2010–2019
Sii umile
Aprile 2016


10:58

Sii umile

L’umiltà ci permette di essere migliori come genitori, figli e figlie, mariti e mogli, vicini e amici.

Nella Chiesa abbiamo la benedizione di avere una raccolta di inni che ci aiutano ad adorare mediante la musica. Nelle nostre riunioni in chiesa “gli inni invocano lo Spirito del Signore, creano un sentimento di riverenza, ci uniscono gli uni agli altri e forniscono il mezzo per innalzare le nostre lodi al Signore. Alcuni dei più grandi sermoni sono predicati mediante il canto degli inni”.

Appena pochi mesi dopo l’organizzazione della Chiesa, il profeta Joseph Smith ricevette una rivelazione diretta a sua moglie, Emma, in cui Signore le ordinava: “Ti sarà dato […] di fare una scelta di inni sacri da avere nella mia chiesa, così come ti sarà dato, il che mi è gradito”.

Emma Smith mise insieme una raccolta di inni che venne pubblicata per la prima volta nel 1836 nell’innario di Kirtland. Vi erano solamente novanta inni in questo sottile libretto. Molti erano inni presi da chiese protestanti. Almeno ventisei furono scritti da William W. Phelps, che in seguito preparò l’innario e fu d’ausilio per la sua stampa. Vennero inclusi solo i testi; non vi erano note musicali ad accompagnare le parole. Questo piccolo e umile innario si dimostrò una grande benedizione per i primi membri della Chiesa.

Pagina dell’innario di Emma Smith
Frontespizio dell’innario di Emma Smith

L’ultima edizione del nostro innario in lingua inglese è stata pubblicata nel 1985. Molti degli inni scelti da Emma tanti anni fa, come per esempio “Io so che vive il Redentor” e “Un fermo sostegno”, fanno ancora parte del nostro innario.

Uno dei nuovi inni inseriti nell’edizione del 1985 è “Sii umile”. Questo inno dall’andamento calmo è stato scritto da Grietje Terburg Rowley, che è deceduta lo scorso anno. Ella si unì alla Chiesa nel 1950 alle Hawaii, dove insegnava in una scuola. La sorella Rowley servì nel Comitato generale per la musica e contribuì all’adattamento degli inni in molte lingue. Scrisse il testo di “Sii umile” sulla base di due versetti delle Scritture: Dottrina e Alleanze 112:10 e Ether 12:27. Il versetto in Ether dice: “E se gli uomini vengono a me, mostrerò loro la loro debolezza. Io do agli uomini la debolezza affinché possano essere umili; […] poiché, se si umiliano dinanzi a me, ed hanno fede in me, allora farò in modo che le cose deboli divengano forti per loro”.

Come tutti gli inni della Chiesa, “Sii umile” insegna verità pure e semplici. Ci insegna che se ci manterremo umili, le nostre preghiere riceveranno risposta; avremo una mente serena; serviremo nelle nostre chiamate in modo più efficace e che, se continueremo a essere fedeli, alla fine torneremo alla presenza del nostro Padre Celeste.

Il Salvatore insegnò che i Suoi seguaci devono diventare umili come un piccolo fanciullo per poter entrare nel regno dei cieli. Nel crescere i nostri figli, dobbiamo aiutarli a rimanere umili mentre diventano adulti. Non è mortificando il loro spirito con modi poco gentili o essendo troppo severi che riusciremo a farlo. Dobbiamo insegnare loro qualità come l’altruismo, la gentilezza, l’obbedienza, la civiltà, nonché l’importanza di spogliarsi dell’orgoglio e della presunzione, e allo stesso tempo aiutarli a sviluppare la fiducia in se stessi e la propria autostima. È necessario che imparino a gioire dei successi dei loro fratelli e sorelle e degli amici. Il presidente Howard W. Hunter insegnò che “il nostro interesse più vivo deve essere quello per il successo degli altri”. Quando così non è, i nostri figli possono divenire ossessionati dall’individualismo e dal dover essere migliori degli altri, dalla gelosia e dal risentimento per i trionfi dei loro coetanei. Sono grato per mia madre che, quando notava che da ragazzo diventavo troppo pieno di me, diceva: “Figlio mio, in questo momento ti farebbe tanto bene un po’ di umiltà”.

