Biblioteca
Cerca prima di ottenere la mia parola


Cerca prima di ottenere la mia parola

Trasmissione via satellite dei Seminari e degli Istituti di Religione•4agosto 2015

Introduzione

Sono grato di essere qui e, come voi, amo prendere parte a quest’opera.

Mentre mi preparavo per oggi, ho letto il mio discorso ai miei famigliari e ho chiesto il loro parere… ed è stato quasi tutto utile. Uno dei riscontri che esito a dirvi, e che sono certo nessuno di voi ha mai avuto durante una vostra lezione, è stato che Annie, di dodici anni, si è addormentata a metà del mio discorso. Quindi, sia io sia lei speriamo che la nuova versione abbia più successo!

Negli ultimi due anni, il fratello Webb ci ha invitato ad aiutare i nostri studenti ad avere delle esperienze che rafforzino la loro fede nel Salvatore mentre studiano le Scritture.1 L’anno scorso più studenti che mai hanno letto le Scritture. Hanno dedicato oltre nove milioni di ore2 allo studio personale delle Scritture. Grazie per il vostro impegno!

Oggi vogliamo rinnovare quell’invito. Vi impegnerete ad aiutare ogni studente del Seminario e dell’Istituto ad avere ogni giorno un’esperienza positiva studiando le Scritture? Nonostante sia indubbio che l’Antico Testamento presenti parti difficili da leggere e da capire per i vostri studenti, credo sinceramente che non ci sia alcun bisogno di avvicinarci di soppiatto alle loro orecchie “per sussurrarvi [l’Antico Testamento]”3.

Il fratello Webb ci ha anche invitati a parlare di “come possiamo essere ancora più incentrati sulle Scritture che insegniamo”4. Ha posto una serie di domande sul ruolo che le Scritture giocano nel nostro insegnamento. Molti di voi hanno ponderato attentamente su tali domande. Grazie! Oggi dedicheremo qualche minuto a parlare del ruolo che hanno le Scritture nella nostra preparazione per insegnare.

Nel maggio del 1829, Joseph ed Emma Smith vivevano ad Harmony, in Pennsylvania. Hyrum Smith andò a trovarli sperando di conoscere il suo ruolo nella Restaurazione che stava avendo luogo. Il Profeta chiese al Signore e gli fu ricordato che la parola “è viva e potente, più affilata di una spada a due tagli”5. Quindi il Signore insegnò ad Hyrum, e a noi, un principio e una priorità nel definire un’importante sequenza per gli insegnanti: “Non cercare di proclamare la mia parola, ma cerca prima di ottenerla, ed allora la tua lingua verrà sciolta; allora, se lo desideri, avrai il mio Spirito e la mia parola, sì, il potere di Dio per convincere gli uomini”6.

Ottenere la Parola: deve prima di tutto ardere in noi

Il nostro impegno nell’insegnare non inizia col preparare la lezione o col riflettere su come meglio presentarla e neppure col ripassare il corso di studio. Il nostro impegno il suo vero inizio ad fontes, ossia, alla fonte.7 Come disse il presidente Marion G. Romney, non c’è miglior modo di prepararsi a insegnare che bere proprio dalla sorgente al punto in cui l’acqua sgorga dalla terra.8 Se vogliamo insegnare le Scritture con potere, se vogliamo che i nostri studenti sentano la verità e l’importanza di un passo, dobbiamo iniziare da un fresco entusiasmo personale dentro di noi.9

Il presidente Romney consigliò: “Per diventare degli insegnanti del Vangelo efficaci […] dobbiamo lavorare e studiare […] fino a che gli insegnamenti [del Signore] non diventino i nostri insegnamenti. Allora saremo pronti a parlare con potere e convinzione. Se sceglieremo di seguire un diverso modo di prepararci […] finiremo per dare le nostre idee o quelle di qualcun altro [e non avremo alcuna garanzia di successo]”10.

Ottenere la Parola: che cosa cercare nel nostro studio

Vorrei parlarvi di due semplici suggerimenti, che dovrebbero essere la norma mentre cerchiamo di ottenere la parola in modo che le Scritture ardano in noi.

Primo: tra le verità c’è una gerarchia e imparare a riconoscerla sarà di grande beneficio per noi e per i nostri studenti.

Secondo: le Scritture contengono collegamenti, modelli e temi,11 compresi prefigurazioni e segni premonitori, i più importanti dei quali si riferiscono al Salvatore.

Gerarchia delle verità

Per iniziare, l’anziano Neal A. Maxwell parlò di una “aristocrazia tra le verità” e spiegò che alcune verità meritano la nostra fedeltà, obbedienza e lealtà.

“Alcune cose possono essere vere ma non importanti. […] Non dobbiamo solo distinguere tra realtà e fantasia, ma riconoscere anche quali fatti sono degni della nostra fedeltà. […]

Il vangelo di Gesù richiama la nostra attenzione sul fatto che esiste una aristocrazia tra le verità; alcune verità sono semplicemente ed eternamente più importanti di altre!”12

La maggior parte dei passi delle Scritture comprende una buona quantità di dettagli e questi dettagli ispirati rendono più chiari i principi13 che vengono spiegati14.

