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Come insegnare ai figli tramite l’esempio e l’istruzione
Suggerimenti da mettere in pratica
A seconda delle tue necessità e circostanze, metti in pratica uno o entrambi i seguenti suggerimenti:
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Medita sulle necessità dei tuoi figli o nipoti, o di altri bambini che conosci. Programma dei modi in cui insegnare a questi bambini tramite le tue azioni e parole.
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Ripassa il materiale sull’insegnamento in famiglia che si trova nel manuale Insegnare, non c’è chiamata più grande (36123), pagina 127–143, e nel Prontuario per la famiglia (31180), pagg. 3–8 Se sei sposato, leggi e analizza questo materiale con il coniuge.
Incarico di lettura
Studia il seguente articolo. Se sei sposato, leggilo e discutilo insieme al coniuge.
Il compito più difficile al mondo
Anziano James E. Faust
Membro del Quorum dei Dodici Apostoli
Essere genitori è una chiamata divina
Ho sentito la necessità di parlare di un argomento che ho voluto chiamare il compito più difficile al mondo. È un compito che ha a che fare con il privilegio e la responsabilità di essere buoni genitori. Su questo argomento vi sono circa tante opinioni diverse quanti sono i genitori, e tuttavia pochi sono coloro che asseriscono di conoscere tutte le risposte. Sicuramente io non sono uno di loro.
Ritengo che oggi tra i nostri fedeli vi siano più giovani uomini e donne straordinari di quanti ve ne siano stati in qualsiasi altro memento durante la mia vita. Questo presuppone che la maggior parte di questi bravi giovani provengono da buone famiglie e hanno genitori impegnati e premurosi. E tuttavia la maggior parte dei genitori coscienziosi ritiene di aver compiuto alcuni errori. Una volta commisi una sciocchezza, e ricordo che mia madre esclamò: «Che cosa ho sbagliato?»
Il Signore ci ha rivolto questo ammonimento: «Io vi ho comandato di allevare i vostri figli in luce e verità» (DeA 93:40). Per me, non c’è compito umano più importante.
Essere padre o madre non è soltanto un grande compito, è una chiamata divina. È uno sforzo che richiede la consacrazione. Il presidente David O. McKay disse che essere genitori è «il più grande incarico di fiducia che sia mai stato affidato agli esseri umani» (The Responsibility of Parents to Their Children [opuscolo], 1).
Creare famiglie di successo
È vero che pochi impegni umani sono più difficili di quello di essere buoni genitori, ma d’altra parte poche occasioni offrono un più grande potenziale di gioia. Sicuramente nessun lavoro si può svolgere in questo mondo che sia più importante del preparare i nostri figli ad essere timorati di Dio, felici, stimabili e produttivi. I genitori scopriranno che non c’è felicità più soddisfacente di quella di vedere i figli che onorano loro e i loro insegnamenti. Questa è la gloria dei genitori. Giovanni rese questa testimonianza : «Io non ho maggiore allegrezza di questa, d’udire che i miei figliuoli camminano nella verità» (3 Giovanni 1:4). A mio avviso istruire, allevare e addestrare i figli richiede più intelligenza, intuito, umiltà, forza, saggezza, spiritualità, perseveranza e duro lavoro di qualsiasi altro compito possiamo svolgere in questa vita. Ciò è particolarmente vero quando le strutture morali dell’onore e della decenza crollano tutto attorno a noi. Per garantire il successo della famiglia si devono insegnare dei valori, si devono stabilire delle regole, si devono istituire delle norme e si devono osservare certi principi fondamentali. Molti ambienti offrono ai genitori ben poco sostegno nell’insegnare e nell’onorare i valori morali. Molti paesi stanno diventando veramente privi di valori, e molti dei giovani di questi paesi diventano moralmente cinici.
