Reyna I. Aburto
Seconda consigliera, presidenza generale della Società di Soccorso
La sorella Reyna I. Aburto è nata a Managua, in Nicaragua, nel 1963, figlia di Noel Blanco e Delbi Cardoza. “I miei genitori hanno sempre lavorato sodo per mantenerci”, ha detto sorella Aburto. “Ho avuto un’infanzia molto felice”.
A nove anni, appena dopo la mezzanotte del 23 dicembre 1972, un terremoto ha colpito Managua. “Mi sono salvata perché dietro di me c’era un mobile, ma avevo le gambe incastrate”. Sentendo le sue urla e quelle della madre, i vicini andarono a tirarle fuori dalla casa distrutta. Tra le macerie, trovarono il corpo di suo fratello maggiore nel letto accanto al suo. “Gli averi materiali sono effimeri, ma la cosa importante è la nostra famiglia”, ha detto.
A ventun anni, la sorella Aburto è immigrata negli Stati Uniti con la famiglia. Mentre viveva a San Francisco, in California, venne presentata ai missionari e decise di andare in chiesa. “Appena messo piede nell’edificio, ho potuto sentire lo Spirito. C’era la conferenza di palo e sentivo che ogni singolo messaggio era rivolto a me”, ricorda. Fu battezzata nel 1989.
In quel periodo conobbe Carlos Aburto, con cui strinse una buona amicizia. Continuarono a scriversi, anche quando la sorella Aburto si trasferì a Orem, nello Utah. L’8 maggio 1993 si sono sposati nel Tempio di Jordan River, nello Utah. Hanno tre figli.
La sorella Aburto, sostenuta il 1° aprile 2017 nella presidenza generale della Società di Soccorso, ha lavorato nel settore delle traduzioni per oltre venticinque anni, anche presso la Novell Inc. e la Lemoine International. Attualmente gestisce insieme al marito una piccola agenzia di traduzioni. Ha studiato ingegneria industriale presso la Central American University a Managua, in Nicaragua, per quattro anni e ha conseguito un diploma di laurea breve in Informatica presso lo Utah Valley State College nel 1997.
La sorella Aburto ha servito in molti incarichi nella Chiesa, incluso quello di membro del Consiglio generale della Primaria dal 2012 al 2016.