Il giorno del Signore
Trasmissione via satellite dei Seminari e degli Istituti di Religione•4agosto 2015
È un piacere essere con voi oggi ed essere stati istruiti così bene. È davvero una gioia essere qui. Spero che tutti sappiate quanto voglio bene, apprezzo profondamente e rispetto ognuno di voi e quello che fate. È bello soprattutto poter essere qui con mia moglie, Kristi. Oggi è il nostro 25º anniversario di matrimonio e abbiamo pensato che sarebbe stato carino festeggiarlo con 98.000 amici intimi. Ciò che voi e i vostri coniugi fate per questa organizzazione è notevole. Vi ringrazio per il vostro contributo e di essere qui. È meraviglioso far parte di questa opera con tutti voi.
In occasione dell’ultima conferenza generale della Chiesa è stato offerto un addestramento per le Autorità generali sull’osservare il giorno del Signore e renderlo una delizia. I quorum presiedenti della Chiesa si sono uniti in un ragguardevole sforzo globale di insegnare l’importanza dell’osservanza del giorno del Signore in chiesa e a casa. È stata insegnata nei consigli di area, di coordinamento e di palo. I presidenti di palo hanno addestrato i vescovi e insieme continueranno a istruire i membri dei loro rispettivi pali e rioni.
Addestramento fornito ai dirigenti della Chiesa
Alcuni brevi video tratti da questo addestramento per le Autorità generali sono stati messi a disposizione e saranno pubblicati sul nostro sito.1 Spero che li guarderete e li esaminerete attentamente, e che userete queste importanti risorse. Oggi vorrei mostrarvi alcune parti di due presentazioni tratte da questo addestramento. Inizieremo ascoltando il presidente Russell M. Nelson che sarà seguito dall’anziano M. Russell Ballard.
Presidente Russell M. Nelson: “Cari fratelli e sorelle, esprimo l’amore e l’ammirazione profondi che nutro per ciascuno di voi. […] La Prima Presidenza si è concentrata sulla grande preoccupazione che noi tutti abbiamo per chi si è smarrito, per chi non conosciamo o per chi è meno attivo, nel dedicarci a tale problema, anche noi vorremmo porre enfasi su come prevenirne l’occorrenza e, quindi, durante la sessione di oggi e quella di domani, ci concentreremo molto su come edificare la fede in Dio, la fede nel Signore Gesù Cristo, la fede nella Sua Espiazione. […] Quale uno dei Suoi apostoli ordinati, sono davvero grato per l’incarico assegnatomi di parlare di questo argomento. Il comandamento del Signore di osservare la domenica mantenendola sacra è un compito che prediamo molto seriamente e letteralmente. Se lo facciamo, se riusciamo davvero a farlo, aiuteremo i nostri membri a edificare la fede nel Signore e a rendere più profonda la loro conversione a Lui e alla Sua chiesa. […] E imparando come osservare la domenica, la fede crescerà in tutto il mondo”.
Anziano M. Russell Ballard: “Fratelli e sorelle, vi diamo il benvenuto a questo importante addestramento in occasione della Conferenza generale. Nei mesi passati, la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli hanno dedicato molte ore a esaminare le ricerche disponibili in merito alle dottrine e ai principi della Chiesa che accrescono la fede nel nostro Padre Celeste, nel Signore Gesù Cristo e nella Sua Espiazione. Come sapete, le conversioni durature, la capacità delle famiglie multi-generazionali di osservare le alleanze e la crescita spirituale dei membri della Chiesa continuano a essere le nostre preoccupazioni. Tra tutti i cambiamenti organizzativi o normativi e tra tutti gli addestramenti dottrinale che, in questo momento, potrebbero affrettare l’opera di salvezza, abbiamo deciso che elevare lo spirito e il potere della domenica è quello che influisce di più sul portare i membri e le famiglie più vicini al Signore Gesù Cristo”.
