Messaggio della Prima Presidenza
Un padre premuroso
Un po’ di tempo fa, un padre che aveva la responsabilità di crescere da solo sei figli, con il più piccolo che portava ancora i pannolini, parlò delle difficoltà che incontrava. Una sera rincasò dal lavoro ritrovandosi con il problema di ricoprire il ruolo di entrambi i genitori, e questo gli fece sentire in maniera insolita il fardello delle responsabilità. Una delle figlie riconoscenti, che aveva dodici anni, si avvicinò a lui con entusiasmo, dopo aver posto sul suo cassettone una pietra che aveva dipinto a scuola. Sulla parte liscia del sasso aveva scritto: «La felicità è avere un papà premuroso». La pietra pitturata e il suo messaggio sublime alleggerirono in maniera istantanea e permanente il fardello di questo padre.
Alcuni anni fa, parlando a una conferenza generale, il presidente Stephen L Richards (1879–1959), primo consigliere della Prima Presidenza, citò un articolo scritto da un giudice esperto del tribunale penale, intitolato «Nine Words That Can Stop Juvenile Delinquency» [Nove parole che possono porre fine alla delinquenza giovanile]. Le parole in questione suggerite dal giudice erano, [tradotte in italiano]: «Rimettete il padre a capo della famiglia». Il presidente Richards dedusse dall’articolo «che la ragione principale della bassa delinquenza giovanile in [certe] nazioni europee risiedeva nel rispetto per l’autorità… in famiglia, che… normalmente ricade sul padre quale capofamiglia».
Il presidente Richards proseguì: «Da generazioni noi, come Chiesa, ci stiamo sforzando di fare proprio quello che il giudice sostiene: mettere e mantenere il padre a capo della famiglia, e abbiamo cercato con tutte le nostre facoltà di renderlo all’altezza di questa somma e gravosa responsabilità».1 Giacché lo scopo principale della Chiesa è aiutare la famiglia e i suoi componenti, è di massima importanza il modo in cui il padre opera nei suoi compiti.
Qualche tempo dopo lessi in un giornale: «Sociologi di tutte le ideologie politiche ci riferiscono che l’assenza del padre porta più facilmente al comportamento criminale di quanto non facciano i problemi legati alle entrate familiari, all’istruzione o… alla razza.
Quantunque, in molti casi, singoli giovani possano riuscire abbastanza bene nella vita, pochi riescono a cavarsela incolumi nelle comunità in cui manca la figura paterna».2
Nel sollecitare che i padri siano riposti a capo della famiglia, non desideriamo sottrarre alcunché alla madri. In tutto il mondo non c’è onore né responsabilità più alta e grande della maternità. Si spera che anch’esse si adoperino affinché la loro possente influenza si elevi a un maggior grado in famiglia e fuori di casa.
Rafforziamo il padre
Ho due semplici suggerimenti per rafforzare il padre in famiglia: primo, sostenerlo e rispettarlo nella sua posizione; secondo, amarlo, comprenderlo e apprezzare gli sforzi che compie.
Nella nostra società circolano voci che tendono a degradare alcuni attributi mascolini. Alcune di queste provengono da donne che erroneamente ritengono di portare avanti la loro causa demolendo l’immagine degli uomini. Ciò ha gravi implicazioni sociali, poiché uno dei problemi principali nell’insicurezza dei figli è la riduzione del ruolo della figura paterna.
Possa ogni madre comprendere che se fa una qualsiasi cosa che sminuisce il padre o l’immagine paterna agli occhi dei figli, questo può ledere e danneggiare irreparabilmente il senso di autostima e di sicurezza personale dei figli stessi. Quanto infinitamente più produttivo e soddisfacente è per una donna rafforzare il marito, piuttosto che sminuirlo. Voi donne siete tanto superiori agli uomini in moltissimi modi che sminuite voi stesse minimizzando la virilità e gli uomini.
Per quanto riguarda l’amare e il comprendere il padre, occorre ricordare che questi ha anche momenti d’insicurezza e dubbio. Tutti sanno che i padri sbagliano, soprattutto essi stessi. Il padre ha bisogno di tutto l’aiuto che può ricevere; più di ogni altra cosa, ha bisogno di amore, sostegno e comprensione dai propri cari.
