2000–2009
La lealtà
Aprile 2003


La lealtà

Siate leali verso ciò che di meglio c’è in voi. Siate leali e fedeli alle alleanze che sono connesse al sacerdozio di Dio.

Non c’è nessuna riunione al mondo che possa essere paragonata a questa. Ovunque ci troviamo, qualunque sia la lingua che parliamo, siamo tutti uomini a cui sono state imposte le mani sul capo per ricevere il sacerdozio di Dio. A prescindere se siamo ragazzi che hanno ricevuto il sacerdozio inferiore, ovvero il Sacerdozio di Aaronne, o uomini che hanno ricevuto il sacerdozio superiore, ovvero il Sacerdozio di Melchisedec, a tutti noi è stato conferito qualcosa di stupendo e magnifico, un po’ della vera essenza della divinità.

Ripeto, nessun raduno al mondo è simile a questo. Ci riuniamo in un vincolo di fratellanza e formiamo una vasta assemblea di uomini che sono stati investiti con un certo grado di potere, o autorità, e che sono stati onorati del privilegio di parlare e di agire nel nome dell’Onnipotente. Il Signore Dio dei cieli ha ritenuto opportuno conferirci parte di ciò che è esclusivamente Suo. A volte mi chiedo se ne siamo degni. Mi chiedo se lo apprezziamo davvero. Mi interrogo sulla natura infinita di questa autorità e potere. Ha a che fare con la vita e la morte, con la famiglia e con la Chiesa, con la grande e trascendente natura di Dio stesso e della Sua opera eterna.

Fratelli, vi do il benvenuto come membri dei quorum del santo sacerdozio. Vi do il benvenuto come servi del Dio vivente che ha posto su ognuno di noi una responsabilità dalla quale non dobbiamo e non possiamo ritrarci.

In linea con quel benvenuto, ho scelto di parlare di vari aspetti di una stessa parola. La parola è lealtà.

Penso alla lealtà nel senso di essere coerenti con noi stessi. Penso a essa nel senso di essere assolutamente fedeli al nostro coniuge. Penso a essa nel senso di essere assolutamente leali verso la Chiesa e i vari aspetti dell’essere attivi. Penso a essa nel senso di essere inequivocabilmente leali verso il Dio dei cieli, il nostro Padre Eterno, e il Suo Beneamato Figliolo, il nostro Redentore, il Signore Gesù Cristo.

Dobbiamo essere leali verso ciò che di meglio c’è in noi. Siamo figli di Dio che hanno l’onore di detenere la Sua divina autorità. Viviamo però in un mondo malvagio. C’è una forza costante, che ci tira giù, che ci invita a immischiarci in attività che sono completamente contrarie al divino sacerdozio che deteniamo. È interessante notare come il padre di tutte le menzogne, quell’astuto figlio del mattino che fu cacciato via dal cielo, trovi sempre il modo e abbia sempre la capacità di attrarre, invitare e portare sul suo cammino coloro che non sono forti e vigili. Recentemente un film per il cinema è stato nominato miglior film dell’anno. Non l’ho visto, né mi riprometto di farlo. Mi viene però detto che questo film è pieno di sesso e che l’uso del profano è il suo tema portante.

La pornografia è uno dei marchi della nostra generazione. Coloro che la producono si arricchiscono a spese delle facili prede che amano guardarla. Tra le prime righe della rivelazione che noi conosciamo come Parola di saggezza, il Signore dichiara: «In conseguenza dei mali e degli intenti che esistono ed esisteranno nel cuore dei cospiratori negli ultimi giorni, vi ho avvertito, e vi preavverto, dandovi questa parola di saggezza mediante rivelazione» (DeA 89:4).

Poi prosegue parlando del cibo che mettiamo nel nostro corpo. Gli stessi precetti possono essere applicati a ciò che mettiamo nella nostra mente quando indulgiamo nella pornografia.

Fratelli, ogni uomo e ogni ragazzo a portata della mia voce sa cosa è degradante. Non avete bisogno di una cartina stradale per sapere dove vi porterà l’indulgenza. Combattetela con la bellezza, la pace e il meraviglioso sentimento che vengono dal vivere vicini al Signore e dall’innalzarsi al di sopra di quelle insidiose pratiche che ci rendono insensibili.

Questo si applica a voi, miei cari ragazzi che siete qui presenti. Siete obiettivi privilegiati dell’avversario. Egli sa che, se riuscirà a farvi suoi ora, avrà potere su di voi per tutta la vita. In voi sono stati posti meravigliosi poteri e istinti per uno scopo divino. Tuttavia, quando impiegati male, essi distruggono invece di costruire.

