Ebrei 12:9
Dio è il Padre dei nostri spiriti
Perché, secondo te, parliamo così tanto dell’essere figli di Dio? In che modo questa conoscenza influenza la tua vita? Mentre ricordava ai santi ebrei la correzione ricevuta dai loro padri terreni, Paolo parlò loro del Padre Celeste, il “Padre degli spiriti” ( Ebrei 12:9). Questa lezione ha lo scopo di aiutarti a conoscere meglio il Padre Celeste e a comprendere in che modo la conoscenza che hai di Lui e il tuo rapporto con Lui possono influire positivamente sulla tua vita.
Una lezione sorprendente dai leoni di uno zoo
Durante una riunione mondiale per i giovani adulti, la sorella Kathy Clayton, moglie dell’anziano L. Whitney Clayton dei Settanta, ha raccontato della volta in cui, visitando uno zoo in Argentina, poté accedere ai recinti di animali selvatici come i leoni e interagire con loro. Quando domandò perché ad animali così pericolosi fosse consentito avere un rapporto tanto ravvicinato con gli esseri umani, la sorella Clayton imparò qualcosa che la sorprese.
[Gli addestratori] mi fecero notare i numerosi cagnolini che vivevano in quei recinti. Mi dissero che una delle cose che avevano fatto era stata allevare i leoni insieme ai cani, costantemente al loro fianco. Quando i leoni erano ancora cuccioli, quei cani chiassosi erano più grossi di loro. I cani credevano quindi di avere il comando e per questo si divertivano a inseguire senza sosta i leoni, mordicchiando addirittura i loro calcagni. I cuccioli di leone si abituarono a rannicchiarsi in un angolo e a comportarsi come se fossero terribilmente spaventati da quei fastidiosi cagnolini.
Una volta cresciuti, i leoni avevano continuato ad andarsi a nascondere nell’angolo, così come ad avere paura dei cani. Con una semplice zampata uno qualsiasi di quei grossi felini avrebbe potuto facilmente far volare quei cani fuori dal recinto, ma i leoni non percepivano se stessi per ciò che erano veramente. Erano dolorosamente inconsapevoli della loro identità regale. Erano bloccati e limitati da un’idea errata del loro potenziale. Pensavano di essere piccoli e deboli, così permettevano a dei cani molesti e ostinati di controllarli e intimidirli.
(Kathy Kipp Clayton, “A Regal Identity” [riunione mondiale per i Giovani Adulti, 13 settembre 2015], broadcasts.ChurchofJesusChrist.org)
-
Quali paragoni spirituali potremmo fare con l’esperienza della sorella Clayton?
-
In che modo a volte possiamo essere simili ai leoni di quello zoo?
Dio è il “Padre dello spirito”
Parlando agli Ebrei di come reagire al castigo, o correzione, di Dio (vedere Ebrei 12:6–8), Paolo insegnò un’importante verità sul nostro rapporto con il Padre Celeste. Mentre studi oggi, presta attenzione ai suggerimenti dello Spirito che possono aiutarti a comprendere meglio questa verità.
Leggi Ebrei 12:9 e sottolinea le parole o le espressioni che insegnano quale rapporto ci lega al Padre Celeste. Nota che l’espressione “sottoporremo” si riferisce al sottomettersi o all’essere influenzati da qualcuno.
Da questo versetto impariamo che Dio è il Padre dei nostri spiriti.
-
In che modo conoscere questa verità influenza il modo in cui vedi te stesso e gli altri?
L’anziano Tad R. Callister dei Settanta ha portato un esempio dell’impatto che può avere su di noi ricordare la nostra identità di figli di Dio:
In un recente addestramento per le Autorità generali è stata posta questa domanda: “Come possiamo aiutare chi ha problemi con la pornografia?”.
L’anziano Russell M. Nelson si è alzato e ha risposto: “Insegnare a queste persone la loro identità e il loro scopo”.
Questa affermazione mi ha colpito particolarmente, non solo come risposta a quella domanda specifica, ma come risposta ideale alla maggior parte delle difficoltà che affrontiamo nella vita.
(Tad R. Callister, “Our Identity and Our Destiny” [riunione presso la Brigham Young University, 14 agosto 2012], 1, speeches.byu.edu)
-
In che modo comprendere la nostra identità di figli di Dio ci può aiutare con le difficoltà che affrontiamo?
-
Quali sono alcune influenze del mondo che possono distrarci dal ricordare la nostra identità divina?
-
Che cosa può aiutarci a ricordare e a onorare la nostra identità divina?
Una corretta conoscenza del Padre Celeste
Rifletti per un momento sulla tua conoscenza del Padre Celeste e sul rapporto che hai con Lui. Pensa a quali benedizioni hai ricevuto e puoi ricevere in futuro perché sei Suo figlio. Pensa a cosa potrebbe essere diverso nella tua vita se Lo conoscessi meglio e ti sentissi più vicino a Lui.
