Il Nuovo Testamento nel contesto
Amatevi gli uni gli altri: il Nuovo Testamento sulla vita familiare
Comprendere la famiglia del Nuovo Testamento può aiutarci a rafforzare la “famiglia di Dio” contemporanea.
Hear Ye Him [ascoltateLo], di Simon Dewey
La famiglia fa da importante sfondo al Nuovo Testamento. Il culto cristiano si è sviluppato all’interno del contesto familiare (in greco oikos o oikia, “casa” o “famiglia”, con riferimento sia a una struttura fisica sia ai suoi abitanti).1 I cristiani usavano immagini e terminologia legate alla famiglia per descrivere se stessi: i credenti erano “fratelli” e “sorelle” e la Chiesa era la casa di Dio (oikos theou) o la famiglia di Dio (vedere 1 Timoteo 3:15; 5:1–2).
Molte attività della Chiesa primitiva e molti insegnamenti del Nuovo Testamento erano incentrati sulla famiglia. La comprensione della vita familiare nel Nuovo Testamento può aiutarci a rafforzare gli individui, le coppie e le famiglie e a promuovere l’inclusione tra tutti i diversi membri della “famiglia di Dio” degli ultimi giorni.
La famiglia del Nuovo Testamento
Le famiglie dell’antico Mediterraneo erano tipicamente composte non solo da genitori e figli, ma anche da cugini, parenti anziani o fratelli e sorelle adulti dei genitori con i loro coniugi. Le famiglie dei villaggi della Galilea erano formate da tutti questi parenti, i quali vivevano e lavoravano insieme (vedere Marco 10:29). Le famiglie ricche di tutto il mondo romano includevano altre persone a carico, come dipendenti, schiavi, schiavi liberati e clienti.
Modifiche cristiane ai codici di famiglia tipici
Diversi libri del Nuovo Testamento presentano istruzioni per i membri delle prime famiglie cristiane (vedere Colossesi 3:18–4:1, 1 Pietro 2:13–3:12; Efesini 5:21–6:9; 1 Timoteo 2:8–15; 5:1–22; 6:1–10; Tito 2:1–10). Questi “codici di famiglia”, come li chiamano gli studiosi, sono simili a passi della letteratura ebraica greca ed ellenistica che promuovono la stabilità sociale esaltando case ordinate e ben gestite, in cui i membri della famiglia svolgono i loro ruoli culturalmente definiti nel giusto rapporto gli uni con gli altri.
Questi passi del Nuovo Testamento insegnano i valori tradizionali del tempo che sostengono le strutture sociali esistenti, come il consiglio di essere sottomessi ai governanti, di evitare le dispute e di essere cortesi con tutti (vedere 1 Pietro 2:17; 1 Timoteo 2:1–2; Tito 3:1–2).
Tuttavia, i codici di famiglia del Nuovo Testamento offrono anche alcune modifiche importanti. Per esempio, enfatizzano il rispetto reciproco e riorientano le relazioni per includervi Dio:
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I figli dovevano obbedire ai loro genitori nel Signore (vedere Efesini 6:1–3; Colossesi 3:20).
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I padri non dovevano provocare all’ira i propri figli, ma farli crescere nella disciplina e nelle istruzioni del Signore (vedere Efesini 6:4; Colossesi 3:21).
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I mariti non dovevano trattare la moglie duramente, ma considerarla, onorarla e amarla come Cristo amava la Chiesa e aveva dato Se stesso per essa (vedere Efesini 5:25–33; Colossesi 3:19; 1 Pietro 3:7).
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L’istruzione data alle mogli in Efesini 5:22 di sottomettersi ai mariti come al Signore appare solo dopo la dichiarazione preliminare contenuta in Efesini 5:21 secondo cui tutti i membri della famiglia, mariti e mogli, dovrebbero “[sottoporsi] gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Efesini 5:21).2 Come consigliò Paolo: “Ciascun di voi, con umiltà, [stimi] altrui da più di se stesso” (Filippesi 2:3).
Vediamo un’altra modifica cristiana nel modo in cui i membri tradizionalmente subordinati in ogni coppia — mogli, figli e schiavi3 — vengono considerati per la prima volta “come persone a pieno diritto e investite di dignità,” dimostrando che “anch’esse hanno un ruolo importante da svolgere”4.
E il consiglio rivolto alle mogli in 1 Pietro 3:1–6 è in diretto contrasto con l’antica usanza che una moglie temesse suo marito e adottasse il culto degli dèi adorati da lui. Anzi, la fede della donna credente avrebbe potuto portare alla conversione il marito non credente.
Sebbene le famiglie antiche fossero patriarcali e gerarchiche secondo le usanze di quel tempo, queste modifiche esortarono le famiglie cristiane a una maggiore uguaglianza e rispetto per ogni individuo, ricordando loro di amarsi l’un l’altro (vedere Giovanni 13:34) come faceva il Salvatore.
Guardare a Gesù Cristo
Le istruzioni date alle famiglie dal Nuovo Testamento insegnano principi che benedicono tutte le famiglie e gli individui che si sforzano di essere discepoli di Gesù Cristo nel mondo moderno. La lezione principale di allora e di oggi è di guardare a Gesù Cristo e seguire il Suo esempio di servizio altruistico e generoso in tutti i nostri rapporti (vedere Filippesi 2:3–11). Come ci ha ricordato l’anziano Dieter F. Uchtdorf del Quorum dei Dodici Apostoli: “L’amore è la caratteristica che definisce un discepolo di Cristo”5.