A mano a mano che le società nel loro insieme sono decadute e hanno perduto la loro identità morale e a mano a mano che tante famiglie vengono divise, la nostra maggiore speranza consiste nel dedicare maggiore attenzione e maggiori sforzi a istruire la prossima generazione: i nostri figli. Per farlo dobbiamo prima appoggiare l’operato degli insegnanti dei nostri figli che si trovano in prima linea. Tra questi troviamo principalmente i genitori e gli altri familiari, e il migliore ambiente per impartire questo insegnamento è la casa. In ogni maniera possibile dobbiamo sforzarci di rendere le nostre case più forti, in modo che si ergano come santuari contro il decadimento morale tanto diffuso attorno a noi. L’armonia, la felicità, la pace e l’amore in famiglia possono dare ai figli la forza interiore di cui hanno bisogno per affrontare le difficoltà della vita. Barbara Bush, moglie del presidente statunitense George Bush, qualche mese fa disse ai laureandi dell’Università di Wellesley:
«Ma a prescindere dal periodo della storia, a prescindere dal passare del tempo, una cosa non cambierà mai: padri e madri, se avete dei figli, essi devono venire al primo posto. Dovete leggere ai vostri figli, dovete abbracciare i vostri figli, dovete amare i vostri figli. Il successo della vostra famiglia, il successo della vostra società dipende non da ciò che accade alla Casa Bianca, ma da ciò che accade dentro le vostre case» (Barbara Bush, Washington Post, 2 giugno 1990, 2).
Essere un buon padre e una buona madre richiede che i genitori rimandino la soddisfazione di molte delle loro esigenze e dei loro desideri dando la precedenza alle necessità dei loro figli. Come conseguenza di questo sacrificio, i genitori coscienziosi sviluppano la nobiltà di carattere e imparano a mettere in pratica le altruistiche verità predicate dal Salvatore.
Ho il più grande rispetto per quei genitori che si sforzano e si sacrificano per allevare da soli i figli, lottando contro difficoltà quasi insuperabili per tenere unita la famiglia. Queste persone dovrebbero essere onorate e aiutate nei loro sforzi eroici. Ma il compito di qualsiasi madre o padre diventa molto più facile quando in famiglia vi sono due genitori all’altezza del compito. I figli spesso sfidano e mettono alla prova la forza e la saggezza di entrambi i genitori.
Quante volte tenete la preghiera familiare?
Qualche anno fa il vescovo Stanley Smoot fu intervistato dal presidente Spencer W. Kimball. Il presidente Kimball chiese: «Quante volte tenete la preghiera familiare?»
Il vescovo Smoot rispose: «Cerchiamo di tenere la preghiera familiare due volte al giorno, ma in media lo facciamo una sola volta».
Il presidente Kimball rispose: «Nel passato tenere la preghiera familiare una volta al giorno forse poteva andare, ma nel futuro non basterà se vogliamo salvare i nostri figli».
Mi chiedo se tenere la serata familiare in modo casuale e discontinuo basterà, per munire i nostri figli di sufficiente forza morale. Nel futuro lo studio delle Scritture da parte della famiglia, svolto irregolarmente, potrà dimostrarsi inadeguato per armare i nostri figli delle virtù necessarie a resistere al decadimento morale dell’ambiente in cui essi vivranno. Dove mai al mondo i figli imparano i principi della castità, integrità, onestà e fondamentale decenza umana se non nella casa? Questi valori, naturalmente, saranno rafforzati in Chiesa, ma gli insegnamenti dei genitori sono un elemento più costante.
I genitori devono dare l’esempio
Quando i genitori cercano di insegnare ai loro figli ad evitare il pericolo, non serve a nulla che essi dicano loro: «Siamo più esperti e più saggi nelle cose del mondo e possiamo avvicinarci più di voi al precipizio». L’ipocrisia dei genitori può rendere i figli cinici e increduli riguardo a ciò che viene insegnato nella casa. Per esempio, quando i genitori assistono alla proiezione di film che essi proibiscono ai loro figli di vedere, la loro credibilità viene sminuita. Se vogliamo che i figli siano onesti, i genitori devono essere onesti. Se ci aspettiamo che i figli siano virtuosi, i genitori devono essere virtuosi. Se vi aspettate che i vostri figli siano stimabili, voi dovete essere stimabili.