Il presidente Nelson ha menzionato una preoccupazione per l’inattività e la necessità di rafforzare la fede in Gesù Cristo e nella Sua Espiazione. Ha promesso che “imparando come osservare la domenica, la fede crescerà in tutto il mondo”.
Sono sicuro che avete anche notato che l’anziano Ballard ha detto: “Tra tutti i cambiamenti organizzativi o normativi e tra tutti gli addestramenti dottrinale che, in questo momento, potrebbero affrettare l’opera di salvezza, abbiamo deciso che elevare lo spirito e il potere della domenica è quello che influisce di più sul portare i membri e le famiglie più vicini al Signore Gesù Cristo”2.
Il ruolo dei Seminari e degli Istituti di Religione
In questo impegno globale, i Seminari e gli Istituti di Religione hanno ricevuto l’indicazione specifica da parte del Consiglio della Chiesa per l’istruzione di aiutare continuando a insegnare con rinnovata dedizione il principio dell’osservanza del giorno del Signore e le dottrine legate al sacramento, e di coinvolgere i giovani e i giovani adulti nell’impegno di comprendere e vivere meglio questi principi. Dobbiamo farlo enfatizzando tali principi quando questi si presentano naturalmente durante l’insegnamento sequenziale delle Scritture e nei programmi per i corsi di studio. Che opportunità meravigliosa abbiamo di unire i nostri sforzi con coloro che sono stati autorizzati a guidarci come profeti, veggenti e rivelatori! Così facendo, adempiremo meglio il nostro obiettivo di aiutare i giovani e i giovani adulti a comprendere meglio gli insegnamenti e l’Espiazione di Gesù Cristo e a farvi affidamento.
Per illustrare come potremmo insegnare i principi relativi al giorno del Signore e al sacramento in modo da incrementare la fede in Gesù Cristo, ho scelto alcuni esempi tratti principalmente dall’Antico Testamento, dato che è proprio quello che molti di voi insegneranno nei mesi a venire.
Il giorno del Signore
1. Il giorno del Signore è un segno datoci dal Signore
Troviamo un principio importante sul giorno del Signore in Esodo 31:
“Badate bene d’osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno fra me e voi per tutte le vostre generazioni, affinché conosciate che io sono l’Eterno che vi santifica.
I figliuoli d’Israele quindi osserveranno il sabato […] come un patto perpetuo”3.
L’idea che il giorno del Signore sia un segno del patto tra noi e Dio è importante perché tutti noi affrontiamo lo stessa dilemma, ossia che “nessuna cosa impura può dimorare con Dio”4, e sappiamo che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”5. La soluzione, come spiegato in Dottrina e Alleanze 60:7, è “Io sono capace di rendervi santi”. E ciò può essere compiuto, ovviamente, mediante Gesù Cristo, la figura centrale nel piano di redenzione del Padre. In altre parole, come insegnò l’apostolo Paolo, noi fummo “comprati a prezzo”6.
Quel prezzo è stato pagato con la vita, la sofferenza e la morte del perfetto Figlio di Dio. E qual è la prova di acquisto? Qual è lo scontrino? Il giorno del Signore è un segno perpetuo dell’adempimento del patto stipulato da Dio con i Suoi figli, il segno che Egli è in grado di renderci santi.
2. Il giorno del Signore è un segno che noi diamo al Signore
Il giorno del Signore non è solo la prova di acquisto, il segno che il Signore ci renderà santi, ma è anche un segno che noi diamo a Lui in merito a ciò che proviamo per quello che Egli ha fatto per noi, ciò che proviamo per il Suo sacrificio e per le nostre alleanze.
Nell’ultima conferenza generale della Chiesa, il presidente Nelson ha insegnato: “Quand’ero giovane, ho studiato il lavoro di altri che avevano compilato liste di cose da fare e da non fare la domenica. Solo tempo dopo ho appreso dalle Scritture che la mia condotta e il mio atteggiamento durante la domenica costituivano un segno tra me e il mio Padre Celeste. Con questa comprensione non ho più avuto bisogno di liste di cose da fare e di quelle da non fare. Quando dovevo prendere la decisione se un’attività era appropriata o meno per la domenica, mi chiedevo semplicemente: ‘Quale segno voglio dare a Dio?’ Questa domanda ha reso molto chiare le mie scelte relative al giorno del Signore”7.