Dovremmo essere studenti eccellenti sia dei dettagli sia delle dottrine contenuti nelle Scritture. È importante capire che i dettagli scritturali isolati dalla dottrina e non collegati a nulla sono solo delle informazioni. Tali insegnamenti “non sono un male se lo Spirito è presente, ma non ci aiutano se lo Spirito è assente”15. D’altra parte, anche l’insegnamento che prevede solo storie personali, punti di vista personali e sentimenti generati dalla discussione, ma che manca della sostanza spirituale necessaria per insegnare le verità e ispirare, non raggiunge l’obiettivo. I nostri studenti trarranno il maggior beneficio da quegli insegnanti che studiano bene le Scritture e che comprendono il ruolo essenziale dello Spirito Santo.16

Ho sentito parlare di “insegnamento volto a ispirare” che manca di conoscenza e ho anche sentito parlare di insegnamento erudito che manca di quello spirito che converte. Da soli, né l’insegnamento volto a ispirare né il solo insegnamento erudito soddisfano i requisiti particolari dell’insegnamento religioso. Il fratello Robert J. Matthews una volta disse: “La parola ‘religione’ significa letteralmente ‘legare di nuovo’. Si collega alla parola legamento, che unisce il muscolo all’osso. La religione serve a legare l’individuo a Dio e a ciò che è santo e sacro”17. E questo è ciò che l’istruzione religiosa dovrebbe fare per i nostri studenti.

Il dettaglio scritturale spesso indica una preziosa verità. Quando è insegnata con la testimonianza, la verità invita la rivelazione e lo Spirito Santo applica l’Espiazione alla nostra vita,18 accrescendo la conversione al Salvatore19 e il nostro impegno a seguire il piano del Padre Celeste.

Non c’è dubbio che l’Antico Testamento comprenda “storie straordinarie, culture affascinanti e forme poetiche bellissime”20. È importante che noi ricordiamo, e che il nostro insegnamento rifletta, che questi dettagli non sono lo scopo per cui è stato scritto quel passo. Come ci è stato insegnato, “le Scritture sono state scritte per preservare i principi”21. Questi principi evangelici “sono la sostanza e lo scopo delle rivelazioni”22.

In fondo, anche tra i principi c’è un ordine, poiché “i principi fondamentali della nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei Profeti in merito a Gesù Cristo”23.

Distinguere i dettagli dai principi, come pure imparare a riconoscere la gerarchia che esiste anche tra i principi stessi, sarà un lavoro che durerà tutta la vita. Se insegniamo ogni dettaglio della storia e della legge, e se insegniamo ogni aspetto dei viaggi di Israele, ma perdiamo di vista il messaggio del piano del Padre Celeste e dell’Espiazione del Salvatore nell’Antico Testamento,24 non avremo insegnato il messaggio dell’Antico Testamento25.

Sicuramente Paolo stava descrivendo me e forse alcuni dei nostri studenti quando disse che nella lettura “dell’antico patto, lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso”. Poi diede una chiave per questo dilemma, dicendo che “è in Cristo ch’esso è abolito” e che “quando [i nostri cuori] si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso”.26

Se il nostro insegnamento sarà incentrato sul Salvatore27 e se aiuteremo i nostri studenti a volgere a Lui mente e cuore, quando leggeranno l’Antico Testamento il velo sarà rimosso. Inoltre, cosa forse ancora più importante, nell’imparare a guardare al Salvatore durante lo studio delle Scritture, gli studenti impareranno una doppia lezione e inizieranno a cercare Lui e la mano del Padre Celeste anche nella propria vita.

Un esempio di questa gerarchia

Lasciatemi condividere un suggerimento che ci aiuterà a discernere la verità nelle Scritture. Scegliete un passo, leggetelo e chiedetevi: “In questo passo, quali sono i dettagli?” Sottolineate i personaggi, i luoghi, la cronologia e la storia. Guardate il contesto più ampio e sottolineate tutti i dettagli a esso relativo che riuscite a trovare. Come suggerito nel nostro manuale, notate le “interruzioni naturali”28 in cui cambia il tono o il contenuto.

Ora rileggete il passo e questa volta chiedetevi: “Quali sono i principi o le verità confezionate per essere applicate29 e che, se comprese, portano ad obbedire?”30 Studiate il contesto dottrinale più ampio del passo. Segnate ogni principio in modo diverso da come avete segnato i dettagli. Se ci sono dei principi sottintesi,31 dedicate del tempo a scriverli.

All’inizio sarà difficile deidcarsi azione questo impegno coscienzioso. Richiederà concentrazione e tempo. Una delle benedizioni disponibili in questo esercizio è che ci invita a chiederci continuamente: “Quali sono i dettagli e quali sono i principi che questo passo vuole insegnare?”

Come abbiamo già detto, alcuni principi sono più importanti di altri; portano ispirazione, vita e salvezza maggiori perché puntano al Salvatore. Quindi, rileggete ancora una volta il passo, stavolta sotto un altro aspetto, e chiedetevi: “In che modo questo passo intende32 attirare la mia attenzione sul Salvatore? Che cosa porta a comprensione, gratitudine e fiducia maggiori in Lui e nel piano del Padre Celeste?”

Infine, considerate attentamente cosa hanno detto i profeti moderni che offre un’ulteriore chiave di lettura, una maggiore comprensione e che è di ulteriore ispirazione riguardo al passo.

Dopo aver studiato in questo modo, quando ci dedicheremo al corso di studio, la maggiore comprensione unita agli ulteriori suggerimenti e guida così forniti si aggiungerà agli approfondimenti ricavati, all’ispirazione e alle esperienze avute studiando le Scritture e le parole dei profeti. Allora i manuali confermeranno, raffineranno e miglioreranno la nostra preparazione per proclamare la parola con potere.