Tra gli altri valori che si devono insegnare ai figli troviamo il rispetto per gli altri, a cominciare dai genitori e dagli altri familiari, il rispetto per i simboli della fede e del patriottismo degli altri, il rispetto per la legge e l’ordine, il rispetto per le proprietà altrui, il rispetto per l’autorità. Nella prima epistola a Timoteo Paolo ci ricorda che i figli devono imparare «essi prima a mostrarsi pii verso la propria famiglia (1 Timoteo 5:4).
Correggere i figli
Uno dei compiti più difficili dei genitori è quello di correggere opportunamente i loro figli. Allevare i figli è un compito individualizzato. Ogni bambino è diverso e unico in sé. Ciò che funziona con uno può non funzionare con un altro. Non so chi è abbastanza saggio da poter dire quali misure disciplinari sono troppo dure o quali sono troppo leggere se non i genitori dei figli stessi, che essi amano di più. Per i genitori è una questione di discernimento accompagnato dalla preghiera. Sicuramente il principio più basilare e generale è che la disciplina dei figli deve essere motivata più dall’amore che dal castigo. Brigham Young impartì questi consigli: «Se vi trovate nella condizione di dover punire una persona, fate che la punizione non sia più grande del balsamo guaritore che è in voi» (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Brigham Young, 219). Tuttavia la guida e la disciplina sono sicuramente un elemento indispensabile nell’allevare i figli. Se i genitori non correggono i loro figli, allora sarà il mondo a farlo, in maniera certamente non gradita ai genitori. Senza disciplina i figli non rispetteranno né le regole di casa né quelle della società.
Uno degli scopi principali della disciplina è insegnare l’obbedienza. Il presidente David O. McKay dichiarò: «Quando i genitori mancano d’insegnare l’obbedienza ai loro figli, se nelle loro case non si sviluppa l’obbedienza, la società la pretenderà e riuscirà a ottenerla. È pertanto meglio che la famiglia, con bontà, simpatia e comprensione, addestri un figlio nell’obbedienza, invece di abbandonarlo brutalmente alla disciplina crudele che la società sicuramente gli imporrà, se la famiglia non ha adempiuto prima i suoi obblighi» (The Responsibility of Parents to Their Children, 3).
Insegnare ai figli a lavorare
Un elemento indispensabile per inculcare nei figli un senso di disciplina e di responsabilità è fare in modo che imparino a lavorare. A mano a mano che cresciamo, molti di noi sono come quell’uomo che disse: «Mi piace il lavoro, mi affascina, posso rimanere seduto a guardar lavorare per ore intere» (Jerome Klapka Jerome, The International Dictionary of Thoughts, comp. John P. Bradley, Leo F. Daniels, e Thomas C. Jones [1969], 782). E inoltre i migliori insegnanti del principio del lavoro sono i genitori stessi. Per me il lavoro diventò una gioia quando cominciai a lavorare accanto a mio padre e a mio nonno, ai miei zii e ai miei fratelli. Sono certo che per loro ero più spesso una perdita che un guadagno, ma i miei ricordi sono dolci e le lezioni che ho appreso impagabili. I figli devono imparare a essere responsabili e indipendenti. Dedicano i genitori il tempo necessario a mostrare, dimostrare e spiegare quanto è necessario, in modo che i figli possano, come dichiarò Lehi: «Agire da sé e non… subire»? (2 Nefi 2:26).
Luther Burbank, uno dei più grandi giardinieri del mondo, disse: «Se dedicassimo ai nostri giardini tante attenzioni quante ne dedichiamo ai nostri figli, oggi vivremmo in una vera giungla» (Elbert Hubbard’s Scrap Book [1923], 227).
