Pronto ad osservare
L’anziano Marvin J. Ashton, già membro del Quorum dei Dodici Apostoli, alla conferenza generale dell’ottobre 1987 ha parlato dei doni spirituali. Mi ricordo l’effetto che il suo messaggio ha avuto su di me allora, e le cose che mi ha insegnato continuano ad avere un’influenza su di me ancora oggi. Nel suo messaggio l’anziano Ashton ha elencato e descritto diversi doni spirituali meno evidenti: attributi e abilità che molti di noi potrebbero non considerare doni spirituali. Per esempio, l’anziano Ashton ha evidenziato il dono di chiedere, di ascoltare, di saper udire e mettere in pratica la voce mite e tranquilla dello Spirito, di saper piangere, di evitare le contese, di essere cordiali, di evitare vane ripetizioni, di cercare ciò che è giusto, di rivolgersi a Dio per avere una guida, di essere un buon discepolo, di aiutare il prossimo, di saper meditare, di portare una possente testimonianza e di ricevere lo Spirito Santo (vedere «Vi sono infatti molti doni», La Stella, gennaio 1988, 17).
Un altro dono spirituale che sembra apparentemente semplice e non apprezzato, il dono di essere «pronto ad osservare» (Mormon 1:2), è per noi di vitale importanza nel mondo in cui viviamo ora e vivremo nel futuro.
Il dono spirituale di essere pronto ad osservare
Tutti noi abbiamo imparato importanti lezioni dai personaggi principali del Libro di Mormon. Quando leggiamo e studiamo la vita di Nefi, Laman, Alma, re Noè, Moroni e molti altri, scopriamo ciò che dobbiamo e non dobbiamo fare, e ci rendiamo maggiormente conto del tipo di persone che dovremmo o non dovremmo essere.
Nel mio studio del Libro di Mormon sono stato soprattutto colpito dalla particolare descrizione di Mormon, il principale compilatore degli annali nefiti. La descrizione specifica di questo nobile profeta alla quale mi riferisco è contenuta nei primi cinque versetti del primo capitolo di Mormon:
«Ed ora io, Mormon, faccio una storia delle cose che ho sia visto che udito, e la chiamo il Libro di Mormon.
E circa al tempo in cui Ammaron nascose gli annali per il Signore, egli venne da me (e io avevo circa dieci anni…) ed Ammaron mi disse: Mi accorgo che sei un fanciullo giudizioso e che sei pronto ad osservare;
Perciò, quando avrai circa ventiquattro anni, vorrei che tu ricordassi le cose che hai osservato riguardo a questo popolo;…
Ed ecco… inciderai sulle tavole di Nefi tutte le cose che hai osservato in merito a questo popolo.
Ed io, Mormon,… mi rammentai le cose che Ammaron mi aveva comandato» (Mormon 1:1–5; corsivo dell’autore).
Mormon, benché giovanissimo, è stato descritto come «pronto ad osservare». Studiando, imparando e crescendo, io spero che anche voi impariate ad essere e diventiate pronti ad osservare. Il vostro successo e felicità futuri dipenderanno in gran parte da questa virtù spirituale.
Vi prego di considerare il significato di questo importante dono spirituale. Essere pronto ad osservare può voler dire «vedere» o «porre mente», come apprendiamo in Isaia 42:20: «Tu hai visto molte cose, ma non vi hai posto mente; gli orecchi erano aperti, ma non hai udito nulla» (corsivo dell’autore).
Essere pronto ad osservare può anche voler dire «obbedire», come evidenziato in Dottrina e Alleanze: «Ma beati coloro che hanno rispettato l’alleanza e hanno osservato il comandamento, poiché otterranno misericordia» (DeA 54:6; corsivo dell’autore).
Pertanto quando siamo pronti ad osservare, vediamo, vi poniamo mente e obbediamo. Entrambi questi elementi, vedere e obbedire, sono fondamentali nell’essere pronti ad osservare. E il profeta Mormon è un esempio eccellente di questo dono in azione.
Voglio ora presentare alcuni esempi delle lezioni che possiamo imparare quando siamo pronti ad osservare.