Le responsabilità di un padre
Come padri abbiamo bisogno di stabilire delle priorità, in base alle quali ripartire il tempo a disposizione. Alcuni uomini dimenticano che la «cosa più importante dovrebbe essere serbare la forza spirituale e fisica. Poi viene la famiglia, quindi la Chiesa, successivamente la professione, e tutto questo richiede tempo».3 Quando dedica tempo ai figli, un padre dovrebbe essere in grado di dimostrare che nutre abbastanza amore per loro tanto da comandarli, e disciplinarli. I figli esigono e necessitano disciplina. Quando si avvicinano ad alcuni pericoli, implorano silenziosamente: «Non lasciarmelo fare». Il presidente David O. McKay (1873–1970) affermò che se noi non discipliniamo adeguatamente i figli, ci penserà la società a farlo in un modo che potrebbe non piacerci.4 Una disciplina saggia rinforza le dimensioni dell’amore eterno. Questo rinforzo porterà maggior sicurezza e stabilità nella loro vita.
In un discorso che ha lasciato il segno, rivolto nell’ottobre del 2000 ai detentori del sacerdozio, il presidente Gordon B. Hinckley si concentrò sul ruolo del padre: «Questo è un tema molto serio per me. È un argomento verso il quale sono profondamente preoccupato. Spero che non lo consideriate con leggerezza. Riguarda il vostro bene più prezioso. In termini di felicità, di questioni che vi rendono orgogliosi o tristi, niente, ripeto niente, avrà un effetto così profondo su di voi come il modo in cui i vostri figli crescono».5 Proseguì e fornì dei consigli ai padri: che essi sono tenuti ad aiutate i figli a resistere alle tentazioni, ad ascoltarli, a essere pazienti e pii, a insegnar loro le vie del Signore.
La posizione eminente di un padre fu ben descritta dal generale americano Douglas MacArthur: «Sono un soldato di professione, e ne sono fiero. Sono, tuttavia, più fiero, infinitamente più fiero, di essere padre. Un soldato distrugge per costruire; un padre costruisce solo, senza distruggere mai. Il primo ha la potenzialità di uccidere; il secondo racchiude in sé la creazione e la vita. Benché le orde di morte siano potenti, i battaglioni della vita sono ancora più forti. Spero che mio figlio, quando me ne sarò andato, si ricorderà di me non in battaglia, ma a casa che ripetevo con lui la nostra semplice preghiera quotidiana: ‹Padre nostro, che sei nei cieli›».6
È importante ricordare che in questa chiesa il marito e padre, come pure gli altri familiari grazie a lui, hanno nella vita un potere e un’influenza che va ben oltre i doni naturali dell’intelletto e della figura paterna. Mi riferisco al sacerdozio di Dio, che tutti gli uomini e i ragazzi che hanno almeno dodici anni possono detenere.
Un prominente dirigente della Chiesa, nonché ottimo uomo d’affari, che ora è in perfetta salute, era nato morto. Suo padre, esercitando il sacerdozio, promise che se il primogenito fosse vissuto, egli, il padre, avrebbe fatto tutto quanto sarebbe stato in suo potere per fornirgli il giusto esempio e gli insegnamenti necessari. Dopo qualche minuto il neonato iniziò a respirare e, sino ad ora, sta bene ed è vigoroso.
È attraverso il potere del sacerdozio che il matrimonio e l’unità familiare possono estendersi e perpetuarsi nell’eternità. Le donne coscienziose di questa chiesa desiderano ardentemente avere in abbondanza questa retta influenza a casa.