Particolare impegno per i genitori
Anche i figli beneficiano del libero arbitrio mediante il quale a tutti viene data la possibilità di progredire, crescere e svilupparsi. Questo libero arbitrio permette anche ai figli di scegliere a favore dell’egoismo, dello sperpero, dell’autoindulgenza e dell’autodistruzione. I figli spesso esprimono questo libero arbitrio quando sono ancora molto giovani.
I genitori che si sono mostrati coscienziosi, affettuosi e interessati e che hanno messo in pratica i principi della rettitudine al meglio delle loro possibilità, devono trovare conforto nella consapevolezza che essi sono buoni genitori, nonostante le azioni di alcuni dei loro figli. I figli da parte loro hanno il dovere di ascoltare, obbedire e, essendo stati istruiti, di imparare. I genitori non possono sempre rispondere per la cattiva condotta di tutti i loro figli, poiché non possono assicurare il buon comportamento degli stessi. Alcuni figli potrebbero mettere a dura prova anche la saggezza di Salomone e la pazienza di Giobbe.
Spesso c’è un particolare impegno per quei genitori che sono benestanti o eccessivamente indulgenti. In un certo senso alcuni figli in queste circostanze tengono in ostaggio i loro genitori, rifiutandosi di obbedire alle regole da essi imposte se questi non acconsentono a soddisfare le loro richieste. L’anziano Neal A. Maxwell ha detto: «Coloro che fanno troppo per i loro figli, presto si accorgeranno di non poter più ottenere nulla dai loro figli. Certi figli hanno ricevuto così tanto da rimanerne schiacciati» (Conference Report, aprile 1975, 150). Sembra che faccia parte della natura umana l’impossibilità di apprezzare pienamente i beni materiali che noi non abbiamo guadagnato.
C’è una certa ironia nel fatto che alcuni genitori sono tanto ansiosi che i loro figli siano accettati e benvoluti dai loro coetanei. E tuttavia quegli stessi genitori temono che i loro figli possano fare le cose che i loro coetanei stanno già facendo.
Aiutare i figli ad assimilare i valori
Generalmente i figli che prendono delle decisioni e ad esse rimangono fedeli, per esempio astenersi dal fare uso di droga, alcool e sesso illecito, sono quelli che hanno adottato e assimilato i forti valori rispettati dai loro genitori. Di fronte alle decisioni difficili è più probabile che essi seguano gli insegnamenti dei loro genitori, invece dell’esempio dei loro coetanei e i sofismi dei mezzi d’informazione che cercano di rivestire di abiti attraenti il consumo d’alcool, il sesso illecito, l’infedeltà, la disonestà e altri vizi. Essi sono come i duemila giovani guerrieri di Helaman, ai quali «le loro madri avevano insegnato che se non avessero dubitato, Dio li avrebbe liberati» dalla morte (Alma 56:47). Ed essi rammentavano «le parole delle loro madri, dicendo: Noi non dubitiamo che le nostri madri lo sapevano» (Alma 56:48).
L’elemento che sembra dare particolare efficacia agli insegnamenti e ai valori dei genitori nella vita dei figli è una ferma fede nella Divinità. Quando questa fede diventa un elemento integrante del loro carattere, essi possiedono una forza interiore. Pertanto, tra tutte le cose che è importante insegnare, cosa dovrebbero insegnare i genitori? Le Scritture spiegano che i genitori devono insegnare ai loro figli la «fede in Cristo il Figlio del Dio vivente, e del battesimo e del dono dello Spirito Santo», e «la dottrina del pentimento» (DeA 68:25). Questi principi devono essere insegnati nella casa. Non possono essere insegnati nelle scuole pubbliche, né saranno insegnati dal governo o dalla società. Naturalmente i programmi della Chiesa possono dare un valido aiuto, ma l’insegnamento più efficace ha luogo nella casa.
