È meraviglioso!
Prego che incentreremo la nostra attenzione sulla “semplicità […] rispetto a Cristo” e che permetteremo alla Sua grazia di elevarci e di sostenerci.
Miei amati fratelli e sorelle, è una gioia essere con voi oggi. Ci rattrista vedere tre posti vuoti qui sul podio. Ci mancano il presidente Packer, l’anziano Perry e l’anziano Scott. Vogliamo loro bene e preghiamo per il benessere delle loro famiglie.
Nel corso di questa conferenza, avremo il privilegio di sostenere i tre uomini che sono stati chiamati dal Signore a prendere il loro posto nel Quorum dei Dodici Apostoli.
Le nostre preghiere in loro favore li rafforzeranno nel portare il sacro mantello dell’apostolato.
Sta funzionando il Vangelo nella vostra vita?
Non molto tempo fa, ho visto una citazione che mi ha fatto riflettere. Diceva: “Di’ a un uomo che nell’universo ci sono trilioni di stelle e lui ti crederà. Digli che la pittura sul muro è fresca e lui la toccherà, giusto per esserne sicuro”.
Non siamo un po’ così anche noi? Dopo essermi sottoposto a delle cure mediche di recente, i miei dottori molto esperti mi hanno spiegato cosa dovevo fare per guarire correttamente. Prima, però, ho dovuto imparare una cosa di me stesso che avrei dovuto sapere da molto tempo: come paziente, non sono molto paziente.
Così ho deciso che dovevo accelerare il processo di guarigione facendo una ricerca personale su Internet. Penso che mi aspettassi di scoprire delle verità che i miei dottori ignoravano o che non volevano che io sapessi.
Mi ci è voluto un po’ per realizzare il paradosso di quello che stavo facendo. Certamente fare delle ricerche personali non è una brutta idea. Tuttavia, stavo trascurando una verità sulla quale potevo fare affidamento incentrando, invece, il mio interesse su informazioni presenti in Internet che spesso non corrispondono a verità.
A volte la verità ci può sembrare davvero troppo diretta, troppo chiara e troppo semplice, e non riusciamo ad apprezzarne appieno il grande valore. Pertanto, mettiamo da parte le nostre esperienze e le cose che sappiamo essere vere per andare alla ricerca di informazioni più misteriose o complicate. Spero che ci renderemo conto che quando inseguiamo vane immaginazioni, ci dedichiamo a cose che sono effimere e senza valore.
Quando si tratta di verità spirituali, come possiamo sapere che siamo sul sentiero giusto?
Un modo per farlo è ponendo le domande giuste, il tipo di domande che ci aiutano a riflettere sul nostro progresso e a valutare come stanno funzionando le cose. Domande come:
“La mia vita ha uno scopo?”,
“Credo in Dio?”,
“Credo che Dio mi conosce e mi ama?”,
“Credo che Dio ascolta e risponde alle mie preghiere?”,
“Sono felice veramente?”,
“I miei sforzi mi stanno portando verso i migliori obiettivi spirituali e i più alti valori della vita?”.
Domande profonde sullo scopo della vita hanno portato molte persone e famiglie di tutto il mondo a ricercare la verità. Spesso, questa ricerca le ha condotte alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e al vangelo restaurato.
Mi chiedo se anche noi, come membri della Chiesa, potremmo trarre beneficio dal chiederci di tanto in tanto: “La mia esperienza nella Chiesa sta funzionando per me? Mi sta avvicinando a Cristo? Sta benedicendo me e la mia famiglia con pace e gioia come promesso dal Vangelo?”.
Alma pose domande simili ai membri della chiesa a Zarahemla quando domandò: “Avete provato questo possente mutamento nel vostro cuore? […] Potete [sentirlo] ora?”1. Questa riflessione può aiutarci a focalizzare nuovamente i nostri sforzi quotidiani o a riallinearli con il piano divino di salvezza.
Molti membri risponderanno con gioia che la loro esperienza come membri della Chiesa sta funzionando alla grande per loro. Testimonieranno di trovare significato, pace e gioia immensi a motivo della loro dedizione al Signore e del loro servizio devoto nella Chiesa, a prescindere che vivano momenti di povertà o di prosperità e che la vita sia gradevole o dura. Ogni giorno incontro membri della Chiesa che sono colmi di una gioia radiosa e che dimostrano, a fatti e a parole, che la loro vita è arricchita in modo incommensurabile dal vangelo restaurato di Gesù Cristo.
