2012
Lasciarsi le avversità alle spalle
Dicembre 2012


Lasciarsi le avversità alle spalle

Anziano David S. Baxter

Arriverà il tempo in cui potremo lasciarci alle spalle le avversità e, con l’aiuto del Signore, riemergere dalle tenebre a un’abbondanza di luce.

Uno degli splendidi inni della restaurazione, scritto da Parley P. Pratt, parla di come le tende oscure dell’apostasia si aprirono alla luce gloriosa della verità restaurata:

Le ombre fuggon, sorge il sol,

ed il vessil di Sion appar! …

Di gloria pien risplende il ciel,

d’un grande dì è l’albeggiar.

Sparir le nubi dell’error,

luce or vien di verità…

Dell’alba chiara lo splendor

sul mondo intero scenderà.1

È interessante che anche l’apostolo Paolo utilizzi l’analogia della luce per spiegare come poteva testimoniare che “noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi” (2 Corinzi 4:8–9).

Egli spiega in che modo è riuscito a fuggire da tutto ciò: “Perché l’Iddio che disse: Splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendé ne’ nostri cuori affinché noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2 Corinzi 4:6).

La maggior parte di noi, in certi momenti della vita, sente i freddi venti dell’avversità. La tempesta infuria, il vento soffia, la pioggia si abbatte e le inondazioni crescono. Può sembrare che non si veda la fine, che il nostro futuro sia fatto semplicemente di incertezza e dubbio, prova e tribolazione.

Proprio come affrontiamo dei temporali periodici, possiamo anche vivere terribili uragani e tempeste di inquietudine che possono distruggere la nostra fiducia e far vacillare la nostra autostima. Tutto ciò che riteniamo importante può improvvisamente sembrare effimero e scivolarci tra le dita. I grossi cambiamenti della vita possono far vacillare il nostro equilibrio.

Forse una sospensione improvvisa del lavoro ha portato a un lungo periodo di disoccupazione, la mancanza di libertà economica ha limitato le scelte o la crisi dei mutui ha creato problemi finanziari. Forse un pensionamento anticipato dopo una carriera lunga, indaffarata e produttiva ha prodotto un senso di vuoto. Forse una malattia improvvisa o un’invalidità devastante ci hanno fatto sentire limitati, deboli, senza speranza e certezza. In tali circostanze, la paura sopraggiunge facilmente mentre la fede può essere difficile da mantenere.

Ho vissuto tutto questo personalmente. Mentre mi stavo riprendendo da un intervento per rimuovere due grossi tumori al cervello, ho passato periodi di malinconia e costernazione per l’impatto emotivo e mentale che tutto questo avrebbe avuto. Avevo scoperto che non ero invincibile come pensavo una volta. Le cure non aiutavano e una ricaduta o due mi causarono ulteriore scoraggiamento. Cominciai a sentirmi addolorato.

Decidere di essere felici

Poi iniziarono ad accadere delle cose meravigliose. Dei buoni amici e fidati dirigenti della Chiesa mi offrirono supporto e comprensione, e iniziai a prestare ascolto ai loro consigli e accettai il loro incoraggiamento. Una sera tardi, mentre esprimevo al mio figlio minore i miei tristi sentimenti, lui mi disse. “Sai, papà, ho sempre pensato che la felicità sia una decisione”. Ha ragione.

Mi ritrovai sempre più spesso a esprimere gratitudine per tutte le benedizioni di cui ancora godevo. Scoprii personalmente che “questa specie di [prove] non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (Matteo 17:21).

Provai la forza, il potere rinvigorente e l’amore del Salvatore. Con Paolo giunsi a gioire della consapevolezza che la tribolazione, l’angoscia o il pericolo non avrebbero potuto separarmi dall’amore di Cristo (vedere Romani 8:35).

Fortunatamente la promettente e sicura verità è che in ogni situazione possiamo trovare forza e incoraggiamento. I nostri fardelli diventano più leggeri, anche se non spariscono improvvisamente. Possiamo emergere dall’altro lato del più scuro abisso, più forti e risoluti, come uomini e donne migliori.

Attraversando la dura prova dell’afflizione coltiveremo un carattere che sarà in grado di affrontare e sopportare i futuri colpi della vita. Di conseguenza potremo usare le nostre esperienze per sollevare e capire gli altri. Il nostro esempio di perseveranza personale può dare speranza agli altri e ispirare i nostri famigliari. Siamo più pronti per il futuro.

Anche se l’avversità può essere lenta a lasciarci, noi possiamo decidere di lasciarla in qualsiasi momento. La promessa che ci ha fatto il Signore è come quella che fece ad Alma e al suo popolo nel mezzo di un’orribile persecuzione:

“Alzate il capo e state di buon animo, poiché io conosco l’alleanza che avete fatto con me; e io farò alleanza con il mio popolo e lo libererò dalla schiavitù.

Ed allevierò pure i fardelli che sono posti sulle vostre spalle, cosicché non possiate sentirli più sulla schiena” (Mosia 24:13–14).

Inoltre, il Signore ha confermato: “Non vi lascerò orfani; tornerò a voi” (Giovanni 14:18).

Cercare l’aiuto divino

L’aiuto divino può non essere ovvio. Possiamo non vedere o sapere immediatamente che altri fardelli che abbiamo portato sono stati alleviati, allontanati dalla nostra vita.

Il Signore ci assicura: “Ecco, in verità, in verità vi dico che i miei occhi sono su di voi. Io sono in mezzo a voi e non potete vedermi” (DeA 38:7).

Certo potremo aver bisogno di essere estremamente pazienti con noi stessi e con gli altri; spesso ci vuole tempo perché tutto si risolva. Anche se a volte la nostra fede può non sembrare più grande di un granel di senapa, nel procedere la Provvidenza procederà con noi. Se cerchiamo l’aiuto divino, lo riceveremo, forse anche in modi inaspettati.

Possiamo trovare il modo per essere grati di ciò che abbiamo, invece di piangere per ciò che è andato perso. È interessante notare che sentiamo spesso esprimere lo stesso sentimento da parte di coloro che hanno perso tutti i loro averi per qualche calamità naturale, come un incendio, un’inondazione o un uragano. Quasi sempre affermano: “Almeno abbiamo ancora ciò che è davvero importante”.

La testimonianza di Paolo è incoraggiante:

“Ho imparato ad esser contento nello stato in cui mi trovo.

Io so essere abbassato e so anche abbondare: in tutto e per tutto sono stato ammaestrato ad esser saziato e ad aver fame; ad esser nell’abbondanza e ad esser nella penuria.

Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:11–13).

Come è stato scritto: “Tutto ciò che è ingiusto nella vita può essere sistemato attraverso l’Espiazione di Gesù Cristo”.2

In ogni circostanza, arriverà il tempo in cui potremo lasciarci alle spalle le avversità e, con l’aiuto del Signore, riemergere dalle tenebre a un’abbondanza di luce.

Note

  1. “Le ombre fuggon, sorge il sol”, Inni, 1;

  2. Predicare il mio Vangelo: guida al servizio missionario (2005), 52.

Illustrazione di Allen Garns