Ma l’umiltà non è una cosa da insegnare solamente ai figli. Tutti noi dobbiamo sforzarci di diventare più umili. L’umiltà è essenziale per ottenere le benedizioni del Vangelo. L’umiltà ci permette di avere un cuore spezzato quando pecchiamo o commettiamo degli errori e rende possibile il pentimento. L’umiltà ci permette di essere migliori come genitori, figli e figlie, mariti e mogli, vicini e amici.

Al contrario, l’orgoglio inutile può danneggiare i rapporti familiari, mandare in pezzi il matrimonio e distruggere l’amicizia. In particolare, è importante che vi ricordiate dell’umiltà quando vi accorgete del sorgere di contese in casa. Pensate a quanta sofferenza si potrebbe evitare se si fosse abbastanza umili da dire: “Mi dispiace”; “Sono stato scortese”; “Che cosa preferiresti fare tu?”; “Non so cosa mi sia passato per la testa” o “Sono molto fiero di te”. Se queste piccole frasi venissero usate con umiltà, nella nostra casa avremmo meno discussioni e più pace.

Vivere la vita di per sé può essere, e spesso è, un’esperienza che ci rende umili. Incidenti e malattie, la morte di una persona cara, problemi nei rapporti con gli altri e perfino difficoltà finanziarie improvvise possono metterci in ginocchio. Che questi momenti difficili non siano il risultato delle nostre azioni o che siano la conseguenza di scelte sbagliate e infelici, queste prove ci rendono umili. Se sceglieremo di essere in sintonia con lo Spirito e rimarremo umili e ricettivi, le nostre preghiere diventeranno più ferventi e la fede e la testimonianza cresceranno man mano che supereremo le tribolazioni dell’esistenza terrena. Tutti siamo ansiosi di ottenere l’Esaltazione, ma prima che ciò possa accadere, dobbiamo perseverare lungo quella che è stata definita la “valle dell’umiltà”.

Molti anni fa, nostro figlio Eric, di quindici anni, ha riportato un grave trauma alla testa. Vederlo in coma per più di una settimana ci ha spezzato il cuore. I dottori ci avevano detto che erano incerti riguardo a ciò che sarebbe successo. Ovviamente, quando ha cominciato a riprendere conoscenza eravamo entusiasti. Pensavamo che a quel punto tutto sarebbe andato bene, ma ci sbagliavamo.

Quando si è svegliato non riusciva né a camminare né a parlare né a mangiare da solo. Ma ciò che era peggio, aveva perso la memoria a breve termine. Gran parte dei suoi ricordi precedenti all’incidente erano intatti, ma non era più in grado di ricordare eventi successivi all’incidente, perfino cose che erano accadute soltanto pochi minuti prima.

Per un po’, siamo stati preoccupati dal pensiero che avremmo avuto un figlio intrappolato nella mente di un quindicenne. Prima dell’incidente andava tutto molto bene per nostro figlio. Era una persona atletica, popolare e brillante negli studi. Prima il suo futuro sembrava radioso, ma in quel momento temevamo che non potesse avere un futuro normale o, almeno, un futuro che avrebbe potuto ricordare. In quel momento faceva fatica a riacquistare capacità estremamente elementari. Quel periodo lo ha reso molto umile. Quel periodo ha reso molto umili anche i suoi genitori.

Sinceramente, ci siamo chiesti come potesse essere successa una cosa del genere. Ci eravamo sempre impegnati a fare ciò che è giusto. Vivere il Vangelo era stato una priorità nella nostra famiglia. Non riuscivamo a capire come una cosa tanto dolorosa potesse essere capitata a noi. Presto è diventato evidente che la riabilitazione avrebbe richiesto mesi o perfino anni e questo ci ha portati a inginocchiarci. Ancor più difficile da accettare è stata la graduale presa di coscienza che non sarebbe tornato a essere quello di prima.