Ho un caro amico che è stato presidente di palo. Il patriarca del suo palo aveva dei problemi di salute e non era in grado di svolgere la sua chiamata. Egli aveva difficoltà a muoversi, vestirsi e prendersi cura di se stesso, e le sue forze erano limitate. Una domenica pomeriggio il buon presidente di palo si recò a far visita a casa del patriarca per dargli coraggio e vedere come stava. Quando il presidente di palo entrò nella casa, trovò il patriarca vestito con camicia bianca e cravatta, seduto nella poltrona in sala. Il presidente di palo salutò il caro patriarca e, sapendo quanto doveva essere stata dura per lui vestirsi, disse gentilmente al patriarca che non era necessario che si vestisse così la domenica o per accogliere chi gli faceva visita. Con voce gentile ma ferma, il patriarca riprese il presidente di palo dicendogli: «Non sai che questo è l’unico modo che mi è rimasto di dimostrare al Signore quanto Lo amo?»
Il presidente di palo fu pronto ad osservare. Diede ascolto e apprese la lezione, e la applicò alla sua vita. La riverenza per il giorno del Signore e l’importanza del rispetto e del comportamento e abbigliamento appropriato acquistarono importanza nel ministero del presidente di palo. La capacità spirituale di vedere, ascoltare, ricordare e agire riguardo a quella lezione fu una grande benedizione nella sua vita, e in quella di molti altri.
Prima di andare alle riunioni sacramentali, sorella Bednar spesso prega affinché i suoi occhi spirituali possano scorgere coloro che sono nel bisogno. Spesso, mentre osserva i fratelli, le sorelle e i bambini nella congregazione, sente l’impulso spirituale di far visita o telefonare ad una persona particolare. E appena sorella Bednar riceve una tale sensazione, subito risponde e obbedisce. Spesso succede che appena pronuncia la parola «amen» della preghiera, va a parlare con una giovane, o abbraccia una sorella o, tornata a casa, immediatamente telefona a qualcuno. Da quando conosco sorella Bednar, le persone si sono sempre meravigliate della sua capacità di discernere e rispondere alle loro necessità. Spesso le chiedono: «Come facevi a saperlo?» Il dono spirituale di essere pronta ad osservare le ha permesso di vedere e agire tempestivamente, ed è stata una grande benedizione per molte persone.
Io e mia moglie conosciamo un ex missionario che è uscito con una ragazza speciale per un certo tempo. Le voleva molto bene e desiderava che la loro relazione diventasse più seria. Pensava e sperava di fidanzarsi e sposarsi con lei. Questo succedeva nel periodo in cui il presidente Hinckley consigliava alle sorelle della Società di Soccorso e alle giovani donne della Chiesa di avere un solo paio di orecchini.
Il ragazzo aspettò pazientemente per qualche tempo che la ragazza si togliesse gli altri orecchini, ma lei non lo fece. Questa fu un’informazione importante per lui, che non si sentiva bene per il fatto che lei non agisse di conseguenza alla richiesta di un profeta. Per questo e altri motivi, infine lui smise di frequentare la ragazza, perché cercava una compagna eterna che avesse il coraggio di obbedire prontamente e senza lamentarsi al consiglio del profeta in ogni cosa e in ogni momento. Il ragazzo fu pronto ad osservare che la ragazza non era pronta ad osservare.
Presumo che alcuni di voi abbiamo delle difficoltà con il mio ultimo esempio. Potete credere che il ragazzo avesse giudicato o che basare una decisione così importante per l’eternità, almeno in parte, su una cosa di poca importanza sia sciocco e fanatico. Forse vi dà fastidio perché l’esempio parla di una ragazza che non accettò il consiglio di un profeta, invece che un ragazzo. Voglio soltanto invitarvi a meditare sul potere di essere pronti ad osservare e su ciò che fu osservato nel caso che ho appena descritto. Non si tratta solo di orecchini!
Un ultimo esempio. Sono sempre stato affascinato dalla natura della relazione tra lo Spirito del Signore e Nefi, come descritta nei capitoli dall’undici al quattordici di 1 Nefi. Nefi desiderava vedere, sentire e conoscere le cose che suo padre Lehi aveva visto nella visione dell’albero della vita (vedere 1 Nefi 8). Nei capitoli dall’undici al quattordici lo Spirito Santo aiuta Nefi ad imparare la natura e il significato della visione di suo padre. È interessante notare che in questi capitoli lo Spirito del Signore per tredici volte intima a Nefi di «guardare», come parte fondamentale del processo di apprendimento. A Nefi fu consigliato ripetutamente di guardare, e poiché fu pronto ad osservare, egli vide l’albero della vita (vedere 1 Nefi 11:8), la madre del Salvatore (vedere 1 Nefi 11:20), la verga di ferro (vedere 1 Nefi 11:25) e l’Agnello di Dio, il Figlio del Padre Eterno (vedere 1 Nefi 11:21).