Ogni scelta relativa alla domenica è personale, è un’offerta individuale, un segno della nostra gratitudine per il fatto che Egli è disposto a renderci santi. Senza voler suggerire una lista di cose da fare e da non fare, vorrei dire che ho visto giovani e giovani adulti in tutto il mondo scegliere di osservare la santità del giorno del Signore. Molti hanno scelto di non lavorare di domenica, altri si sono imposti di non studiare di domenica. Una giovane donna in Thailandia ha rischiato di perdere i suoi amici perché ha scelto di non partecipare ad attività sociali di domenica (un concetto che i suoi amici non avevano mai udito prima). So di un aspirante giocatore di calcio in California che, nonostante la forte pressione dei compagni e degli allenatori e mettendo a rischio preziose possibilità di borse di studio, ha deciso di non partecipare di domenica a eventi sportivi organizzati.
Ho fiducia nel fatto che il Signore renderà onore a questi giovani meravigliosi perché essi, a loro volta, Gli hanno reso onore osservando la santità del Suo giorno. Possiamo insegnare ai nostri studenti che il nostro atteggiamento e le nostre azioni durante la domenica sono un segno che diamo al Signore riguardo a ciò che proviamo per le nostre alleanze e che “osservare davvero la santità della domenica è simbolico dell’osservanza all’intera alleanza”8.
3. Il giorno del Signore è una delizia
Un altro principio tratto dall’Antico Testamento:
“Se tu trattieni il piè per non violare il sabato facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch’è sacro all’Eterno, e se onori quel giorno anziché seguir le tue vie e fare i tuoi affari e discuter le tue cause,
allora troverai la tua delizia nell’Eterno”9.
Il capitolo 16 di Esodo illustra magnificamente questo principio. Quando i figli di Israele si lamentavano per la fame e volevano tornare alle “pignatte della carne” in Egitto, il Signore disse:
“Io vi farò piovere del pane dal cielo; e il popolo uscirà e ne raccoglierà per giorno quanto gliene abbisognerà per la giornata, ond’io lo metta alla prova per vedere se camminerà o no secondo la mia legge.
Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che avran portato a casa, esso sarà il doppio di quello che avranno raccolto ogni altro giorno”10.
In questi versetti troviamo altri due principi. Uno è che il Signore mette alla prova la nostra obbedienza nell’osservare la santità della domenica. L’altro è che il Signore ci preserva e prepara la via affinché possiamo osservare i Suoi comandamenti. Pensate a come questo adempia la promessa secondo cui il giorno del Signore è una delizia. Se avete lavorato ogni giorno, raccogliendo la manna per sopravvivere, e poi un giorno il Signore vi dice: “Oggi non devi lavorare, io, però, ti sfamerò come se lo avessi fatto”, non sarebbe una delizia?
Ho sentito una versione moderna di questa storia raccontata dalla sorella e dall’anziano Beecher, una coppia missionaria che ha servito in Africa. Hanno scritto:
“Viviamo in una regione molto povera del Kenya, al confine con l’Uganda. Uno dei nostri presidenti di ramo […] è un agricoltore che vive in una zona recintata con la sua famiglia estesa. È un uomo giovane con una famiglia piccola. […]
Ci sono membri del suo ramo che gli dicono […] che non possono andare in chiesa la domenica perché […] hanno paura di lasciare le loro case per il timore che i vicini rubino il loro raccolto. […] [Questo] è un problema REALE. […] Infatti, le persone […] piantano quando lo fanno i loro vicini, in modo da ridurre le possibilità che il loro primo raccolto venga rubato. […]
[Dicono, inoltre, di] non poter andare in chiesa la domenica perché devono lavorare […] dato che sono molto poveri.
