph Smith. Joseph Smith vide davvero Dio Padre e Gesù Cristo. Il nostro Padre Celeste è un padre amorevole con un piano che benedice ognuno dei Suoi figli. Gesù Cristo è il nostro Salvatore e la Sua Espiazione è l’evento chiave di tutta la storia. Lo Spirito Santo ci assiste e rende testimonianza del Padre e del Figlio. Di queste cose rendo testimonianza in veste di testimone del Salvatore, nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Citato in Francis M. Gibbons, David O. McKay: Apostle to the World, Prophet of God (1986), 45; vedere anche “Pres. McKay Speaks to Pioneer Stake Youth”, Church News, 21 settembre 1957, 4.

  2. Michael Otterson è il direttore del Dipartimento delle Relazioni pubbliche della Chiesa.

  3. Vedere Joseph Foxman, In the Shadow of Death (2011), 10.

  4. Incontro con Abraham Foxman nel suo ufficio di New York City, New York, il 14 giugno 2011.

  5. Mark L. Staker, “Remembering Hiram, Ohio,” Ensign, ottobre 2002, 35, 37.

  6. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith (2007), 24.

  7. Vedere “Forza, giovani di Sion”, Inni, 161.

  8. L. Tom Perry, trascrizione tratta da Testimoni speciali di Cristo (DVD, 2003).

  9. Predicare il mio Vangelo: guida al servizio missionario [2004], 129; vedere le pagine 121–134.

  10. Vedere Elizabeth Stuart, “Internet Addiction Harming Marriage”, Deseret News, 20 luglio 2011, http://www.deseretnews.com/article/700164510/Internet-addiction-harming-marriage.html.

  11. Mark Brent, in “The Public Forum”, The Salt Lake Tribune, 27 luglio 2011, A16.

  12. Vedere ThomasS. Monson, “Osate stare soli”, Liahona, novembre 2011, 61; vedere anche Heidi Swinton, To the Rescue: The Biography of Thomas S. Monson (2010), 96–97.

  13. Vedere Boyd K. Packer, “Sopravvivere in territorio nemico”, trasmissione di Commemorazione dei 100 anni del Seminario, 22 gennaio 2012, http://seminary.lds.org/history/centennial/eng/how-to-survive-in-enemy-territory/.

  14. Lucile C. Tate, Boyd K. Packer: A Watchman on the Tower (1995), 58–59.

© 2012 by Intellectual Reserve, Inc. All rights reserved. English approval: 2/12. Translation approval: 2/12. Translation of What E’er Thou Art, Act Well Thy Part: Avoid Wearing Masks That Hide Identity. Language. PD50039044 xxx

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