Ascolta il profeta
Posta sopra un monte
Ricorderò sempre le belle esperienze fatte in occasione dell’apertura al pubblico del Tempio di Washington D.C. tenuta prima della dedicazione. Per parte della settimana ho servito da usciere all’ingresso del tempio e accoglievo gli invitati speciali. Tra questi ospiti vi erano la moglie del presidente degli Stati Uniti, giudici della Corte Suprema, senatori e membri del Congresso, ambasciatori di varie nazioni, prelati, professori e dirigenti del mondo degli affari.
Quasi senza eccezioni, le persone che sono intervenute hanno mostrato apprezzamento e rispetto. Molte si sono commosse profondamente. Nel lasciare il tempio, la moglie del presidente degli Stati Uniti commentò: «Questa è invero una grande esperienza per me… È d’ispirazione per tutti».
Un giorno, mentre guidavo l’auto nel traffico di Washington D.C., guardai ammirato le guglie splendenti della casa del Signore che si ergevano verso il cielo su una collina circondata dai boschi. Mi vennero in mente delle Scritture, parole proferite dal Signore nell’insegnare al popolo. Egli disse:
«Una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa.
Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne’ cieli» (Matteo 5:14–16; corsivo dell’autore).
Tutto il nostro popolo è diventato una città posta sopra un monte che non può rimaner nascosta. Il mondo si aspetta qualcosa di meglio da noi. Non è sempre facile vivere nel mondo senza farne parte. Abbiamo il compito di prendere il nostro posto nel mondo. Possiamo essere gentili. Possiamo essere non offensivi. Possiamo evitare ogni spirito o atteggiamento di presunzione. Ma possiamo osservare le nostre norme.
Se osserveremo le regole insegnate dalla Chiesa, molte persone intorno a noi ci rispetteranno e troveranno la forza di seguire ciò che anche loro sanno essere giusto.
Tratto da «Una città posta sopra un monte», La Stella, novembre 1990, 2–8.