In quel periodo abbiamo versato molte lacrime e le nostre preghiere sono diventate ancora più sentite e sincere. Attraverso gli occhi dell’umiltà, abbiamo iniziato a vedere i piccoli miracoli che accadevano a nostro figlio in quei giorni di sofferenza. Iniziava a migliorare gradualmente. Il suo atteggiamento e la sua mentalità erano molto positivi.

Oggi, nostro figlio Eric è sposato con una meravigliosa compagna e hanno cinque bellissimi figli. È un insegnante entusiasta e un membro attivo della comunità e della Chiesa. Ma, soprattutto, continua a vivere nello stesso spirito di umiltà che ha acquisito molto tempo fa.

Mi chiedo, come sarebbe se decidessimo di essere umili prima di attraversare quella “valle dell’umiltà”? Alma insegnò:

“Benedetti sono coloro che si umiliano senza essere costretti a essere umili”.

“Sì, [essi saranno] molto più [benedetti] di coloro che sono costretti a essere umili”.

Sono grato per i profeti, come Alma, che ci hanno insegnato il valore di questo grande attributo. Il presidente Spencer W. Kimball, dodicesimo presidente della Chiesa, disse: “Come si diventa umili? Si deve tenere costantemente presente la propria dipendenza. Dipendenza da chi? Dal Signore. E come dobbiamo tenere presente questa dipendenza? Mediante la preghiera sincera, costante, riverente e grata”.

Non dovrebbe sorprendere che l’inno preferito del presidente Kimball fosse “Bisogno ho di Te”. L’anziano Dallin H. Oaks ha raccontato che, durante i suoi primi anni di appartenenza al Quorum dei Dodici, questo era l’inno cantato più spesso per l’apertura delle riunioni tenute dai Fratelli nel tempio. Ha detto: “Immaginate l’impatto spirituale di un gruppo di servitori del Signore che canta quest’inno prima di pregare per avere la Sua guida nell’assolvimento delle loro grandi responsabilità”.

Rendo testimonianza dell’importanza che l’umiltà ricopre nella nostra vita. Sono grato per coloro che, come la sorella Grietje Rowley, hanno scritto parole e musica che sono fonte di ispirazione e che ci aiutano a imparare la dottrina del vangelo di Gesù Cristo, in cui è compresa l’umiltà. Sono grato che abbiamo un’eredità di inni, che ci aiuta ad adorare mediante il canto, e sono grato per l’umiltà. Prego che tutti noi, nella nostra vita, ci sforzeremo di essere umili, al fine di diventare migliori come genitori, figli e figlie, e seguaci del Salvatore. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. “Prefazione della Prima Presidenza”, Inni della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (1994), ix.

  2. Dottrina e Alleanze 25:11.

  3. Nel frontespizio, la prima edizione [in inglese] dell’innario dei Santi degli Ultimi Giorni è datata 1835, ma venne completata e resa disponibile all’inizio del 1836.

  4. Nell’innario attuale vi sono ventisei degli inni contenuti nell’innario pubblicato nel 1835 (vedere Kathleen Lubeck, “The New Hymnbook: The Saints Are Singing!”, Ensign, settembre 1985, 7).

  5. “Sii umile”, Inni, 76.

  6. Vedere Matteo 18:1–4.

  7. Howard W. Hunter, “Il Fariseo e il pubblicano”, La Stella, ottobre 1984, 133.

  8. Anthon H. Lund, in Conference Report, aprile 1901, 22.

  9. Alma 32:16, 15.

  10. The Teachings of Spencer W. Kimball, a cura di Edward L. Kimball (1982), 233.

  11. “Bisogno ho di Te”, Inni, 59; Brent H. Nielson, “I Need Thee Every Hour”, Ensign, aprile 2011, 16.

  12. Dallin H. Oaks, “L’adorazione mediante la musica”, La Stella, gennaio 1995, 11.