Sono profondamente grato per la forza dei nostri giovani. So però anche che alcuni si allontanano da noi. Ogni perdita è una tragedia. Il regno del nostro Signore ha bisogno di voi. Siatene degni. Siate leali verso ciò che di meglio siete. Non cedete mai a quelle cose che possono derubarvi della forza di resistergli.

A voi uomini lancio una sfida. Fuggite via dalla marea di volgarità che vuole sopraffarvi. Rifuggite i mali del mondo. Siate leali verso ciò che di meglio siete. Siate leali verso ciò che di meglio c’è in voi. Siate leali e fedeli alle alleanze che sono connesse al sacerdozio di Dio. Non potete fare una vita dissoluta, mentire, imbrogliare, approfittarvi degli altri senza distruggere quel tocco divino che ognuno di noi ha ricevuto in quanto figlio di Dio. Prego con tutta la mia forza, fratelli, che siamo superiori a questo e che siamo leali verso il meglio di noi stessi.

Siate leali nei vostri rapporti familiari. Nei matrimoni ho visto il meglio e il peggio allo stesso tempo. Ogni settimana ho il compito di analizzare le richieste di cancellazioni di suggellamento nel tempio. Il divorzio è diventato un fenomeno molto comune in tutto il mondo. Anche là dove non è legale farlo, uomini e donne contravvengono e vivono insieme. Sono grato di poter dire che il divorzio è una pratica molto meno frequente tra coloro che si sono sposati al tempio. Ma anche tra loro, ci sono più divorzi di quanti ce ne dovrebbero essere.

Gli sposi vengono alla Casa del Signore professando il loro amore reciproco. Stipulano solenni ed eterne alleanze l’uno con l’altra e con il Signore. Il loro rapporto viene suggellato e diviene un’alleanza eterna. Nessuno si aspetta che ogni matrimonio funzioni alla perfezione. Ma ci si aspetta che almeno tutti i matrimoni celebrati nella Casa del Signore portino con sé un impegno di lealtà reciproca.

Ho sempre ritenuto che il fattore più importante in un matrimonio felice sia un costante interesse per il benessere del proprio coniuge. In molti casi, l’egoismo è il fattore che porta alla contesa, alla separazione, al divorzio e alla sofferenza.

Fratelli, il Signore si aspetta qualcosa di meglio da noi. Si aspetta qualcosa di meglio di quello che c’è nel mondo. Non dimenticate mai che siete stati voi a scegliere la vostra compagna. Siete stati voi ad aver sentito che non c’era al mondo nessuna come lei. Siete stati voi a desiderare di averla per sempre. In molti casi però il ricordo dell’esperienza del tempio sbiadisce. La causa può essere un desiderio lascivo. Le accuse prendono il posto degli elogi. Quando ci mettiamo a cercare il peggio in una persona, lo troviamo. Ma se ci concentriamo sul meglio, quella caratteristica crescerà fino a sfavillare.

Ciò che dico è anche frutto di esperienza personale. Io e sorella Hinckley siamo sposati da quasi 66 anni. Non so come abbia fatto a sopportarmi tutto questo tempo. Adesso siamo anziani; ma io sono profondamente grato di averla. Desidero sempre vederla tranquilla. Desidero sempre il meglio per lei. È stata una compagna meravigliosa. È stata una moglie meravigliosa e una madre, nonna e bisnonna incredibile.

Avete sicuramente sentito la storia di quell’uomo che visse a lungo e al quale dei giornalisti chiesero a cosa attribuisse la sua longevità. Rispose che quando lui e sua moglie si erano sposati, avevano deciso che se avessero litigato, uno dei due sarebbe uscito di casa per un po’. Poi aggiunse: «Signori, attribuisco la mia longevità al fatto che ho respirato un sacco d’aria buona in tutti questi anni».

Fratelli, siate leali verso la vostra compagna. Possa il vostro matrimonio essere benedetto con la più assoluta lealtà reciproca. Siate felici l’uno dell’altra. Date alla vostra compagna l’opportunità di applicarsi nelle cose che le interessano, di sviluppare i suoi talenti, di crescere come lei sa fare e di provare un proprio senso di appagamento.

Ora vorrei dire qualche parola riguardo alla lealtà verso la Chiesa.

C’è molta indifferenza. Ci sono persone che dicono: «La Chiesa non mi imporrà come pensarla riguardo a questo o a quello o a quell’altro, né come vivere la mia vita».

No, la Chiesa non imporrà a nessun uomo il modo di pensare o ciò che deve fare. La Chiesa indicherà la via e inviterà ogni membro a vivere il Vangelo e a godere delle benedizioni che tale condotta di vita porta. La Chiesa non imporrà mai niente a nessun uomo, ma lo consiglierà, lo persuaderà, lo esorterà e si aspetterà lealtà da coloro che professano di farne parte.