Mille fili di amore
I momenti in cui i genitori possono approfittare per insegnare non devono necessariamente essere momenti eccezionali. Impariamo questo principio dal Maestro stesso. Charles Henry Parkhurst disse:
«La stupenda bellezza della vita di Cristo è soltanto la somma di piccoli modesti atti pieni di bellezza, come parlare con la donna alla fonte, mostrare al giovane ricco l’ambizione che gli riempiva il cuore e lo teneva lontano dal regno dei cieli, insegnare a un piccolo gruppo di seguaci come pregare, accendere un fuoco e arrostire del pesce, in modo che i Suoi discepoli potessero ricevere una colazione al loro rientro a terra dopo una notte di pesca infruttuosa, infreddoliti, stanchi e scoraggiati. Vedete, tutte queste cose ci conducono facilmente alla vera qualità e alla natura degli interessi di Cristo, tanto specifici, tanto ridotti all’essenziale, tanto interessati a ciò che è piccolo, diretti a ciò che è minuscolo» («Kindness and Love», Leaves of Gold [1938], 177).
Così devono fare i genitori. Le piccole cose sono grandi cose inserite nella trama e nell’ordito della vita familiare da mille fili di amore, fede, disciplina, sacrificio, pazienza e lavoro.
I figli dell’alleanza
Vi sono alcune grandi promesse spirituali che possono aiutare i fedeli genitori di questa Chiesa. I figli nati da eterni suggellamenti possono godere delle divine promesse fatte ai loro valorosi antenati che osservarono nobilmente le loro alleanze. Le alleanze ricordate dai genitori sono ricordate da Dio. I figli possono pertanto diventare i beneficiari e gli eredi di queste grandi alleanze e promesse. Ciò avviene poiché essi sono i figli dell’alleanza (vedere Orson F. Whitney, Conference Report, aprile 1929, 110–11).
Dio benedica i genitori onorevoli di tutto il mondo che lottano e si sacrificano. Possa Egli in particolare onorare le alleanze osservate dai fedeli genitori della nostra Chiesa e vegliare su questi figli dell’alleanza.
Discorso tenuto dal presidente Faust alla conferenza generale dell’ottobre 1990 (vedere La Stella, gennaio 1991, 31–33).
Un gruppo dove regna l’amore
Anziano LeGrand R. Curtis
Membro dei Settanta
Molto è stato scritto riguardo all’importanza della famiglia. Il presidente Marion G. Romney disse che «alla base del pernicioso malessere della società troviamo l’instabilità della famiglia».1 Constatiamo che alcune case sono grandi, bene arredate, anche lussuose. Altre sono molto piccole e umili, con appena i mobili necessari alla vita. Tuttavia «Se in casa vuoi il cielo vivi con amor… e farai della tua casa un angolo di ciel» ci ricorda uno dei nostri amati inni.2
Uno degli articoli di arredamento più importanti che si trova nella maggior parte delle case è il tavolo di cucina. Può essere piccolo, può essere grande, può avere la forma di un piccolo banco con spazio appena sufficiente per il cibo e le posate. La sua funzione principale sembra quella di consentire ai diversi componenti della famiglia di ricevere il nutrimento necessario.
In questa occasione speciale è mio desiderio richiamare la vostra attenzione su una funzione più profonda, più importante del tavolo di cucina, tavolo al quale possiamo ricevere molto più nutrimento necessario al nostro benessere fisico.
Parlate del Vangelo attorno al tavolo
Una famiglia generalmente è composta da due o più persone di età diverse ma, quale che sia la sua composizione, deve riunirsi: possibilmente non soltanto per mangiare, ma per pregare, parlare, ascoltare, raccontare, imparare e crescere insieme. Il presidente Gordon B. Hinckley ha descritto questa necessità in modo esemplare:
«Il mio invito—e vorrei poter essere più eloquente nel farlo—è un invito a salvare i bambini. Troppi di loro vivono nella sofferenza e nel dolore, nella solitudine e nella disperazione. I bambini hanno bisogno della luce del sole; hanno bisogno di felicità; hanno bisogno di essere amati e curati. Hanno bisogno di bontà, di nutrimento e di affetto. Ogni casa, povera o lussuosa che sia, può offrire un ambiente in cui regna l’amore, un ambiente che porti alla salvezza».3
La maggior parte delle famiglie sono soggette alle molte forze del mondo estranee alla casa, nonché alla forte influenza di radio, televisione, videocassette, nastri e molte altre cose che vi portiamo.
