2010–2019
Onde non avvenga che tu dimentichi
Ottobre 2016


15:52

Onde non avvenga che tu dimentichi

Vi incoraggio a ricordare, specialmente nei momenti di crisi, quando avete sentito lo Spirito e la vostra testimonianza era forte; ricordate il fondamento spirituale su cui avete edificato.

Buon pomeriggio, cari fratelli e sorelle. Siamo stati molto benedetti durante questa conferenza. Il mio primo anno come membro del Quorum dei Dodici Apostoli mi ha reso molto umile. È stato un anno di grande impegno, di crescita e di continue e ferventi preghiere al mio Padre Celeste. Ho sentito le preghiere di sostegno da parte della famiglia, degli amici e dei membri della Chiesa di tutto il mondo. Grazie per i vostri pensieri e per le vostre preghiere.

Ho avuto, inoltre, il privilegio di incontrare dei carissimi amici, alcuni che conosco da anni e molti altri che ho conosciuto di recente. È stato dopo l’incontro con un caro amico che conosco e a cui voglio bene da molti anni che mi sono sentito ispirato a preparare il mio discorso di oggi.

Quando ci siamo visti, il mio amico mi ha confidato di aver avuto dei conflitti interiori. Per usare le sue parole, sentiva che stava vivendo una “crisi di fede” e ha cercato il mio consiglio. Ero grato del fatto che volesse condividere i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni con me.

Ha espresso il profondo desiderio di sentire nuovamente ciò che aveva provato spiritualmente un tempo e che ora credeva di essere sul punto di perdere. Mentre parlava, ascoltavo attentamente e pregavo con fervore per sapere ciò che il Signore avrebbe voluto che dicessi.

Il mio amico, come forse alcuni di voi, ha posto la domanda espressa in modo così semplice e possente nell’inno della Primaria: “Padre Celeste, sei davvero in ciel?”. A quelli di voi che magari si stanno ponendo questa stessa domanda, vorrei offrire il consiglio che darei al mio amico e spero che ognuno di voi possa riscoprire la propria fede rafforzata e la propria determinazione rinnovata al fine di essere un discepolo devoto di Gesù Cristo.

Inizio ricordandovi che siete figli e figlie di un amorevole Padre nei cieli e che il Suo amore rimane costante. So che tali sentimenti rassicuranti di amore sono difficili da ricordare quando vi trovate nel bel mezzo di conflitti interiori, di prove, di delusioni o di sogni infranti.

Gesù Cristo conosce bene le lotte e le prove intense. Egli ha dato la Sua vita per noi. Le Sue ultime ore di vita sono state piene di crudeltà, al di là di quanto possiamo comprendere, ma il Suo sacrificio per ognuno di noi ha rappresentato la suprema espressione del Suo amore puro.

Nessuno sbaglio, nessun peccato o nessuna scelta cambierà l’amore che Dio ha per noi. Questo non significa che la condotta peccaminosa sia condonata né ci dispensa dal pentirci quando pecchiamo. Non dimenticate, però, che il Padre Celeste conosce e ama ognuno di voi ed è sempre pronto ad aiutare.

Nel considerare la situazione del mio amico, ho riflettuto nella mia mente sulla grande saggezza contenuta nel Libro di Mormon: “Ed ora, figli miei, ricordate, ricordate che è sulla roccia del nostro Redentore, che è Cristo, il Figlio di Dio, che dovete costruire le vostre fondamenta; affinché, quando il diavolo manderà i suoi venti potenti, sì, e i suoi strali nel turbine, sì, quando tutta la sua grandine e la sua potente tempesta si abbatteranno su di voi, non abbia su di voi alcun potere di trascinarvi nell’abisso di infelicità e di guai senza fine, a motivo della roccia sulla quale siete edificati, che è un fondamento sicuro, un fondamento sul quale, se vi edificano, gli uomini non possono cadere”.

Attesto che l’“abisso di infelicità e di guai senza fine” è un posto in cui nessuno vuole trovarsi. E il mio amico sentiva di essere sull’orlo di quell’abisso.

Quando ho dato consigli a persone come il mio amico, ho esaminato le decisioni prese nel corso degli anni che li hanno portati a dimenticare le esperienze sacre, a indebolirsi e a dubitare. Le ho incoraggiate, come incoraggio voi adesso, a ricordare, specialmente nei momenti di crisi, quando avete sentito lo Spirito e la vostra testimonianza era forte; ricordate il fondamento spirituale su cui avete edificato. Vi prometto che se lo farete, evitando le cose che non edificano e che non rafforzano la vostra testimonianza o che scherniscono le vostre credenze, quei momenti preziosi in cui la vostra testimonianza era viva vi ritorneranno in mente attraverso la preghiera umile e il digiuno. Vi garantisco che sentirete nuovamente la sicurezza e il calore del vangelo di Gesù Cristo.