Ho citato solo poche delle cose di importanza spirituale che vide Nefi. Potreste voler studiare più approfonditamente questi capitoli per imparare da e riguardo all’apprendimento di Nefi. Mentre studiate e meditate, vi prego di tenere a mente che Nefi non avrebbe visto ciò che desiderava vedere, non avrebbe imparato ciò che doveva imparare e non avrebbe potuto fare ciò che alla fine doveva fare, se non fosse stato pronto ad osservare. Questo stesso principio si applica a voi e a me!
Pronto ad osservare. Pronto a guardare e obbedire. Un semplice dono che benedice noi personalmente e le nostre famiglie ed estende le benedizioni a molte altre persone. Ognuno di noi può e deve cercare di essere degno di questo importante dono spirituale: la capacità di essere pronto ad osservare.
L’importanza di essere pronto ad osservare
Voglio adesso parlare del motivo per cui il dono spirituale di essere pronti ad osservare è per noi tanto importante nel mondo in cui viviamo ora e vivremo nel futuro. Detto con parole semplici, essere pronto ad osservare è il passo antecedente e collegato al dono spirituale del discernimento. E per voi e per me il discernimento è una luce di protezione e guida in un mondo che diventa sempre più buio.
Come la fede precede i miracoli, come il battesimo d’acqua viene prima del battesimo di fuoco, come le cose semplici del Vangelo devono essere comprese prima di quelle più complesse, come le mani pulite portano ad un cuore puro e le ordinanze del Sacerdozio di Aaronne sono necessarie prima di poter ricevere le ordinanze superiori del Sacerdozio di Melchisedec, così essere pronti ad osservare è un requisito e una preparazione per avere il dono del discernimento. Possiamo sperare di ottenere il divino dono del discernimento e la sua luce di protezione e guida solo se siamo pronti ad osservare, cioè vedere e obbedire.
Il presidente George Q. Cannon (1827–1901), che è stato consigliere di quattro presidenti della Chiesa, ha insegnato con forza a proposito del dono del discernimento:
«Uno dei doni del Vangelo che il Signore ha promesso a coloro che fanno alleanza con Lui è il dono del discernimento degli spiriti: un dono al quale molti non pensano e per cui raramente si prega; eppure è un dono di immenso valore di cui tutti i Santi degli Ultimi Giorni dovrebbero godere…
Il dono del discernimento degli spiriti non solo dà alle persone che lo possiedono il potere di discernere lo spirito con cui gli altri sono posseduti o influenzati, ma anche il potere di discernere lo spirito che influenza loro stessi. Essi sono in grado di scoprire uno spirito falso e di sapere anche quando lo Spirito di Dio regna in loro. Per i Santi degli Ultimi Giorni questo dono è molto importante nella vita privata. Avendo ed esercitando questo dono essi non permetteranno alle influenze malvagie di entrare nel loro cuore o di ispirare i loro pensieri, le loro parole e le loro azioni. Essi li respingeranno; e se in qualche modo tali spiriti dovessero impossessarsi di loro, appena essi ne testimoniano gli effetti, li scacceranno o, in altre parole, rifiuteranno di esserne guidati o ispirati».1
Ci rendiamo conto di quanto sia essenziale questo dono spirituale nella nostra vita e di quanto essere pronti ad osservare sia un potente invito per le benedizioni del discernimento?
Il presidente Stephen L Richards (1879–1959), che servì come consigliere del presidente David O. McKay, ha dato ulteriori istruzioni sulla natura e le benedizioni del discernimento:
«Prima di tutto menziono il dono del discernimento, che comprende il potere di riconoscere… ciò ch’è giusto da ciò ch’è sbagliato. Penso che questo dono, quando pienamente sviluppato, scaturisca in gran parte dall’acuta sensibilità alle impressioni, le impressioni spirituali, per poter leggere tra le righe, riconoscere la malvagità nascosta e, ancor più importante, trovare il bene che potrebbe essere celato. Il più alto grado di discernimento è quello di vedere negli altri, e far loro scoprire, la loro migliore natura, il bene che c’è in loro…
Ogni fedele della chiesa restaurata di Cristo potrebbe avere questo dono, se lo volesse. Potrebbe non essere ingannato dalle filosofie del mondo. Potrebbe non essere fuorviato da pseudo profeti e culti sovversivi. Anche chi non ha esperienza riconoscerebbe i falsi insegnamenti, almeno in parte… Dobbiamo essere grati ogni giorno per questo senso che tiene viva la coscienza, che ci allerta costantemente dei pericoli inerenti al peccato e ai malvagi».2
Integrando gli insegnamenti dei presidenti Cannon e Richards, impariamo che il dono del discernimento opera principalmente in quattro modi.