Il fratello Brian K. Ashton, già membro della presidenza generale della Scuola Domenicale, ha sottolineato l’impatto che ha il fatto di avere una corretta conoscenza del Padre Celeste e del nostro rapporto con Lui:
Avere “un’idea corretta del carattere, delle perfezioni e delle qualità del [Padre Celeste]” è essenziale per esercitare abbastanza fede da ottenere l’Esaltazione.[Lectures on Faith (1985), 38]. Una comprensione corretta del carattere del Padre Celeste può cambiare il modo in cui vediamo noi stessi e gli altri e può aiutarci a capire l’immenso amore che Dio ha per i Suoi figli e il Suo grande desiderio di aiutarci a diventare come Lui. Una visione errata della Sua natura può farci sentire come se non saremo mai capaci di tornare alla Sua presenza.
(Brian K. Ashton, “Il Padre”, Liahona, novembre 2018, 94)
Un modo in cui possiamo arrivare a comprendere correttamente il nostro Padre Celeste è studiare i passi scritturali che parlano di Lui.
1. Nel tuo diario di studio, completa la seguente attività, senza dimenticare di rispondere alle domande finali.
Dedica qualche minuto a leggere e meditare alcuni passi scritturali che insegnano il carattere di Dio. Potresti usare i seguenti riferimenti scritturali oppure cercare nella Guida alle Scritture la voce “Dio, Divinità” (sottosezione “Dio Padre”). Nel diario di studio elenca ciò che questi versetti ti insegnano sul carattere e sulle qualità del Padre Celeste, e sul rapporto che ti lega a Lui.
-
Quali tra le verità che hai appreso su Dio si sono rivelate più significative per te? Perché sono così importanti?
-
In che modo ciò che hai imparato può influenzare i sentimenti che provi per ciò che sei e per chi puoi diventare?
-
Quali azioni ti senti ispirato a intraprendere sulla base di ciò che hai appreso e provato oggi?
Facoltativo: vuoi saperne di più?
In che modo sapere di essere figlio di Dio può aiutarmi?
Il presidente Dallin H. Oaks della Prima Presidenza ha insegnato:
Considerate il potere del principio esposto in un nostro amato inno: “Sono un figlio di Dio” [Inni, n. 190]. In esso troviamo la risposta a una delle più importanti domande della vita: “Chi sono io?”. Sono un figlio di Dio che ha un’ascendenza di spirito che conduce a genitori celesti. Questi genitori definiscono il nostro potenziale eterno. Questa possente idea è un efficace rimedio contro la depressione. Può sostenere ognuno di noi e consentirgli di compiere le scelte giuste e di evidenziare il meglio che è in noi.
(Dallin H. Oaks, “Idee possenti,” La Stella, gennaio 1996, 27–28)
Perché non parliamo di più della nostra Madre Celeste?
“La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni insegna che tutti gli esseri umani, maschi e femmine, sono amati figli e amate figlie di spirito di genitori celesti: di un Padre Celeste e di una Madre Celeste. […]
Come per molte altre verità del Vangelo, la nostra conoscenza attuale riguardo alla Madre Celeste è limitata. Ciò nonostante, ci è stata data una conoscenza sufficiente per riconoscere la sacralità di questa dottrina e per comprendere il modello divino stabilito per noi in quanto figli di genitori celesti” (Argomenti evangelici, “Madre Celeste”, ChurchofJesusChrist.org).
In che modo la vita di Gesù Cristo ci insegna il carattere del Padre Celeste?
L’anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato:
Tutto ciò che Gesù disse e fece, soprattutto la Sua dolorosa Espiazione e il Suo sacrificio, ci mostra meglio chi sia Dio, il nostro Padre Eterno, e quanto sia assolutamente devoto ai Suoi figli in ogni epoca e nazione. Con parole e azioni, Gesù cercava di rivelare e di rendere personale per ognuno di noi la vera natura di Suo Padre, il nostro Padre nei cieli. […]
Sfamare gli affamati, guarire gli ammalati, rimproverare l’ipocrisia, esortare alla fede: questo fece Cristo mostrandoci la via del Padre, Colui che è “misericordioso e pieno di grazia, lento all’ira, longanime e pieno di bontà” [Lectures on Faith (1985), 42]. Con la Sua vita, e soprattutto con la Sua morte, Cristo stava affermando: “Questa è la compassione di Dio, e io ve la sto mostrando, come pure la mia”. Nella manifestazione del Figlio perfetto dell’amore del Padre perfetto, nel Loro dolore per i peccati e le sofferenze del resto di noi, vediamo il reale significato della dichiarazione: “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” [ Giovanni 3:16–17 ].
(Jeffrey R. Holland, “La grandezza di Dio”, Liahona, novembre 2003, 70, 72)