[Il presidente di ramo] ha riportato: ‘Dico loro che io lascio la mia casa ogni domenica e rimango in chiesa per molte ore. Non lavoro la domenica. Quando ritorno a casa, spesso scopro che i miei vicini hanno rubato il mio [mai], i miei polli, le uova, la mia frutta, perché hanno fame e non hanno cibo. Eppure scopro anche che quando giunge il tempo del raccolto, sono benedetto perché la mia terra produce più della loro, sebbene essi lavorino ogni domenica. La mia terra produce di più e io sono benedetto perché osservo la santità della domenica’.
Dopo aver udito il commento di [questo presidente di ramo], [un altro presidente di ramo] ha detto: ‘Posso attestare la stessa cosa. Ho meno di un ettaro di [mais]. Il mio vicino ne coltiva circa quattro. Lui lavora ogni domenica. Io no. Quando arriva il momento del raccolto, io ne ho a sufficienza. Il mio vicino viene da me in cerca di cibo perché non ne ha abbastanza. Anch’io sono benedetto perché osservo la santità della domenica’”11.
Le vie del Signore sono più elevate delle nostre e lo stesso vale per la Sua aritmetica. È diversa dalla nostra. Non è forse vero anche per la decima? Per quanto riguarda la decima, dieci meno uno non fa nove. Il Signore ci benedice con ciò di cui abbiamo bisogno e con molto di più. Lo stesso vale per la domenica. Ci sono sette giorni in una settimana, ma lavorarne sei su sette alla fine ci dà di più, e non di meno, di ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Riusciamo quasi sentire il Signore che ci dice: “Mettetemi alla prova in questo […] e vedrete s’io non v’apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla”12.
La domenica non è solo un giorno per riposarci dalla fatiche fisiche, ma è anche un giorno di rinvigorimento spirituale. È un giorno per riposarci dalle preoccupazioni del mondo.
Il presidente Joseph F. Smith insegnò che il riposo del Signore significa “entrare nella conoscenza e nell’amore di Dio, avendo fede nel Suo obiettivo e nel Suo piano” senza essere “turbati da ogni vento di dottrina o dall’astuzia degli uomini che attendo il momento di ingannare”13. (Riflettete sul potere di tale promessa in relazione alla nostra priorità di aiutare gli studenti a cercare la verità e a discernere la verità dall’errore).
Devo menzionare un’altra benedizione di estrema importanza illustrata in questi riferimenti scritturali. In Esodo 31 leggiamo l’espressione “per tutte le vostre generazioni”14 e in Isaia 58 il Signore fa una promessa quando dice: “Ti nutrirò della eredità di Giacobbe”15. Studiando questi versetti e l’addestramento offerto dai nostri dirigenti della Chiesa, vi accorgerete che saranno i vostri figli e i vostri nipoti a ricevere le benedizioni più grandi che scaturiscono dall’osservare la santità della domenica. Ogni domenica è un’opportunità di insegnare ai vostri figli che cosa è più importante per voi nella vita e che siete disposti a sacrificare le aspirazioni personali pur di osservare i comandamenti del Signore.
Quale benedizione meravigliosa sarà per loro! Contribuirà a creare famiglie multi-generazionali di fedeli discepoli di Gesù Cristo. Consapevoli di queste e di altre benedizioni associate al giorno del Signore, come può non essere una delizia?
4. Il giorno del Signore ci mantiene immacolati dal mondo
Un altro principio connesso al giorno del Signore è illustrato nella sezione 59 di Dottrina e Alleanze. “E affinché tu possa più pienamente mantenerti immacolato dal mondo, va alla casa di preghiera e offri i tuoi sacramenti nel mio santo giorno”.16
L’Antico Testamento offre molte opportunità di insegnare questo principio. Per esempio, quando parlerete dell’alleanza di Abrahamo, avrete l’occasione di insegnare ai giovani a essere nel mondo ma non del mondo. Un’altra opportunità si presenterà quando insegnerete 1 Samuele 8.