Per esempio, quando quest’anno studieremo il libro di Ruth, potremmo vederci una tenera storia di morte e di lealtà; oppure, considerando questa gerarchia di verità, potremmo notare che Ruth perse il marito, si recò a Bethlehem33 e lì conobbe Boaz. Poi potremmo notare che Boaz si prese cura delle necessità di Ruth, le diede del pane da intingere nell’aceto34, ottenne il diritto di riscatto per lei alla porta della città35 e poi, essendo diventato colui che l’aveva riscattata, che letteralmente si potrebbe tradurre “redentore”36, acquistò Ruth37, la prese in moglie38 e non si diede posa finché tutto non fosse stato compiuto39. Allora possiamo iniziare a sentire la sottintesa testimonianza di amore e redenzione, come pure il sollievo e l’ispirazione dovuti al rendersi conto che il Grande Redentore40 fa lo stesso per ognuno di noi.

Questo è un semplice esempio di come scrutare le Scritture. Un insegnante attento aiuterà poi ciascuno studente a imparare come avere questo stesso tipo di esperienza nello studio personale durante il loro percorso verso l’autosufficienza spirituale.41

Fratelli e sorelle, per ogni pagina delle Scritture, facciamo delle scelte che determinano il potere dell’insegnamento e dell’apprendimento in classe. La scelta è: verso quali verità rivolgeremo la mente, il cuore e la fede dei nostri studenti? Questa scelta è estremamente importante per quanto riguarda la porzione della Parola che implementeranno nel loro modo di pensare e di vivere.42 Se non siamo diligenti a questo proposito, se scegliamo di lasciare il “dominio del nostro insegnamento” alle verità minori, allora, come ha insegnato il presidente Henry B. Eyring: “Ci siamo già praticamente tagliati fuori dalla sfida di aiutare gli studenti a resistere alla marea di sporcizia che dilaga oggi”43.

Collegamenti, temi e prefigurazioni

Oltre a riconoscere questa gerarchia tra le verità, un secondo suggerimento semplice che ci può aiutare a ottenere la Parola è che le Scritture traboccano di collegamenti, temi e prefigurazioni. Vi faccio un breve esempio di ciascuno, tutti tratti dall’Antico Testamento.

Collegamenti

L’anziano David A. Bednar ha spiegato che “un collegamento è una relazione o un concatenamento di idee, persone, cose o eventi,”44.

Un collegamento che possiamo notare nell’Antico Testamento è che è pieno di storie di successo e di fallimento, storie che spesso vengono insegnate mettendole a confronto le une con le altre: Caino e Abele, Giuseppe e i suoi fratelli, Giacobbe ed Esaù, Abigail e Nadab, e molti altri.

Il presidente Eyring ha fatto notare: “Nella descrizione del fallimento c’è la prefigurazione del successo […]. Il continuo ciclo del declino spirituale e la guarigione che ne segue […] può dare speranza ed essere istruttivo per gli studenti”45.

Temi

L’anziano Bednar ha spiegato anche che “i temi sono qualità o idee dominanti, ricorrenti e unificanti, come fili essenziali intessuti in un testo”46. Un tema che possiamo notare quest’anno si trova in questa frase: “e voi conoscerete che io sono l’Eterno, il vostro Dio”47.

Durante le piaghe che precedettero la liberazione, come pure durante i miracoli che la seguirono, ai figlioli d’Israele fu detto: “Da questo conoscerai che io sono l’Eterno”48.

L’uccisione di Goliath49, la guarigione di Naaman50, Elia e i sacerdoti di Baal51 e le esperienze sacre e solenni di Daniele con il re Nebucadnetsar52 sono tutti stati riportati con l’intento dichiarato che “tutta la terra riconoscerà che v’è un Dio in Israele”53.

Nei libri dei Salmi54, di Isaia55 e di Ezechiele56, in ben diciassette libri dell’Antico Testamento e in più di ottanta occasioni diverse, Geova ha ripetuto, sottolineato e reso evidente che come Israele anche noi dobbiamo vedere Lui e la Sua mano negli eventi e negli insegnamenti dell’Antico Testamento affinché, per noi e per i nostri figli, “dal levante al ponente si riconosca che non v’è altro Dio fuori di me […] e non ve n’è alcun altro”57.

Studiando i temi scritturali nelle nuove lezioni di Istituto58, i passi delle Scritture saranno intessuti “l’uno con l’altro in un modo tale che quando studiate l’uno siete attirati automaticamente dall’altro”.59Se le Scritture stesse diventano il fulcro dello studio di queste lezioni, i vari libri diventeranno uno e porteranno gli studenti “alla conoscenza delle [proprie] alleanze”60. L’anziano Bednar ha detto: “Il processo di ricercare e identificare i temi scritturali ci porta […] alle verità eterne che invitano lo Spirito Santo a rendere testimonianza. […] Questo approccio usato per ottenere l’acqua viva dalla riserva scritturale è il più impegnativo e rigoroso; porta però alla più alta edificazione”61. A noi insegnanti richiederà di più, non di meno.62

Prefigurazioni e segni premonitori di Cristo

Tra i molti modelli presenti nell’Antico Testamento63, uno in particolare attira la nostra attenzione e guida i nostri sforzi. Ovviamente questo è la ricerca di testimonianze del Padre Celeste e del Salvatore. L’anziano Bruce R. McConkie disse: “È […] appropriato ricercare similitudini di Cristo ovunque e utilizzarle continuamente per mantenere Lui e la Sua legge in primo piano nella nostra mente”64.