Quando ero uno studente universitario, dissi a mio padre che sentivo che le Autorità generali avevano oltrepassato il loro diritto nel sostenere una certa cosa. Mio padre era un uomo molto buono e saggio. Disse: «Il Presidente della Chiesa ci ha istruito e io lo sostengo come profeta, veggente e rivelatore e intendo seguire il suo consiglio».

Servo ormai nei consigli generali della Chiesa da 45 anni. Ho servito come assistente ai Dodici, come membro dei Dodici, come consigliere della Prima presidenza e da otto anni come Presidente. Voglio portarvi la mia testimonianza che, sebbene abbia partecipato a migliaia di riunioni in cui sono state discusse le direttive e i programmi della Chiesa, non ho mai assistito a uno in cui non sia stata invocata la guida del Signore o in cui ci fosse il desiderio, da parte di alcuno presente, di imporre o fare qualcosa che potesse ledere alcuno o risultargli coercitiva.

Il libro dell’apocalisse dichiara: «Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh fossi tu pur freddo o fervente!

Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca» (Apocalisse 3:15–16).

Vi faccio una promessa, miei cari fratelli, che sino a quando io continuerò a svolgere questa chiamata, non permetterò mai che venga istituita, né imporrò mai alcuna direttiva, o programma, o dottrina che non sia per il beneficio dei membri della Chiesa del Signore.

Questa è la Sua opera. È stato Lui a istituirla. È stato Lui a rivelarne la dottrina. È stato Lui a definirne le procedure. È stato Lui a crearne il governo. Questa è la Sua opera e il Suo regno. Egli disse: «Coloro che non sono per me sono contro di me» (2 Nefi 10:16).

Nel 1933, negli Stati Uniti, ci fu un movimento per l’abolizione della legge che proibiva il commercio di bevande alcoliche. Al momento della votazione, lo Utah segnò le sorti della questione.

Ero in missione a Londra, in Inghilterra, quando lessi su un giornale, scritta a caratteri cubitali, la notizia: «Lo Utah ha ucciso il proibizionismo».

Presidente Heber J. Grant, allora presidente della Chiesa, aveva chiesto alla nostra gente di non votare a favore dell’abrogazione della legge. Il suo cuore si infranse quando molti membri della Chiesa in questo Stato non tennero conto del suo consiglio.

Oggi non mi metterò a parlarvi della questione del proibizionismo, ma piuttosto della più assoluta lealtà alla Chiesa.

Sono molto grato, profondamente grato, per la straordinaria fede dei molti Santi degli Ultimi Giorni che, quando si trovano ad affrontare una situazione riguardo alla quale la Chiesa ha preso posizione, si schierano dalla stessa parte. Sono anche estremamente grato di poter dire che tra coloro che sono leali verso la Chiesa ci sono uomini e donne di successo e di talento, istruiti, influenti, con carisma e forza, individui estremamente intelligenti e capaci.

Ognuno di noi deve affrontare il fatto che o la Chiesa è vera o è tutto un imbroglio. Non esiste una via di mezzo. O si tratta della Chiesa e del regno di Dio o niente di tutto questo.

Grazie, miei cari fratelli, voi uomini di grande forza, di grande onestà, di grande fede e grande lealtà;

lealtà a Dio, il nostro Padre Eterno, e al Suo Beneamato Figliolo, il Signore Gesù Cristo.

Ogni uomo in questa Chiesa ha diritto alla conoscenza che Dio è il nostro Padre Eterno e il Suo Beneamato Figliolo è il nostro Redentore. Il Salvatore ci ha insegnato il modo in cui ottenere una tale conoscenza. Il Salvatore ha dichiarato: «Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio» (Giovanni 7:17).

Giuda Iscariota è passato alla storia come il grande traditore, colui che vendette la sua lealtà per trenta sicli d’argento (vedere Matteo 26:15).

Quanti, al giorno d’oggi, come disse Paolo: «Crocifiggono di nuovo… il Figliuol di Dio, e lo espongono ad infamia» con un linguaggio profano e blasfemo (vedere Ebrei 6:6).

Voi conoscete la profanità che riempie le scuole e le strade. Evitatela. Non lasciate che si poggi sulle vostre labbra. Mostrate la vostra lealtà al Dio dei cieli e al Redentore del mondo avendo rispetto per i loro nomi.

Pregate il vostro Padre nei cieli nel nome del Signore Gesù Cristo e, in qualunque occasione, mostrate la vostra lealtà e il vostro amore con la condotta della vostra vita.

Chi sta con il Signor?

È tempo di saper.

Chiediam senza timor:

Chi sta con il Signor?

(Inni, 165)

Che le benedizioni del cielo scendano su di voi e sulla vostra famiglia, miei cari fratelli. Possa ognuno di voi essere sempre giudicato leale e fedele, uomini e ragazzi di integrità e assoluta lealtà. Così prego nel nome di Gesù Cristo. Amen.