Primo, «leggendo tra le righe», il discernimento ci aiuta a scoprire gli errori nascosti e il male negli altri.
Secondo, e più importante, ci aiuta a scoprire gli errori nascosti e il male in noi stessi. Quindi il dono spirituale del discernimento non serve solo a discernere le altre persone e situazioni ma, come insegnato da presidente Cannon, serve anche a scoprire le cose come veramente sono in noi stessi.
Terzo, ci aiuta a trovare e far venire fuori il bene che può essere nascosto negli altri.
E quarto, ci aiuta a trovare e far venire fuori il bene che può essere nascosto in noi. Quale benedizione e fonte di protezione e guida è il dono spirituale del discernimento!
Gli insegnamenti dei presidenti Cannon e Richards riguardo al potere del discernimento per scoprire il male nascosto e individuare il bene diventano ancora più importanti alla luce di uno specifico elemento della visione di Lehi. Nella visione, diversi gruppi di persone avanzavano per poter guadagnare il sentiero che conduceva all’albero della vita. Il sentiero stretto e angusto seguiva la verga di ferro fino all’albero. La bruma tenebrosa descritta nella visione rappresenta le tentazioni del diavolo che accecano gli occhi degli uomini per condurli nelle strade larghe in modo che si perdano (vedere 1 Nefi 12:17).
Porgete ora particolare attenzione al versetto 23 di 1 Nefi 8, e applichiamo questo passo scritturale ai nostri giorni e alle difficoltà che affrontiamo in un mondo sempre più malvagio:
«E avvenne che sorse una bruma tenebrosa, sì, proprio una grandissima bruma tenebrosa, tanto che coloro che si erano avviati sul sentiero perdettero la via, cosicché vagarono lontano e si perdettero».
Ripeto ancora per dare enfasi al principio che il discernimento è una luce di protezione e guida in un mondo che diventa sempre più buio; possiamo avanzare in sicurezza e con successo attraverso la bruma tenebrosa e avere una chiara guida spirituale. Il discernimento è molto più che riconoscere ciò ch’è giusto da ciò ch’è sbagliato. Ci aiuta a distinguere ciò che è importante da ciò che è irrilevante e il necessario da ciò che è solamente carino.
Il dono del discernimento ci apre un panorama che va al di là di ciò che può essere visto con gli occhi naturali e sentito con orecchi naturali. Discernere è vedere con gli occhi spirituali e sentire con il cuore: vedere e sentire la falsità di un’idea o la bontà di un’altra persona. Discernere è ascoltare con orecchi spirituali e sentire con il cuore: ascoltare e sentire una preoccupazione non espressa o la verità di una testimonianza o dottrina.
Ho spesso sentito il presidente Boyd K. Packer, presidente facente funzione del Quorum dei Dodici Apostoli, consigliare ai membri e ai dirigenti del sacerdozio: «Se sapete solo quello che potete vedere con gli occhi naturali o sentire con orecchi naturali, allora non sapete molto». La sua osservazione dovrebbe aiutare tutti noi a desiderare e cercare questi doni spirituali.
Osservare e discernere ci permetterà anche di aiutare coloro che stanno cercando di trovare il sentiero e che desiderano spingersi innanzi con costanza in Cristo. Benedetti con questi doni spirituali, non perderemo la via e non ci smarriremo. E possiamo sperare di ottenere il divino dono del discernimento e la sua luce di protezione e guida solo se siamo pronti ad osservare. Come Alma ha insegnato a suo figlio Helaman: «Bada di prendere cura di queste cose sacre; sì, cerca di guardare a Dio e di vivere» (Alma 37:47).
Dichiaro la mia speciale testimonianza che Gesù è il Cristo, il nostro Redentore e Salvatore. So che Egli vive. Invoco le Sue benedizioni su ognuno di voi, affinché desideriate diventare pronti ad osservare e discernere veramente.
Tratto da un devozionale tenuto il 10 maggio 2005 alla Brigham Young University.