Iniziare a fare un elenco delle prefigurazioni e dei segni premonitori del Salvatore è come contare le gocce d’acqua in un fiume o le particelle di luce in un giorno di sole. Dopotutto, “tutte le cose che sono state date da Dio all’uomo, fin dal principio del mondo, sono il simbolo di lui”65.

La Creazione66, il serpente di rame67, la manna68, la liberazione di Israele dalla schiavitù degli Egiziani grazie al sangue di un agnello cosparso sugli stipiti delle porte69 e l’intera legge di Mosè, con il suo sistema di sacrifici e di rievocazioni, rappresentano consapevolmente e chiaramente “il nostro pedagogo per condurci a Cristo”70.

La disponibilità di Abrahamo71 a sacrificare Isacco72; i titoli di Melchisedec73, compreso “Principe della pace”74; Giuseppe che salva i quegli stessi fratelli che lo avevano venduto75; e la liberazione dei figli di Israele da parte di Mosè76 sono tutte prefigurazioni “di colui che dovea venire”77.

Adamo era un uomo senza peccato78 che, mentre era nel Giardino, scelse volontariamente79 di dare la sua vita affinché noi potessimo vivere80.

“Perché c’era in lui uno spirito straordinario […] il re pensava di [stabilire Daniele] sopra tutto il regno”.81 “I capi e i satrapi”82, coloro che avevano autorità e che odiavano Daniele, “cercarono di trovare un’occasione d’accusar Daniele […] ma non potevano trovare alcuna occasione”83. Questi uomini malvagi si riunirono e si concertarono84, nel frattempo Daniele andò nel suo solito luogo85 e lì pregò86. Quando venne a sapere tutto questo, il re “si mise in cuore di liberar Daniele”87. Poi, dopo che Daniele fu mandato a morte sicura, “fu portata una pietra, che fu messa sulla bocca della fossa”88. Ne seguì che il re si alzò “di buon’ora, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa de’ leoni”89 scoprendo così che un angelo era stato presente90 e “Daniele fu tratto fuori dalla fossa, e non si trovò su di lui lesione di sorta”91.

Alfred Edersheim disse che l’intero Antico Testamento “ha lo scopo di rivelare Cristo. […] Non è solo la legge, che è un pedagogo per condurci a [Lui], né le prefigurazioni, che sono segni premonitori di [Lui], e neppure sono le profezie, che predicono di [Lui] a rivelare Cristo, ma tutta la storia dell’Antico Testamento è impregnata del Cristo. […] Da questo ne consegue che solo uno studio delle Scritture che ci permette di imparare a conoscere [il Salvatore] può dimostrarsi soddisfacente e utile”92.

Durante le vostre lezioni, ma anche a casa e in famiglia, vi prego di prendere il tempo di chiedere agli studenti e ai vostri figli che cosa stanno imparando e in che modo questo li aiuta a comprendere il Padre Celeste e il Salvatore e a confidare in Loro. Inoltre, sin dalla prima lezione, insegnate agli studenti a cercare appositamente queste magnifiche testimonianze che sono l’intento dichiarato di questi autori ispirati.

Conclusione

Fratelli e sorelle, le Scritture hanno un ruolo insostituibile nel nostro insegnamento come pure nella nostra preparazione per insegnare! Ricordate questo ammonimento del presidente Romney:

“Siamo stati incaricati di dare ciò che riceviamo dal Signore (le Scritture) a coloro a cui insegniamo. A volte [potremmo] cercare di dare senza prima ottenere. […]

[Potremmo voler] andare a predicare prima di [lasciare] al Signore la possibilità di prepararci”93

Con questo spirito, voglio aggiungere alcune domande a quelle che abbiamo già ricevute dal fratello Webb l’anno scorso e invitare tutti noi a prenderle in considerazione nella nostra preparazione per insegnare.

La mia preparazione per la lezione inizia scrutando le Scritture?

Mi diletto94 nelle Scritture che insegnerò oggi e sono esse “un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa”95?

Capisco sia i dettagli sia le dottrine che l’autore ispirato vuole che io veda e comprenda?

Ho scrutato le parole di profeti alla ricerca della loro enfasi, prospettiva e testimonianza del passo?

Inoltre, ho cercato e trovato il modo in cui questo passo, in ogni occasione, rende testimonianza del Salvatore e della Sua Espiazione?96

Nelle nostre classi, possa la parola essere più affilata di una spada a due tagli97 a motivo delle Scritture che ardono dentro di noi! Possiamo noi avere la determinazione di distinguere i dettagli dalle dottrine degne della nostra fedeltà! E possiamo noi aiutare i nostri studenti a imparare a scoprire le meravigliose testimonianze scritturali riguardo al piano del Padre Celeste e al Suo diletto Figliolo!98

Aggiungo la mia testimonianza alla vostra, soprattutto quella dell’amore del Padre Celeste99 reso manifesto e disponibile grazie alla miracolosa Espiazione compiuta da Suo Figlio. Esprimo gratitudine per l’immenso onore di far parte della meravigliosa Restaurazione che sta facendo sì che il Suo nome sia conosciuto in tutta la terra per sempre.100 Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Vedere Chad H. Webb, “Un invito a studiare Dottrina e Alleanze”, (trasmissione via satellite dei Seminari e degli Istituti di Religione, 5 agosto 2014), lds.org/broadcasts.

