2010
Le tradizioni natalizie dei Settanta
Dicembre 2010


Le tradizioni natalizie dei Settanta

Alcuni Settanta raccontano come celebrano le festività e ricordano la nascita del Salvatore.

Come possiamo celebrare il Natale in modo che sia spirituale per tutti i componenti della famiglia? Come possiamo mantenere il Salvatore al centro del Natale? Quali tradizioni ci possono aiutare a ricordare Lui e la Sua nascita?

Alcuni Settanta provenienti da varie nazioni e culture hanno risposto a queste domande per loro stessi e per i loro cari. Qui raccontano alcuni ricordi, testimonianze e tradizioni natalizie speciali. (Il loro paese di nascita è riportato tra parentesi).

Elder Marcos A. Aidukaitis

Anziano Marcos A. Aidukaitis (Brasile): Per la mia famiglia Natale è un’occasione molto speciale per parlare di alcune cose sacre che durante il resto dell’anno non trattiamo forse nella stessa maniera formale e specifica. È un’opportunità per dimostrare amore agli altri e gratitudine per le cose che sono accadute nella nostra vita.

Elder David S. Baxter

Anziano David S. Baxter (Scozia): Quando i figli erano piccoli, la Vigilia andavamo a cantare inni natalizi e regalavamo alle famiglie meno attive del rione ceppi di legna da bruciare a Natale. La Vigilia accendevamo candele, leggevamo la storia di Natale, consumavamo una cena speciale e poi ci godevamo insieme il Natale.

Elder Gérald Caussé

Anziano Gérald Caussé (Francia): Nella nostra famiglia abbiamo deciso che il Natale non è soltanto divertirsi insieme, ma anche concentrarsi su Cristo e servire il prossimo. Circa dieci anni fa abbiamo formato un coro di famiglia. Andavamo negli ospedali e nelle case di riposo a cantare gli inni natalizi. All’inizio era un piccolo gruppo. Avevamo bambini piccoli in braccio e passeggini. Ora, invece, questi bambini piccoli sono cresciuti e sono diventati dei coristi esperti. Abbiamo un coro composto di quarantaquattro persone che canta non soltanto canti tradizionali francesi, ma anche inni della Chiesa, riscuotendo grande successo. Dopo aver cantato, i bambini vanno a distribuire agli ammalati e agli anziani piccoli regali che prepariamo come famiglia. Cerchiamo di trascorrere un po’ di tempo con tutti, parlando del vero significato del Natale e anche ascoltandoli. Ognuno di loro ha molte cose da condividere.

Le nostre visite sono occasioni speciali per ricordare ciò che sappiamo sull’essere dei cristiani e portare su di noi il nome di Cristo. Natale ci ricorda come dovremmo comportarci tutto l’anno.

Elder Eduardo Gavarret

Anziano Eduardo Gavarret (Uruguay): Natale è un momento speciale nella nostra vita. In quel periodo siamo sempre pieni di un sentimento di calore. Quando arriva dicembre, ci accorgiamo che Natale è un momento di pace e di unione della famiglia. Abbiamo la tradizione di scrivere lettere agli amici, ma soprattutto ci piace scrivere lettere al Salvatore e metterle sull’albero di Natale come doni che desideriamo farGli.

Elder Carlos A. Godoy

Anziano Carlos A. Godoy (Brasile): Come famiglia scriviamo la nostra testimonianza in copie del Libro di Mormon che mandiamo agli amici e ai parenti come dono di Natale. Poiché è Natale, i doni sono sempre benvenuti. È un bel modo di condividere il Vangelo e ricordare che Cristo è la parte più importante della giornata.

Elder Christoffel Golden Jr.

Anziano Christoffel Golden Jr. (Sudafrica): La Vigilia ci sediamo a tavola a cenare, dopo di che leggiamo il racconto di Luca sulla nascita del Salvatore. La mattina di Natale, vestiti con gli abiti della domenica, andiamo a una breve riunione natalizia, alla quale partecipano diverse persone che non fanno parte della Chiesa o che sono meno attive. Più tardi ci troviamo con amici e parenti in riunioni di famiglia, dove rafforziamo i nostri legami nel vero spirito del Natale.

Elder Donald L. Hallstrom

Anziano Donald L. Hallstrom (USA): Negli anni passati alla Vigilia ci riunivamo per un momento memorabile in cui rendere testimonianza. Ad ogni componente della famiglia era data la possibilità di esprimere i propri sentimenti sul Salvatore e sul Padre Celeste. Quei profondi sentimenti d’amore ci facevano volgere l’uno all’altro e le espressioni d’affetto reciproche erano sentite nel profondo del cuore. Mio padre esponeva poi la sua visione della famiglia e incoraggiava grandemente ciascun familiare affinché rimanesse fedele. Tutti uniti poi ci inginocchiavamo insieme per chiudere con una preghiera familiare.

Elder Paul V. Johnson

Anziano Paul V. Johnson (USA): Una delle nostre tradizioni è che ogni anno andiamo a un’esecuzione del Messiah di Händel dove i presenti possono unirsi al coro nel canto. Ci piace moltissimo. Ognuno di noi ha la partitura e ha la possibilità di cantare le meravigliose parole, messe in musica da Händel, e di ricordare il ministero del Salvatore.