Tuttavia, riconosco anche che ci sono alcuni che stanno avendo un’esperienza ben poco appagante, che sentono che la loro appartenenza alla Chiesa non è proprio come speravano che sarebbe stata.
Questo mi rattrista, perché so per esperienza personale quanto il Vangelo possa rivitalizzare e rinnovare lo spirito di una persona e come possa riempire il nostro cuore di speranza e la nostra mente di luce. So personalmente che i frutti del vangelo di Gesù Cristo possono trasformare vite ordinarie e tediose in vite straordinarie e sublimi.
Ma perché sembra che questo funzioni meglio per alcuni che per altri? Qual è la differenza tra coloro che nella loro appartenenza alla Chiesa sentono l’anima riempirsi con il canto dell’amore che redime2 e coloro che sentono la mancanza di qualcosa?
Nel meditare su queste domande, molti pensieri hanno pervaso la mia mente. Oggi, vorrei condividerne due.
Semplificate
Primo: stiamo forse rendendo il nostro essere discepoli troppo complicato?
Questo bellissimo vangelo è così semplice che persino un bambino può comprenderne le basi, pur essendo tanto profondo e complesso da richiedere una vita — o perfino un’eternità — di studi e di scoperte per comprenderlo pienamente.
Ma a volte prendiamo il bellissimo giglio della verità di Dio e lo avvolgiamo con strati di buone idee, programmi e aspettative creati dall’uomo. Ognuno di questi strati, preso singolarmente, può essere utile e appropriato in alcuni momenti e circostanze, ma quando sovrapposto ad altri va a creare una montagna di sedimenti che diventa così spessa e pesante che rischiamo di perdere di vista quel fiore prezioso che una volta amavamo così tanto.
Pertanto, come dirigenti dobbiamo proteggere scrupolosamente la Chiesa e il Vangelo nella sua purezza e nella sua semplicità, evitando di porre fardelli inutili sui membri.
Come membri della Chiesa, tutti noi dobbiamo fare uno sforzo coscienzioso per dedicare le nostre energie e il nostro tempo alle cose che sono davvero importanti, mentre rafforziamo il prossimo e edifichiamo il regno di Dio.
Una sorella, insegnante della Società di Soccorso, era nota per le sue lezioni impeccabili. Un giorno decise di cucire una bellissima trapunta che sarebbe stata lo sfondo perfetto per il tema della sua lezione. Ci furono, però, molti intoppi che le impedirono di realizzare la trapunta: i figli da prendere a scuola, un vicino che aveva bisogno di aiuto a traslocare, il marito con la febbre e un’amica che si sentiva sola. Il giorno della lezione si avvicinava e la trapunta non era ancora pronta. Così, la sera prima della lezione, non dormì molto perché passò la notte a lavorare sulla trapunta.
Il giorno dopo era esausta e riusciva a malapena a organizzare le sue idee, ma prese coraggio e fece la lezione.
La trapunta era splendida — le cuciture erano perfette, i colori erano accesi, il disegno era complesso — e proprio al centro c’era una sola parola che, in modo solenne, faceva eco al tema della lezione: “Semplificate”.
Fratelli e sorelle, vivere il Vangelo non deve essere complicato.
È molto semplice. Può essere descritto in questo modo:
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Ascoltare la parola di Dio con intento sincero ci porta a credere in Dio e ad avere fiducia nelle Sue promesse.3
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Più riponiamo la nostra fiducia in Dio, più i nostri cuori si riempiono di amore per Lui e per il prossimo.
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A motivo del nostro amore per Dio, desideriamo seguirLo e far sì che le nostre azioni si allineino alla Sua parola.
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Poiché amiamo Dio, vogliamo servirLo; vogliamo benedire la vita degli altri, e aiutare i poveri e i bisognosi.
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Più camminiamo su questo sentiero del discepolato, più desideriamo apprendere la parola di Dio.
E così ogni passo ci porta a quello successivo riempiendoci di fede, speranza e carità sempre crescenti.
È splendidamente semplice e funziona in modo meraviglioso.
Fratelli e sorelle, se doveste mai pensare che il Vangelo per voi non sta funzionando, vi invito a fare un passo indietro, a osservare la vostra vita da una prospettiva più elevata e a semplificare il vostro approccio al discepolato. Concentratevi sulle dottrine, sui principi e sulle applicazioni basilari del Vangelo. Prometto che Dio vi guiderà e vi benedirà nel vostro percorso verso una vita gratificante e che il Vangelo funzionerà decisamente meglio per voi.