  2. L’anno scorso circa duecentomila studenti del Seminario hanno letto Dottrina e Alleanze. Se hanno letto per quindici minuti al giorno per i cento ottanta giorni scolastici, hanno totalizzato nove milioni di ore di studio personale delle Scritture.

  3. J. Reuben Clark jr, The Charted Course of the Church in Education, edizione riveduta (1994), 9.

  4. Chad H. Webb, “Un invito a studiare Dottrina e Alleanze”, lds.org/broadcasts.

  5. Dottrina e Alleanze 11:2.

  6. Dottrina e Alleanze 11:21.

  7. L’anziano Bruce R. McConkie insegnò che la prima chiave per comprendere la Bibbia è leggerla:

    “Potrebbe esserci qualcosa di più ovvio di questo? Semplicemente leggete questo libro. Fino a quando non lo fate, null’altro sarà utile. Non possiamo dar altro che dare un dieci a tale chiave nella nostra scala di valori. La conoscenza e la comprensione della Bibbia inizia leggendo il materiale di base.

    Uno dei nostri problemi è che leggiamo ciò che gli altri dicono della Bibbia. […]

    Leggetela voi stessi. ‘Investigate le Scritture’ (Giovanni 5:39). Fate tesoro delle parole del Signore. Andate alla fonte” (“The Bible, a Sealed Book” [Simposio del Sistema Educativo della Chiesa, 17 agosto 1984] 4, si.lds.org).

  8. Il presidente Marion G. Romney disse: “Quando devo bere a una sorgente, mi piace attingere l’acqua là dove sgorga direttamente dalla terra, non dal letto del ruscello più a valle, dove si sono già abbeverate le mucche […] Apprezzo l’interpretazione di altre persone, ma quando si tratta del Vangelo dobbiamo conoscere direttamente ciò che dice il Signore” (tratto da un discorso agli insegnanti di religione, 13 aprile 1973; citato da J. Richard Clarke, “La mia anima si diletta delle Sacre Scritture”, La Stella, aprile 1984, 26).

  9. Il presidente Harold B. Lee insegnò: “Non è possibile sollevare un’altra anima se non ci troviamo in un punto più alto rispetto ad essa. Per salvare un uomo, dobbiamo assicurarci che, prima di tutto, noi stessi stiamo dando l’esempio di quello che vogliamo che egli diventi. Non si può accendere una fiamma in un’anima, se tale fiamma non arde già nella nostra” (“Stand Ye in Holy Places”, Ensign, ottobre 2008, 47). L’anziano Neal A. Maxwell disse: “A volte ciò che manca in un buon insegnante è un fresco entusiasmo personale per il Vangelo, che potrebbe diventare altamente contagioso. Dato che riusciamo a dire solo una piccola parte di ciò che proviamo, non dobbiamo lasciare che quella ‘piccola parte’ sia troppo piccola” (“Teaching by the Spirit – ‘The Language of Inspiration’” (Simposio del Sistema Educativo della Chiesa sull’Antico Testamento, 15 agosto 1991, 5, si.lds.org).

  10. Marion G. Romney, “The Message of the Old Testament” (Simposio del Sistema Educativo della Chiesa sull’Antico Testamento, 17 agosto 1979), 1, si.lds.org.

  11. Vedere David A. Bednar, “Una riserva di acqua viva” (Riunione al caminetto del Sistema Educativo della Chiesa per i giovani adulti, 4 febbraio 2007), speeches.byu.edu (testo), LDS.org (video).

  12. Neal A. Maxwell, The Smallest Part (1973), 4; vedere anche Neal A. Maxwell, “The Inexhaustible Gospel”, Ensign, aprile 1993, 69.

  13. L’anziano Richard G. Scott ha detto: “I principi sono verità concentrata, preparata per essere applicata”, (“Come acquisire la conoscenza spirituale”, La Stella, gennaio 1994, 100; vedi anche Insegnare e apprendere il Vangelo – Manuale per gli insegnanti e i dirigenti dei Seminari e degli Istituti di Religione [2012], 5–7). Il fratello Webb ha suggerito che per determinare se qualcosa è un principio, possiamo chiederci: “È sempre vero? È applicabile in ogni condizione, in ogni momento, in ogni circostanza e per tutte le persone?”.

  14. Inoltre, l’anziano Scott ha insegnato: “Quando cercate la conoscenza spirituale, cercate i principi. Separateli attentamente dai dettagli usati per spiegarli” (“Come acquisire la conoscenza spirituale”, 100; vedere anche Insegnare e apprendere il Vangelo, 26–32).

  15. Boyd K. Packer, Let Not Your Heart Be Troubled (1991), 15.

  16. Vedere C. S. Lewis, “Meditation in a Toolshed”, in God in the Dock: Essays on Theology and Ethics, a cura di Walter Hooper (1970), 212–215.

  17. Robert J. Matthews, “What is Religious Education?” (discorso inedito rivolto agli insegnati di religione, 31 agosto 1989), 2.

  18. L’anziano D. Todd Christofferson ha insegnato: “Il dono dello Spirito Santo […] è il messaggero della grazia tramite cui il sangue di Cristo viene applicato per portar via i nostri peccati e santificarci” (“Il potere delle alleanze”, Liahona, maggio 2009, 22; vedere anche Area Directors’ Convention, 2011, sessione sul “Ruolo dello Spirito Santo”).

  19. Vedere Alma 23:5–7.

  20. Henry B. Eyring, “Teaching the Old Testament” (Simposio del Sistema Educativo della Chiesa sull’Antico Testamento, 10 agosto 1999), 5, si.lds.org.

