Capitolo 1
La Società di Soccorso
La restaurazione di uno schema antico
Col Suo ministero terreno, il Salvatore ha mostrato un amore e una cura particolare per le donne. L’anziano James E. Talmage del Quorum dei Dodici Apostoli ha detto: “Il più grande sostenitore della donna e della femminilità nel mondo è Gesù Cristo”.1
Il Salvatore insegnò alle donne in gruppo e singolarmente, nelle strade e sulla spiaggia, al pozzo e nelle loro case. Dimostrò loro gentilezza e guarì loro e i loro cari. In molte parabole raccontò storie di donne occupate in attività normali. Dimostrò di conoscere bene la loro vita e donò delle lezioni evangeliche eterne dalle loro esperienze quotidiane. Egli le perdonò. Pianse con loro. Ebbe compassione per loro nelle loro situazioni come figlie, mogli, casalinghe, madri e vedove. Le apprezzò e le rese nobili.
Persino tra le atroci sofferenze sulla croce, il Salvatore espresse preoccupazione per Sua madre, che molto probabilmente era già vedova e bisognosa di attenzioni.2 E la prima persona a cui apparve dopo la Sua resurrezione fu una donna.3
“La coltivazione delle virtù cristiane è un impegno oneroso e costante, non è cosa per i lavoratori stagionali o per coloro che non sono disposti a sforzarsi ripetutamente”.
Spencer W. Kimball
La Stella, aprile 1979, 177
Discepoli donne nel Nuovo Testamento
Benché si conosca poco delle organizzazioni femminili formali all’epoca del Nuovo Testamento, l’evidenza suggerisce che le donne erano parte essenziale nel ministero del Salvatore. Il Nuovo Testamento contiene racconti di donne, nominate e non, che avevano fede in Gesù Cristo, imparavano e mettevano in pratica i Suoi insegnamenti e testimoniavano del Suo ministero, dei Suoi miracoli e della Sua divinità. Queste donne diventarono dei discepoli esemplari e dei testimoni importanti nell’opera di salvezza.
Le donne viaggiavano insieme a Gesù e ai Suoi Dodici Apostoli. Partecipavano finanziariamente al Suo ministero. Dopo la Sua morte e risurrezione, le donne continuarono ad essere fedeli discepoli. Si riunivano e pregavano insieme agli Apostoli. Offrivano le loro case come luoghi di riunione per i membri della Chiesa. Partecipavano valorosamente all’opera di salvezza temporale e spirituale delle anime.
Marta e sua sorella Maria sono esempi di discepoli donne nel Nuovo Testamento. Luca 10 racconta che Marta aprì la sua casa a Gesù, rese servizio al Signore prendendosi cura di Lui materialmente, e Maria sedette ai piedi del Maestro assorbendo i Suoi insegnamenti.
In un’epoca in cui alle donne generalmente veniva richiesto di rendere solo un servizio materiale, il Salvatore insegnò a Marta e Maria che le donne potevano partecipare anche spiritualmente alla Sua opera. Egli le invitò a diventare Suoi discepoli e prendere parte alla salvezza, quella “buona parte” che non sarebbe mai stata loro tolta.4
Maria e Marta parteciparono attivamente al ministero terreno del Signore. In seguito nel Nuovo Testamento leggiamo la forte testimonianza di Marta sulla divinità del Salvatore. Parlando a Gesù, disse: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figliuol di Dio che dovea venire nel mondo”.5
Molte altre donne viaggiavano con Gesù e i Dodici, imparando da Lui spiritualmente e servendoLo materialmente. Luca scrisse:
“Ed avvenne in appresso che egli andava attorno di città in città e di villaggio in villaggio, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio; e con lui erano i dodici
e certe donne che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni,
e Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, e Susanna ed altre molte che assistevano Gesù ed i suoi coi loro beni”.6
È probabile che queste donne abbiano anche dato un’assistenza economica a Gesù e ai Suoi apostoli, oltre ad altri tipo di aiuto, come cucinare. Queste donne non solo ricevevano il ministero di Gesù - la buona novella del Suo vangelo e le benedizioni di guarigione - ma Gli offrivano il loro ministero, come le loro sostanze e la loro devozione.