Immaginatevi una famiglia radunata attorno al tavolo, forse al tavolo di cucina, occupata a parlare del Vangelo, a parlare della riunione sacramentale, dei messaggi ascoltati, degli articoli comparsi nell’ultimo numero della rivista della Chiesa, a parlare della scuola e di tutti i suoi aspetti, a parlare della conferenza generale, delle lezioni della Scuola domenicale, ad ascoltare buona musica, a parlare di Gesù Cristo e dei Suoi insegnamenti. L’elenco si può allungare all’infinito. Non soltanto i genitori, ma tutti i componenti della famiglia faranno bene ad assicurarsi che ogni persona abbia la possibilità di parlare e ampie occasioni di partecipare.
Pregate attorno al tavolo
Pensate a quale potenziale ha una famiglia che si inginocchia attorno al tavolo (senza la televisione), che prega, implora l’aiuto del Padre e Lo ringrazia per i doni che Egli conferisce loro—insegnando ai componenti di ogni età l’importanza del nostro affettuoso Padre nei cieli. La preghiera familiare detta insieme ai bambini più piccoli può sviluppare anche in quelli più grandi il desiderio di fare un giorno lo stesso con le loro famiglie.
Il presidente Thomas S. Monson lo ha spiegato molto bene:
«Il Signore comandò di tenere la preghiera familiare quando disse: «Pregate il Padre nelle vostre famiglie, sempre in nome mio, affinché vostra moglie e i vostri figli siano benedetti» (3 Nefi 18:21).
Volete unirvi a me per osservare una tipica famiglia di Santi degli Ultimi Giorni che dice le sue preghiere al Signore? Padre, madre e ogni figlio si inginocchiano, chinano il capo e chiudono gli occhi. Un dolce spirito di amore, unità e pace riempie la casa. Quando il padre ascolta il figlioletto che prega Dio perché suo padre faccia le cose giuste e sia obbediente ai Suoi comandamenti, pensate che per questo padre sarà difficile fare onore alla preghiera del suo prezioso figlio? Una figlia adolescente ascolta la madre che implora il Signore perché sua figlia sia ispirata nello scegliere i suoi amici, perché si prepari per il matrimonio nel tempio; a vostro avviso, questa figlia non cercherà di fare onore all’umile e sincera implorazione della madre che tanto ama? Quando padre, madre e ognuno dei figli pregano sinceramente perché tutti loro vivano in modo degno da poter un giorno ricevere una chiamata a servire come ambasciatori del Signore nei campi di missione della Chiesa, abbiamo dei dubbi sul fatto che questi figli possano crescere con il sincero desiderio di servire come missionari?».4
Come molti hanno detto, «come potete mandare i vostri genitori e i vostri figli nel mondo ogni giorno senza esservi radunati insieme per parlare con il Signore?» I saggi genitori esamineranno i loro impegni e programmeranno almeno un po’ di tempo ogni giorno per raccogliere attorno a sé i loro figli per godere dei benefici della preghiera. Ben presto i giovani impareranno a partecipare a loro volta e si convinceranno dei preziosi doni che si trovano nella preghiera familiare.
Fate della casa un luogo felice
Ho detto in precedenza che «la casa deve essere un luogo felice perché tutti si sforzano per renderla tale. Dicono che la felicità è una cosa fatta in casa; dobbiamo quindi sforzarci di fare della nostra casa un luogo felice e piacevole per noi e per i nostri figli. Una casa felice è quella che è basata sugli insegnamenti del Vangelo. Ciò richiede un costante e attento sforzo da parte di tutti gli interessati».5
Un’indaffarata adolescente di una famiglia numerosa si lamentava del lungo tempo impiegato per dire la preghiera di famiglia. La saggia madre, quando pregò il giorno dopo, tralasciò intenzionalmente la giovane dalla sua preghiera. Alla conclusione la ragazza disse: «Mamma, mi hai lasciato fuori dalla preghiera!» Quell’affettuosa madre spiegò che si era limitata a tener conto della sua lamentela. La ragazza indaffarata si lamentò ora: «Non lasciarmi fuori!»