  21. Marion G. Romney, “The Message of the Old Testament”, 3, si.lds.org; vedere anche Insegnare e apprendere il Vangelo, 26–29.

  22. Boyd K. Packer, “Principi”, La Stella, ottobre 1985, 54; vedere anche Insegnare e apprendere il Vangelo, 26–29.

  23. Joseph Smith, in History of the Church, 3:30. Citazione ampliata: “I principi fondamentali della nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei Profeti intorno a Gesù Cristo; che Egli morì, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno e ascese al cielo; tutte le altre cose inerenti alla nostra religione sono soltanto un complemento di ciò”.

  24. Il presidente Marion G. Romney insegnò: “Il messaggio dell’Antico Testamento è il messaggio di Cristo e della Sua venuta e della Sua Espiazione” (“The Message of the Old Testament”, 4, si.lds.org).

  25. Vedere 1 Nefi 6:4; DeA 76:40–43. Il presidente Ezra Taft Benson definì il Vangelo in “The Gospel Teacher and His Message” ([discorso rivolto agli insegnanti di religione, 17 settembre 1976], si.lds.org). Il presidente Henry B. Eyring ha illustrato “due visioni del Vangelo” in “Eyes to See, Ears to Hear” ([Simposio del Sistema Educativo della Chiesa sul Nuovo Testamento, 16 agosto 1984], si.lds.org; citato anche in Insegnare e apprendere il Vangelo 56). Vedere anche l’impiego del termine gospel in J. Reuben Clark jr, “The Charted Course of the Church in Education”.

  26. 2 Corinzi 3:14, 16; vedere anche Joseph Smith Translation, 2 Corinthians 3:14, 16.

  27. Il presidente Boyd K. Packer ha insegnato che l’Espiazione “è la base stessa della dottrina cristiana. Si può conoscere molto bene il Vangelo che si dirama da questa fonte, ma [se conosciamo] soltanto le diramazioni e non l’origine, e se siamo esclusi da questa verità, nelle diramazioni non vi sarà né vita né sostanza né redenzione” (“Il Mediatore”, La Stella, ottobre 1977, 59; citato anche in Insegnare e apprendere il Vangelo, 1).

  28. Insegnare e apprendere il Vangelo, 54.

  29. Richard G. Scott, “Come acquisire la conoscenza spirituale”, 100; vedere anche Insegnare e apprendere il Vangelo, 26.

  30. Henry B. Eyring, “Converting Principles” (discorso presentato alla riunione Una serata con l’anziano L. Tom Perry, 2 febbraio 1996), 1, si.lds.org; citato anche in Insegnare e apprendere il Vangelo, 56.

  31. Vedere Insegnare e apprendere il Vangelo, 26–27.

  32. Il profeta Joseph Smith insegnò: “Possiamo concludere che, benché ci siano state diverse dispensazioni, tuttavia il fine di tutte le cose che Dio ha comunicato al Suo popolo era quello di indirizzare la sua mente verso il grande obiettivo e di insegnargli ad affidarsi solo a Dio quale autore della sua salvezza” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007], 49).

  33. Vedere Ruth 1:19.

  34. Vedere Ruth 2:14.

  35. Vedere Ruth 4:1.

  36. “Il ‘riscatto’ menzionato in questo passo è la traduzione dell’ebraico go’el. […] La funzione di un go’el era quella di rendere possibile alla vedova che aveva perduto casa e beni di riacquistare la sua precedente condizione e prosperità e di avere dei posteri che perpetuassero il nome della sua famiglia.

    È facile vedere che i profeti successivi presero a prestito questo nome dalle leggi secolari di Israele e lo usarono per descrivere le funzioni di Colui che sarebbe diventato il Divino Redentore. Pensate a ciò che Egli fa per restituirci alla nostra primitiva condizione al cospetto di Dio e per darci così prosperità e una progenie eterna” (Ellis T. Rasmussen, An Introduction to the Old Testament and Its Teachings, Prima parte (programma per il corso Religione 301, 1972), 157; e Old Testament Student Manual: Genesis–2 Samuel (Manuale del Sistema Educativo della Chiesa, 2003), 263.

  37. Vedere Ruth 4:10.

  38. Vedere Ruth 4:13

  39. Vedere Giovanni 19:30 e Ruth 3:18.

  40. Questa bellissima storia “parla del potere redentore di Dio e lo esemplifica simbolicamente; ci insegna come possiamo accedere a quel potere e spiega in che modo possiamo emulare il nostro Redentore. Numerosi elementi fungono da prefigurazioni di Cristo. La storia è un messaggio di speranza per Israele. [Forse un] motivo per cui questa storia ci piace tanto è perché […] la nostra anima istintivamente si identifica con la redenzione di Ruth; ci induce a desiderare che ciò che le accadde in vita si avveri per noi sia nella sfera terrena sia in quella eterna. Ruth impersonifica l’ardente desiderio della nostra anima di essere liberata e la sua storia mette in risalto le ragioni per cui abbiamo motivo di sperare” (Kerry Muhlestein, “Ruth, Redemption, Covenant, and Christ”, in The Gospel of Jesus Christ in the Old Testament, a cura di D. Kelly Ogden, Jared W. Ludlow e Kerry Muhlstein, 38º Simposio annuale Sidney B. Sperry presso la Brigham Young University [2009], 187–188).

  41. Vedere Boyd K. Packer, “Self-Reliance” (riunione al caminetto presso la Brigham Young University, 2 marzo 1975), speeches.byu.edu.