Il presidente Spencer W. Kimball usò questo capitolo per insegnare una profonda lezione. Disse:
“Il Signore e il suo profeta Samuele erano delusi e addolorati […] il popolo, però, reclamava un re affinché potessero essere come tutte le nazioni. […]
Noi stessi non siamo molto diversi, oggi! Vogliamo la pompa e le frivolezze del mondo, non sempre rendendoci conto del castigo che segue alla nostra follia. Chi non è membro [vuole il divertimento di domenica, noi vogliamo divertirci] anche se, spesso, significa tralasciare le attività domenicali infrangendo la santità del giorno del Signore. I nostri contemporanei hanno matrimoni non religiosi, noi sentiamo di dover adottare questo stile e questo modello, sebbene diano lustro al mondo e perdano di vista la solennità del matrimonio vero. […]
Persone volgari e avide creano la moda e vanno da un estremo all’altro per ‘invecchiare’ il nostro guardaroba. […] Preferiremmo morire piuttosto che ‘non essere alla moda’. […] Dobbiamo avere un re come le altre nazioni.
Il Signore dice di volere un popolo specialmente Suo, ma noi non vogliamo essere speciali. […]
Quando, oh, quando, i Santi degli Ultimi Giorni resisteranno saldamente, con i piedi ben piantati a terra, stabiliranno le loro proprie norme, terranno un giusto comportamento e condurranno una vita gloriosa secondo lo schema ispirato dal Vangelo?”17.
Mentre i nostri giovani lottano con le filosofie e le tradizioni mondane e con gli stili e le norme del mondo, aiutateli a capire che dobbiamo essere un popolo speciale, libro dalle influenze del mondo.18 Aiutateli a vedere che osservare la santità della domenica è un modo per farlo, un modo per mantenere se stessi immacolati dal mondo.
Il sacramento
Gli scopi del sacramento
Cambiamo argomento e parliamo per alcuni minuti degli scopi del sacramento.
Prendiamo il sacramento in ricordo del corpo e del sangue del Figlio. Questo è il motivo che il Signore stesso diede quando lo istituì personalmente sia nella Terra Santa sia nelle Americhe.19 Ogni settimana questa deve essere una parte significativa della nostra esperienza. Il sacramento è un’opportunità per ricordarci di Lui e di tutto quello che il Suo corpo e il Suo sangue rappresentano in merito alla risurrezione letterale, alla redenzione dai nostri peccati e alla grazia che è sufficiente per affrontare le prove della vita.
Rendiamo testimonianza dinanzi a Dio, Padre Eterno, del fatto che siamo disposti a prendere su di noi il nome di Suo Figlio e a osservare i Suoi comandamenti, rinnovando così tutte le nostre alleanze. Riuscite a immaginare come sarebbe se ciascuno di noi lo facesse sinceramente ogni settimana? La riunione sacramentale sarebbe un banchetto spirituale che culmina nella promessa del Signore che avremo con noi il Suo Spirito, dandoci speranza, guarigione, forza, conforto e perdono.20
Tutti abbiamo bisogno di perdono e di guarigione, e alcuni di noi devono anche perdonare e liberarsi dei cattivi sentimenti serbati per troppo a lungo. L’Espiazione e il sacramento ci danno l’opportunità di farlo ora.
Le Scritture e tutti i nostri corsi offrono opportunità di insegnare gli scopi del sacramento. Suggerisco di cercare almeno due modi per farlo. Il primo, ogni volta che incontriamo una prefigurazione o un simbolismo relativo al Salvatore, abbiamo l’opportunità di insegnare gli scopi del sacramento. Il secondo, ogni qualvolta insegniamo i principi associati con le alleanze, abbiamo l’opportunità di applicare tali principi al sacramento.
Se posso, vorrei illustrare un esempio per ognuna di queste opportunità (sempre dall’Antico Testamento).