Iniziate da dove siete
Il mio secondo suggerimento è: iniziate da dove siete.
A volte ci sentiamo scoraggiati perché non siamo “più” in qualcosa: più spirituali, più rispettati, più intelligenti, più in salute, più ricchi, più amichevoli o più capaci. Ovviamente non c’è nulla di sbagliato nel voler migliorare. Dio ci ha creato per crescere e progredire. Ma ricordate che le nostre debolezze possono aiutarci a essere umili e a volgerci a Cristo che farà “in modo che le cose deboli divengano forti”4. Satana, invece, utilizza le nostre debolezze per scoraggiarci persino dal provare.
Nella vita ho imparato che non abbiamo bisogno di essere “più” in qualcosa per iniziare a diventare la persona che Dio vuole che diventiamo.
Dio vi accetterà per come siete in questo preciso istante e inizierà a lavorare con voi. Quello di cui avete bisogno è un cuore ben disposto, un desiderio di credere e la fiducia nel Signore.
Gedeone si considerava un povero contadino, il più piccolo nella casa di suo padre. Ma Dio lo vedeva come un possente uomo di valore.5
Quando Samuele scelse Saul come re, Saul cercò di dissuaderlo. Saul proveniva da una delle tribù più piccole del casato d’Israele. Come poteva diventare il re? 6 Dio, invece, lo considerava “giovine e bello”7.
Perfino il grande profeta Mosè a un certo punto si sentì così sopraffatto e scoraggiato che desiderò rinunciare e morire.8 Dio, tuttavia, non abbandonò Mosè.
Miei cari fratelli e sorelle, se vediamo noi stessi soltanto attraverso i nostri occhi terreni, potremmo non percepirci all’altezza. Il nostro Padre Celeste, però, ci vede come siamo veramente e come possiamo diventare. Ci vede come Suoi figli e come Sue figlie, esseri di luce eterna con un potenziale perpetuo e un destino divino.9
Il sacrificio del Salvatore ha aperto la porta della salvezza affinché tutti ritornino a Dio. La Sua “grazia basta a tutti gli uomini che si umiliano dinanzi a [Dio]”10. La Sua grazia è il potere capacitante che permette di accedere ai regni di salvezza di Dio. Mediante la Sua grazia, risorgeremo e saremo salvati in un regno di gloria.
Persino il minore dei regni di gloria, il regno teleste, “sorpassa ogni comprensione”11 e persone innumerevoli erediteranno questa salvezza12.
La grazia del Salvatore, però, può fare molto di più per noi. Come membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, aspiriamo a qualcosa di incredibilmente più grande. È l’Esaltazione nel regno celeste. È la vita eterna alla presenza del nostro Padre nel cielo. È il più grande dono di Dio.13 Nel regno celeste, riceviamo “la sua pienezza e la sua gloria”14. Invero, allora tutto quello che il Padre ha ci sarà dato.15
L’Esaltazione è il nostro obiettivo; diventare discepoli è il nostro viaggio.
Esercitando un po’ di fede e iniziando il vostro cammino come seguaci pacifici del nostro Signore Gesù Cristo, il vostro cuore muterà.16 Tutto il vostro essere sarà colmato di luce.17
Dio vi aiuterà a diventare qualcosa di più grande di quanto avreste mai ritenuto possibile. E scoprirete che il vangelo di Gesù Cristo sta funzionando davvero nella vostra vita. Funziona!
Funziona!
Fratelli e sorelle, cari amici, prego che incentreremo la nostra attenzione sulla “semplicità […] rispetto a Cristo”18 e che permetteremo alla Sua grazia di elevarci e di sostenerci durante il nostro viaggio partendo da dove siamo ora fino ad adempiere il nostro destino divino alla presenza del Padre.
Mentre lo faremo, qualcuno ci chiederà: “Com’è essere un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni?”, e noi potremo rispondere fieri, in tutta umiltà, e con grande gioia: “È meraviglioso! Grazie per averlo chiesto! Vuoi saperne di più?”.
Queste sono la mia speranza, la mia preghiera, la mia testimonianza e la mia benedizione nel nome di Gesù Cristo. Amen.