  42. Vedere Alma 12:9–11; 3 Nefi 26:1–11 (soprattutto i versetti 9–10). L’anziano Jeffrey R. Holland ha detto: “Quando nella nostra vita sopraggiunge una crisi — come prima o poi avviene sempre — le teorie degli uomini intercalate da qualche passo delle Scritture non sono sufficienti. Nutriamo veramente i nostri figli […] in maniera tale da sostenerli quando le difficoltà della vita si fanno sentire? Oppure dedichiamo loro un pizzico di teologia, un cibo privo di proteine e calorie? Il presidente John Taylor una volta chiamò tale insegnamento ‘schiuma fritta’, ossia quel genere di cose che si possono mangiare tutto il giorno senza mai riempirci lo stomaco. Durante un rigido inverno, alcuni anni fa, il presidente Boyd K. Packer fece notare che un gran numero di cervi era morto di fame pur avendo lo stomaco pieno di fieno. In buona fede, gli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente avevano offerto loro un cibo privo di sostanza, quando la sostanza era quello di cui avevano più bisogno. Purtroppo avevano dato da mangiare ai cervi senza nutrirli” (“Un dottore venuto da Dio”, La Stella, luglio 1998, 27–28).

  43. Henry B. Eyring, “Eyes to See, Ears to Hear,” si.lds.org; citato anche in Insegnare e apprendere il Vangelo, 56.

  44. David A. Bednar, “Una riserva di acqua viva”, 4, speeches.byu.edu.

  45. Henry B. Eyring, “Teaching the Old Testament”, 2, si.lds.org.

  46. David A. Bednar, “Una riserva di acqua viva”, 6, speeches.byu.edu.

  47. Esodo 6:7.

  48. Esodo 7:17; vedere anche Esodo 7:5; 8:10, 22; 9:14, 16, 29; 10:2; 11:7; 14:4, 18; 16:6, 12; 29:46.

  49. Vedere 1 Samuele 17:46.

  50. Vedere 2 Re 5:15.

  51. Vedere 1 Re 18:37.

  52. Vedere Daniele 4:17, 26.

  53. 1 Samuele 17:46.

  54. Vedere Salmi 59:13; 67:2; 83:18; 109:27.

  55. Vedere Isaia 5:19; 9:9; 19:21; 37:20; 41:20, 22–23; 41:26; 43:10; 45:3, 6; 49:23, 26; 52:6; 60:16.

  56. Vedere Ezechiele 6:10, 14; 7:4, 9, 27; 11:10, 12; 12:15–16; 13:9, 14, 21, 23; 14:8; 15:7; 16:62; 17:21, 24; 20:20; 22:16; 24:27; 25:7; 35:4, 12, 15.

  57. Isaia 45:6.

  58. Vedere la sezione “Why Are We Making These Changes?” in “New Religion and Institute Courses: Additional Information,” si.lds.org/announcement-new-religion-courses.

  59. Boyd K. Packer, “Scritture”, La Stella, aprile 1983, 111.

  60. 2 Nefi 3:12.

  61. David A. Bednar, “Una riserva di acqua viva”, 6, speeches.byu.edu.

  62. L’anziano Neal A. Maxwell lo descrisse in questi termini: “Raggruppate le Scritture in modo che possiate collegare un passo dell’Antico Testamento su un argomento particolare ad un passo contenuto [nelle altre Scritture] e alle parole dei profeti viventi. Le Scritture della Chiesa hanno bisogno le une delle altre […] e si sostengono reciprocamente. […]

    [Allora] renderete le lezioni più significative. […]

    Aiuterete i vostri studenti a evitare la tendenza a leggere solo superficialmente le Scritture. […] Li incoraggerete a raccogliere insieme per argomento i passi delle Scritture come se fossero grappoli d’uva da calcare per ricavarne il succo e distillarne il significato” (“The Old Testament: Relevancy within Antiquity” [Simposio del Sistema Educativo della Chiesa sull’Antico Testamento, 16 agosto 1979], 1–2, si.lds.org).

  63. Vedere Old Testament Student Manual: Genesis–2 Samuel, 111–15.

  64. Bruce R. McConkie, The Promised Messiah: The First Coming of Christ (1978), 453.

  65. 2 Nefi 11:4; vedere anche Osea 12:10; Alma 30:23–60 (soprattutto i versetti 40–41); Mosè 6:59–63.

  66. Vedere Mosè 6:63. L’anziano Bruce R. McConkie insegnò: “I resoconti rivelati della Creazione hanno l’obiettivo di realizzare due grandi propositi. Il loro scopo generale è di metterci in grado di comprendere la natura della nostra prova terrena, prova alla quale tutti gli uomini sono soggetti ‘per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro’ (vedere Abrahamo 3:25). Il loro scopo specifico è di metterci in grado di comprendere il sacrificio espiatorio del Signore Gesù Cristo, che è la base stessa su cui poggia la religione rivelata” (”Cristo e la creazione”, La Stella, settembre 1983, 32).

  67. Vedere Alma 33:19; vedere anche Guida alle Scritture, “Gesù Cristo, Simboli o prefigurazioni di Cristo”.

  68. “I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono.

    Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia.

    Io sono il pane vivente” (Giovanni 6:49–51); vedere anche Esodo 17:6; 1 Corinzi 10:4; Guida alle Scritture, “Gesù Cristo, Simboli o prefigurazioni di Cristo”.