1. Le prefigurazioni e i simbolismi ci conducono a Gesù Cristo
Il primo esempio, che illustra l’uso delle prefigurazioni e dei simbolismi relativi al Salvatore, si trova nel capitolo 1 di Levitico. Qui il Signore insegna ai figli di Israele a portarGli volontariamente delle offerte. L’offerta doveva essere un animale maschio e senza difetto che sarebbe stato accettato per fare espiazione per la persona venuta a rendere il culto. Tale persona, poi, uccideva l’animale e i sacerdoti spargevano il sangue tutt’intorno all’altare.21
È facile vedere il simbolismo e il suo legame con il sacramento, e riconoscere che mentre la persona veniva resa santa, il Signore stesso si faceva carico delle sue afflizioni, delle sue pene e dei suoi peccati. Penso che sia un paradosso eclatante che i giusti siano “coloro le cui vesti sono bianche tramite il sangue dell’Agnello”22, tuttavia, “il Signore sarà rosso nelle sue vesti”, poiché Egli ha dichiarato: “Ho spruzzato il loro sangue sui miei abiti, e ho macchiato tutte le mie vesti”23.
Che visione vedere il Signore in rosso circondato da angeli vestiti di bianco! Per via della sofferenza patita da Gesù Cristo, “quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana”24.
Poi, l’offerta veniva tagliata a pezzi: la testa, le interiora, le gambe e il grasso.25 La testa rappresentava i nostri pensieri, le interiora il nostro cuore, i nostri sentimenti, e le gambe le nostre azioni. Il simbolismo ci riporta al sacramento poiché promettiamo di amare Dio “con tutto il cuore, facoltà, mente e forza”26.
In altre parole, come ha insegnato l’anziano Neal A. Maxwell: “Il vero sacrificio personale non è mai stato quello di mettere un animale sull’altare. È invece la volontà di mettere sull’altare l’animale che c’è in noi per lasciarlo consumare!”27
Possiamo usare anche il ruolo dei sacerdoti, “i figli di Aaronne”28, per insegnare ai giovani uomini il significato del ruolo cui adempiono durante il sacramento. Insegniamo ai nostri sacerdoti che loro sono i figli di Aaronne, che devono distinguersi dal mondo, che rappresentano il Salvatore. Insegniamo agli insegnanti del Sacerdozio di Aaronne che loro prendono il posto di Giuseppe di Arimatea nel preparare il corpo di Cristo. (Alcuni di voi hanno vissuto la sacra esperienza di dover preparare un corpo per la sepoltura. Riuscite a immaginare la sacra esperienza vissuta da Giuseppe di Arimatea?29) Aiutiamo i nostri giovani uomini a capire che la riunione sacramentale è un funerale in memoria del Salvatore.
Un presidente di palo ha insegnato questo concetto a un quorum di insegnanti. Ora il presidente quindicenne di quel quorum di insegnanti fa sì che ogni domenica l’intero quorum arrivi trenta minuti prima della riunione sacramentale per leggere le Scritture e pregare insieme, per poi preparare il sacramento come quorum.
Possiamo insegnare anche ai nostri diaconi il ruolo cui adempiono. Riuscite a immaginare cosa significhi essere tra coloro che portano la bara del Salvatore?
Aiutiamo tutti loro a sapere che onorano il loro sacerdozio in modi che aiutano ciascuno di noi ad avere accesso al sangue del Getsemani e a ricevere il perdono e la guarigione che da esso scaturiscono.
2. Insegnare le ordinanze ci offre un’opportunità di insegnare il sacramento
Un’altra occasione per insegnare il sacramento ci verrà offerta quando insegniamo i principi relativi alle alleanze
Un esempio a riguardo è illustrato nel libro di Osea e, per spiegare il rapporto di alleanza con il nostro Padre Celeste, usa il simbolismo di un marito, di sua moglie, del tradimento di quest’ultima e della prova a cui è sottoposta l’alleanza del matrimonio Il Signore disse a Osea: “Prenditi per moglie una meretrice, e genera de’ figliuoli di prostituzione”30. Così Osea prese per moglie Gomer. Tuttavia, dopo averla sposata, essersi preso cura di lei e averle dimostrato il suo amore, ella tornò al suo vecchio stile di vita e lo tradì.
