Riunioni di Natale
Beati quelli che s’adoperano alla pace


10:55

Beati quelli che s’adoperano alla pace

Riunione di Natale della Prima Presidenza 2021

Domenica 5 dicembre 2021

Ancora una volta, la nostra amata Prima Presidenza ci ha invitato a riunirci all’inizio della nostra celebrazione del Natale. Anche se le nostre tradizioni e le nostre usanze variano di nazione in nazione, siamo tutti grati e benedetti di essere uniti, adorando in unità il nostro Salvatore Gesù Cristo e celebrando la Sua nascita avvenuta più di due millenni fa.

Una delle tradizioni preferite a casa Bassett, come pure in molte delle vostre case, è quella di inscenare la storia della Natività. Per noi, leggere i resoconti di Isaia, Luca, Matteo, Nefi e Mormon — accompagnati da inni di Natale e animati da un’esibizione dal vivo che ritrae Maria, Giuseppe e il bambino Gesù — è un’esperienza ispiratrice e spirituale, ma non sempre.

Per esempio, una vigilia di Natale, il nostro gregge di bambini-pecorelle è scoppiato in un coro di bambini che piangevano. I loro strilli si sono diffusi rapidamente ai pastori e agli angeli e persino al bambino in fasce. L’anno seguente non abbiamo avuto un gregge. Nessuno osava recitare il ruolo di una pecora per paura che, in qualche modo, le pecore fossero la causa dello spaventoso e disastroso pianto. Un altro anno, i bastoni dei pastori sono diventati spade laser e un altro anno ancora nessuno voleva essere uno dei Magi o un angelo, insistendo invece per indossare i costumi da dinosauro e da delfino di Halloween. Forse la nostra rievocazione più memorabile è stata quando proprio il neonato è caduto dalla sua mangiatoia troppo rialzata e molto instabile, precipitando verso il camino di pietra per poi essere preso a pochi centimetri dal pavimento. Mi prendo il merito di quella presa in tuffo, nonostante anche la caduta sia stata interamente un mio errore.

Messaggio di pace ed amor? Tacito è il ciel? Le nostre natività si potrebbero piuttosto definire “Pandemonio nella mangiatoia”. Devo ammettere che, quando arriva il Natale, spesso mi chiedo se non dovremmo provare una tradizione natalizia che inviti davvero la pace.

Pace, quella condizione dolce e piena di speranza che tutti desideriamo, non solo a Natale, ma sempre. In tutto il mondo, però, sembra che oggi la pace stia diventando più difficile da trovare. Quest’anno, studiando Dottrina e Alleanze, mi è stata ricordata una rivelazione che descrive i nostri giorni:

“E in quel giorno […] la terra intera sarà in tumulto, e il cuore degli uomini verrà loro meno” 1 .

Nell’odierna condizione di tumulto terreno, dove si può trovare questa pace più grande che tutto il mondo desidera?

Il presidente Russell M. Nelson ha dichiarato:

“Il vangelo di Gesù Cristo è esattamente ciò di cui c’è bisogno in questo mondo confuso, litigioso e stanco.

Ciascun figlio di Dio merita l’opportunità di ascoltare e accettare il messaggio guaritore e redentore di Gesù Cristo. Nessun altro messaggio è più vitale per la nostra felicità, ora e per sempre” 2 .

Il messaggio della Restaurazione è il messaggio del Natale. La luce della stella che guidò i pastori verso il bambino nella mangiatoia è paragonabile alla colonna di luce che discese su Joseph: entrambe precedettero buone novelle di grande allegrezza che annunciavano Cristo al mondo.

Il messaggio di Isaia al nostro mondo travagliato continua a essere: “Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” 3 .

L’anziano Quentin L. Cook ha insegnato: “Uno dei titoli più amati del nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo, è ‘Principe della pace’ [Isaia 9:5]. […] Alla fine il Suo regno sarà stabilito insieme alla pace e all’amore” 4 .

Quest’anno, nel leggere le parole che si trovano in Luca, spero che terrete presenti le parole della “moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Iddio” dicendo: “Gloria a Dio ne’ luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini ch’Egli gradisce!”. 5 Ho meditato queste parole e ho pensato che potremmo opportunamente considerarle come una dichiarazione del fatto che “ora sulla terra c’è Pace”. “La Pace è arrivata!”, avrebbe potuto esclamare la moltitudine, poiché quella sera, in quell’umile stalla, il “Principe della pace” stesso era letteralmente arrivato sulla terra.