  69. Vedere Esodo 12:5–14.

  70. Galati 3:24.

  71. Padre di una moltitudine. Originariamente si chiamava Abramo: padre eccelso”. (Bible Dictionary, “Abraham”).

  72. L’anziano Dallin H. Oaks ha spiegato: “Questa storia mostra […] la bontà di Dio nel proteggere Isacco e nel fornire un sostituto, in modo che egli non avesse a morire. A causa dei nostri peccati e della nostra condizione di esseri mortali, noi, come Isacco, siamo condannati a morte. Quando è svanita ogni speranza, il nostro Padre in cielo fornisce l’Agnello di Dio, e noi siamo salvati dal Suo sacrificio” (“Storie della Bibbia e protezione personale”, La Stella, gennaio 1993, 42–43).

  73. “Re di Salem” (Ebrei 7:1–2); “Re del cielo” (Traduzione di Joseph Smith, Genesi 14:36 [Guida alle Scritture]); “Re di giustizia ” (Ebrei 7:2); vedere anche Guida alle Scritture, “Gesù Cristo, Simboli o prefigurazioni di Cristo”.

  74. Traduzione di Joseph Smith, Genesi 14:33 (Guida alle Scritture); vedere anche Guida alle Scritture, “Gesù Cristo, Simboli o prefigurazioni di Cristo”.

  75. Vedere Genesi 37:27–28.

  76. Vedere Mosè 1:26; vedere anche Deuteronomio 18:15; 3 Nefi 20:23; Perla di Gran Prezzo – Manuale dell’insegnante (manuale del Sistema Educativo della Chiesa, 2000), 9–11.

  77. Romani 5:14.

  78. Vedere 2 Nefi 2:23.

  79. Vedere Mosè 4:18.

  80. Vedere 2 Nefi 2:25.

  81. Daniele 6:3.

  82. Daniele 6:3–4, 6–7.

  83. Daniel 6:4; vedere anche versetto 5.

  84. Vedere Daniele 6:6–7.

  85. Luca 22:39; vedere Daniele 6:10.

  86. Vedere Daniele 6:10.

  87. Daniele 6:14.

  88. Daniele 6:17.

  89. Daniele 6:19.

  90. Vedere Daniele 6:22.

  91. Daniele 6:23.

  92. Alfred Edersheim, Bible History: Old Testament, edizione di un solo volume (1982), xiii; citato anche in Old Testament Student Manual: Genesis–2 Samuel, 22.

  93. Marion G. Romney, “The Message of the Old Testament”, 1, si.lds.org.

  94. Vedere Salmi 1:2–3.

  95. Geremia 20:9; vedere anche Insegnare e apprendere il Vangelo, 29–30.  Il presidente Boyd K. Packer ha spiegato:

    “Il fratello [Wilford B.] Lee scrisse: ‘Ci sono molte prove che indicano che, soprattutto per quanto riguarda il comportamento morale, le persone non agiscono secondo la loro conoscenza’. Osservò che è difficile trovare una persona obesa che non sappia che, se vuole ridurre il proprio peso, una delle cose da fare è ridurre la quantità di cibo ingerita. Potete immaginare un medico che fuma e che non sa che fumare fa male alla salute? Avete mai conosciuto una coppia di genitori che stanno per divorziare che non sanno bene che i loro figli subiranno delle tragiche conseguenze? In questi casi le persone sanno qual è la cosa giusta, ma comunque non riescono a farla.

    Per quanto riguarda un comportamento retto, quindi, sapere intellettualmente non è abbastanza. Si devono coinvolgere i sentimenti” (Let Not Your Heart Be Troubled [1991], 14).

  96. InThe Charted Course of the Church in Education, il presidente J. Reuben Clark jr ci insegna che nel nostro studio e nel nostro insegnamento vi sono, in effetti, “due cose di importanza fondamentale che non possono essere trascurate, dimenticate, messe nell’ombra o nascoste”. La prima, naturalmente, è il Salvatore e la Sua Espiazione. “La seconda delle due cose nella quale ciascuno di noi deve riporre tutta la propria fede è che il Padre e il Figlio sono veramente apparsi in visione al profeta Joseph nel bosco” (1–2).

  97. Nel commentario a Dottrina e Alleanze 6:2, il Manuale dello studente di Dottrina e Alleanze riporta la seguente spiegazione: “Molte spade nell’antichità avevano soltanto un taglio. Quando qualcuno decise di approntare una spada a due tagli, l’efficacia di quest’arma aumentò considerevolmente: ora poteva tagliare in qualsiasi direzione, a prescindere da come venisse vibrato il colpo. Pertanto, paragonare la parola del Signore a una spada a due tagli è una similitudine molto vivida. Proprio come una spada affilata può tagliare in profondità sino a staccare arti e spegnere la vita, così la parola del Signore è abbastanza potente da portare distruzione all’anima (la morte spirituale) di coloro che non le prestano ascolto (vedere Ebrei 4:12; Apocalisse 1:16; 2:12, 16). La parola di Dio ha anche il potere di trapassare l’anima come una spada e di penetrare nelle parti più intime dell’uomo (vedere 3 Nefi 11:3; DeA 85:6). Può aprirsi la via attraverso l’errore e la falsità proprio con l’efficacia di una spada a due tagli” ([manuale del Sistema Educativo della Chiesa, 2001], 15).

  98. Vedere Mormon 5:14.

  99. Vedere 1 Nefi 11:22.

  100. Abrahamo 1:19.

Stampa