Condividere la gioia
Era il 1963 e io stavo svolgendo una missione a tempo pieno nella Missione Argentina Nord. Io e la mia collega e dieci anziani prestavamo servizio nei tre piccoli rami di Mendoza.
Arrivò dicembre e il Natale! Era il mio primo Natale sul campo di missione. Avevamo grandi speranze mentre progettavamo come passare la Vigilia. Gli anziani assunsero un uomo per condurci in giro col suo carro trainato da due cavalli. Avevamo programmato di fermarci agli angoli delle strade in cui ci sarebbe stata molta gente per gli ultimi acquisti.
Quando giunse l’ora di partire, tutti e dodici montammo sul carro, con i piedi penzoloni sul retro e sui fianchi. L’uomo conduceva il carro lentamente, e ci fermammo agli angoli delle strade che avevamo scelto. Scendevamo dal carro e formavamo un semicerchio, con le sorelle davanti e gli anziani dietro; aprivamo gli innari e le nostre voci riempivano l’aria della notte con le canzoni natalizie.
«Gioisca il mondo, Ei nascerà». Uomini e donne, adolescenti e bambini si fermavano per ascoltare, rapiti dallo spirito del Natale. Molti erano sorpresi, come se stessero ricordando il vero evento che stavano per festeggiare.
Quando il carro riprendeva la sua marcia, notavamo che molti degli ascoltatori ci seguivano: ogni volta erano sempre di più. Tra le lacrime potevo vedere i loro volti sorridenti. Quale gioia provammo! Proprio come sperato, avevamo ricevuto molti riferimenti e contatti.
La folla ci chiese di cantare nuovamente «Gioisca il mondo» (Inni, 120). Mentre noi cantavamo, loro piangevano, toccati dallo Spirito di quella memorabile Vigilia.
Dopo oltre quarant’anni il mio cuore è ancora pieno di gratitudine nel ricordare il mio primo Natale come missionaria. Ringrazio il mio Padre celeste per il dono infinito del Suo Figliolo. E Lo ringrazio per la conoscenza che c’è veramente «gioia nel mondo», poiché Egli «è nato!».