Elder Yoshihiko Kikuchi

Anziano Yoshihiko Kikuchi (Giappone): Partendo da circa trenta giorni prima di Natale, io e mia moglie cerchiamo di leggere dalle Scritture le parole dei profeti sulla nascita del Salvatore. Se le leggi ogni giorno sino al 25 dicembre, senti che lo spirito del Natale cresce gradualmente, storia dopo storia, versetto dopo versetto. Questo è quello che cerchiamo di fare in famiglia.

Ricordo sempre la risposta di Nefi alla domanda dell’angelo su che cosa significasse l’albero nel sogno di suo padre. Nefi rispose: “Sì, è l’amore di Dio, che si effonde nel cuore dei figlioli degli uomini” (1 Nefi 11:22). Per me l’essenza del Natale è l’amore del Padre Celeste e di Gesù Cristo.

Erich W. Kopischke

Anziano Erich W. Kopischke (Germania): Nel periodo natalizio tutta la casa cambia visibilmente. Decoriamo rami di abete, mettiamo candele alle finestre, appendiamo strisce di lucine. I figli mettono decorazioni natalizie nella loro stanza, sforniamo biscotti e pan di zenzero. Un aroma particolare permea l’intera casa con il profumo di legno di abete e cannella.

La Vigilia è il momento in cui ci piace di più invitare parenti e amici a casa nostra. Accendiamo le candele e avviamo un bel fuoco nel caminetto. Abbiamo preparato degli innari speciali con gli inni natalizi che ci piace cantare. Io tiro fuori la mia fisarmonica e ognuno sceglie un inno che cantiamo insieme. Si sente uno spirito speciale che tutti amano.

Poi apriamo i regali. Iniziano per primi i bambini piccoli. Tutti guardano e partecipano all’entusiasmo per ogni regalo che viene aperto. Dopo che tutti i regali sono stati aperti, i bambini scompaiono velocemente con il loro tesoro. Gli adulti rimangono a parlare. È un po’ come una serata familiare speciale.

A volte per la Vigilia invitiamo persone che altrimenti rimarrebbero da sole. Questi Natali sono particolarmente belli.

Elder Michael John U. Teh

Anziano Michael John U. Teh (Filippine): Per me Natale significa Cristo e la mia famiglia. È un’occasione per impegnarmi nuovamente a migliorare nel rapporto con il Padre Celeste e il Salvatore, come pure a diventare un marito e padre migliori. Sono grato per la possibilità di partecipare alla riunione sacramentale durante tutto l’anno, perché è il momento in cui posso rinnovare quelle alleanze e ricordarmi di Natale. Ogni settimana può essere come Natale, un momento in cui mi impegno di nuovo a ricordare il Salvatore.

Elder José A. Teixeira

Anziano José A. Teixeira (Portogallo): Il modo migliore per la nostra famiglia di mantenere lo spirito del Natale, non soltanto durante le festività ma anche nel corso dell’anno, è leggere le Scritture. Leggendo le Scritture come famiglia, ci ricordiamo del Salvatore e del vero spirito del Natale.

Quanto a me e alla mia famiglia, Natale significa Gesù Cristo. È un momento per dare, un momento per ricevere, un momento per avvicinarsi ai parenti, un momento per offrire maggiore amore a coloro che ci circondano.

Elder Francisco J. Viñas

Anziano Francisco J. Viñas (Spagna): Vorrei raccontarvi un’esperienza che ho vissuto quando nel 1989 ero presidente di missione. Mentre servivamo nella Missione Argentina di Salta, qualche giorno prima di Natale ricevemmo istruzioni dal Dipartimento missionario che, per via dell’invasione di Panama da parte degli Stati Uniti, i missionari dovevano rimanere nel loro appartamento sino a successivo avviso.

La mattina del 24 dicembre, caricammo le macchine della missione e dividemmo la missione in due: gli assistenti andarono nella parte nord, mentre io e mio figlio di otto anni andammo nella parte sud. Lo scopo era di andare a trovare nel suo appartamento ogni coppia di missionari, consegnare del cibo e condividere con loro un messaggio natalizio. Per me e mio figlio fu una bellissima esperienza. Andare in ogni appartamento a trovare i missionari fu per entrambi un’esperienza meravigliosa, che ricordiamo sempre con molta gioia e affetto.

Mia moglie e le nostre due figlie erano rimaste nella casa della missione. Io e mio figlio ritornammo la mattina presto del 25 dicembre. Quella è stata la prima volta in cui alla Vigilia non siamo stati insieme come famiglia, ma per noi è stato il Natale più memorabile.

Elder Jorge F. Zeballos

Anziano Jorge F. Zeballos (Cile): Quando hai una testimonianza di Gesù Cristo, che Egli vive, è il nostro Salvatore e Redentore, il modo migliore per manifestare il tuo amore per Lui è obbedire ai Suoi comandamenti. Così per me il modo migliore per ricordarmi di Lui, non solo a Natale ma ogni giorno, è essere obbediente a tutto ciò che ci chiede di fare.

Elder Claudio D. Zivic

Anziano Claudio D. Zivic (Argentina): Per me e la mia famiglia Natale significa celebrare la nascita di Gesù Cristo, nostro Salvatore e Redentore. Significa riunirsi la Vigilia per tenere una serata familiare dove ognuno partecipa presentando, leggendo e cantando gli eventi speciali della nascita del Bambino di Betleem. Questa è sempre stata la celebrazione più importante a casa nostra e cerchiamo di serbare lo spirito natalizio mettendo ogni giorno in pratica il Vangelo.

Fotografie delle decorazioni natalizie di John Luke; mappamondo di Mountain High Maps © 1993 Digital Wisdom