Ognuno di noi deve rafforzare spiritualmente prima se stesso e poi chi lo circonda. Meditate sulle Scritture regolarmente e ricordate i pensieri e i sentimenti che provate mentre le leggete. Cercate anche altre fonti di verità, ma prestate attenzione al seguente ammonimento contenuto nelle Scritture: “Ma è bene essere dotti se si dà ascolto ai consigli di Dio”. Frequentate le riunioni della Chiesa, specialmente la riunione sacramentale, prendete il sacramento e rinnovate le alleanze, inclusa la promessa di ricordarvi sempre del Salvatore affinché il Suo Spirito possa essere sempre con voi.

A prescindere dagli errori che abbiamo commesso o da quanto imperfetti pensiamo di essere, possiamo sempre benedire ed edificare gli altri. Servirli come farebbe Cristo può aiutarci a sentire l’amore di Dio nel profondo del nostro cuore.

È importante ricordare il consiglio poderoso che si trova in Deuteronomio: “Veglia diligentemente sull’anima tua, onde non avvenga che tu dimentichi le cose che gli occhi tuoi hanno vedute, ed esse non t’escano dal cuore finché ti duri la vita. Falle anzi sapere ai tuoi figliuoli e ai figliuoli de’ tuoi figliuoli”.

Le generazioni vengono influenzate dalle scelte che facciamo. Condividete la vostra testimonianza con i vostri familiari; incoraggiateli a ricordare come si sono sentiti quando hanno riconosciuto lo Spirito nella loro vita e ad annotare tali sentimenti nel diario e nelle storie personali, affinché le loro stesse parole possano, quando necessario, far ricordare loro quanto è stato buono il Signore nei loro confronti.

Ricordate che uno dei motivi per cui Nefi e i suoi fratelli tornarono a Gerusalemme per recuperare le tavole di bronzo, che contenevano la storia del loro popolo, era quello di non dimenticare il loro passato.

Inoltre, nel Libro di Mormon, Helaman diede ai suoi figli i nomi dei loro “primi padri” affinché non dimenticassero la bontà del Signore:

“Ecco, figli miei, io desidero che vi ricordiate di rispettare i comandamenti di Dio […]. Ecco, vi ho dato il nome dei nostri primi genitori, che uscirono dalla terra di Gerusalemme; e ho fatto ciò affinché quando ricorderete il vostro nome, possiate ricordarvi di loro; e che quando vi ricorderete di loro, possiate ricordare le loro opere; e che quando ricorderete le loro opere, possiate sapere, come è stato detto, e anche scritto, che furono buoni.

Perciò, figli miei, io vorrei che faceste ciò che è bene, affinché possa essere detto e anche scritto di voi proprio quanto è stato detto e scritto di loro”.

Molte persone oggi seguono la stessa tradizione di dare ai figli il nome di eroi delle Scritture o di antenati fedeli, come a volerli incoraggiare a non dimenticare il loro retaggio.

Quando sono nato mi è stato dato il nome Ronald A. Rasband. Il mio cognome onora la linea ancestrale di mio padre. L’iniziale del secondo nome A mi è stata data per ricordarmi di onorare il retaggio danese degli Anderson da parte di mia madre.

Il mio trisavolo Jens Anderson veniva dalla Danimarca. Nel 1861, il Signore condusse due missionari mormoni alla casa di Jens e Ane Cathrine Anderson, dove presentarono il vangelo restaurato a loro e al loro figlio sedicenne, Andrew. Questo ha dato inizio a un retaggio di fede di cui io e la mia famiglia siamo i beneficiari. Gli Anderson lessero il Libro di Mormon e furono battezzati poco tempo dopo. L’anno seguente, la famiglia Anderson diede ascolto alla chiamata del profeta di attraversare l’Atlantico per unirsi ai santi nel Nord America.

Sfortunatamente, Jens morì durante la traversata, ma sua moglie e suo figlio continuarono fino a raggiungere la Valle del Lago Salato, dove giunsero il 3 settembre 1862. Nonostante le difficoltà e le sofferenze, la loro fede non vacillò mai e nemmeno la fede di molti dei loro discendenti.