Quel primo giorno di Natale furono gli angeli araldi che dichiararono che la pace era arrivata. Prima di loro, Giacobbe aveva dichiarato: “Noi sapevamo di Cristo, e avevamo una speranza della sua gloria molte centinaia di anni prima della sua venuta; e non solo noi stessi avevamo una speranza della sua gloria, ma anche tutti i santi profeti che furono prima di noi” 6 .

E ancora, Isaia profetizzò — questa volta dei nostri giorni — scrivendo: “Quanto son belli, sui monti, i piedi del messaggero [o dei messaggeri] di buone novelle, che annunzia [o annunciano] la pace” 7 .

Quindi, chi sono queste persone meravigliose che annunciano la pace? Ai Suoi discepoli, sia in Galilea che nel paese di Abbondanza, il Salvatore dichiarò: “Beati quelli che s’adoperano alla pace, perché essi saran chiamati figliuoli di Dio” 8 .

Inoltre, re Beniamino insegnò: “Ed ora, a motivo dell’alleanza che avete fatto, sarete chiamati figlioli di Cristo, suoi figli e sue figlie; poiché ecco, in questo giorno egli vi ha spiritualmente generati, poiché dite che il vostro cuore è cambiato, tramite la fede nel suo nome; perciò siete nati da lui e siete diventati suoi figli e sue figlie” 9 .

Voi ed io siamo i figli di Gesù Cristo dell’alleanza, siamo tutti individualmente Suoi figli. Ricordate, Egli ha dichiarato che quelli che s’adoperano alla pace saranno chiamati figli di Dio. Pertanto, noi — i figli di Dio — dobbiamo essere coloro che si adoperano alla pace. Questo è il nostro dovere dell’alleanza. Voi ed io facciamo la differenza nel mondo travagliato di oggi quando ci sforziamo di essere pacificatori — nelle nostre case, nelle nostre congregazioni, nelle nostre comunità, persino in tutto il mondo, mediante le nostre buone opere e mediante le nostre parole — sia di persona sia virtualmente. Noi annunciamo fedelmente la pace quando rendiamo testimonianza di Lui, con le parole e con le azioni.

Di nuovo, in Luca leggiamo:

“E avvenne che quando gli angeli se ne furono andati da loro verso il cielo, i pastori presero a dire tra loro: Passiamo fino a Betleem e vediamo questo che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere.

E andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe ed il bambino giacente nella mangiatoia;

e vedutolo, divulgarono ciò ch’era loro stato detto di quel bambino” 10 .

Allo stesso modo, andiamo anche noi e divulghiamo il messaggio di pace di questo bambino. Questo è il messaggio che i nostri missionari insegnano ai nostri cari e ai nostri amici; questo è il messaggio vivente che i missionari di servizio condividono mentre servono come farebbe il Salvatore. Questo è il messaggio che proclamiamo quando amiamo, condividiamo, e invitiamo coloro che ci circondano a godere della speranza e della pace che si trovano nella buona novella di Gesù Cristo.

Torniamo dunque alle rievocazioni della Natività dei Bassett, che proviamo caoticamente a fare ogni Natale: perché insistiamo a mantenere questa tradizione, incoraggiando i nostri figli e nipoti a ricreare per noi quella splendida notte in cui gli angeli vennero con buone novelle di grande gioia?

La risposta è semplice e deliziosa: “Noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo e scriviamo secondo le nostre profezie affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati” 11 .

Sì, vediamo che la terra intera è in tumulto e che il cuore degli uomini viene loro meno. Tuttavia, nonostante le difficoltà, di fronte all’opposizione e in mezzo al tumulto, perseveriamo nell’annunciare la pace, in questo periodo e sempre, mentre prepariamo noi stessi e tutti coloro che ci circondano per il grande ritorno del Principe della pace, proprio il Signore, Salvatore e Redentore, Gesù Cristo. Ripetendo le parole del presidente Nelson: “Ciascun figlio di Dio merita l’opportunità di ascoltare e accettare il messaggio guaritore e redentore di Gesù Cristo”.

Mi auguro che annunceremo la pace mentre celebriamo la nascita, la vita e la missione del nostro Salvatore in questo periodo natalizio e sempre. Questa è la mia preghiera nel nome di Gesù Cristo. Amen.