Studiate le Scritture attorno al tavolo
Cercate di pensare a una famiglia attorno al tavolo sul quale stanno le Scritture aperte, intenta a parlare delle molte verità e lezioni che si possono apprendere. Questo è davvero un tavolo circondato dall’amore.
I pedagoghi concordano che i figli devono leggere molto di più fuori della scuola. Noi possiamo aiutare i nostri figli leggendo le Scritture insieme a loro su base quotidiana—attorno al tavolo della cucina.
Per riservare un periodo di tempo in cui la famiglia si riunisce attorno al tavolo di cucina può essere necessario un considerevole adattamento, un’attenta programmazione; ma cosa c’è di più importante dell’unità della famiglia, del progresso spirituale della famiglia, dei legami che si creeranno tra i suoi componenti mentre parlano, ascoltano e rispondono, tutti circondati dall’amore? Il nostro successo principale si basa semplicemente sul cercare e cercare ancora di farlo.
Rinsaldate i legami familiari
Oggi nel mondo vi sono molti fattori che cercano di minare la famiglia e la casa. I saggi genitori si sforzeranno di rinsaldare i legami familiari, di accrescere la spiritualità nella casa e di concentrarsi su Gesù Cristo e sull’attività del tempio. Il presidente Howard W. Hunter ci ha detto:
«Prego che possiamo trattarci con più gentilezza, più cortesia, più umiltà, pazienza e disponibilità a perdonare…
In secondo luogo e con lo stesso intento invito anche i membri della Chiesa a fare del tempio del Signore il grande simbolo della loro appartenenza al Regno e l’ambiente supremo delle loro più sacre alleanze. È il più profondo desiderio del mio cuore che ogni membro della Chiesa sia degno di andare al tempio».6
Questa esortazione impartita dal presidente Hunter può essere seguita più facilmente grazie a quello che avviene attorno al tavolo di cucina.
Nella nostra casa noi ci esercitiamo a trattare con gli altri. Come disse bene Goethe: «Se trattate una persona come è, rimarrà tale e quale, ma se la trattate come se fosse quello che deve e può diventare, diventerà quello che deve essere».7
Fate della vostra casa un luogo di devozione
Il presidente Boyd K. Packer ha detto: «Portare nella casa alcune delle cose del cielo significa far sì che i figli imparino ad andare volentieri in Chiesa. La serata familiare naturalmente è creata appositamente per questo scopo: è una riunione tenuta in casa che può essere usta per soddisfare ogni necessità; è proprio una riunione della Chiesa, o può diventarlo, come se fosse tenuta nella cappella».8
Questo consiglio concorda con quello che ci ha detto l’anziano Dean L. Larsen: «Gli edifici della nostra chiesa non sono gli unici luoghi in cui possiamo rendere il nostro culto. Anche la nostra casa deve essere un luogo di devozione. È bene che ognuno di noi possa dire: «Vado in chiesa a casa». Non deve esserci altro luogo in cui lo Spirito del Signore sia accolto con maggiore gioia, e sia più facilmente disponibile, che nella nostra casa».9
E mentre ci sforziamo di fare tutto questo per la nostra famiglia, faremo bene a ricordare l’importanza della dichiarazione del presidente Harold B. Lee: «Ricordate che il lavoro più importante del Signore che io e voi potremo mai fare sarà svolto entro le mura della nostra casa».10
L’invocazione che vi rivolgo oggi è che ognuno di noi esamini attentamente la sua casa e il suo tavolo di cucina, e si sforzi continuamente di fare della sua casa un angolo di cielo e di venire a Cristo.
Discorso tenuto dall’anziano Curtis alla conferenza generale dell’aprile 1995 (vedere La Stella, luglio 1995, 96–98).