Dipinto nell’ufficio dell’anziano Rasband

Nel mio ufficio è appeso un quadro che rappresenta meravigliosamente un promemoria simbolico di quel primo incontro tra i miei antenati e quei primi missionari devoti. Sono deciso a non dimenticare il mio retaggio e grazie al mio nome ricorderò per sempre l’eredità di fede e sacrificio che hanno lasciato.

Non dovete mai dimenticare, mettere in dubbio o ignorare le esperienze spirituali personali e sacre. Il disegno dell’avversario è quello di distoglierci dalle testimonianze spirituali, mentre il desiderio del Signore è quello di illuminarci e di coinvolgerci nella Sua opera.

Vorrei condividere un esempio personale di tale verità. Ricordo con esattezza un’occasione in cui ho ricevuto un suggerimento in risposta a una preghiera possente. La risposta era chiara e forte. Tuttavia, non ho agito prontamente in base al suggerimento e, dopo un certo periodo, ho iniziato a chiedermi se ciò che avevo sentito fosse reale. Anche alcuni di voi potrebbero essere stati ingannati in questo modo dall’avversario.

Molti giorni dopo, mi sono svegliato con questi possenti versetti in mente:

“In verità, in verità io ti dico: Se desideri un’ulteriore testimonianza, torna con la mente alla notte in cui gridasti a me nel tuo cuore [ …].

Non sussurrai pace alla tua mente a questo riguardo? Quale più grande testimonianza puoi avere che da Dio?”.

Era come se il Signore stesse dicendo: “Bene, Ronald, ti ho già detto che cosa devi fare. Adesso fallo!”. Quanto sono stato grato per quella correzione e per quella guida amorevoli! Sono stato immediatamente confortato dal suggerimento e sono stato in grado di andare avanti, sapendo nel mio cuore che la mia preghiera aveva ricevuto risposta.

Ho raccontato questa esperienza, cari fratelli e care sorelle, per dimostrare quanto in fretta la nostra mente possa dimenticare e il modo in cui le esperienze spirituali ci guidano. Ho imparato a fare tesoro di momenti come questo, “onde non avvenga che io dimentichi”.

Al mio amico, e a tutti coloro che desiderano accrescere la propria fede, faccio questa promessa: se vivrete fedelmente il vangelo di Gesù Cristo e vi atterrete ai suoi insegnamenti, la vostra testimonianza sarà protetta e crescerà. Tenete fede alle alleanze che avete fatto, indipendentemente dalle azioni di chi vi circonda. Siate genitori, fratelli, sorelle, nonni, zie, zii e amici diligenti che rafforzano i propri cari con testimonianze personali e che condividono esperienze spirituali. Rimanete fedeli e perseveranti, anche se le tempeste del dubbio invadono la vostra vita attraverso le azioni degli altri. Ricercate ciò che vi edifica e che vi fortifica spiritualmente. Evitate le offerte contraffatte delle cosiddette “verità” che sono molto pervasive e ricordate di annotare i vostri sentimenti di “amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza [e] temperanza”.

Nel bel mezzo delle tempeste più violente della vita, non dimenticate il vostro retaggio divino quali figli e figlie di Dio o il vostro destino eterno di tornare un giorno a vivere con Lui, il che sarà più grande di qualunque altra cosa il mondo abbia da offrire. Ricordate le parole dolci e tenere di Alma: “Ecco, io vi dico, fratelli miei, se avete provato un mutamento di cuore, e se vi siete sentiti di cantare il canto dell’amore che redime, vorrei chiedervi, potete sentirvi così ora?”.

A tutti coloro che sentono il bisogno di rafforzare la loro fede, dico implorando: non dimenticate! Vi prego, non dimenticate.

Rendo testimonianza che Joseph Smith era un profeta di Dio. So che egli vide Dio Padre e Suo Figlio, Gesù Cristo, e che parlò con Loro, proprio come riportò con le sue stesse parole. Quanto sono grato del fatto che egli non dimenticò di scrivere tale esperienza, affinché tutti noi potessimo conoscere la sua testimonianza.

Porto la mia solenne testimonianza del Signore Gesù Cristo. Egli vive; so che Egli vive e che è a capo di questa Chiesa. So queste cose personalmente, indipendentemente da qualsiasi altra voce o testimonianza, e prego che voi ed io non dimenticheremo mai le sacre verità eterne — prima fra tutte che siamo figli e figlie di Genitori Celesti viventi e amorevoli, che desiderano soltanto la nostra felicità eterna. Di queste verità rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.