Come vi sareste sentiti nei panni di Osea? Ciò nonostante, ascoltate come reagisce Osea a questo tradimento:
“Io l’attrarrò, la condurrò nel deserto, e parlerò al suo cuore.
E le darò le sue vigne”31.
Poi, nel resoconto scritturale, si passa da Osea e Gomer al Signore e Israele quando Egli ci dice: “Ioti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò in giustizia, in equità, in benignità e in compassioni”32.
Percepire ciò che Osea provava verso la sua alleanza e comprendere che è ciò che il Signore prova nei confronti delle alleanze che ha stretto con noi mi hanno grandemente benedetto.
Ho imparato ad apprezzare questa storia per la prima volta grazie a un discorso del presidente Henry B. Eyring. Alcuni di voi erano presenti quando ha detto questo riguardo alla sua esperienza nell’insegnare l’Antico Testamento al Seminario: “Per più motivi di quanti io possa spiegarvi, nel periodo in cui insegnavo Osea, ho provato qualcosa di nuovo, qualcosa di più potente. Questa non è una storia di un affare tra soci. […] Questa è una storia d’amore. Questa è una storia di un’alleanza matrimoniale legata dall’amore, da un amore tenace. Ciò che ho provato allora, e che è cresciuto con il passare degli anni, è che il Signore, con il Quale ho la benedizione di aver stretto alleanze, ama me, voi e coloro cui insegniamo, con una tenacia che continua a stupirmi e che desidero emulare con tutto il mio cuore”33.
C’è ancora molto da dire sulla storia, ma lascio che siate voi a rileggere il discorso meraviglioso che il presidente Eyring ha pronunciato al simposio del Sistema educativo nel 1995. Il punto è che abbiamo un’opportunità di insegnare le alleanze. E quando lo facciamo, aiutiamo i nostri studenti a provare ciò che ha provato il presidente Eyring, ossia che Dio ci ama e che si rallegra nel benedirci mediante le nostre alleanze. Quando giungiamo a comprendere che le ordinanze e le alleanze sono simboli dell’amore di Dio e del Suo desiderio di esaltarci, il sacramento ci cambia per sempre.
Conclusione
Riuscite a immaginare cosa accadrebbe se i giovani e i giovani adulti della Chiesa partecipassero alla riunione sacramentale ogni settimana e si ricordassero veramente del Salvatore, provando gratitudine per la Sua Espiazione, rendendo testimonianza al Padre della loro disponibilità a portare ogni giorno il nome del Salvatore e del loro impegno a obbedire ai Suoi comandamenti e a vivere in modo da essere degni del dono dello Spirito Santo? E se poi, durante la settimana, frequentassero i corsi di Seminario e di Istituto incentrati sul ruolo fondamentale del Salvatore nel piano del nostro amorevole Padre Celeste e durante i quali fosse loro ricordato dell’impegno preso di essere discepoli di Gesù Cristo? E se nelle loro case parlassero di queste cose con i rispettivi genitori programmando insieme di rendere il giorno del Signore il centro della loro settimana?34 È difficile immaginare la quantità di benedizioni che il Signore ha in serbo per noi.
Vorrei concludere attestando che per insegnare la dottrina con forza, dobbiamo prima viverla. Se osserveremo la santità del giorno del Signore e ci ricorderemo del Salvatore quando rinnoviamo le nostre alleanze ogni domenica, il giorno del Signore diventerà una delizia per noi e benedirà noi e la nostra famiglia per generazioni. E rafforzerà in modo significativo la nostra abilità di ispirare i nostri amati studenti a riconoscere come l’osservanza della santità della domenica li aiuterà a comprendere gli insegnamenti e l’Espiazione di Gesù Cristo e a farvi affidamento. Apprezzeranno di più le proprie alleanze come discepoli del Salvatore del mondo e il loro impegno in merito sarà più radicato.
Mi auguro che possiamo sempre ricordarci di Lui. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.
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