2011
Qui non c’è nessuna chiesa
Aprile 2011


Qui non c’è nessuna chiesa

Julie Ismail, Australia Occidentale, Australia

Nel corso di un viaggio nell’area del Mediterraneo frequentavo le riunioni della Chiesa dove potevo. A Siviglia chiesi aiuto alla reception dell’hotel, consultai l’elenco telefonico e controllai la cartina della città per trovare una casa di riunione dei Santi degli Ultimi Giorni. Trascrissi l’indirizzo e il nome della Chiesa in spagnolo. Il sabato sera, mentre pregavo per sapere a che ora sarebbero iniziate le riunioni, sentii fortemente che dovevo arrivare alle 10.

La domenica mattina alle 9:30, poco prima di uscire, pregai nuovamente di poter trovare la cappella. Seguendo la cartina, cominciai a girovagare per un labirinto di stradine. Era una mattinata splendida. Passai davanti a diversi locali e a un mercato di uccelli da cui risuonavano versi striduli.

Arrivai all’indirizzo che avevo annotato, ma non trovai nulla che potesse assomigliare neanche lontanamente a una chiesa. Continuai a cercare, camminando avanti e indietro per la strada. Ero disorientata e agitata e, per di più, erano quasi le 10.

Infine, pregai il Padre Celeste: “Tu mi hai comandato di andare in chiesa ed eccomi qua, ma qui non c’è nessuna chiesa”.

Proprio in quell’istante, un uomo vestito con un abito elegante girò l’angolo della strada. Sembrava un membro della Chiesa e mi sentii spinta a fermarlo. In modo alquanto confuso gli dissi che stavo cercando una chiesa. Disse qualcosa che non compresi e lo guardai smarrita. Aprì, quindi, la sua valigetta e vidi due volumi in pelle che parevano delle Scritture. Gli porsi, allora, il mio bigliettino dove avevo scritto “La Iglesia de Jesu Cristo” (Chiesa di Gesù Cristo); lui sorrise e mi indicò la via per la quale ero venuta e insieme camminammo fino alla cappella. L’edificio era in realtà presso un altro indirizzo, a qualche minuto di distanza, ed era facile non vederlo se non si sapeva dove si trovava esattamente: era nascosto in una piazzetta, dietro dei grandi cancelli.

Una volta a destinazione, scoprii che l’uomo che mi aveva aiutato era niente meno che il vescovo del rione e che le riunioni cominciavano alle 10:30, per cui ero arrivata con grande anticipo.

Durante la riunione di digiuno e testimonianza che seguì, mi sentii di dare la mia testimonianza. Con l’ausilio di un missionario che traduceva dall’inglese allo spagnolo, condivisi la mia testimonianza e descrissi come il Signore aveva fatto in modo che giungessi in chiesa. Il vescovo poi diede la sua testimonianza e spiegò che quella mattina aveva dovuto parcheggiare più lontano, per cui era in ritardo rispetto al suo solito orario. Quando mi aveva visto, aveva pensato che fossi un membro della Chiesa, così si era fermato per aiutarmi. Poi parlò dei membri che sono persi spiritualmente e disse che dobbiamo aiutarli a trovare la Chiesa.

Negli anni i ricordi di quello che ho visto a Siviglia si sono offuscati, ma la memoria di come riuscii a trovare la chiesa è ancora ben nitida. Quell’evento è per me una testimonianza del grande amore che il nostro Padre Celeste ha per noi e che la Sua mano è visibile nella mia vita se presto attenzione a tutte le cose che “cooperano al [mio] bene” (Romani 8:28).