Un retaggio di gioia
A una conferenza di palo, una madre benevola raccontò con gioia l’esperienza meravigliosa fatta in uno dei templi insieme con il marito e tutti i figli, tranne uno, quando furono suggellati per il tempo e tutta l’eternità come marito e moglie, e poi come famiglia. Il marito, che aveva ricevuto recentemente il sacerdozio, era seduto tra la congregazione a qualche fila di distanza dal pulpito. Per un momento ella sembrò dimenticare tutti noi e si rivolse solo a lui. Dal pulpito e attraverso gli altoparlanti, con più di un migliaio di persone con le lacrime agli occhi che guardavano e ascoltavano, disse: «John, io e i figli non sappiamo come dirti quello che sei per noi. Sino a quando non hai fatto onore al sacerdozio, le più grandi benedizioni dell’eternità non potevano essere alla nostra portata. Ora lo sono. Ti amiamo moltissimo e ti ringraziamo con tutto il cuore per ciò che hai reso possibile».
Forse ricordate la storia del ragazzino intrappolato in un buco e che poteva essere liberato solo mandando nella galleria un bambino più piccolo. Un candidato potenziale si avvicinò per vedere se sarebbe stato disposto a scendere per salvare colui che era intrappolato. Il piccolo disse: «Ho paura di entrare nel buco, ma ci andrò se mio padre terrà la corda».
L’anziano Richard L. Evans (1906–1971), membro del Quorum dei Dodici Apostoli, indicò l’importanza che tutti i padri di questa religione hanno: «Innanzi tutto, i padri forniscono il nome e un retaggio ai figli, pulito e onorevole. I padri sono conosciuti per il lungo e duro lavoro, per lo più il loro tipo di lavoro… per cercare di dare ai figli ciò che essi stessi non hanno mai avuto. I padri sono lì per parlarci assieme, per incoraggiare, per abbracciare; per comprendere gli errori, senza condonarli; per disciplinare quando necessario, poi amare ancor di più; per essere forti ed energici, teneri e gentili».7
È sempre bene domandarsi in tutti i rapporti familiari: «Che cosa farebbe Gesù?» Cercando nelle Scritture la risposta a questa domanda, il presidente Marion G. Romney (1897–1988), primo consigliere della Prima Presidenza, attestò: «Nel Vangelo di Giovanni ho trovato la risposta chiara e sicura: Gesù farebbe sempre la volontà di Suo Padre… ‹perché fo del continuo le cose che gli piacciono› [Giovanni 8:29]».8
Dio benedica i vostri figli affinché abbiano orecchie per intendere e un cuore per capire. Dio benedica voi madri per l’immensità del vostro amore e per tutto l’aiuto che fornite al padre dei vostri figli. Dio benedica voi padri affinché siate all’altezza delle vostre immense responsabilità e affinché tutti coloro che sono sotto la vostra protezione abbiano un padre che li ama. «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16).
Idee per gli insegnanti familiari
Dopo aver pregato ed esservi preparati, condividete questo messaggio impiegando un metodo che incoraggi la partecipazione di coloro cui insegnate. Seguono alcuni esempi. (Quando vi servite di questo articolo, siate particolarmente sensibili se in famiglia manca il padre).
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Scegliete dei principi che ritenete adatti alla famiglia. Invitate le persone a leggere brani dell’articolo che insegnano o spiegano tali principi. Rendete testimonianza e raccontate esperienze che avete vissuto e che riguardano questi principi.
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Pensate a dei modi in cui i familiari potrebbero mostrare affetto e apprezzamento per il padre. Un’idea potrebbe essere preparare un fogliettino per ogni membro della famiglia con sopra scritto: «Amo mio padre perché _____». Chiedete di completare la frase e di spiegare perché hanno scelto quel motivo. Leggete il primo paragrafo dell’articolo e fate consegnare ai familiari il foglietto al padre.
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Elencate le priorità suggerite per i padri nell’articolo e discutete perché ognuna di esse è importante. Attingendo dagli esempi riportati nell’articolo e dall’esperienza personale, fate degli esempi su come i padri possono agire secondo questi quattro punti prioritari.
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Leggete l’ultimo paragrafo dell’articolo e discutete in che modo i figli potrebbero prestare maggiore attenzione ai consigli del padre. Parlate di quando il padre (o magari i nonni) hanno aiutato la famiglia a realizzare qualcosa di faticoso o di difficile. Raccontate come vostro padre vi ha aiutato nella vita.