2000–2009
Discorso di apertura
Aprile 2005


Discorso di apertura

Il carico che portiamo è enorme, ma la nostra opportunità è gloriosa.

Cari fratelli e sorelle, a nome di tutti i membri di questa Chiesa, porgo ai nostri fratelli e amici cattolici le nostre più sincere condoglianze in questo momento di grande dolore. Papa Giovanni Paolo II ha lavorato instancabilmente per far avanzare la causa del cristianesimo, per sollevare i fardelli dei poveri e per parlare senza timore in favore dei valori morali e della dignità umana. Tutti sentiremo la sua mancanza, soprattutto coloro che guardavano a lui per una guida.

Ora, cari fratelli e sorelle, mi sembra appropriato, in apertura di questa conferenza, spendere qualche parola per farvi un resoconto della nostra intendenza negli ultimi dieci anni.

Il 12 marzo 1995 fu conferita su di noi la suprema e sacra responsabilità della presidenza della Chiesa.

Nella conferenza che seguì tale chiamata, feci questa dichiarazione:

«Ed ora, miei fratelli e sorelle, è venuto il momento di stare un po’ più diritti, di alzare gli occhi e di sforzare la nostra mente per arrivare a una maggiore comprensione e conoscenza della grande missione millenaria della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Questo è il momento di essere forti, il momento di procedere innanzi senza esitazioni, conoscendo bene il significato, la portata e l’importanza della nostra missione. È il momento di fare ciò che è giusto, a prescindere dalle conseguenze che potrebbero seguire. È il momento di osservare i comandamenti. È la stagione in cui dobbiamo mostrare gentilezza e affetto a coloro che si trovano nel bisogno e a coloro che vagano nelle tenebre e nel dolore. È il momento di essere premurosi e buoni, onesti e cortesi gli uni con gli altri in tutti i nostri rapporti. In altre parole, di diventare più simili a Cristo» («Questo è il lavoro del Maestro», La Stella, luglio 1995, 85).

Voi dovete giudicare quanta strada abbiamo fatto per raggiungere l’adempimento dell’invito esteso dieci anni fa.

Quest’ultimo decennio è stato un periodo meraviglioso nella storia della Chiesa. C’è stata una notevole crescita dell’opera. Sono stati raggiunti dei traguardi significativi.

Questo continuo progresso non è opera dalla Prima Presidenza, del Quorum dei Dodici, dei Settanta o del Vescovato Presiedente. È il risultato della fede, delle preghiere, del lavoro, del servizio devoto di ogni membro di ogni presidenza di palo o sommo consiglio, di ogni vescovato o presidenza di quorum, di ogni presidenza delle organizzazioni ausiliarie, di ogni membro attivo di questa Chiesa in tutto il mondo.

A ciascuno di voi, ovunque voi siate, esprimo i sentimenti del mio cuore e vi ringrazio per il vostro grande e devoto servizio. Siete persone meravigliose.

La maestà e il prodigio del vangelo di Gesù Cristo restaurato per mezzo del profeta Joseph Smith oggi risplende in gloria.

Trovandoci alla fine di questo decennio e guardando indietro, non dobbiamo mai essere arroganti od orgogliosi, ma possiamo sentirci umilmente grati per ciò che è stato raggiunto in diversi campi.

Per esempio, la Chiesa è cresciuta in tutto il mondo al punto che i membri della Chiesa al di fuori del Nord America sono più numerosi di quelli nel Nord America. Siamo diventati una grande famiglia internazionale, sparsa in 160 nazioni.

In questi ultimi dieci anni sono stati formati più di cinquecento nuovi pali e più di quattromila nuovi rioni e rami. Si sono aggiunti tre milioni di nuovi membri alla Chiesa.

I giovani che seguono i programmi del Sistema Educativo sono raddoppiati, aumentando di circa 200.000 unità. In gran parte, i nostri giovani sono più forti e fedeli.

È stato creato il Fondo perpetuo per l’educazione. Abbiamo iniziato dal nulla, solo con speranza e fede. Oggi quasi 18.000 giovani vengono aiutati a studiare. Vivono in 27 diverse nazioni. Vengono addestrati ed escono dalle ristrettezze della povertà in cui sono vissuti i loro antenati per intere generazioni. Le loro capacità vengono esaltate e i loro guadagni sono moltiplicati.

Il numero dei templi è cresciuto in modo cospicuo. Nel 1995 ce n’erano 47; oggi ce ne sono 119, e altri tre saranno dedicati quest’anno.

Nel 1995 il Libro di Mormon era disponibile in 87 lingue; oggi in 106.

Negli ultimi dieci anni sono state distribuite cinquantuno milioni di copie del Libro di Mormon.

Abbiamo costruito letteralmente migliaia di edifici sparsi in tutto il mondo. Sono di una qualità migliore e più adatti alle nostre necessità di quelli precedentemente eretti.

Inoltre, abbiamo costruito questo eccezionale Centro delle conferenze, bello e unico nel suo genere, da cui parliamo oggi qui a Salt Lake City.

Oltre a tutto questo e molto altro ancora, siamo andati per tutta la terra in soccorso delle popolazioni che sono nel bisogno, ovunque siano. Negli ultimi dieci anni abbiamo donato centinaia di milioni di dollari come aiuti umanitari per aiutare persone che non sono della nostra fede.

Abbiamo viaggiato in tutto il mondo per rendere testimonianza dell’opera dell’Onnipotente. In questi anni ho percorso personalmente quasi un milione di miglia per visitare settanta paesi. La mia amata compagna ha viaggiato con me fino all’anno scorso, quando è passata a miglior vita il 6 aprile. Mi sento solo da allora.

La nostra speranza nel futuro è grande e la nostra fede è forte.

Noi sappiamo di avere appena scalfito la superficie di ciò che deve accadere negli anni futuri.

Ho novantacinque anni: non mi sarei mai sognato di vivere così a lungo. La mia vita mi ricorda un cartello appeso con un chiodo arrugginito a un vecchio recinto di filo spinato nel Texas. Vi si legge:

Bruciato dalla siccità,

affogato dall’inondazione,

divorato dai roditori,

fatto fallire dai creditori,

ma sono ancora qui!

Spero di avere il privilegio di ritrovarmi con voi, miei cari amici e compagni di servizio, per tutto il tempo che il Signore lo consentirà, e spero che tale servizio sia accettevole.

Il nostro fondamento è il vangelo del Signore Gesù Cristo. L’autorità del santo sacerdozio è qua, restaurata per mano di coloro che lo ricevettero direttamente da nostro Signore. Il velo è stato scostato, l’Iddio del cielo e il Suo diletto Figlio hanno parlato al giovane profeta Joseph Smith per dare inizio a quest’ultima e finale dispensazione.

Il carico che portiamo è enorme, ma la nostra opportunità è gloriosa.

Ora ripeto ciò che dissi dieci anni fa: «È venuto il momento di stare un po’ più diritti, di alzare gli occhi e di sforzare la nostra mente per arrivare a una maggiore comprensione e conoscenza della grande missione millenaria della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni».

Questo, fratelli e sorelle, è il mio invito questa mattina. Vi esprimo il mio affetto, la mia benedizione e la mia gratitudine nel dare il via a questa grande conferenza. Possa lo Spirito del Signore dirigere tutto ciò che avverrà, questa è la mia umile preghiera, nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.