2012
Scelgo il lavoro o la Chiesa?
Ottobre 2012


Scelgo il lavoro o la Chiesa?

Kenya Ishii, Giappone

Io e mia moglie ci sposammo nel 1981 nel tempio di Tokyo. La nostra vita dopo il matrimonio non fu facile all’inizio. Ero grato di avere un lavoro, ma avevamo difficoltà a trovare il denaro per le varie spese. Chiedemmo aiuto al Padre Celeste e facemmo tutto ciò che potemmo per far quadrare i conti e pagare la decima. Sapevamo che, se avessimo confidato nel Signore, avrebbe provveduto ai nostri bisogni.

Una settimana sia mia moglie che un mio amico mi portarono lo stesso pezzo di giornale. Si trattava di un annuncio per un insegnante di inglese a tempo pieno.

Inviai pertanto il mio curriculum alla compagnia e fui contattato per un’intervista, alla fine della quale l’intervistatore disse: “Ha scritto nel curriculum di aver svolto del volontariato come missionario della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Dunque, questo significa che va in chiesa la domenica, vero? Se dovesse decidere se andare in chiesa o lavorare la domenica, cosa sceglierebbe?”.

Era una domanda difficile perché avevo bisogno di un lavoro migliore. Tuttavia, dopo averci riflettuto, replicai: “Andrei in chiesa”.

Con un leggero sorriso, l’intervistatore disse: “Oh, capisco”. Poi mi congedò con la promessa che la compagnia avrebbe preso una decisione entro quella sera e io avrei dovuto telefonare per scoprire il risultato. Uscendo dalla stanza, pensai di non avercela fatta.

Poi quella sera, quando giunse il momento di chiamare, composi il numero della compagnia con grande timore.

“Mi può comunicare il risultato dell’intervista?”, chiesi alla segretaria. “Non sono passato, vero?”.

Fui sopreso, ma felice della risposta.

“Desideriamo chiederle di lavorare per noi”, disse.

Circa un mese dopo scoprii perché avevo ottenuto quel lavoro. La segretaria mi spiegò che l’intervistatore abitava accanto a dei missionari a tempo pieno della Chiesa e che li osservava spesso pedalare alacremente in bicicletta per dedicarsi al loro lavoro la mattina.

“Ha creduto che tu, appartenendo alla stessa chiesa, avresti lavorato per noi con tanto impegno quanto i missionari della tua chiesa”, disse. “Buon per te!”.

Da allora la nostra famiglia ha sempre avuto ciò di cui necessitava.

Ogniqualvolta penso a questa esperienza speciale, trovo coraggio e conforto. So che Dio spesso usa altre persone per benedire i Suoi figli. Non so esprimere adeguatamente quanto grato sia che mia moglie e il mio amico abbiano avuto l’ispirazione di portarmi quell’annuncio di giornale, per quei dediti missionari e il loro grande esempio e per il nostro misericordioso, amorevole e premuroso Padre Celeste, che ha il miracoloso potere di consacrare le nostre esperienze per il nostro bene.