L’apostolo Paolo scrisse di donne che, nella loro posizione nella Chiesa e di spontanea volontà, servivano i santi. La sua descrizione di una vedova retta identifica le caratteristiche di molte donne della Chiesa dell’epoca: “Quando sia conosciuta per le sue buone opere: per avere allevato figliuoli, esercitato l’ospitalità, lavato i piedi ai santi, soccorso gli afflitti, concorso ad ogni opera buona”.7 Paolo riporta anche l’influenza di sagge donne più anziane con esperienza. Consigliò Tito di incoraggiare le donne più anziane a servire e insegnare alle donne giovani il loro ruolo eterno come mogli e madri: “onde insegnino alle giovani ad amare i mariti, ad amare i figlioli”.8
Il Libro degli Atti riporta la storia di una donna che aveva le qualità descritte da Paolo. Tabita, conosciuta anche come Dorcas, viveva a Ioppe, dove cuciva vestiti per le donne bisognose.
“Or in Ioppe v’era una certa discepola, chiamata Tabita, il che, interpretato, vuol dire Gazzella. Costei abbondava in buone opere e faceva molte elemosine.
E avvenne in que’ giorni ch’ella infermò e morì…
E perché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, gli mandarono due uomini per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro.
Pietro allora, levatosi, se ne venne con loro. E come fu giunto… tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentr’era con loro.
Ma Pietro, messi tutti fuori, si pose in ginocchio, e pregò; e voltatosi verso il corpo, disse: Tabita, levati. Ed ella aprì gli occhi; e veduto Pietro, si mise a sedere”.9
Il Nuovo Testamento cita altre donne devote. Prisca e suo marito, Aquila, rischiarono la propria vita per gli apostoli e misero la loro casa a disposizione per le riunioni della Chiesa.10 Paolo scrisse: “Aquila e Priscilla, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore”.11
Una donna chiamata Maria “si è molto affaticata” per gli apostoli.12 Una donna chiamata Lidia fu battezzata “con quei di casa” e poi “fece forza” a coloro che le avevano insegnato.13
Una donna di nome Febe sembra che detenesse una posizione ecclesiastica nella sua congregazione. Paolo disse: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è una diaconessa della chiesa… perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza, in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti”.14 Il tipo di servizio prestato da Febe e da altre grandi donne del Nuovo Testamento continua oggi con i membri della Società di Soccorso - dirigenti, insegnanti in visita, madri e altre - che prestano assistenza a molti.
Discepoli donne negli Ultimi Giorni
Le donne nella Chiesa antica erano degne e nobili, necessarie e apprezzate. Rendevano servizio al prossimo, crescevano in santità personale e partecipavano alla grande opera di salvezza delle anime.
Questi modelli sono stati restaurati negli ultimi giorni grazie all’organizzazione della Società di Soccorso. Il profeta Joseph Smith dichiarò: “La Chiesa non fu mai organizzata completamente sino a quando le donne non furono organizzate in questa maniera”.15 Sorella Eliza R. Snow, seconda presidentessa generale della Società di Soccorso, ripeté questo insegnamento: “Benché il nome sia recente, l’istituzione è di origine antica. Il nostro profeta martire ci ha detto che la stessa organizzazione esisteva nella chiesa antica”.16
Oltre a Joseph Smith, altri profeti degli ultimi giorni hanno reso testimonianza che l’organizzazione della Società di Soccorso è una parte ispirata della Restaurazione, in cui le donne della Chiesa sono chiamate in posizioni ecclesiastiche per servirsi reciprocamente e per benedire la Chiesa intera. Il presidente Joseph F. Smith, sesto presidente della Chiesa, ha detto: “Questa organizzazione è stata creata divinamente, autorizzata divinamente, istituita divinamente e divinamente ordinata da Dio per operare per la salvezza delle anime delle donne e degli uomini”.17 A un gruppo di sorelle della Società di Soccorso, il presidente Lorenzo Snow, quinto presidente della Chiesa, ha detto: “Siete sempre state a fianco del sacerdozio, pronte a rafforzare le loro mani e a fare la vostra parte nell’aiutare a far avanzare gli interessi del regno di Dio; e come avete condiviso il lavoro, così sicuramente condividerete il trionfo dell’opera, l’esaltazione e la gloria che il Signore darà ai Suoi figli fedeli”.18
Quando le donne partecipano nella Società di Soccorso, rendono servizio quali valorosi discepoli di Gesù Cristo nell’opera di salvezza. Come le donne della chiesa antica, lavorano insieme agli uomini del sacerdozio per accrescere la fede e la rettitudine personale, rafforzare la famiglia e la casa e cercare i bisognosi per aiutarli. La sorella Julie B. Beck, quindicesima presidentessa generale della Società di Soccorso, ha insegnato: “Tramite la Società di Soccorso possiamo praticare come essere seguaci di Cristo. Impariamo ciò che Lui vuole che apprendiamo, facciamo ciò che Lui vuole che compiamo, e diventiamo ciò che Lui vuole che siamo”.19